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ATTO SECONDO (Parco di Forteringa. Ambo i lati sono folti di alberi, il mezzo si apre in una vasta veduta che confina col mare) (Maria esce correndo dal bosco. Anna la segue più lento; le guardie sono a vista degli spettatori) SCENA I No. 6 - Scena e Cavatina ANNA Allenta il piè, Regina. MARIA E ché! Non ami ché ad insolita gioia il seno io schiuda? Non vedi? Il career mio è il cielo aperto. Io lo vagheggio! Oh! cara la voluttà che mi circonda! ANNA Il duolo, il duolo sai che ti attende in quelle mura? MARIA Guarda sui prati appare odorosetta e bella la famiglia de fiori e a me, si, a me sorride, e il zeffiro, che torna da bei lidi di Francia, ch io gioisca mi dice come alla prima gioventù felice. O nube che lieve per l aria ti aggiri, tu reca il mio affetto, tu reca i sospiri al suolo beato che un di mi nudrì. Deh! scendi cortese, mi accogli sui vanni, mi rendi alla Francia, m invola agli affanni! Ma cruda la nube pur essa fuggi al suolo beato che un di mi nudri. (Da lontano si ode il suono di trombe) Qual suono! CACCIATORI (da dentro) Al bosco, alla caccia! Il cervo si affaccia dal colle muscoso, poi fugge scherzoso del rivo alle sponde; si specchia nell onde; correte veloci quel cervo a ferir, correte, ecc. MARIA Qual voci! ANNA Parmi il segno di caccia reale! MARIA S avvicinano i suoni… I destrieri… CACCIATORI La Regina! MARIA Ah! Qual nome fatale! ANNA La tiranna pel parco sen va. MARIA Nella pace del mesto riposo vuol colpirmi di nuovo spavento. Io la chiesi, e vederla non oso, tal coraggio non sento! Resti, resti sul trono adorata, il suo sguardo da me sia lontan, troppo, troppo, son io disprezzata; tace in tutti per me la pietà. ANNA Ella giunge. Fuggiamo, fuggiamo. MARIA Fuggiamo; contenersi il mio core non sa. ANNA Contenersi il suo core non sa, no! MARIA Nella pace del mesto riposo, ecc. SCENA II No. 7 - Scena e Duetto (Entra Leicester) MARIA Ah! non m inganna la gioia! Roberto sei tu? sei tu? LEICESTER Qui viene chi t adora a spezzar le tue catene. MARIA Libera alfin sarò dal carcer mio? Libera? e tua per sempre? Appena il crede l agitato mio cor. LEICESTER Qui volge il piede Elisabetta, al suo real decoro di pretesto è la caccia. Ove ti mostri a lei sommessa. MARIA A lei sommessa? LEICESTER Oggi lo dei. MARIA Oh ciel! Che ascolto? Che ascolto? Toglimi a vista sì funesta! (Vuoi ritrarsi) LEICESTER Se mi ami, deh! ti arresta. MARIA E deggio? LEICESTER Tu dei sperar. MARIA Da tutti abbandonata, in preda a rio dolore, oppressa, desolata, nulla sperar sa il core. Fui condannata al pianto, a sempre sospirar; l affetto tuo soltanto può i mali miei calmar. LEICESTER No diffidar non dei; ella è poi grande in soglio… MARIA Che sperar? LEICESTER …restava il cor di lei commosso dal tuo foglio… MARIA Che mai dici? LEICESTER …e su quel ciglio io vidi… MARIA Oh ciel! LEICESTER …la lagrima spuntar. MARIA Ah! LEICESTER Se m odi, e in me t affidi Tutto vedrai cangiar. E su quel ciglio, ecc. MARIA Che sperar? Da tutti abbandonata, ecc. Del suo core, del suo cor convinta io sono! LEICESTER Pur pietà, pur pietà vi alberga spesso. MARIA Non per chi le adombra un trono! LEICESTER No, tu dici? E allora io stesso, s ella è sorda ai prieghi tuoi io vendetta ne farò. MARIA Che favelli! Che far puoi? Per me esporti! Ah! ch io noi vò. LEICESTER Ah! sì, farò. MARIA Ah! Se il mio cor tremò giammai della morte al crudo aspetto, non far sì che sia costretto a tremare pe tuoi di. Solo io volli e sol cercai di vederti e fido e grato; per te spero che il mio stato non sia misero così. LEICESTER Sì, la fè, l onor ne impegno; e il mio cor che t ama il giura. Sorgerai dalla sventura che ogni gloria ti rapì. E se allor non t offro un regno, né la destra di un sovrano potrò offrirti almen la mano Che le tue prigioni aprì. MARIA Non esporti. LEICESTER Il giuro sorgerai dalla sventura. MARIA Ah! no! LEICESTER Sì, la fè. MARIA Ah! ch io noi vò. LEICESTER L onore… ne impegno… MARIA Ah! non far si ch io sia costretta A tremar pe giorni tuoi. LEICESTER Sì, la fè, l onor ne impegno Sorgerai dalla sventura. MARIA Solo io volli e sol cercai Di vederti e fido e grato; Per te spero che il mio stato Non sia misero così. LEICESTER Ah! potrò offrirti almen la mano Che le tue prigioni aprì. (Maria parte, Leicester va frettolosamente all incontro di Elisabetta che entra) SCENA III No. 8 - Scena ELISABETTA Qual loco è questo? LEICESTER Forteringa. ELISABETTA Oh Conte! Dove mi scorgi? LEICESTER Non dubbiar; Maria sarà in breve guidata al tuo cospetto dal saggio Talbo. ELISABETTA A qual per te discendo sacrifizio! Lo vedi? Discosta i cacciatori da contigui viali; è troppo ingombro di popolo il sentier. (Ad un cenno di Leicester si scostano i cacciatori, e i cortigiani si radunano in vari gruppi nel fondo della scena) CECIL (ad Elisabetta) Vedi, Regina, come l Anglia ti adora. Ah! tu lo sai qual capo ella ti chiede. ELISABETTA Taci. LEICESTER (ad Elisabetta) Deh! ti rammenta che a dar conforto alla dolente vita di una sorella io ti guidai. La mano che di squallor la cinse al contento primier può ridonarla. ELISABETTA (Io l abborro! Ei non fa che rammentarla.) (Entra Maria condotta da Talbot ed Anna) SCENA IV TALBOT Vieni. MARIA Deh! mi lascia. Al mio asil mi riconduci. ELISABETTA, LEICESTER, CECIL, TALBOT Eccola. MARIA (ad Anna) Oh Dio! No. 9 - Sestetto ELISABETTA E sempre la stessa - superba, orgogliosa; coll alma fastosa m ispira furor; ma tace; sta oppressa da giusto terror. MARIA Sul viso sta impressa di quella tiranna la truce condanna, il fiero livor. Quest anima è oppressa da crudo timor. TALBOT Almeno tacesse nel seno reale quell ira fatale quel cieco furore che barbaro oppresse un giglio d amor. ANNA Nell anima ho impressa la tema funesta. Oh! quale si appresta cimento a quel cor! Ciel! salva l oppressa da nuovo, da nuovo rancor. LEICESTER La misera ha impressiin volto gli affanni, nè gli astri tiranni si placano ancor. Salvarla potessi da tanto dolor. CECIL Vendetta repressa scoppiare già sento, nel fiero cimento mi palpita il cor. Fia vittima oppressa di eterno dolor. ELISABETTA Coll alma fastosa, ecc. MARIA Sul viso sta impressa, ecc. TALBOT Almeno tacesse, ecc. No. 10 - Dialogo delle due Regine LEICESTER (ad Elisabetta) Deh! l accogli. ELISABETTA (a Leicester) Sfuggirla vorrei. TALBOT (a Maria) Non sostarti. MARIA (a Talbot) L abisso ho vicino. ELISABETTA (a Leicester) Troppo altera. LEICESTER (ad Elisabetta) Da un crudo destino avvilita dinanzi ti sta. MARIA (va ritrosa ad inginocchiarsi innanzi ad Elisabetta) Morta al mondo, e morta al trono, al tuo piè son io prostrata. Solo imploro il tuo perdono non mostrarti inesorata. Ah! sorella, ornai ti basti, quanto oltraggio a me recasti! Deh! solleva un infelice che riposa sul tuo cor. CECIL (ad Elisabetta) Non dar fè, te ne scongiuro, a quel labbro mentitor. ELISABETTA (A Maria) No, quel loco a te si addice; nella polvere e il rossor. MARIA (Sofferenza.) (ad Elisabetta) E a me si fiera chi ti rende? ELISABETTA Chi? Tu stessa; l alma tua, quell alma altera, vile, iniqua… MARIA (E il soffrirò? e il soffrirò?) ELISABETTA Va, lo chiedi, o sciagurata, al tuo talamo tradito, ed all ombra invendicata di quel misero marito; al tuo braccio, all empio core che tra vezzi dell amore sol delitti e tradimenti, solo insidie macchinò, sol delitti macchinò. MARIA Ah! Roberto! Più resistere non so. LEICESTER Oh Dio! che tenti? CECIL (ad Elisabetta) Ah! non dar fè, te ne scongiuro, A quel labbro mentitor. LEICESTER (a Maria) Chiama in sen la tua costanza Qualche speme ancor ti avanza. Non ti costi onore o vita una grazia a te impartita, un favor che al nostro affetto tante volte il ciel negò. ELISABETTA Quali accenti al mio cospetto! Parla, o Conte. LEICESTER E che dirò? ELISABETTA Ov è mai di amor l incanto, e quel volto amabil tanto? Se a lodarlo ognun si accese a favori un premio rese; ma sul capo di Stuarda Onta eterna ripiombò. MARIA Ah che sento! Più resistere non so. Ah! Roberto! Più resistere non so. LEICESTER Oh Dio, ti frena! MARIA Quale insulto! O ria beffarda! ELISABETTA (a Maria) Quali accenti! Trema, trema! ANNA, LEICESTER, TALBOT (a Maria) Che favelli! Taci, deh! taci! CECIL (a Maria) Trema, trema! MARIA Ah! no… Figlia impura di Bolena, parli tu di disonore? Meretrice indegna e oscena, in te cada il mio rossore. Profanato è il soglio inglese, vil bastarda, dal tuo piè! ELISABETTA Guardie, olà! (Entrano i soldati) ANNA, LEICESTER, TALBOT Quali accenti! Ella delira! Giusto ciel! Perduta ell è CECIL, CORTIGIANI Quali accenti! Ella delira! Speme più per lei non v è. No. 11 - Stretta e finale ELISABETTA (a Maria) Va, preparati, furente, a soffrir l estremo fato; sul tuo capo abbominato la vergogna spargerò. (alle guardie) Trascinate la furente che se stessa condannò. CECIL Dell audace il ciel possente la vendetta omai segnò. ANNA, TALBOT Quali accenti! Sventurata! Tu offendesti Elisabetta! Forse, ah, forse la vendetta all offesa destinò (preparò). MARIA Grazie, o cielo! Alfin respiro. Dai miei sguardi ell è fuggita. Al mio piè restò avvilita, la sua luce si oscurò. LEICESTER Ah! ti perdo, o sconsigliata, quando salva ti bramai. Quando fido a te tornai il destin si fulminò. CORTIGIANI Del supplizio l onta estrema la Regina a te serbò. Taci, vieni, trema, trema, ogni speme si ecclissò. Taci, vieni, incauta, trema, ecc. TALBOT (a Leicester) Leicester vieni, non ti senta Elisabetta. MARIA, LEICESTER Addio! Per sempre! ANNA Deh taci! Ah, vieni! ELISABETTA (alle guardie) Ola!… Trascinatela! (Le guardie si avanzano per trascinare Maria) ELISABETTA (a Maria) Nella scure che ti aspetta troverai la mia vendetta. (alle guardie) Trascinate la furente che se stessa condannò. MARIA (Vedendosi circondata dalle guardie, ripiglia con entusiasmo crescente) Or guidatemi alla morte sfiderò l estrema sorte. Di trionfo un sol momento ogni affanno compensò. LEICESTER Ah! ti perdo sconsigliata, ecc. Quando fido a te tornai il destin ci fulminò. Per sempre ci lasciò. ANNA, TALBOT Quali accenti! Sventurata! ecc. Ah! qual dai tormento a chi salva ti bramò CORTIGIANI Del supplizio l onta estrema, ecc. CECIL Dell audace il Ciel possente la vendetta omai segnò. ATTO SECONDO Parco di Forteringa. Ambo i lati sono folti di alberi, il mezzo si apre in una vasta veduta che confina col mare Maria esce correndo dal bosco. Anna la segue più lento; le guardie sono a vista degli spettatori SCENA I No. 6 - Scena e Cavatina ANNA Allenta il piè, Regina. MARIA E ché! Non ami ché ad insolita gioia il seno io schiuda? Non vedi? Il career mio è il cielo aperto. Io lo vagheggio! Oh! cara la voluttà che mi circonda! ANNA Il duolo, il duolo sai che ti attende in quelle mura? MARIA Guarda sui prati appare odorosetta e bella la famiglia de fiori e a me, si, a me sorride, e il zeffiro, che torna da bei lidi di Francia, ch io gioisca mi dice come alla prima gioventù felice. O nube che lieve per l aria ti aggiri, tu reca il mio affetto, tu reca i sospiri al suolo beato che un di mi nudrì. Deh! scendi cortese, mi accogli sui vanni, mi rendi alla Francia, m invola agli affanni! Ma cruda la nube pur essa fuggi al suolo beato che un di mi nudri. Da lontano si ode il suono di trombe Qual suono! CACCIATORI da dentro Al bosco, alla caccia! Il cervo si affaccia dal colle muscoso, poi fugge scherzoso del rivo alle sponde; si specchia nell onde; correte veloci quel cervo a ferir, correte, ecc. MARIA Qual voci! ANNA Parmi il segno di caccia reale! MARIA S avvicinano i suoni… I destrieri… CACCIATORI La Regina! MARIA Ah! Qual nome fatale! ANNA La tiranna pel parco sen va. MARIA Nella pace del mesto riposo vuol colpirmi di nuovo spavento. Io la chiesi, e vederla non oso, tal coraggio non sento! Resti, resti sul trono adorata, il suo sguardo da me sia lontan, troppo, troppo, son io disprezzata; tace in tutti per me la pietà. ANNA Ella giunge. Fuggiamo, fuggiamo. MARIA Fuggiamo; contenersi il mio core non sa. ANNA Contenersi il suo core non sa, no! MARIA Nella pace del mesto riposo, ecc. SCENA II No. 7 - Scena e Duetto Entra Leicester MARIA Ah! non m inganna la gioia! Roberto sei tu? sei tu? LEICESTER Qui viene chi t adora a spezzar le tue catene. MARIA Libera alfin sarò dal carcer mio? Libera? e tua per sempre? Appena il crede l agitato mio cor. LEICESTER Qui volge il piede Elisabetta, al suo real decoro di pretesto è la caccia. Ove ti mostri a lei sommessa. MARIA A lei sommessa? LEICESTER Oggi lo dei. MARIA Oh ciel! Che ascolto? Che ascolto? Toglimi a vista sì funesta! Vuoi ritrarsi LEICESTER Se mi ami, deh! ti arresta. MARIA E deggio? LEICESTER Tu dei sperar. MARIA Da tutti abbandonata, in preda a rio dolore, oppressa, desolata, nulla sperar sa il core. Fui condannata al pianto, a sempre sospirar; l affetto tuo soltanto può i mali miei calmar. LEICESTER No diffidar non dei; ella è poi grande in soglio… MARIA Che sperar? LEICESTER …restava il cor di lei commosso dal tuo foglio… MARIA Che mai dici? LEICESTER …e su quel ciglio io vidi… MARIA Oh ciel! LEICESTER …la lagrima spuntar. MARIA Ah! LEICESTER Se m odi, e in me t affidi Tutto vedrai cangiar. E su quel ciglio, ecc. MARIA Che sperar? Da tutti abbandonata, ecc. Del suo core, del suo cor convinta io sono! LEICESTER Pur pietà, pur pietà vi alberga spesso. MARIA Non per chi le adombra un trono! LEICESTER No, tu dici? E allora io stesso, s ella è sorda ai prieghi tuoi io vendetta ne farò. MARIA Che favelli! Che far puoi? Per me esporti! Ah! ch io noi vò. LEICESTER Ah! sì, farò. MARIA Ah! Se il mio cor tremò giammai della morte al crudo aspetto, non far sì che sia costretto a tremare pe tuoi di. Solo io volli e sol cercai di vederti e fido e grato; per te spero che il mio stato non sia misero così. LEICESTER Sì, la fè, l onor ne impegno; e il mio cor che t ama il giura. Sorgerai dalla sventura che ogni gloria ti rapì. E se allor non t offro un regno, né la destra di un sovrano potrò offrirti almen la mano Che le tue prigioni aprì. MARIA Non esporti. LEICESTER Il giuro sorgerai dalla sventura. MARIA Ah! no! LEICESTER Sì, la fè. MARIA Ah! ch io noi vò. LEICESTER L onore… ne impegno… MARIA Ah! non far si ch io sia costretta A tremar pe giorni tuoi. LEICESTER Sì, la fè, l onor ne impegno Sorgerai dalla sventura. MARIA Solo io volli e sol cercai Di vederti e fido e grato; Per te spero che il mio stato Non sia misero così. LEICESTER Ah! potrò offrirti almen la mano Che le tue prigioni aprì. Maria parte, Leicester va frettolosamente all incontro di Elisabetta che entra SCENA III No. 8 - Scena ELISABETTA Qual loco è questo? LEICESTER Forteringa. ELISABETTA Oh Conte! Dove mi scorgi? LEICESTER Non dubbiar; Maria sarà in breve guidata al tuo cospetto dal saggio Talbo. ELISABETTA A qual per te discendo sacrifizio! Lo vedi? Discosta i cacciatori da contigui viali; è troppo ingombro di popolo il sentier. Ad un cenno di Leicester si scostano i cacciatori, e i cortigiani si radunano in vari gruppi nel fondo della scena CECIL ad Elisabetta Vedi, Regina, come l Anglia ti adora. Ah! tu lo sai qual capo ella ti chiede. ELISABETTA Taci. LEICESTER ad Elisabetta Deh! ti rammenta che a dar conforto alla dolente vita di una sorella io ti guidai. La mano che di squallor la cinse al contento primier può ridonarla. ELISABETTA (Io l abborro! Ei non fa che rammentarla.) Entra Maria condotta da Talbot ed Anna SCENA IV TALBOT Vieni. MARIA Deh! mi lascia. Al mio asil mi riconduci. ELISABETTA, LEICESTER, CECIL, TALBOT Eccola. MARIA ad Anna Oh Dio! No. 9 - Sestetto ELISABETTA E sempre la stessa - superba, orgogliosa; coll alma fastosa m ispira furor; ma tace; sta oppressa da giusto terror. MARIA Sul viso sta impressa di quella tiranna la truce condanna, il fiero livor. Quest anima è oppressa da crudo timor. TALBOT Almeno tacesse nel seno reale quell ira fatale quel cieco furore che barbaro oppresse un giglio d amor. ANNA Nell anima ho impressa la tema funesta. Oh! quale si appresta cimento a quel cor! Ciel! salva l oppressa da nuovo, da nuovo rancor. LEICESTER La misera ha impressiin volto gli affanni, nè gli astri tiranni si placano ancor. Salvarla potessi da tanto dolor. CECIL Vendetta repressa scoppiare già sento, nel fiero cimento mi palpita il cor. Fia vittima oppressa di eterno dolor. ELISABETTA Coll alma fastosa, ecc. MARIA Sul viso sta impressa, ecc. TALBOT Almeno tacesse, ecc. No. 10 - Dialogo delle due Regine LEICESTER ad Elisabetta Deh! l accogli. ELISABETTA a Leicester Sfuggirla vorrei. TALBOT a Maria Non sostarti. MARIA a Talbot L abisso ho vicino. ELISABETTA a Leicester Troppo altera. LEICESTER ad Elisabetta Da un crudo destino avvilita dinanzi ti sta. MARIA va ritrosa ad inginocchiarsi innanzi ad Elisabetta Morta al mondo, e morta al trono, al tuo piè son io prostrata. Solo imploro il tuo perdono non mostrarti inesorata. Ah! sorella, ornai ti basti, quanto oltraggio a me recasti! Deh! solleva un infelice che riposa sul tuo cor. CECIL ad Elisabetta Non dar fè, te ne scongiuro, a quel labbro mentitor. ELISABETTA A Maria No, quel loco a te si addice; nella polvere e il rossor. MARIA (Sofferenza.) ad Elisabetta E a me si fiera chi ti rende? ELISABETTA Chi? Tu stessa; l alma tua, quell alma altera, vile, iniqua… MARIA (E il soffrirò? e il soffrirò?) ELISABETTA Va, lo chiedi, o sciagurata, al tuo talamo tradito, ed all ombra invendicata di quel misero marito; al tuo braccio, all empio core che tra vezzi dell amore sol delitti e tradimenti, solo insidie macchinò, sol delitti macchinò. MARIA Ah! Roberto! Più resistere non so. LEICESTER Oh Dio! che tenti? CECIL ad Elisabetta Ah! non dar fè, te ne scongiuro, A quel labbro mentitor. LEICESTER a Maria Chiama in sen la tua costanza Qualche speme ancor ti avanza. Non ti costi onore o vita una grazia a te impartita, un favor che al nostro affetto tante volte il ciel negò. ELISABETTA Quali accenti al mio cospetto! Parla, o Conte. LEICESTER E che dirò? ELISABETTA Ov è mai di amor l incanto, e quel volto amabil tanto? Se a lodarlo ognun si accese a favori un premio rese; ma sul capo di Stuarda Onta eterna ripiombò. MARIA Ah che sento! Più resistere non so. Ah! Roberto! Più resistere non so. LEICESTER Oh Dio, ti frena! MARIA Quale insulto! O ria beffarda! ELISABETTA a Maria Quali accenti! Trema, trema! ANNA, LEICESTER, TALBOT a Maria Che favelli! Taci, deh! taci! CECIL a Maria Trema, trema! MARIA Ah! no… Figlia impura di Bolena, parli tu di disonore? Meretrice indegna e oscena, in te cada il mio rossore. Profanato è il soglio inglese, vil bastarda, dal tuo piè! ELISABETTA Guardie, olà! Entrano i soldati ANNA, LEICESTER, TALBOT Quali accenti! Ella delira! Giusto ciel! Perduta ell è CECIL, CORTIGIANI Quali accenti! Ella delira! Speme più per lei non v è. No. 11 - Stretta e finale ELISABETTA a Maria Va, preparati, furente, a soffrir l estremo fato; sul tuo capo abbominato la vergogna spargerò. alle guardie Trascinate la furente che se stessa condannò. CECIL Dell audace il ciel possente la vendetta omai segnò. ANNA, TALBOT Quali accenti! Sventurata! Tu offendesti Elisabetta! Forse, ah, forse la vendetta all offesa destinò (preparò). MARIA Grazie, o cielo! Alfin respiro. Dai miei sguardi ell è fuggita. Al mio piè restò avvilita, la sua luce si oscurò. LEICESTER Ah! ti perdo, o sconsigliata, quando salva ti bramai. Quando fido a te tornai il destin si fulminò. CORTIGIANI Del supplizio l onta estrema la Regina a te serbò. Taci, vieni, trema, trema, ogni speme si ecclissò. Taci, vieni, incauta, trema, ecc. TALBOT a Leicester Leicester vieni, non ti senta Elisabetta. MARIA, LEICESTER Addio! Per sempre! ANNA Deh taci! Ah, vieni! ELISABETTA alle guardie Ola!… Trascinatela! Le guardie si avanzano per trascinare Maria ELISABETTA a Maria Nella scure che ti aspetta troverai la mia vendetta. alle guardie Trascinate la furente che se stessa condannò. MARIA Vedendosi circondata dalle guardie, ripiglia con entusiasmo crescente Or guidatemi alla morte sfiderò l estrema sorte. Di trionfo un sol momento ogni affanno compensò. LEICESTER Ah! ti perdo sconsigliata, ecc. Quando fido a te tornai il destin ci fulminò. Per sempre ci lasciò. ANNA, TALBOT Quali accenti! Sventurata! ecc. Ah! qual dai tormento a chi salva ti bramò CORTIGIANI Del supplizio l onta estrema, ecc. CECIL Dell audace il Ciel possente la vendetta omai segnò. Donizetti,Gaetano/Maria Stuarda/III
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noben 【第2世代】 プレイヤー考察 長きに渡り第一線で活躍する 言わずと知れた超古参プレイヤー。 Online1の情報通であり、 その情報網はアクセスした全ての プレイヤーの足のサイズまで 把握していると言われる。 その素性は定かではないが 一説によるとイケメンDKだという 噂も耳にした。真相は定かではないが(重要) 古参〜現在の事情まで精通しており Onlineの事情をを聞くなら まず最初に彼に尋ねるのが正しいが 極度の変態である点に注意したい。 プレイスタイル 長く渡る経験を元に 幅広い進行や状況整理を得意とする。 自身は「雑談民」と謙遜しているが、 その実力はやはりかなりの強者。 苦手役職もなくオールラウンダーの 見本と呼べるプレイヤーである。 総ランクS 村陣営-S 狼陣営-A 狐陣営-A 発言力-A 進行力-S グレ視野-A 役職力-A 村目取-A 人外脅威-A 出現率-A 参戦率-A ユーモア-S
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tags Simonelis_A SDO url http //doi.acm.org/10.1145/1071913.1071915 http //ubiquity.acm.org/article.cfm?id=1071915 auther Simonelis, A bibtex @article{Simonelis2005concise, author = {Simonelis, Alex}, title={{A concise guide to the major internet bodies}}, journal = {Ubiquity}, volume={6}, number={5}, pages = {2--2}, doi = {http //doi.acm.org/10.1145/1071913.1071915}, publisher = {ACM}, address = {New York, NY, USA}, year={2005} } format for references AIS format Simonelis, A. 2005. “A Concise Guide to the Major Internet Bodies”. Ubiquity, (6 5) 16-22 February. www.acm.org/ubiquity/issues6.html (Retrieved 28th February 28, 2011) memo cited as DuttonPeltu2007emerging pp.69 Organisations that emerged from this unplanned process – such as current bodies like the ICANN, IETF, W3C or the Internet Architecture Board (IAB) – are open, collaborative organisations[1,18,23,Simonelis2005concise].
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Scena Nona MEGACLE (fra sé) Oh ricordi crudeli! ARISTEA Alfin siam soli potrò senza ritegni il mio contento esagerar; chiamarti mia speme, mio diletto, luci degli occhi miei... MEGACLE No, principessa, questi soavi nomi non so per me. Serbali pure ad altro più fortunato amante. ARISTEA E il tempo è questo di parlami così? MEGACLE Tutto l’arcano ecco ti svelo. Il principe di Creta langue per te d’amor. Pietà mi chiede, e la vita mi diede. Ah principessa, se negarla poss’io, dillo tu stessa. ARISTEA E pugnasti... MEGACLE Per lui. ARISTEA Perder mi vuoi... MEGACLE Sì, per serbarmi sempre degno di te. ARISTEA Dunque lo dovrò... MEGACLE Tu dèi coronar l’opra mia. Sì, generosa, adorata Aristea, seconda i moti d’un grato cor. Sia, qual io fui fin ora, Licida in avvenire. ARISTEA Ah qual passaggio è questo! Io dalle stelle precipito agli abissi. Eh no si cerchi miglior compensa. Ah senza te la vita per me vita non è. MEGACLE Bella Aristea, non congiurar tu ancora contro la mia virtù. ARISTEA E di lasciarmi... MEGACLE Ho risoluto. ARISTEA Hai risoluto? E quando? MEGACLE Questo (fra sé) morir mi sento... (Ad Aristea) questo è l’ultimo addio. ARISTEA L’ultimo! Ingrato... Soccorretemi, o numi! Il piè vacilla freddo sudor mi bagna il volto; e parmi che una gelida man m’opprima il core. (sviene sopra un sasso) MEGACLE Misero me, che veggo! (rivolgendosi indietro) Ah l’oppresse il dolor! (tornando) Cara mia speme, bella Aristea, non avvilirti; ascolta Megacle è qui. Non partirò. Sarai... Che parlo? Ella non m’ode. Avete, o stelle, più sventure per me? No, questa sola mi restava a provar. Chi mi consiglia? Che risolvo? Che fo? Partir? Sarebbe crudeltà, tirannia. Restar? Che giova? Forse ad esserle sposo? E il re ingannato, e l’amico tradito, e la mia fede, e l’onor mio lo soffrirebbe? Almeno partiam più tardi. Ah che sarem di nuovo a quest’orrido passo! Ora è pietade l’esser crudele. Addio, mia vita addio, (le prende la mano e la bacia) mia perduta speranza. Il Ciel ti renda più felice di me. Deh, conservate questa bell’opra vostra, eterni dei; e i dì, ch’io perderò, donate a lei. Licida... Dove è mai? Licida. (verso la scena) Scena Decima LICIDA Intese tutto Aristea? MEGACLE Tutto. T’affretta, o prence; soccorri la tua sposa. (in atto di partire) LICIDA Ahimè, che miro! Che fu? (a Megacle) MEGACLE Doglia improvvisa le oppresse i sensi. (partendo, come sopra) LICIDA E tu mi lasci? MEGACLE Io vado... (tornando indietro) Deh pensa ad Aristea. (partendo, fra se) Che dirà mai quando in sè tornerà? (si ferma) Tutte ho presenti tutte le smanie sue. (A Licida) Licida, ah senti. Se cerca, se dice "L’amico dov’è?" "L’amico infelice..." rispondi... "morì." Ah no! Sì gran duolo non darle per me rispondi ma solo "Piangendo partì". Che abisso di pene lasciare il suo bene, lasciarlo per sempre, lasciarlo così! (parte) Scena Undicesima LICIDA Che laberinto è questo! Io non l’intendo, semiviva Aristea... Megacle afflitto... ARISTEA Oh Dio! LICIDA Ma già quell’alma torna agli usati uffici. Apri i bei lumi, principessa, ben mio... ARISTEA (senza vederlo) Sposo infedele! LICIDA Ah! Non dirmi così. Di mia costanza ecco in pegno la destra. (la prende per la mano) ARISTEA Almeno... Oh stelle! (s‘avvede non esser Megacle, e ritira la mano) Megacle ov’è? LICIDA Partì. ARISTEA Partì l’ingrato? Ebbe cor di lasciarmi in questo stato? LICIDA Il tuo sposo restò. ARISTEA (s’alza con impeto) Dunque è perduta l’umanità, la fede, l’amore, la pietà! Se questi iniqui incenerir non sanno, numi, i fulmini vostri in ciel che fanno? LICIDA Son fuor di me! Di, chi t’offese, o cara? Parla. Brami vendetta? Ecco il tuo sposo, ecco Licida... ARISTEA Oh Dei! Tu quel Licida sei! Fuggi, t’invola, nasconditi da me. Per tua cagione, perfido, mi ritrovo a questo passo. LICIDA E qual colpa ho commessa? Io son di sasso! ARISTEA Tu da me dividi; barbaro, tu m’uccidi tutto il dolor, ch’io sento, tutto mi vien da te. No, non sperar mai pace. Odio quel cor fallace oggetto di spavento sempre sarai per me. (parte) Scena Dodicesima LICIDA A me "barbaro"! Oh numi! "Perfido" a me! Voglio seguirla; e voglio sapere almen che strano enigma è questo. ARGENE Fermati, traditor. LICIDA (riconosce Argene) Sogno, o son desto! ARGENE Non sogni no son io, l’abbandonata Argene. Anima ingrata, riconosci quel volto, che fu gran tempo il tuo piacer; se pure in sorte si funesta delle antiche sembianze orma vi resta. LICIDA (fra sé) Donde viene; in qual punto mi sorprende costei! Se più mi fermo, Aristea non raggiungo. (Ad Argene) Io non intendo, bella ninfa, i tuoi detti. Un’altra volta potrai meglio spiegarti. (vuol partire) ARGENE (trattenendolo) Indegno, ascolta. LICIDA (fra sé) Misero me! ARGENE Tu non mi intendi? Intendo ben io la tua perfidia. I nuovi amori, le frodi tue tutte riseppi; e tutto saprà da me Clistene per tua vergogna. (vuol partire) LICIDA (trattenendola) Ah no! Sentimi, Argene. Non sdegnarti perdona, se tardi ti ravviso. Io mi rammento gli antichi affetti; e, se tacer saprai, forse... chi sa. ARGENE Si può soffrir di questa ingiuria più crudel? "Chi sa", mi dici? In vero io son la rea. Picciole prove di tua bontà non sono le vie che m’offri a meritar perdono. LICIDA Ascolta. Io volli dir... (vuol prenderla per mano) ARGENE (lo rigetta) Lasciami ingrato non ti voglio ascoltar. LICIDA (fra sé) Son disperato. Scena Tredicesima LICIDA In angustia più fiera io non mi vidi mai. Tutto è in ruina, se parla Argene. È forza raggiungerla, placarla... E chi trattiene la principessa intanto? Il solo amico potria... Ma dove andò? Si cerchi. Almeno e consiglio e conforto Megacle mi darà. (vuol partire) AMINTA Megacle è morto. LICIDA Che dici, Aminta! AMINTA Io dico pur troppo il ver. LICIDA Come! Perchè! Qual empio sì bei giorni troncò? Trovisi io voglio ch’esempio di vendetta altrui ne resti. AMINTA Principe, noi cercar tu l’uccidesti. LICIDA Io! Deliri? AMINTA Volesse il Ciel ch’io delirassi. Odimi. In traccia mentre or te venia, fra quelle piante un gemito improvviso sento mi fermo al suon mi volgo; e miro uom, che sul nudo acciaro prono già s’abbandona. Accorro. Al petto fo d’una man sostegno; con l’altra il ferro svio. Ma, quando al volto Megacle ravvisai, pensa com’ei restò, com’io restai! Dopo un breve stupore "Ah qual follia bramar ti fa la morte!" io volea dirgli. Ei mi prevenne "Aminta, ho vissuto abbastanza." sospirando mi disse dal profondo del cor. "Senza Aristea non so viver, né voglio. Ah! Son due lustri che non vivo che in lei. Licida, oh Dio! m’uccide, e non lo sa; ma non m’offende suo dono è questa vita, ei la riprende." LICIDA Oh amico! E poi? AMINTA Fugge da me, ciò detto, come partico stral. Vedi quel sasso, signor, colà, che il sottoposto Alfeo signoreggia ed adombra? Egli v’ascende in men che non balena. Il mezzo al fiume si scaglia io grido in van. L’onda percossa balzò, s’aperse, in frettolosi giri si riunì, l’ascose. Il colpo, i gridi replicaron le sponde; e più non vidi. LICIDA Ah qual orrida scena or si scuopre al mio sguardo! (rimane stupito) AMINTA Almen la spoglia, che albergò si bell’alma, vadasi a ricercar. Da’ mesti amici questi a lui son dovuti ultimi uffici. (parte) Scena Quattordicesima LICIDA Dove son! Che m’avvenne! Ah dunque il cielo tutte sopra il mio capo rovesciò l’ire sue! Megacle, oh Dio! Megacle, dove sei? Che fo nel mondo senza di te? Rendetemi l’amico, ingiustissimi Dei. ALCANDRO Olà! (Licida non l’ode) LICIDA Del guado estremo... ALCANDRO Olà! LICIDA Chi sei tu, che audace interrompi le smanie mie? ALCANDRO Regio ministro io sono. LICIDA Che vuole il re? ALCANDRO Che in vergognoso esiglio quindi lungi tu vada. Il sol candente se in Elide ti lascia, sei reo di morte. LICIDA A me tal cenno? ALCANDRO Impara a mentir nome, a violar la fede, a deludere il re. LICIDA Come! Ed ardisci, temerario... ALCANDRO Non più. Principe, è questo mio dover; l’ho adempito adempi il resto. (parte) Scena Quindicesima LICIDA (snuda la spada) Con questo ferro indegno, il sen ti passerò... Folle, che dico? che fo? Con chi mi sdegno? Il reo son io, io son lo scellerato. In queste vene con più ragion l’immergerò. Sì, mori, Licida sventurato... Ah perchè tremi, timida man? Chi ti ritiene? Ah questa è ben miseria estrema. Ah chi mai vide anima lacerata da tanti affetti e sì contrari? Io stesso non so come si possa minacciando tremare, arder gelando, piangere in mezzo all’ire bramar la morte, e non saper morire. Gemo in un punto e fremo fosco mi sembra il giomo ho cento larve intorno; ho mille furie in sen. Con la sanguigna face m’arde Megera il petto; m’empie ogni vena Aletto del freddo suo velen. (parte) Scena Nona MEGACLE (fra sé) Oh ricordi crudeli! ARISTEA Alfin siam soli potrò senza ritegni il mio contento esagerar; chiamarti mia speme, mio diletto, luci degli occhi miei... MEGACLE No, principessa, questi soavi nomi non so per me. Serbali pure ad altro più fortunato amante. ARISTEA E il tempo è questo di parlami così? MEGACLE Tutto l’arcano ecco ti svelo. Il principe di Creta langue per te d’amor. Pietà mi chiede, e la vita mi diede. Ah principessa, se negarla poss’io, dillo tu stessa. ARISTEA E pugnasti... MEGACLE Per lui. ARISTEA Perder mi vuoi... MEGACLE Sì, per serbarmi sempre degno di te. ARISTEA Dunque lo dovrò... MEGACLE Tu dèi coronar l’opra mia. Sì, generosa, adorata Aristea, seconda i moti d’un grato cor. Sia, qual io fui fin ora, Licida in avvenire. ARISTEA Ah qual passaggio è questo! Io dalle stelle precipito agli abissi. Eh no si cerchi miglior compensa. Ah senza te la vita per me vita non è. MEGACLE Bella Aristea, non congiurar tu ancora contro la mia virtù. ARISTEA E di lasciarmi... MEGACLE Ho risoluto. ARISTEA Hai risoluto? E quando? MEGACLE Questo (fra sé) morir mi sento... (Ad Aristea) questo è l’ultimo addio. ARISTEA L’ultimo! Ingrato... Soccorretemi, o numi! Il piè vacilla freddo sudor mi bagna il volto; e parmi che una gelida man m’opprima il core. (sviene sopra un sasso) MEGACLE Misero me, che veggo! (rivolgendosi indietro) Ah l’oppresse il dolor! (tornando) Cara mia speme, bella Aristea, non avvilirti; ascolta Megacle è qui. Non partirò. Sarai... Che parlo? Ella non m’ode. Avete, o stelle, più sventure per me? No, questa sola mi restava a provar. Chi mi consiglia? Che risolvo? Che fo? Partir? Sarebbe crudeltà, tirannia. Restar? Che giova? Forse ad esserle sposo? E il re ingannato, e l’amico tradito, e la mia fede, e l’onor mio lo soffrirebbe? Almeno partiam più tardi. Ah che sarem di nuovo a quest’orrido passo! Ora è pietade l’esser crudele. Addio, mia vita addio, (le prende la mano e la bacia) mia perduta speranza. Il Ciel ti renda più felice di me. Deh, conservate questa bell’opra vostra, eterni dei; e i dì, ch’io perderò, donate a lei. Licida... Dove è mai? Licida. (verso la scena) Scena Decima LICIDA Intese tutto Aristea? MEGACLE Tutto. T’affretta, o prence; soccorri la tua sposa. (in atto di partire) LICIDA Ahimè, che miro! Che fu? (a Megacle) MEGACLE Doglia improvvisa le oppresse i sensi. (partendo, come sopra) LICIDA E tu mi lasci? MEGACLE Io vado... (tornando indietro) Deh pensa ad Aristea. (partendo, fra se) Che dirà mai quando in sè tornerà? (si ferma) Tutte ho presenti tutte le smanie sue. (A Licida) Licida, ah senti. Se cerca, se dice "L’amico dov’è?" "L’amico infelice..." rispondi... "morì." Ah no! Sì gran duolo non darle per me rispondi ma solo "Piangendo partì". Che abisso di pene lasciare il suo bene, lasciarlo per sempre, lasciarlo così! (parte) Scena Undicesima LICIDA Che laberinto è questo! Io non l’intendo, semiviva Aristea... Megacle afflitto... ARISTEA Oh Dio! LICIDA Ma già quell’alma torna agli usati uffici. Apri i bei lumi, principessa, ben mio... ARISTEA (senza vederlo) Sposo infedele! LICIDA Ah! Non dirmi così. Di mia costanza ecco in pegno la destra. (la prende per la mano) ARISTEA Almeno... Oh stelle! (s‘avvede non esser Megacle, e ritira la mano) Megacle ov’è? LICIDA Partì. ARISTEA Partì l’ingrato? Ebbe cor di lasciarmi in questo stato? LICIDA Il tuo sposo restò. ARISTEA (s’alza con impeto) Dunque è perduta l’umanità, la fede, l’amore, la pietà! Se questi iniqui incenerir non sanno, numi, i fulmini vostri in ciel che fanno? LICIDA Son fuor di me! Di, chi t’offese, o cara? Parla. Brami vendetta? Ecco il tuo sposo, ecco Licida... ARISTEA Oh Dei! Tu quel Licida sei! Fuggi, t’invola, nasconditi da me. Per tua cagione, perfido, mi ritrovo a questo passo. LICIDA E qual colpa ho commessa? Io son di sasso! ARISTEA Tu da me dividi; barbaro, tu m’uccidi tutto il dolor, ch’io sento, tutto mi vien da te. No, non sperar mai pace. Odio quel cor fallace oggetto di spavento sempre sarai per me. (parte) Scena Dodicesima LICIDA A me "barbaro"! Oh numi! "Perfido" a me! Voglio seguirla; e voglio sapere almen che strano enigma è questo. ARGENE Fermati, traditor. LICIDA (riconosce Argene) Sogno, o son desto! ARGENE Non sogni no son io, l’abbandonata Argene. Anima ingrata, riconosci quel volto, che fu gran tempo il tuo piacer; se pure in sorte si funesta delle antiche sembianze orma vi resta. LICIDA (fra sé) Donde viene; in qual punto mi sorprende costei! Se più mi fermo, Aristea non raggiungo. (Ad Argene) Io non intendo, bella ninfa, i tuoi detti. Un’altra volta potrai meglio spiegarti. (vuol partire) ARGENE (trattenendolo) Indegno, ascolta. LICIDA (fra sé) Misero me! ARGENE Tu non mi intendi? Intendo ben io la tua perfidia. I nuovi amori, le frodi tue tutte riseppi; e tutto saprà da me Clistene per tua vergogna. (vuol partire) LICIDA (trattenendola) Ah no! Sentimi, Argene. Non sdegnarti perdona, se tardi ti ravviso. Io mi rammento gli antichi affetti; e, se tacer saprai, forse... chi sa. ARGENE Si può soffrir di questa ingiuria più crudel? "Chi sa", mi dici? In vero io son la rea. Picciole prove di tua bontà non sono le vie che m’offri a meritar perdono. LICIDA Ascolta. Io volli dir... (vuol prenderla per mano) ARGENE (lo rigetta) Lasciami ingrato non ti voglio ascoltar. LICIDA (fra sé) Son disperato. Scena Tredicesima LICIDA In angustia più fiera io non mi vidi mai. Tutto è in ruina, se parla Argene. È forza raggiungerla, placarla... E chi trattiene la principessa intanto? Il solo amico potria... Ma dove andò? Si cerchi. Almeno e consiglio e conforto Megacle mi darà. (vuol partire) AMINTA Megacle è morto. LICIDA Che dici, Aminta! AMINTA Io dico pur troppo il ver. LICIDA Come! Perchè! Qual empio sì bei giorni troncò? Trovisi io voglio ch’esempio di vendetta altrui ne resti. AMINTA Principe, noi cercar tu l’uccidesti. LICIDA Io! Deliri? AMINTA Volesse il Ciel ch’io delirassi. Odimi. In traccia mentre or te venia, fra quelle piante un gemito improvviso sento mi fermo al suon mi volgo; e miro uom, che sul nudo acciaro prono già s’abbandona. Accorro. Al petto fo d’una man sostegno; con l’altra il ferro svio. Ma, quando al volto Megacle ravvisai, pensa com’ei restò, com’io restai! Dopo un breve stupore "Ah qual follia bramar ti fa la morte!" io volea dirgli. Ei mi prevenne "Aminta, ho vissuto abbastanza." sospirando mi disse dal profondo del cor. "Senza Aristea non so viver, né voglio. Ah! Son due lustri che non vivo che in lei. Licida, oh Dio! m’uccide, e non lo sa; ma non m’offende suo dono è questa vita, ei la riprende." LICIDA Oh amico! E poi? AMINTA Fugge da me, ciò detto, come partico stral. Vedi quel sasso, signor, colà, che il sottoposto Alfeo signoreggia ed adombra? Egli v’ascende in men che non balena. Il mezzo al fiume si scaglia io grido in van. L’onda percossa balzò, s’aperse, in frettolosi giri si riunì, l’ascose. Il colpo, i gridi replicaron le sponde; e più non vidi. LICIDA Ah qual orrida scena or si scuopre al mio sguardo! (rimane stupito) AMINTA Almen la spoglia, che albergò si bell’alma, vadasi a ricercar. Da’ mesti amici questi a lui son dovuti ultimi uffici. (parte) Scena Quattordicesima LICIDA Dove son! Che m’avvenne! Ah dunque il cielo tutte sopra il mio capo rovesciò l’ire sue! Megacle, oh Dio! Megacle, dove sei? Che fo nel mondo senza di te? Rendetemi l’amico, ingiustissimi Dei. ALCANDRO Olà! (Licida non l’ode) LICIDA Del guado estremo... ALCANDRO Olà! LICIDA Chi sei tu, che audace interrompi le smanie mie? ALCANDRO Regio ministro io sono. LICIDA Che vuole il re? ALCANDRO Che in vergognoso esiglio quindi lungi tu vada. Il sol candente se in Elide ti lascia, sei reo di morte. LICIDA A me tal cenno? ALCANDRO Impara a mentir nome, a violar la fede, a deludere il re. LICIDA Come! Ed ardisci, temerario... ALCANDRO Non più. Principe, è questo mio dover; l’ho adempito adempi il resto. (parte) Scena Quindicesima LICIDA (snuda la spada) Con questo ferro indegno, il sen ti passerò... Folle, che dico? che fo? Con chi mi sdegno? Il reo son io, io son lo scellerato. In queste vene con più ragion l’immergerò. Sì, mori, Licida sventurato... Ah perchè tremi, timida man? Chi ti ritiene? Ah questa è ben miseria estrema. Ah chi mai vide anima lacerata da tanti affetti e sì contrari? Io stesso non so come si possa minacciando tremare, arder gelando, piangere in mezzo all’ire bramar la morte, e non saper morire. Gemo in un punto e fremo fosco mi sembra il giomo ho cento larve intorno; ho mille furie in sen. Con la sanguigna face m’arde Megera il petto; m’empie ogni vena Aletto del freddo suo velen. (parte) Vivaldi,Antonio/L Olimpiade/III-1
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ACTE II (Chez le Roi. La salle des fêtes, et les jardins du palais. Le tout brillamment illuminé.) Scène Première (Le Prince Charmant, dans une attitude pensive. Après de lui trois joueurs d instruments - le 1er joue du luth, le 2d de la viole d amour, le 3e de la flûte en cristal. Concert discret, calme et mystérieux. Le Surintendant des Plaisirs et un petit groupe de courtisans se sont avancés et s inclinent obséquieusement devant le Prince.) ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS▲ (au Prince Charmant) Que les doux pensers viennent éclore souriants sur vos lèvres! ▼COURTIERS▲ (deux ténors et deux barytons, de même) Sur vos lèvres. ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS▲ Fuyez les chagrins décevants, laissez la tristesse et ses fièvres! ▼COURTIERS▲ … et ses fièvres! ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS▲ Noble prince, Répondez! ▼COURTIERS▲ Répondez! (Silence du Prince. Le concert recommence.) ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS▲ (ébahi) Non! ▼COURTIERS▲ (ébahi) Non! (entr eux) Il ne nous répond rien. ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS▲ (aux Courtisans) Messieurs, je crois qu on nous évince. ▼LE SURITENDANT DES PLAISIRS LES COURTIERS▲ Aucun moyen De prolonger cet entretien. (Ils s éloignent fort désappointés. Le Doyen de la Faculté et quelques Docteurs arrivent à leur tour et se préparent à adresser quelques paroles au Prince. Profonds saluts du Doyen et des Docteurs.) ▼LE DOYEN▲ (très fort, aigre, avec une voix nasale très accentuée, perdant la mémoire) Par Hippocrate et… et… ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ (trois basses, à voix basse, au Doyen) … docta lex… ▼LE DOYEN▲ (même physionnomie) … docta lex… ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ (même jeu) Volumus… ▼LE DOYEN▲ Hein? ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ … volumus… ▼LE DOYEN▲ … volumus vox aus… aus… ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ … auscultare… ▼LE DOYEN▲ … auscultare, Chère Altesse, atque drogare Suivant les règles du Codex, Noble prince, Ecoutez. ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ (au Prince) Ecoutez! (Devant le silence obstiné du Prince, ils se regardent ahuris. Les Courtisans répondent à leur attitude.) ▼LE DOYEN▲ (ahuri) Non. ▼UN GROUPE DE DOCTEURS▲ (entr eux, ahuris) Non. ▼LE SURITENDANT▲ (aux Docteurs) Il n écoutera rien. ▼LES COURTISANS▲ Il n écoutera rien. ▼LE DOYEN, DOCTEURS▲ (aux Courtisans) Rien? ▼LE SURITENDANT LES COURTISANS▲ Rien. (Vient un groupe de Ministres.) LE 1er MINISTRE (au Prince) Aux termes d un décret Royal Il faut vous amuser au Bal. ▼TOUS▲ Noble Prince, consentez. (Ils doivent le même accueil.) ▼LES MINISTRES▲ (désappointé) Non. ▼LES DOCTEURS, LE SURITENDANT LES COURTISANS▲ (tous de même) Non. ▼TOUS▲ Il ne consent à rien. ▼LE DOYEN▲ (au Prince, très en dehors) Volumus vos aus… aus… ▼TOUS▲ (coupant la parole au Doyen, brusquement, et presque parlé) Non! (au Doyen, avec humeur, affirmant) Il ne consent à rien! ▼LE DOYEN▲ (l air ahuri à ses confrères) … à rien… ▼TOUS▲ (au Doyen, accentuant l affirmation, comme s ils s adressaient à un sourd) … à rien! (les groupes s éparpillent dans le fond. Ils disparaissent) Pauvre prince! ▼LE DOYEN▲ (avec un profond sentiment de pitié) Pauvre prince! (Il s éloigne) Scène Deuxième ▼LE PRINCE CHARMANT▲ (seul, avec lassitude) Allez, laissez-moi seul… seul avec mes ennuis… (avec un sentiment ému) Coeur sans amour, printemps sans roses! Pour moi tous les jours sont moroses. Et moroses sont toutes les nuits! (fébrilement) Pourtant de doux frissons glissent par tout mon être… Coeur sans amour, printemps sans roses! printemps sans roses! Si, me tendant les bras, je la voyais paraître, Celle qui veut mon âme, Enivré, radieux, (avec ardeur) Je lui dirais dans mon ivresse (avec fièvre) Je lui dirais Je suis à toi. (ému, tendrement passionné) Je suis à toi. Prends ma jeunesse, De nous l amour fera des Dieux! Je suis à toi! Mais je vis triste, triste et seul, le coeur brisé d ennuis… Et moroses sont toutes les nuits! Mon coeur est brisé… Je suis triste (avec des larmes) et seul! (tout ce récit absolument en mesure) Ah! si je la voyais… oubliant la grandeur, Dédaigneux des richesses, Du trône je prendrais en pitié la splendeur (très exalté) Pour ne plus rien goûter que nos chères tendresses! Scène Troisième (Entrée du Roi. Il est suivi de toute la Cour Princes, Princesses, Courtisans, Docteurs, Ministres, etc…) ▼LE ROI▲ (au Prince Charmant avec rondeur bonne humeur et bonhomie) Mon fils il vous faut m obéir. Vous allez voir à cette fête Les filles de Noblesse! Or, vous devrez choisir Celle qui vous fera le mieux tourner la tête Et l épouser… et l épouser… Mon fils, tel est mon (lourdement) bon plaisir. ▼LA FOULE▲ (de bonne humeur) Tel est du Roi, le bon plaisir! (joyeux) Voici les filles de noblesse! 1re Entrée Les Filles de Noblesse ▼LA FOULE▲ Choisissez! Epousez! Tel est du Roi le bon plaisir! Choisissiez! Epousez! (joyeux) Epousez! 2me Entrée Les Fiancés 3me Entrée Les Mandores 4me Entrée La Florentine 5me Entrée Le Rigodon du Roi (Cette fois, c est Mme de la Haltière, ses deux filles, Pandolfe, Le Doyen de la Faculté, Le Surintendant des Plaisirs, et le 1er Ministre. Tous comme à voix basse) ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ (les trois femmes entre elles) Ah! nous sommes en sa présence! Par notre superbe prestance, Jouons de tous nos attraits! C est l instant ou jamais! C est l instant ou jamais! Jouons de nos attraits! Jouons! C est l instant ou jamais! ▼PANDOLFE▲ (à lui-même) Ah! nous sommes en sa présence! Par notre superbe prestance, Jouons de tous nos attraits! C est l instant ou jamais! ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT▲ LE 1er MINISTRE (aux trois femmes) Ah! vous êtes en sa présence! Par votre superbe prestance, Jouez de tous vox attraits! C est l instant ou jamais! ▼PANDOLFE▲ (très troublé, à part, pendant la danse) Que je suis donc ému! Sa Majesté… m a reconnu! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE▲ (effarée, tout en dansant) Maman! ▼PANDOLFE▲ (très ému) Mon auguste Maître va me parler… Peut-être! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE▲ (lorsque les couples se croisent; comme essoufflées) Maman! Nous sommes angoissées! ▼MME DE LA HALTIÈRE▲ (à la dérobée en passant près d elles, tout en dansant, comme essoufflée) Ne soyez pas embarrassées! ▼DOROTHÉE▲ (presque crié) Maman! je défaille! ▼MME DE LA HALTIÈRE▲ (courant de l une de l autre, effarée) … ah! ▼NOÉMIE▲ (presque crié) Maman! je défaille! ▼MME DE LA HALTIÈRE▲ (même jeu) … ah! c est le moment… le prince vient! ▼PANDOLFE▲ (à part) Ah! je voudrais bien m en aller! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE▲ (presque crié) Maman! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE, PANDOLFE▲ (tous, émus jusqu aux larmes) Le prince vient… c est le moment! (Cendrillon va paraître. Le Prince qui semblait l attendre la contemple de loin avec extase; grand étonnement de toute l assistance; stupeur et dépit des dames de la Haltière.) ▼FOULE, LE DOYEN, LE ROI LE SURINTENDANT▲ LE 1er MINISTRE PANDOLFE Voyez! Voyez! L adorable beauté! Qui la connaît? ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ (avec ironie) Personne! ▼PANDOLFE▲ Rien ne la trouble… ▼LE ROI▲ Rien ne l étonne… ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT▲ LE 1er MINISTRE, PANDOLFE ▼LE ROI, LA FOULE▲ Voyez! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ (toutes trois à part, furieuses, avec ironie) Le prince paraît transporté! (abattues) Hélas! le prince est transporté! ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT▲ LE 1er MINISTRE, PANDOLFE ▼LE ROI, LA FOULE▲ (tous avec admiration et respect) Elle est exquise en vérité! (avec admiration) O la surprenante aventure! O la surprenante aventure! O la charmante créature! La voilà! C est bien là… Notre Reine future que voilà! Saluons-la! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ (avec accablement) O la décevante aventure! O la décevante aventure! O la bizarre créature! Est-ce là, est-ce là, Notre Reine future que voilà? Evitons-la! ▼MME DE LA HALTIÈRE▲ (avec rage) O la décevante aventure! ▼PANDOLFE▲ (avec stupéfaction) O la surprenante aventure! ▼LE ROI▲ (avec stupéfaction) O la surprenante aventure! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ O la décevante aventure! O la décevante aventure! ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE▲ O la surprenante aventure! ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT▲ LE 1er MINISTRE (Tous les trois avec stupéfaction) O la surprenante aventure! ▼LA FOULE▲ La voila! ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE▲ C est bien là Notre Reine! Saluons-la! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ Quoi, c est là Notre Reine! Evitons-la! ▼LA FOULE▲ La voila! Notre Reine! Saluons-la! (Le Prince Charmant s est rapproché de Cendrillon. Le Roi, ravi, fait retirer tout le monde avec discrétion. Mme. de la Haltière éloigne ses filles avec un geste de pudeur offensée.) ▼LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE▲ Saluons-la! Saluons-la! ▼NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE▲ Evitons-la! Evitons-la! ▼PANDOLFE▲ (contemplant Cendrillon, en extase) O la charmante créature! Scène Quatrième ▼LE PRINCE CHARMANT▲ (à Cendrillon, en adoration) Toi qui m es apparue, O beau rêve enchanteur, beauté du Ciel venue, Toi qui m es apparue! Ah! (suppliant) par pitié dis-moi, dis-moi de quel nom te salue, O Reine, la Céleste Cour Qui, dans le Paradis, t invoque avec amour… Par pitié, dis-le moi! Par pitié! Toi! Toi! qui m es apparue! ▼CENDRILLON▲ (simplement et chastement) Pour vous je serai l Inconnue! ▼LE PRINCE▲ (en extase) Beauté du Ciel venue, Qui donc es-tu? ▼CENDRILLON▲ (de même) Pour vous je serai l Inconnue! ▼LE PRINCE▲ Qui donc es-tu? ▼CENDRILLON▲ (mystérieuse) L Inconnue! ▼LE PRINCE▲ (répétant vaguement) L Inconnue! ▼CENDRILLON▲ Je serai l Inconnue! L Inconnue! ▼LE PRINCE▲ O céleste Inconnue! ▼CENDRILLON▲ (vivement) Vous l avez dit, je suis le rêve et dois panser Sans qu il en reste trace… Comme s efface Un reflet du ciel… que l on voit glisser Sur l eau que le vent ride et pousse… (sans retenir) Et qui bientôt ira se perdre dans la mousse… ▼LE PRINCE CHARMANT▲ (avec fièvre) Je te perdrais, moi, je te perdrais? Non… non… plutôt le trépas… Qui que tu sois, partout, partout, je veux suivre tes pas! ▼CENDRILLON▲ Non, je vais fuir, hélas! Et vous ne me reverrez pas! Hélas! ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Ah! cette parole cruelle, Est-ce bien toi qui l as dite? Comment ta douce lèvre peut-elle La prononcer? Ton oeil candide la dément… ▼CENDRILLON▲ (simple et tendre) Vous êtes mon Prince Charmant! Et si j écoutais mon envie, Je voudrais consacrer ma vie A vous complaire (sans presser) seulement… Vous êtes mon Prince Charmant. Et mon âme gémit, blessée (tendre) Jusqu à mourir, mourir à la pensée (sans presser) De vous attrister seulement… Vous êtes mon Prince Charmant. (tendrement expressif) Vous êtes mon Prince Charmant! ▼LE PRINCE CHARMANT▲ (avec une tendre passion) Et! bien… laisse ta main… ▼CENDRILLON▲ (tendrement et naïvement) … ma main? ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Dans la mienne pressée… ▼CENDRILLON▲ … ainsi? ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Oui… car si de (vibrant) toi j étais abandonné, Lors, je serais ton Prince Infortuné… ▼CENDRILLON▲ (à part, comme extasiée par une joie inconnue) Sa voix est comme une harmonie Qui ravit mon oreille et tient mon coeur charmé! ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Reste! reste! Prends pitié de mon coeur! pitié! pitié de mon coeur! ▼CENDRILLON▲ Sa voix tient mon coeur, mon coeur charmé! Oui, du seul souvenir de cette heure bénie, Mon esprit restera… embaumé! ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Reste et prends pitié de mon coeur alarmé! Eveille en mon esprit la douceur infinie, Et le charme innocent de l Avril embaumé pour toujours… embaumé Je t aime et t aimerai toujours! ▼CENDRILLON▲ (avec égarement, surprise par l heure qui sonne, à part) Ah! je frissonne! déjà! déjà! l heure qui sonne… ▼LE PRINCE CHARMANT▲ Rien ne m éloignera de toi… Qu importe l heure! (très pressant) il la faut oublier! Je suis à tes genoux pour te mieux supplier! Je t aime! reste! ▼CENDRILLON▲ Mon Dieu! C est l heure! (anxieuse) Ah! (Elle s enfuit.) Minuit! ▼LE PRINCE CHARMANT▲ (avec saisissement et comme hors de lui) Suis-je fou? Suis-je fou? (avec désespoir) Qu est-elle devenue? (On danse comme si rien ne s était passé… et tout s aperçoit à travers un brouillard, à lui-même, attendri) Inconnue! qu est-elle devenue? (avec douleur) O céleste Inconnue! ACTE II (Chez le Roi. La salle des fêtes, et les jardins du palais. Le tout brillamment illuminé.) Scène Première (Le Prince Charmant, dans une attitude pensive. Après de lui trois joueurs d instruments - le 1er joue du luth, le 2d de la viole d amour, le 3e de la flûte en cristal. Concert discret, calme et mystérieux. Le Surintendant des Plaisirs et un petit groupe de courtisans se sont avancés et s inclinent obséquieusement devant le Prince.) LE SURITENDANT DES PLAISIRS (au Prince Charmant) Que les doux pensers viennent éclore souriants sur vos lèvres! COURTIERS (deux ténors et deux barytons, de même) Sur vos lèvres. LE SURITENDANT DES PLAISIRS Fuyez les chagrins décevants, laissez la tristesse et ses fièvres! COURTIERS … et ses fièvres! LE SURITENDANT DES PLAISIRS Noble prince, Répondez! COURTIERS Répondez! (Silence du Prince. Le concert recommence.) LE SURITENDANT DES PLAISIRS (ébahi) Non! COURTIERS (ébahi) Non! (entr eux) Il ne nous répond rien. LE SURITENDANT DES PLAISIRS (aux Courtisans) Messieurs, je crois qu on nous évince. LE SURITENDANT DES PLAISIRS LES COURTIERS Aucun moyen De prolonger cet entretien. (Ils s éloignent fort désappointés. Le Doyen de la Faculté et quelques Docteurs arrivent à leur tour et se préparent à adresser quelques paroles au Prince. Profonds saluts du Doyen et des Docteurs.) LE DOYEN (très fort, aigre, avec une voix nasale très accentuée, perdant la mémoire) Par Hippocrate et… et… UN GROUPE DE DOCTEURS (trois basses, à voix basse, au Doyen) … docta lex… LE DOYEN (même physionnomie) … docta lex… UN GROUPE DE DOCTEURS (même jeu) Volumus… LE DOYEN Hein? UN GROUPE DE DOCTEURS … volumus… LE DOYEN … volumus vox aus… aus… UN GROUPE DE DOCTEURS … auscultare… LE DOYEN … auscultare, Chère Altesse, atque drogare Suivant les règles du Codex, Noble prince, Ecoutez. UN GROUPE DE DOCTEURS (au Prince) Ecoutez! (Devant le silence obstiné du Prince, ils se regardent ahuris. Les Courtisans répondent à leur attitude.) LE DOYEN (ahuri) Non. UN GROUPE DE DOCTEURS (entr eux, ahuris) Non. LE SURITENDANT (aux Docteurs) Il n écoutera rien. LES COURTISANS Il n écoutera rien. LE DOYEN, DOCTEURS (aux Courtisans) Rien? LE SURITENDANT LES COURTISANS Rien. (Vient un groupe de Ministres.) LE 1er MINISTRE (au Prince) Aux termes d un décret Royal Il faut vous amuser au Bal. TOUS Noble Prince, consentez. (Ils doivent le même accueil.) LES MINISTRES (désappointé) Non. LES DOCTEURS, LE SURITENDANT LES COURTISANS (tous de même) Non. TOUS Il ne consent à rien. LE DOYEN (au Prince, très en dehors) Volumus vos aus… aus… TOUS (coupant la parole au Doyen, brusquement, et presque parlé) Non! (au Doyen, avec humeur, affirmant) Il ne consent à rien! LE DOYEN (l air ahuri à ses confrères) … à rien… TOUS (au Doyen, accentuant l affirmation, comme s ils s adressaient à un sourd) … à rien! (les groupes s éparpillent dans le fond. Ils disparaissent) Pauvre prince! LE DOYEN (avec un profond sentiment de pitié) Pauvre prince! (Il s éloigne) Scène Deuxième LE PRINCE CHARMANT (seul, avec lassitude) Allez, laissez-moi seul… seul avec mes ennuis… (avec un sentiment ému) Coeur sans amour, printemps sans roses! Pour moi tous les jours sont moroses. Et moroses sont toutes les nuits! (fébrilement) Pourtant de doux frissons glissent par tout mon être… Coeur sans amour, printemps sans roses! printemps sans roses! Si, me tendant les bras, je la voyais paraître, Celle qui veut mon âme, Enivré, radieux, (avec ardeur) Je lui dirais dans mon ivresse (avec fièvre) Je lui dirais Je suis à toi. (ému, tendrement passionné) Je suis à toi. Prends ma jeunesse, De nous l amour fera des Dieux! Je suis à toi! Mais je vis triste, triste et seul, le coeur brisé d ennuis… Et moroses sont toutes les nuits! Mon coeur est brisé… Je suis triste (avec des larmes) et seul! (tout ce récit absolument en mesure) Ah! si je la voyais… oubliant la grandeur, Dédaigneux des richesses, Du trône je prendrais en pitié la splendeur (très exalté) Pour ne plus rien goûter que nos chères tendresses! Scène Troisième (Entrée du Roi. Il est suivi de toute la Cour Princes, Princesses, Courtisans, Docteurs, Ministres, etc…) LE ROI (au Prince Charmant avec rondeur bonne humeur et bonhomie) Mon fils il vous faut m obéir. Vous allez voir à cette fête Les filles de Noblesse! Or, vous devrez choisir Celle qui vous fera le mieux tourner la tête Et l épouser… et l épouser… Mon fils, tel est mon (lourdement) bon plaisir. LA FOULE (de bonne humeur) Tel est du Roi, le bon plaisir! (joyeux) Voici les filles de noblesse! 1re Entrée Les Filles de Noblesse LA FOULE Choisissez! Epousez! Tel est du Roi le bon plaisir! Choisissiez! Epousez! (joyeux) Epousez! 2me Entrée Les Fiancés 3me Entrée Les Mandores 4me Entrée La Florentine 5me Entrée Le Rigodon du Roi (Cette fois, c est Mme de la Haltière, ses deux filles, Pandolfe, Le Doyen de la Faculté, Le Surintendant des Plaisirs, et le 1er Ministre. Tous comme à voix basse) NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE (les trois femmes entre elles) Ah! nous sommes en sa présence! Par notre superbe prestance, Jouons de tous nos attraits! C est l instant ou jamais! C est l instant ou jamais! Jouons de nos attraits! Jouons! C est l instant ou jamais! PANDOLFE (à lui-même) Ah! nous sommes en sa présence! Par notre superbe prestance, Jouons de tous nos attraits! C est l instant ou jamais! LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE (aux trois femmes) Ah! vous êtes en sa présence! Par votre superbe prestance, Jouez de tous vox attraits! C est l instant ou jamais! PANDOLFE (très troublé, à part, pendant la danse) Que je suis donc ému! Sa Majesté… m a reconnu! NOÉMIE, DOROTHÉE (effarée, tout en dansant) Maman! PANDOLFE (très ému) Mon auguste Maître va me parler… Peut-être! NOÉMIE, DOROTHÉE (lorsque les couples se croisent; comme essoufflées) Maman! Nous sommes angoissées! MME DE LA HALTIÈRE (à la dérobée en passant près d elles, tout en dansant, comme essoufflée) Ne soyez pas embarrassées! DOROTHÉE (presque crié) Maman! je défaille! MME DE LA HALTIÈRE (courant de l une de l autre, effarée) … ah! NOÉMIE (presque crié) Maman! je défaille! MME DE LA HALTIÈRE (même jeu) … ah! c est le moment… le prince vient! PANDOLFE (à part) Ah! je voudrais bien m en aller! NOÉMIE, DOROTHÉE (presque crié) Maman! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE, PANDOLFE (tous, émus jusqu aux larmes) Le prince vient… c est le moment! (Cendrillon va paraître. Le Prince qui semblait l attendre la contemple de loin avec extase; grand étonnement de toute l assistance; stupeur et dépit des dames de la Haltière.) FOULE, LE DOYEN, LE ROI LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE PANDOLFE Voyez! Voyez! L adorable beauté! Qui la connaît? NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE (avec ironie) Personne! PANDOLFE Rien ne la trouble… LE ROI Rien ne l étonne… LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE Voyez! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE (toutes trois à part, furieuses, avec ironie) Le prince paraît transporté! (abattues) Hélas! le prince est transporté! LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE (tous avec admiration et respect) Elle est exquise en vérité! (avec admiration) O la surprenante aventure! O la surprenante aventure! O la charmante créature! La voilà! C est bien là… Notre Reine future que voilà! Saluons-la! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE (avec accablement) O la décevante aventure! O la décevante aventure! O la bizarre créature! Est-ce là, est-ce là, Notre Reine future que voilà? Evitons-la! MME DE LA HALTIÈRE (avec rage) O la décevante aventure! PANDOLFE (avec stupéfaction) O la surprenante aventure! LE ROI (avec stupéfaction) O la surprenante aventure! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE O la décevante aventure! O la décevante aventure! LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE O la surprenante aventure! LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE (Tous les trois avec stupéfaction) O la surprenante aventure! LA FOULE La voila! LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE C est bien là Notre Reine! Saluons-la! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE Quoi, c est là Notre Reine! Evitons-la! LA FOULE La voila! Notre Reine! Saluons-la! (Le Prince Charmant s est rapproché de Cendrillon. Le Roi, ravi, fait retirer tout le monde avec discrétion. Mme. de la Haltière éloigne ses filles avec un geste de pudeur offensée.) LE DOYEN, LE SURINTENDANT LE 1er MINISTRE, PANDOLFE LE ROI, LA FOULE Saluons-la! Saluons-la! NOÉMIE, DOROTHÉE, MME DE LA HALTIÈRE Evitons-la! Evitons-la! PANDOLFE (contemplant Cendrillon, en extase) O la charmante créature! Scène Quatrième LE PRINCE CHARMANT (à Cendrillon, en adoration) Toi qui m es apparue, O beau rêve enchanteur, beauté du Ciel venue, Toi qui m es apparue! Ah! (suppliant) par pitié dis-moi, dis-moi de quel nom te salue, O Reine, la Céleste Cour Qui, dans le Paradis, t invoque avec amour… Par pitié, dis-le moi! Par pitié! Toi! Toi! qui m es apparue! CENDRILLON (simplement et chastement) Pour vous je serai l Inconnue! LE PRINCE (en extase) Beauté du Ciel venue, Qui donc es-tu? CENDRILLON (de même) Pour vous je serai l Inconnue! LE PRINCE Qui donc es-tu? CENDRILLON (mystérieuse) L Inconnue! LE PRINCE (répétant vaguement) L Inconnue! CENDRILLON Je serai l Inconnue! L Inconnue! LE PRINCE O céleste Inconnue! CENDRILLON (vivement) Vous l avez dit, je suis le rêve et dois panser Sans qu il en reste trace… Comme s efface Un reflet du ciel… que l on voit glisser Sur l eau que le vent ride et pousse… (sans retenir) Et qui bientôt ira se perdre dans la mousse… LE PRINCE CHARMANT (avec fièvre) Je te perdrais, moi, je te perdrais? Non… non… plutôt le trépas… Qui que tu sois, partout, partout, je veux suivre tes pas! CENDRILLON Non, je vais fuir, hélas! Et vous ne me reverrez pas! Hélas! LE PRINCE CHARMANT Ah! cette parole cruelle, Est-ce bien toi qui l as dite? Comment ta douce lèvre peut-elle La prononcer? Ton oeil candide la dément… CENDRILLON (simple et tendre) Vous êtes mon Prince Charmant! Et si j écoutais mon envie, Je voudrais consacrer ma vie A vous complaire (sans presser) seulement… Vous êtes mon Prince Charmant. Et mon âme gémit, blessée (tendre) Jusqu à mourir, mourir à la pensée (sans presser) De vous attrister seulement… Vous êtes mon Prince Charmant. (tendrement expressif) Vous êtes mon Prince Charmant! LE PRINCE CHARMANT (avec une tendre passion) Et! bien… laisse ta main… CENDRILLON (tendrement et naïvement) … ma main? LE PRINCE CHARMANT Dans la mienne pressée… CENDRILLON … ainsi? LE PRINCE CHARMANT Oui… car si de (vibrant) toi j étais abandonné, Lors, je serais ton Prince Infortuné… CENDRILLON (à part, comme extasiée par une joie inconnue) Sa voix est comme une harmonie Qui ravit mon oreille et tient mon coeur charmé! LE PRINCE CHARMANT Reste! reste! Prends pitié de mon coeur! pitié! pitié de mon coeur! CENDRILLON Sa voix tient mon coeur, mon coeur charmé! Oui, du seul souvenir de cette heure bénie, Mon esprit restera… embaumé! LE PRINCE CHARMANT Reste et prends pitié de mon coeur alarmé! Eveille en mon esprit la douceur infinie, Et le charme innocent de l Avril embaumé pour toujours… embaumé Je t aime et t aimerai toujours! CENDRILLON (avec égarement, surprise par l heure qui sonne, à part) Ah! je frissonne! déjà! déjà! l heure qui sonne… LE PRINCE CHARMANT Rien ne m éloignera de toi… Qu importe l heure! (très pressant) il la faut oublier! Je suis à tes genoux pour te mieux supplier! Je t aime! reste! CENDRILLON Mon Dieu! C est l heure! (anxieuse) Ah! (Elle s enfuit.) Minuit! LE PRINCE CHARMANT (avec saisissement et comme hors de lui) Suis-je fou? Suis-je fou? (avec désespoir) Qu est-elle devenue? (On danse comme si rien ne s était passé… et tout s aperçoit à travers un brouillard, à lui-même, attendri) Inconnue! qu est-elle devenue? (avec douleur) O céleste Inconnue! Massenet,Jules/Cendrillon/III
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Dita d'oro… (Silvana si leva impetuosamente, come se la sua anima voglia sfuggire all'oppressione. Lenta, implacabile, la suocera volge gli occhi verso di lei e chiede con voce sorda) ▼EUDOSSIA▲ Che hai? (Ma Silvana si è già ricomposta al lavoro, in silenzio) Che dici, Zoe? ▼ZOE▲ (barbuglia fra sè qualche parola incomprensibile) So io. ▼EUDOSSIA▲ Meglio t'è allora non mormorare; ma lavora ed ora. (Eudossia si leva, ed esce, seguita da Silvana e da Zoe) ▼CORO▲ (interno) A - Ah! (Le donne respirano) ▼SABINA▲ Cantare! ▼MONICA▲ Sì, un bel canto! ▼AGATA▲ Ora si può… ▼LUCILLA▲ E ridere… ▼SABINA▲ Ridere… ▼MONICA, AGATA, LUCILLA▲ Ridere… ▼SABINA▲ E ciarlare, dopo tanto silenzio… ▼AGATA▲ Io che non so trarre agugliata se non ciarlo o canto! ▼MONICA▲ Che avrà fatto in Bisanzio, la patrizia Eudossia, alle Crisopili? Era forse gran Domestica delle Silenziarie? ▼SABINA▲ O forse era primizia nel monastero chiuso di Metànoia? ▼AGATA▲ Vedesti come torse gli occhi quando la nuora… ▼MONICA▲ Ah, no, no! Silvana è troppo paziente, troppo sommessa, e tacendo s'accora. A labbra ferme, continuamente le si dice Ricordati, non sei la padrona! Ricordati, non sei degna… ▼LUCILLA▲ Ma è vero che la sua madre? ▼AGATA▲ Taci. Non si sa. ▼SABINA▲ Ah, vivere vorrei tra gente giovine e ilare qua nessuno mai sorride! ▼AGATA▲ Viviamo nel maniero di Fredegonda, la regina cruda che con lo sguardo uccide! ▼MONICA▲ Come la strega che ha fatto il sortilegio a Cesario di Gallo! ▼LUCILLA▲ È morto? ▼MONICA▲ Fin qui si udivan le grida, stamani. ▼SABINA▲ Quella vecchia del diavolo fa danno a chiunque sa l'arte delle immagini e delle fatture. Sa tutti gli incanti… Libera nos… ▼LUCILLA▲ Quando l'incontro, io mi segno. ▼AGATA▲ O fior d'ogni amorosa, (Silvana rientra e riprende il lavoro) era la sorte ascosa in te, Boccadirosa… ▼CORO DONNE▲ Ahi! Ahi! Nè più, nè più si monda questa mano che gronda sangue, o Rosamonda! ▼AGATA▲ Ahi, ahi, sì paurosa era la sorte ascosa in te, Boccadirosa… ▼CORO DONNE▲ Ahi! Ahi! Com'è perfida l'onda, come oscura e profonda la selva, o Rosamonda! ▼MONICA▲ (a Silvana) Ancora l'ambascia ti prende? Sei stanca di ciarle, no? Vuoi che tacciano? Di'… ▼SILVANA▲ No, Monica, lascia… L'ombra mi aduggia, anche qui all'aperto, e l'aria mi manca anche qui, come sotto la rossa volta cupa, tra muri enormi. Soffoco e avvampo. Non puoi comprendere, e mai tu lo possa. Ah, romper l'aspro tormento che il petto mi preme e mi duole! Sobbalzo nel buio e m'avvento ansiosa di spazio, di spazio e di sole. Lontano, in non so quale terra, in mare, col vento! ma via dal carcere che mi rinserra, ma sola con l'anima mia! Invano, se questo è il destino, se debba la mia giovinezza sfiorire nel chiuso giardino la sua sconsolata tristezza. Il volo di un attimo… e poi il freddo nel cuore e nell'ossa, il manto di piombo… Non puoi comprendere, e mai e mai tu lo possa, nè mai lo possa! ▼CORO▲ (interno) A - Ah! (Viene di lontano un clamore selvaggio; le donne balzano in piedi e accorrono verso il fondo) ▼SILVANA▲ Ma chi grida? chi grida? ▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲ La strega! Cesario è morto! ▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲ Per suo malefizio! ▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲ Ma è l'ultimo! ▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲ La cercano! ▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲ Ammazza, ammazza! ▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲ E la misera madre li guida! ▼MONACA, AGATA, CORO DI DONNE▲ Ora voltano… Andiamo a vedere! ▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲ Libera nos a malo. ▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲ Libera nos. ▼TUTTI▲ Domine! (Le donne escono via correndo. Silvana è sola. Rabbrividisce, si copre gli occhi con le palme e mormora ) ▼SILVANA▲ Orrore! (Dall'opposta parte sbuca tra i pruni lacera, sanguinante, livida di terrore, la vecchia Agnese di Cervia) ▼AGNESE▲ Silvana! ▼SILVANA▲ Tu qui? Che vuoi qui? ▼AGNESE▲ Salvami! Salvami! ▼SILVANA▲ Va via! Non posso. ▼AGNESE▲ Non lascerai che mi prendano e facciano strazio di me… Salvami! Ho tanta paura dei tormenti… Che ho fatto? Perchè mi danno la caccia? Perchè? Ho paura… non voglio morire… ▼SILVANA▲ Vattene o grido. ▼AGNESE▲ Un rifugio… dammi soltanto un rifugio! Qui non oseranno cercarmi, nessuno saprà… Se mi scacci, tua madre ti maledice giù dall'inferno, in eterno! ▼SILVANA▲ Dio ti salvi, Agna, io non posso. ▼AGNESE▲ Li odi? Mi cercano i cani rabbiosi, che Satana onnipotente li fulmini. Salvami! Pensa a tua madre. ▼SILVANA▲ Puoi tu giurare, per la santa fede di Cristo. ▼AGNESE▲ Ah, salvami! ▼SILVANA▲ Lo giuri, ▼AGNESE▲ Salvami! ▼SILVANA▲ che non sei stata con Satana? ▼AGNESE▲ Satana? Chi sa? Chi può dire quand'è il Maligno che ci tenta, quando è Cristo che ci guida… Anche tua madre… ▼SILVANA▲ Che dici? ▼AGNESE▲ Non so, non so, non badare alle parole mie cieche… Ho paura, ho tanta paura! Abbi pietà forse un giorno (Dio t'aiuti!) avrai bisogno di misericordia anche tu? Ho tanta paura… abbi pietà! (Silvana, udendo voci e passi che si avvicinano, con subitanea decisione indica alla vecchia la scaletta a destra) ▼SILVANA▲ Lassù… Taci. Lesta. Lassù. (Si fa il segno della croce. E quando entrano le donne, essa sta immobile, assorta) ▼AGATA▲ Patrizia, è tornato di Bisanzio il figlio dell'Esarca. ▼SABINA▲ Viene il tuo figlio, l'eminentissimo Donello… ▼MONICA▲ È un bel giovine! ▼AGATA▲ Smonta da cavallo adesso, nella corte grande! ▼MONICA▲ Ah! ▼LUCILLA▲ E i comiti e gli spatari recan molti cofani… ▼MONICA▲ Chi sa… ▼SABINA▲ I doni, certo… ▼AGATA, LUCILLA▲ Chi sa… ▼MONICA, AGATA, LUCILLA, SABINA▲ Che bei doni! ▼CORO DI DONNE▲ Ecco, patrizia, egli viene! ▼DONELLO▲ (entra) Domina, accogli il mio primo saluto. Sei la sposa del padre mio che venero e però mi sei cara abbimi come figlio obbediente. ▼SILVANA▲ Ben venuto in questa tua casa… Quando sei giunto? ▼DONELLO▲ Approdammo a Classe, ieri sul vespero e solo a notte giunsi a Ravenna, dal padre. E la nonna? ▼SILVANA▲ Sì, sì, donne, cercatela! Ditele che tornato è il suo nepote, ditele che è qui. (Le donne obbediscono veloci) ▼DONELLO▲ (si volge intorno) Il prato de' miei giochi! Oltre le siepe c'è un fosso, vero? E senza mutamento ogni cosa… Il rosaio s'è infoltito e rampica su ai nidi delle rondini macchierà tutto il muro di sanguigno al novel tempo! E la mia bella pergola! Una vite fa l'uva moscatella, oh, mi ricordo! E laggiù la pineta che s'infiamma al tramonto, verso terra, e si fa tutta fosca verso il mare. Ciascuna cosa m'è nella memoria, ed anche tu, domina, ch'io non vidi mai prima d'oggi, mi rammenti un viso noto, o una voce udita non so dove, non so quando… ▼SILVANA▲ Io lo so, quando; io so, dove. Or è molt'anni, all'entrata di maggio, che tu correvi con i paggi, a gara, per la pineta spessa, e il cavallo d'uno de' tuoi compagni inciampicò ne' tronchi, e lo travolse… ▼DONELLO▲ Ah, mi sovviene! ▼SILVANA▲ Voi lo portaste a braccia, tramortito, tutto graffiato da' pruni… ▼DONELLO▲ Maurisio! - ▼SILVANA▲ Io tornavo da Sant'Apollinare ti riconobbi t'avevo veduto tante volte, ma sempre di lontano. ▼DONELLO▲ Sì, veramente, e ci guidasti a una casa lì presso… d'Agnese di Cervia… ▼SILVANA▲ Non so… forse… ▼DONELLO▲ Era nome pauroso ai fanciulli, e però mi torna in mente. E quella giovinetta, ecco… Tu eri? che mi dicesti… ▼SILVANA▲ Non ricordo più. E chi potrebbe? È come un'altra vita. Ora son vecchia. Ora tu sei mio figlio. (Eudossia viene ad abbracciare il nepote) ▼EUDOSSIA▲ O Donello, Donello, o sangue mio, o figlio mio due volte, laudato sia Gesù, laudato! Iddio che le preghiere accolte volle, e a queste pupille diede la grazia di vedere il giorno del tuo ritorno. E mille volte e mille sia benedetto il nome di Maria che ti fu guida nella lunga via. ▼DONELLO▲ Sempre a Dio grazie, o madre, e alla divina Teotocos… ▼EUDOSSIA▲ Ah, ch'io ti guardi, o bello, ch'io ti ravvisi, o forte di prestanza bisantina e di membri gagliardi… Dono di Dio, Donello! ▼DONELLO▲ La basilissa Irene ti saluta e ti manda una lampadetta d'oro e una icona, venuta per prodigio, non fatta di man d'uomo. La lampadetta accenderai nel Coro di San Vitale, con incenso e amomo, ma il santissimo volto del Pastore vuole che tu lo tenga per suo amore. ▼EUDOSSIA▲ Lunga vita all'Autocrate! Fortuna sempre e onore all'Augusta! E Bisanzio? Bisanzio? la città mia, che ho nel cuore e non vedrò mai più… ▼DONELLO▲ Forse non sarà eterno questo esilio e un giorno non lontano più bella che nel sogno e nel ricordo agli occhi tuoi velati apparirà la regina del mondo, che si asside fra il Corno d'oro e il cerchio dei cipressi. ▼EUDOSSIA▲ Bisanzio, la mia città, che ho nel cuore e non vedrò mai più… ▼CORO▲ (interno) Avanti! Non c'è Su, su, caccia la strega! La strega! Di qua! Mora, mora! Avanti! Ogni tana, ogni fosso! Ogni tana, ogni fosso! Mora! (Un uomo, giunto presso la siepe, leva un grido di trionfo) ▼UNA VOCE▲ Una traccia! Nei pruni c'è ancora un lembo di veste… ▼TUTTI▲ Ah! Guarda! Qui! Guarda! Nella fratta! Certo è passata di qui! Qui, che si varca, è passata la maliarda! Vedete la traccia? Ora sì… La casa quest'è dell'Esarca chi osa? ▼L'ESORCISTA▲ Io! ▼CORO▲ (interno) Tutti! (Si fa innanzi l'esorcista Leone) ▼L'ESORCISTA▲ Patrizia Eudossia, son io, l'esorcista di Sant'Anastasia giustizia di chiesa e di popolo cerca Agnese di Cervia. Fu vista qui presso. Lasciane entrare. ▼EUDOSSIA▲ Leone, quel limitare è sacro, tu sei testimonio. Ma entrate che se qui si trova, allora sì, questa è la prova. Se c'è le fu guida il demonio. (La turba invade ogni parte. Un grido acutissimo viene dal rifugio di Agnese. Appare la vecchia miserabile, trascinata da due uomini, che urla e si divincola) ▼AGNESE▲ (in terra, tendendo le mani verso Eudossia) Ah, salvami! Io sono innocente come Cristo… Cercai fuggire perchè ho paura… Son vecchia! Ah, salvami! Ah, tristo a te, Patrizia. Non voglio morire! Lasciatemi! Dirò tutto! Confesso! Ma i tormenti, no! Maledetta sia tu, Eudossia, e il figlio tuo, e il figliuolo del tuo figlio. Cani! E tutti voi dilanierà l'artiglio del demonio! (a Silvana) E anche tu sarai domani come me… Vedo i tuoi occhi! T'aspetta la stessa sorte! E verrai maledetta! ▼CORO▲ Al rogo! ▼LA MADRE▲ Il figlio mio che tu m'hai morto! ▼CORO▲ Al rogo, al fuoco! Non suggerai più il sangue degli infanti! Non ti varrà più immagine de cera! Larva! Alla fossa! Succuba! Strige! Lamia! ▼LA MADRE▲ Figlio mio! ▼CORO▲ Luogo ai chierici! Vengono! Viene il diacono e la croce! ▼UNA VOCE▲ Humiliate capita vestra Deo. ▼CORO▲ Domini Crux mecum. Flectamus genua. ▼UNA VOCE▲ Emmanuel! Libera nos a malo, et ab insidiis diaboli nos libera. ▼CORO▲ È strega! Mora! Bruci! Gello! Gello! Empusa! Maga! Empusa! Sortiera! Al demonio s'accoppia! ▼UNA VOCE▲ Che il Vescovo la giudichi! ▼CORO▲ È giudicata! Ha giudicato il popolo! ▼AGNESE▲ Ah! ▼EUDOSSIA▲ Tal sia di chi ti disserrò le porte! ▼CORO▲ Mora! ▼SILVANA▲ No! quell'urlo, ch'io non l'oda dentro me, fino all'ora della morte! ▼CORO▲ Mora! Emmanuel! S'accende il rogo, che gli spiriti mali affina. Deus, in adjutorium meum intende! Domine, ad adjuvandum me festina! Deus, in adjutorium meum intende! Si rinnova nel fuoco il sacrificio giusto e pio sia benedetta, la prova tremenda che riconcilia il peccator con Dio. Mora! Strega! Lamia! Maga! Emmanuel! ▼UNA VOCE▲ Nobiscum Deus. Crux est vita mihi. Crux erit mors atra, inimice, tibi. ▼CORO▲ Ha la pupilla doppia! Maga! Strega! Per sua malia Cesario è morto! Gello! Bruci! Mora! Emmanuel! Ah! ATTO PRIMO Una villa dell'Esarca Basilio, fra la marina e la pineta spessa e viva. La vecchia madre dell'Esarca, la patrizia Eudossia, siede vigilando il lavoro delle ancelle; al suo fianco, china anch'essa e intenta all'ago, è la patrizia Silvana, seconda moglie dell'Esarca CORO DI DONNE (chine al lavoro a bocca chiusa) Mm… EUDOSSIA Nel nome di Dio, Monica sei tu incantata? o con gli angeli? (a Silvana) Lo vedi come bisogna vigilare, sempre. Tu non sei usa. CORO DI DONNE Mm… EUDOSSIA Quella che è nella pace di Gesù diceva Tele di ruvide tempre non fanno begli arredi mani d'ancella, se donna non sprona, non fanno corona. CORO DI DONNE Mm… EUDOSSIA Anche diceva Punto perduto più non si raggiunge; donna che pensa all'ago non si punge. ZOE Era una santa. EUDOSSIA Di tanta nobiltà di sangue e tanta dovizia, e pur sapeva fiorir la varia meraviglia chiusa tra i licci dei telai. Dita d'oro… (Silvana si leva impetuosamente, come se la sua anima voglia sfuggire all'oppressione. Lenta, implacabile, la suocera volge gli occhi verso di lei e chiede con voce sorda) EUDOSSIA Che hai? (Ma Silvana si è già ricomposta al lavoro, in silenzio) Che dici, Zoe? ZOE (barbuglia fra sè qualche parola incomprensibile) So io. EUDOSSIA Meglio t'è allora non mormorare; ma lavora ed ora. (Eudossia si leva, ed esce, seguita da Silvana e da Zoe) CORO (interno) A - Ah! (Le donne respirano) SABINA Cantare! MONICA Sì, un bel canto! AGATA Ora si può… LUCILLA E ridere… SABINA Ridere… MONICA, AGATA, LUCILLA Ridere… SABINA E ciarlare, dopo tanto silenzio… AGATA Io che non so trarre agugliata se non ciarlo o canto! MONICA Che avrà fatto in Bisanzio, la patrizia Eudossia, alle Crisopili? Era forse gran Domestica delle Silenziarie? SABINA O forse era primizia nel monastero chiuso di Metànoia? AGATA Vedesti come torse gli occhi quando la nuora… MONICA Ah, no, no! Silvana è troppo paziente, troppo sommessa, e tacendo s'accora. A labbra ferme, continuamente le si dice Ricordati, non sei la padrona! Ricordati, non sei degna… LUCILLA Ma è vero che la sua madre? AGATA Taci. Non si sa. SABINA Ah, vivere vorrei tra gente giovine e ilare qua nessuno mai sorride! AGATA Viviamo nel maniero di Fredegonda, la regina cruda che con lo sguardo uccide! MONICA Come la strega che ha fatto il sortilegio a Cesario di Gallo! LUCILLA È morto? MONICA Fin qui si udivan le grida, stamani. SABINA Quella vecchia del diavolo fa danno a chiunque sa l'arte delle immagini e delle fatture. Sa tutti gli incanti… Libera nos… LUCILLA Quando l'incontro, io mi segno. AGATA O fior d'ogni amorosa, (Silvana rientra e riprende il lavoro) era la sorte ascosa in te, Boccadirosa… CORO DONNE Ahi! Ahi! Nè più, nè più si monda questa mano che gronda sangue, o Rosamonda! AGATA Ahi, ahi, sì paurosa era la sorte ascosa in te, Boccadirosa… CORO DONNE Ahi! Ahi! Com'è perfida l'onda, come oscura e profonda la selva, o Rosamonda! MONICA (a Silvana) Ancora l'ambascia ti prende? Sei stanca di ciarle, no? Vuoi che tacciano? Di'… SILVANA No, Monica, lascia… L'ombra mi aduggia, anche qui all'aperto, e l'aria mi manca anche qui, come sotto la rossa volta cupa, tra muri enormi. Soffoco e avvampo. Non puoi comprendere, e mai tu lo possa. Ah, romper l'aspro tormento che il petto mi preme e mi duole! Sobbalzo nel buio e m'avvento ansiosa di spazio, di spazio e di sole. Lontano, in non so quale terra, in mare, col vento! ma via dal carcere che mi rinserra, ma sola con l'anima mia! Invano, se questo è il destino, se debba la mia giovinezza sfiorire nel chiuso giardino la sua sconsolata tristezza. Il volo di un attimo… e poi il freddo nel cuore e nell'ossa, il manto di piombo… Non puoi comprendere, e mai e mai tu lo possa, nè mai lo possa! CORO (interno) A - Ah! (Viene di lontano un clamore selvaggio; le donne balzano in piedi e accorrono verso il fondo) SILVANA Ma chi grida? chi grida? MONICA, AGATA, CORO DI DONNE La strega! Cesario è morto! LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE Per suo malefizio! MONICA, AGATA, CORO DI DONNE Ma è l'ultimo! LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE La cercano! MONICA, AGATA, CORO DI DONNE Ammazza, ammazza! LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE E la misera madre li guida! MONACA, AGATA, CORO DI DONNE Ora voltano… Andiamo a vedere! LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE Libera nos a malo. MONICA, AGATA, CORO DI DONNE Libera nos. TUTTI Domine! (Le donne escono via correndo. Silvana è sola. Rabbrividisce, si copre gli occhi con le palme e mormora ) SILVANA Orrore! (Dall'opposta parte sbuca tra i pruni lacera, sanguinante, livida di terrore, la vecchia Agnese di Cervia) AGNESE Silvana! SILVANA Tu qui? Che vuoi qui? AGNESE Salvami! Salvami! SILVANA Va via! Non posso. AGNESE Non lascerai che mi prendano e facciano strazio di me… Salvami! Ho tanta paura dei tormenti… Che ho fatto? Perchè mi danno la caccia? Perchè? Ho paura… non voglio morire… SILVANA Vattene o grido. AGNESE Un rifugio… dammi soltanto un rifugio! Qui non oseranno cercarmi, nessuno saprà… Se mi scacci, tua madre ti maledice giù dall'inferno, in eterno! SILVANA Dio ti salvi, Agna, io non posso. AGNESE Li odi? Mi cercano i cani rabbiosi, che Satana onnipotente li fulmini. Salvami! Pensa a tua madre. SILVANA Puoi tu giurare, per la santa fede di Cristo. AGNESE Ah, salvami! SILVANA Lo giuri, AGNESE Salvami! SILVANA che non sei stata con Satana? AGNESE Satana? Chi sa? Chi può dire quand'è il Maligno che ci tenta, quando è Cristo che ci guida… Anche tua madre… SILVANA Che dici? AGNESE Non so, non so, non badare alle parole mie cieche… Ho paura, ho tanta paura! Abbi pietà forse un giorno (Dio t'aiuti!) avrai bisogno di misericordia anche tu? Ho tanta paura… abbi pietà! (Silvana, udendo voci e passi che si avvicinano, con subitanea decisione indica alla vecchia la scaletta a destra) SILVANA Lassù… Taci. Lesta. Lassù. (Si fa il segno della croce. E quando entrano le donne, essa sta immobile, assorta) AGATA Patrizia, è tornato di Bisanzio il figlio dell'Esarca. SABINA Viene il tuo figlio, l'eminentissimo Donello… MONICA È un bel giovine! AGATA Smonta da cavallo adesso, nella corte grande! MONICA Ah! LUCILLA E i comiti e gli spatari recan molti cofani… MONICA Chi sa… SABINA I doni, certo… AGATA, LUCILLA Chi sa… MONICA, AGATA, LUCILLA, SABINA Che bei doni! CORO DI DONNE Ecco, patrizia, egli viene! DONELLO (entra) Domina, accogli il mio primo saluto. Sei la sposa del padre mio che venero e però mi sei cara abbimi come figlio obbediente. SILVANA Ben venuto in questa tua casa… Quando sei giunto? DONELLO Approdammo a Classe, ieri sul vespero e solo a notte giunsi a Ravenna, dal padre. E la nonna? SILVANA Sì, sì, donne, cercatela! Ditele che tornato è il suo nepote, ditele che è qui. (Le donne obbediscono veloci) DONELLO (si volge intorno) Il prato de' miei giochi! Oltre le siepe c'è un fosso, vero? E senza mutamento ogni cosa… Il rosaio s'è infoltito e rampica su ai nidi delle rondini macchierà tutto il muro di sanguigno al novel tempo! E la mia bella pergola! Una vite fa l'uva moscatella, oh, mi ricordo! E laggiù la pineta che s'infiamma al tramonto, verso terra, e si fa tutta fosca verso il mare. Ciascuna cosa m'è nella memoria, ed anche tu, domina, ch'io non vidi mai prima d'oggi, mi rammenti un viso noto, o una voce udita non so dove, non so quando… SILVANA Io lo so, quando; io so, dove. Or è molt'anni, all'entrata di maggio, che tu correvi con i paggi, a gara, per la pineta spessa, e il cavallo d'uno de' tuoi compagni inciampicò ne' tronchi, e lo travolse… DONELLO Ah, mi sovviene! SILVANA Voi lo portaste a braccia, tramortito, tutto graffiato da' pruni… DONELLO Maurisio! - SILVANA Io tornavo da Sant'Apollinare ti riconobbi t'avevo veduto tante volte, ma sempre di lontano. DONELLO Sì, veramente, e ci guidasti a una casa lì presso… d'Agnese di Cervia… SILVANA Non so… forse… DONELLO Era nome pauroso ai fanciulli, e però mi torna in mente. E quella giovinetta, ecco… Tu eri? che mi dicesti… SILVANA Non ricordo più. E chi potrebbe? È come un'altra vita. Ora son vecchia. Ora tu sei mio figlio. (Eudossia viene ad abbracciare il nepote) EUDOSSIA O Donello, Donello, o sangue mio, o figlio mio due volte, laudato sia Gesù, laudato! Iddio che le preghiere accolte volle, e a queste pupille diede la grazia di vedere il giorno del tuo ritorno. E mille volte e mille sia benedetto il nome di Maria che ti fu guida nella lunga via. DONELLO Sempre a Dio grazie, o madre, e alla divina Teotocos… EUDOSSIA Ah, ch'io ti guardi, o bello, ch'io ti ravvisi, o forte di prestanza bisantina e di membri gagliardi… Dono di Dio, Donello! DONELLO La basilissa Irene ti saluta e ti manda una lampadetta d'oro e una icona, venuta per prodigio, non fatta di man d'uomo. La lampadetta accenderai nel Coro di San Vitale, con incenso e amomo, ma il santissimo volto del Pastore vuole che tu lo tenga per suo amore. EUDOSSIA Lunga vita all'Autocrate! Fortuna sempre e onore all'Augusta! E Bisanzio? Bisanzio? la città mia, che ho nel cuore e non vedrò mai più… DONELLO Forse non sarà eterno questo esilio e un giorno non lontano più bella che nel sogno e nel ricordo agli occhi tuoi velati apparirà la regina del mondo, che si asside fra il Corno d'oro e il cerchio dei cipressi. EUDOSSIA Bisanzio, la mia città, che ho nel cuore e non vedrò mai più… CORO (interno) Avanti! Non c'è Su, su, caccia la strega! La strega! Di qua! Mora, mora! Avanti! Ogni tana, ogni fosso! Ogni tana, ogni fosso! Mora! (Un uomo, giunto presso la siepe, leva un grido di trionfo) UNA VOCE Una traccia! Nei pruni c'è ancora un lembo di veste… TUTTI Ah! Guarda! Qui! Guarda! Nella fratta! Certo è passata di qui! Qui, che si varca, è passata la maliarda! Vedete la traccia? Ora sì… La casa quest'è dell'Esarca chi osa? L'ESORCISTA Io! CORO (interno) Tutti! (Si fa innanzi l'esorcista Leone) L'ESORCISTA Patrizia Eudossia, son io, l'esorcista di Sant'Anastasia giustizia di chiesa e di popolo cerca Agnese di Cervia. Fu vista qui presso. Lasciane entrare. EUDOSSIA Leone, quel limitare è sacro, tu sei testimonio. Ma entrate che se qui si trova, allora sì, questa è la prova. Se c'è le fu guida il demonio. (La turba invade ogni parte. Un grido acutissimo viene dal rifugio di Agnese. Appare la vecchia miserabile, trascinata da due uomini, che urla e si divincola) AGNESE (in terra, tendendo le mani verso Eudossia) Ah, salvami! Io sono innocente come Cristo… Cercai fuggire perchè ho paura… Son vecchia! Ah, salvami! Ah, tristo a te, Patrizia. Non voglio morire! Lasciatemi! Dirò tutto! Confesso! Ma i tormenti, no! Maledetta sia tu, Eudossia, e il figlio tuo, e il figliuolo del tuo figlio. Cani! E tutti voi dilanierà l'artiglio del demonio! (a Silvana) E anche tu sarai domani come me… Vedo i tuoi occhi! T'aspetta la stessa sorte! E verrai maledetta! CORO Al rogo! LA MADRE Il figlio mio che tu m'hai morto! CORO Al rogo, al fuoco! Non suggerai più il sangue degli infanti! Non ti varrà più immagine de cera! Larva! Alla fossa! Succuba! Strige! Lamia! LA MADRE Figlio mio! CORO Luogo ai chierici! Vengono! Viene il diacono e la croce! UNA VOCE Humiliate capita vestra Deo. CORO Domini Crux mecum. Flectamus genua. UNA VOCE Emmanuel! Libera nos a malo, et ab insidiis diaboli nos libera. CORO È strega! Mora! Bruci! Gello! Gello! Empusa! Maga! Empusa! Sortiera! Al demonio s'accoppia! UNA VOCE Che il Vescovo la giudichi! CORO È giudicata! Ha giudicato il popolo! AGNESE Ah! EUDOSSIA Tal sia di chi ti disserrò le porte! CORO Mora! SILVANA No! quell'urlo, ch'io non l'oda dentro me, fino all'ora della morte! CORO Mora! Emmanuel! S'accende il rogo, che gli spiriti mali affina. Deus, in adjutorium meum intende! Domine, ad adjuvandum me festina! Deus, in adjutorium meum intende! Si rinnova nel fuoco il sacrificio giusto e pio sia benedetta, la prova tremenda che riconcilia il peccator con Dio. Mora! Strega! Lamia! Maga! Emmanuel! UNA VOCE Nobiscum Deus. Crux est vita mihi. Crux erit mors atra, inimice, tibi. CORO Ha la pupilla doppia! Maga! Strega! Per sua malia Cesario è morto! Gello! Bruci! Mora! Emmanuel! Ah! Respighi,Ottorino/La fiamma/II
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umtona vates /// / ウムトナ=ヴァテス \ sid men vatesは「電機が嫌い」の意 \ [ kirs ] \ (1981~)第4期4代ソーン第2使徒。女性 \ rapalx 28, lantis sast 1 2 3 4 5 6 7 lantis ridia ovi kliiz gil fulmiia ryuu mel xikest dia vio lis gil ful dyu mel soom velm erva satii teeve beezel ilva part sast 8 9 10 11 12 13 14 lantis raldura zana paal milf faava ruuj seren xikest ral zan pal mik fav ruj ser soom velm erva satii teeve beezel ilva part sast 15 16 17 18 19 20 21 lantis rava umtona liine relezona jiil lina eketone xikest rav tan lin rez jil din ket soom velm erva satii teeve beezel ilva part sast 22 23 24 25 26 27 28 lantis enna ax neene pinena mat kunon kmiir xikest len lax nen pin mat kun mir soom velm erva satii teeve beezel ilva part
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予備校の浪人生 予備校でぇ勉強しとる浪人生の中には、もちろん浪人生達の殆どは、体いわす、緊張してしまい成果がやせへん、やらなんやら頑張った人もようけおるって思うんやが浪人生の中には今よってに紹介やるタイプの人も少なよってにずおるって思うで。 まず夢や希望を持たずたや就職したくあらへん、なんし大学行きたいわって思っとった人や適当に1年間もやればおのれの成績やったら、普通レベルのトコにはぶちこむやろって考えとる人もおるやうや。 ほな、有名講師の授業を受けて合格しやんなんてこってあらへんなんて、勘違いしとった人も少なよってにずおったやうやけど、講師達はやくませやけど勉強を教え、勉強しやすい環境を作ってやげられるだけぇでぇ試験の答えてを教えるわけでぇはおまへんな。 もちろん有名講師やからこそ授業が楽しかったり判りやすかったりすんねんでぇ、聞おっておるだけぇでぇは実につくって考える事もあるんやが、それも頭に入っとったりノートを取っておっても復習やらなんやらしやんって忘れてなおすさかい気を付けてくれへんかのな。 きょうびは、講師任せの親も増えておって、よう耳にやる話やねんって合格率がでかっ大手ぇの有名予備校に入学したけど成績がなかなか上がらんってゆう親の話。 もちろん予備校は楽しく、判りやすい授業をして生徒を引付け合格までぇのサポートが素晴らしい所が殆どやけど、生徒本人のやる気がなかったら意味がおまへんし、浪人生を支えるうち族の協力は、受験生にってって大きな力になるって考えていますわ。 こういった浪人生を無くすには、本人って予備校の関係も大事やけど親がチビの勉強風景に興味を持つ事も必要でんがな。 http //bhella.cocolog-nifty.com/blog/ http //fblg.jp/geoff/ http //zelmah.da-te.jp/ 楽しいかも 友人の影響で タブレットに目覚めました はじめてですがブログを スタートします↑↑ ドキドキしています たまに覗いてやってください