約 2,473,909 件
https://w.atwiki.jp/openmusic/pages/120.html
MIDI- CROSS Arguments midifile optional legatime arpegtime releastime staccatime toltime [generic-function] Transforms the output of a MidiFile into a pitch/duration Cross-Alphabet sequence. input a MidiFile object from a midifile box, or a list from a mf-info box. an integer or nil maximum legato time, in ms. if nil no time constraints for legato filter. an integer minimum arpegio time, in ms. an integer or nil maximum release synchro time, in ms. if nil infinite release-synchro. an integer or nil maximum staccato time, in ms. if nil no time constraints for staccato filter. an integer time tolerance of quantization, in percent. output a list of polyphonic slices. The cross-alphabet sequence is a list containing sublists of the form (... ((c1 c2 ... cn) d) ...) where the ci are either 0 (empty canal) or a list of the form (p1 p2 ... pm) where the pi are pitches in midicents and d is a duration in ms. Each of this sublist encodes a polyphonic slice, containing a set of canals - which are sets of superposed pitches - and lasting for a certain duration. The concatenation of all these slices is musically equal to the original midi sequence. This representation captures the essentials of the polyphonic/rythmic structure of the midifile. It is thus convenient to be given as input to the LZify function if you want to build a statistical model of a polyphonic piece from a midifile. If you use then LZgenerate or its variants to generate an improvisation of the piece, you'll get again a pitch/duration cross-alphabet sequence. Then you'll need a function such as cross- to put your data back into a musical form. Filters are designed to simplify the alphabet of symbols and the dictionnary of patterns Each time a new note is activated, the legato filter inspects the continuation of the sequence until the release of this note or until legatime msec. Any note that has been activated before the new note and that is released during the inspected part will then be released just when the new note is activated. Therefore, this filter discards intermediate states where two juxtaposed notes are superimposed during a very short time. Each time a new note is activated, the arpeggio filter inspects the continuation of the sequence until arpegtime msec. Any note that was due to be activated during the inspected part will in fact be activated just when the former note is activated. Thus, this filter synchronizes arpeggios. Each time a note is released, the release synchro filter synchronizes all the following releases until the activation of a new note or until releastime msec - at the date of the first release. Thus, this filter synchronizes note releases. The staccato filter removes each release period, between two played periods, that lasts less than staccatime msec. Finally, the duration of each symbol is quantified with the help of an OMKant Library function make-regular. This function accepts one particular parameter, here toltime , which specifies the percentage of error that is tolerated during the quantization.
https://w.atwiki.jp/arial/pages/133.html
#blognavi さて、今日も変わらずへ鯖日記です。 修道院がおいしいぞーという話を小耳にはさんだので、行ってみました。 とりあえず、入って一発目にダークイリュージョンに出会うのは仕様ですか_| ̄|○ しかも、聖水忘れてきてTCでごり押しするしかないという状況。 (HyCだとHIT足りなくてあたりません_| ̄|○ まぁ、とりあえず倒してミミックを待ちます。 結構ミミックが湧くわけですが、スティールしてもはずればかり。 まぁ、そんなもんだろうなーと思ってたらきました。 箱一個目♪ その後はぜーーーんぜんこなかったんですが、 帰ろうとしたときに通常ドロップで紫箱が! ついてる~♪ 1時間半ほどいましたが、結果は以下のとおり。 白ハーブ 21個 青箱 1 紫箱 1 拡大鏡 170 罠 71 エル原 10 倒したミミックは、170ほどでした。 運次第ぽいです(^^; P.S. BOTと思われるキャラが数名いました。 問答無用でスティールかけてくるプリ。 (箱3匹に囲まれてたら3匹とも盗まれて飛ばれた_| ̄|○) 問答無用でTUかけてくるプリ。 報告はしましたが、どうなることやら・・・ P.S.2 某S社のまわし者ではありません(ぇ &font()プラグインを使用している場所が正しく表示されなくなっています。 サーバー側の問題と思われますので、反転させてお楽しみください(ぇー どうも最近表示がおかしい模様。ページの編集とかの項目も出ないことがあるし・・・ カテゴリ [RO日記] - trackback- 2005年05月16日 11 18 45 名前 コメント #blognavi
https://w.atwiki.jp/petri/pages/194.html
シャッター CARPERU B・1~1/200 レンズ Coated Orikon Anastigmat F3.5 7.5cm 対応フィルム 4.5cm x 6cm 重量・大きさ g 価格 11,000円 発売 1951年 カロロンの廉価版。撮影枚数窓がなく、背面の赤窓で枚数を読み取る。(写真提供:890さん) 全体が赤く塗られたものも確認されている。Internet Archiveのキャッシュ 1986年11月号のカメラコレクターズニュース「カロロンS赤色仕上 6人姉妹の確認」古川保男氏の記事に詳細が記されている。 赤いカロロンS(写真提供:匿名様)
https://w.atwiki.jp/arial/pages/158.html
#blognavi さて、本日は定期メンテナンスの日。 なんかえらいメンテ時間が延びてるなぁと思ったら、 巻き戻りされてました_| ̄|○ (時間あったのでちょうどその時間に狩りしてたYO! でもまぁ、おかげでドロップ2倍になりました。 ということで、崑崙は予想通り人だらけだったので(汗 ジナイ沼なんぞに行ってます。 トードはいつも通り放置されてました(^^; そこそこ美味しいのですが、たま~にたまってるのが怖いので、 ドロップ2倍だしちょうどいいので、竜宮城3Fなんぞに行ってみました。 このMAP、人気あるのかよくわからなかったのですが、結構人いました。 やってみた感じだと、毛糸が10kくらいで売られてるので、 そこそこの儲けになるし、経験値の単価も高いのでソロだとおいしいです。 特化武器とかあったほうがいいですけどね。 んで、その時の一コマ・・・ カジョマートがこのMAPにいるのですが、 こいつHP3万くらいあるのですよ。 んで、はじめて知ったのですが、 スリップウエポン食らってるYO!! マヂデスカ_| ̄|○ おかげで武器無しで戦うことに・・・ スリップウエポン中に倒すことはできませんでしたよ・・・ 一撃18とかだったし・・・ 持続時間はよく知らないのですが、長く感じましたよ。。。 今度から無視してやるぅぅぅぅ(TT P.S. 25日正午すぎに、一部MAPにドロップ2倍が適用されてないことが判明(マヂデ)し、 緊急メンテが入りました。 そのため、ドロップ2倍期間は延長されております。 カテゴリ [RO日記] - trackback- 2005年05月24日 23 59 59 名前 コメント #blognavi
https://w.atwiki.jp/oper/pages/3123.html
Scena Sedicesima (Don Profondo, la Contessa) CONTESSA DI FOLLEVILLE (trattenendo Don Profondo) Vedeste il cavaliere? DON PROFONDO Il cavalier!… (fra sé) (Che imbroglio!) (a le Contessa) Ei qui poc anzi… CONTESSA DI FOLLEVILLE Solo? DON PROFONDO Non… in compagnia… CONTESSA DI FOLLEVILLE Di chi? DON PROFONDO Dirò… CONTESSA DI FOLLEVILLE Parlate. DON PROFONDO (fra sé) I sapienti non denno dir bugie. CONTESSA DI FOLLEVILLE Rispondete, vi prego… DON PROFONDO (fra sé) Non vorrei compromettermi. CONTESSA DI FOLLEVILLE Ebben! DON PROFONDO Signora mia… Ei qui prendea lezion di poesia. CONTESSA DI FOLLEVILLE (furente) Ho capito… (fra sé) Che rabbia! A quel che pare, ei fa il galante colla poetessa; ma a suo tempo mi voglio vendicare. Scena Diciassettesima (entrano Don Alvaro e Libenskof) DON ALVARO Amici, che si fa? Si parla di partir, e si sta qua. DON PROFONDO Tutto è all ordin. CONTE DI LIBENSKOF Va bene; ma i cavalli? DON PROFONDO Saran certo arrivati. DON ALVARO Se fosse ver, ci avrebbero avvisati. BARONE DI TROMBONOK (entrando rapidamente, con aria trista) Ah! miei signor!… DON PROFONDO Che avete? BARONE DI TROMBONOK Di parlar non ho core… DON ALVARO Cos avvenne? BARONE DI TROMBONOK Una disgrazia orribile! CONTESSA DI FOLLEVILLE Ch è stato? DON ALVARO Incendio? DON PROFONDO Ladri? Morte? BARONE DI TROMBONOK O sventura fatale! o amara sorte! CONTE DI LIBENSKOF Ma parlate… BARONE DI TROMBONOK Il corriere… DON ALVARO E arrivato. BARONE DI TROMBONOK Ah! pur troppo. CONTESSA DI FOLLEVILLE Spiegatevi. BARONE DI TROMBONOK (ad un servo) Ei s appressa. Chiamate i viaggiatori. DON PROFONDO (verso le quinte) Amici, olà? BARONE DI TROMBONOK Che barbaro accidente! Dir vorrei… Ma non posso… Scena Diciottesima (Melibea, Corinna, il Cavaliere, Delia, Zefirino, Lord Sydney, Prudenzio, Modertina) BARONE DI TROMBONOK Ah! Melibea! Milord, Corinna! O ciel! che brutto affare! (vedendo Zefirino) Ma vien chi tutto a voi saprà spiegare. ZEFIRINO Miei signor non v e scampo… Mio malgrado, io vengo a darvi una fatal notizia. Secondo gli ordin vostri, rapido, diligente, di qua, di là ho cercato; ma vane fur le cure; da gran tempo, è tutto ritenuto e riservato; non si trova un cavallo da comprar o affittare, e ognun di voi al nobile progetto di rinunciar pur troppo or fia costretto. TUTTI Ah! A tal colpo inaspettato, palpitando va il mio core… Cruda sorte! Il tuo rigore troppo, oh Dio! penar mi fa. BARONE DI TROMBONOK, DON PROFONDO A tal colpo inaspettato io mancar mi sento il core… O crudel avverso fato! non hai legge, né pietà. MODESTINA, ZEFIRINO Questo colpo inaspettato li ricolma di dolore; il crudel avverso fato non ha legge né pietà. Scena Diciannovesima (entra Madama Cortese) MADAMA CORTESE (accorrendo con una lettera in mano) Signori, ecco una lettera, venuta da Parigi; Prendete, sì leggete, conforto vi darà. GLI ALTRI (a Don Profondo) Prendete, sì leggete, conforto ci darà. (Don Profondo prende la lettera e legge.) «A giorni il Re ritorna gran feste si daranno, rapidi qui verranno stranieri in quantità. Da quello che preparasi a corte ed in città, ben si può giudicare che festa si farà; Spettacol più giocondo, mai visto si sarà; chi a Reims non poté andare qui si consolerà. T abbraccio, o mia dolcissima amabile metà.» (Gli altri personaggi ripetono alternativamente le frasi della lettera.) CONTESSA DI FOLLEVILLE Amici, ah! non tardiamo; Parigi è la mia patria; là v offro alloggio e tavola, e quanto occorrerà. TUTTI Partiamo. - Ah! sì, il desio, che ci divampa in seno, in parte pago almeno alfine si vedrà. Tra dolci e cari palpiti, or torno a respirar; farà un vivace giubilo quest anima brillar. Destino maledetto, non ce la puoi ficcare, e tutti, a tu dispetto, andiamo a giubilar. MADAMA CORTESE Destino maledetto. ZEFIRINO Non gliela puoi ficcare, e tutti, a tuo dispetto andranno a giubilar. BARONE DI TROMBONOK Come partire? CONTESSA DI FOLLEVILLE Nella diligenza, che da Parigi vien regolarmente ogni dì nei contorni. BARONE DI TROMBONOK Ella ha ragione. CAVALIER BELFIORE Dunque dimani? CONTESSA DI FOLLEVILLE Certo. BARONE DI TROMBONOK E questa borsa? DON PROFONDO S ordini per stasera un bel convito, pubblico sia l invito. BARONE DI TROMBONOK E quel che resterà? CAVALIER BELFIORE Per gl indigenti. BARONE DI TROMBONOK E ognun d accordi? TUTTI Sì. BARONE DI TROMBONOK (a Madama Cortese) A voi Madama affido la cura degli inviti. MADAMA CORTESE Oh! è domenica appunto, e tutti ci verran con gran piacere. DON PROFONDO Una cena squisita. MADAMA CORTESE Non mancan provvisioni. (verso le quinte) Ehi, mastro Antonio! Scena Ventesima (I detti, Antonio, Gelsomino) ANTONIO Son qua, cosa comanda? MADAMA CORTESE Una cena, una festa nel giardino, e il più presto possibile. ANTONIO Ho capito, non dubiti, qui avvezzi siamo ai colpi inaspettati, e tutti resteran meravigliati. GELSOMINO Madama, lo sapete, già per l anniversario del ritorno dell augusta famiglia ch ogni anno celebriamo, qui son pronte le cose principali; servir ce ne potremo. MADAMA CORTESE A meraviglia. Tua cura, o Gelsomino, sia di suonar intorno il tamburino. (Antonio e Gelsomino partono.) CONTESSA DI FOLLEVILLE E domani, a Parigi, la capital del mondo. CAVALIER BELFIORE D ogni piacer l asilo il più giocondo. (Tutti partono, eccetto Melibea, Libenskof ed il Barone.) Scena Ventunesima (Melibea, Libenskof ed il Barone) BARONE DI TROMBONOK (a Libenskof) Tutto va ben; ma come a entrambi è noto, fervido amico ognor dell armonia, vorrei vedervi in pace; un lieve nembo sol ne turbò il sereno; voi vi amate, e l un per l altro fatti mi sembrate. CONTE DI LIBENSKOF (al Barone con amarezza) Ella per Don Alvaro… MELIBEA (troncandogli la parola) Il torbi occhio della Gelosia, d Erebo ignobil figlia, solo puote traveder a tal segno. BARONE DI TROMBONOK Oh! non v è dubbio. CONTE DI LIBENSKOF Eppur poc anzi… BARONE DI TROMBONOK Amico, a me credete, siete in error, perdono le chiedete. (parte sorridendo) Scena Ventiduesima (Melibea, Libenskof) CONTE LIBENSKOF Di chi son reo? MELIBEA D un vil sospetto. CONTE DI LIBENSKOF Ah! no… Un eccesso d amore sol colpevol mi rese. MELIBEA D alma grande apprezzar tu non sai il sacro e vivo ardor. CONTE DI LIBENSKOF Ma l apparenza… MELIBEA Nube tenebrosa, del ver celando il volto risplendente, d opaco orror ingombra ognor la mente. CONTE DI LIBENSKOF Qual sublime parlar! confuso io sono… Eccomi ai vostri piè… Pietà! perdono. D alma celeste, oh Dio! ch arde di pura face, turbar osai la pace con insensato ardor. MELIBEA D un puro amor verace, l indol t è ignota ancora; d infedeltà capace sol è un profano cor. CONTE DI LIBENSKOF Pentito io son. MELIBEA Che speri? CONTE DI LIBENSKOF Rendimi il cor. MELIBEA Tu osasti… CONTE DI LIBENSKOF Il barbaro mio stato ti desti almen pietà. MELIBEA Al pentimento, o ingrato! credere il cor non sa. CONTE DI LIBENSKOF (fra sé) Qual barbaro rigore! Dubbioso e incerto io resto… Di speme e di timore palpita in seno il cor. MELIBEA (fra sé) Il mio crudel rigore dubbioso e incerto il rende; di speme e di timore palpita in seno il cor! Già cessa il mio rigore, per lui mi parla amor. (a Conte) Ah! regger non poss io, ecco la desta e il cor. CONTE DI LIBENSKOF O gioia incomparabile! O fortunato ardor! MELIBEA, CONTE DI LIBENSKOF Ah! no, giammai quest anima, più cari e dolci palpiti non ha provato ancor. (partono) Scena Ventitreesima (Giardino illuminato, con tavola imbandita) ANTONIO (mettendo I nomi sulle salviette) Tutto è all ordin. - Va , corri, Gelsomino, a dire a quei signor che son serviti; ma prica ci vuol la riverenza, intendi? GELSOMINO E per chi mai prendi? Ho servito de principi, de conti, de baroni, altezze ed eccellenze in quantità, e so d ogn altro al par quel che si fa. (parte) ANTONIO Oh! guarda che amor proprio! Ma son tutti così; soglion vantarsi assai, e se a lor vi fidate, in grand impiccio spesso vi trovate. Scena Ventiquattresima (Antonio e Maddalena entrano) MADDALENA Madama qui mi manda per sapere da voi se tutto è pronto. ANTONIO Nulla manca, guardate… Gelsomino ho spedito alavvertir la nobil compagnia. MADDALENA Ma bravo mastr Antonio. Far sì presto e si bene! E un miracolo davvero. ANTONIO Mille grazie. MADDALENA Qui certo ancor veduta non si sarà più bella festa. ANTONIO E vero. MADDALENA Ma non sapete un altra novità. ANTONIO Che cosa? MADDALENA Nei contorni, per caso di passaggio v è una truppa ambulante, ed il Barone gran professore, dilettante insigne, a dare qui un concerto l ha invitata, pendente il bel festino. ANTONIO Ottima idea! MADDALENA Canteran, balleranno. ANTONIO (con stupore ed allegria) Balleranno? MADDALENA Sì, v è un corpo di ballo. ANTONIO Tanto meglio; il ballo è sempre stata la mia passione, e adesso ancor… (fa dei moti colle gambe e vacilla) MADDALENA (sostenendolo) Badate Vo ad avvertir Madama, qui aspettate. (parte) ANTONIO Presto verrà la bella comitiva. (guardando fra le quinte) Ma non m inganno, no, ecco che arriva. Scena Venticinquesima (Sul ritornello entra la truppa ambulante, composta di virtuosi di canto e di ballerini; i contadini, le le contadine, le giardiniere; indi tutti i personaggi che siedono a tavola; Maddalena, zefirino) CORO L allegria è un sommo bene, ond a noi fe dono il cielo; sani e freschi ci mantiene nel bel grembo del piacer. Cinti ognor d ameni fiori, fra le adnze, il riso e il gioco, colle grazie e cogli amori non pensiamo che a goder. Presto imbianca il nero crine, qual balen fugge la vita, e a non perdere c invita un istante di piacer. BARONE DI TROMBONOK Ora secondo l uso, i brindisi facciamo. - Ecco la lista che di far m imponeste con decente simmetrica armonia, e spero che ad ognun ben grata sia. (legge la nota) Inno tedesco. - Tocca a me; ma indulgenza vi chiedo; fra i cavalli, le bombe ed i cannoni io la metà lasciai de miei polmoni. (Inno tedesco) Or che regna fra le genti la più placida armonia, dell Europa sempre fia il destin felice appien. Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. CORO Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. BARONE DI TROMBONOK Altro da dir avrei; ma sono straccò; (a Melibea) A voi, bella Marchesa, in stil polacco. (Polacca) MELIBEA Ai prodi guerrieri seguaci di gloria, di cui la vittoria compagna fu ognor, ch ovunque risplendere fer l alto valor, che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. CORO Che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. BARONE DI TROMBONOK Libenskof, tocca a voi, un aria russa, ad libitum; ven sono delle belle… CONTE DI LIBENSKOF Una ne so a memoria che udii cantar un giorno, mentre il monarca a noi facea ritorno. (Inno Russo) Onore, gloria ed alto omaggio d Augusta donna al nobil cor, ch il più magnanimo coraggio del fato oppose al reo furor. Degli infelici al duolo, al pianto ella sollievo offrendo va; e i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. CORO E i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. BARONE DI TROMBONOK (a Don Alvaro) Dal nord al mezzogiorno bella è la transizion. Voi possedete una sonora voce, e dell Iberia gustar i dolci canti or ci farete. (Canzone Spagnola) DON ALVARO Omaggio all augusto duce, che d alma sovrana luce l Iberia fe balenar. Ei spense il civil furore del soglio salvò l onore, da tutti si vide amar. O grande invidiabil gloria! Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? CORO Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? BARONE DI TROMBONOK (a Lord Sidney) Milord, in tuon maggiore… LORD SIDNEY Io musico non sono; non so che una canzone. BARONE DI TROMBONOK «God save the King?» LORD SIDNEY Appunto. BARONE DI TROMBONOK Va benone. (Canzone inglese) LORD SIDNEY Del Grand Enrico il germe amato proteggi o ciel! Propizio il fato ai voti sia del fortunato popol fedel. CORO Del fortunato popol fedel. BARONE DI TROMBONOK Contessa, Cavaliere, a voi la scelta lascia dell aria; ma prescrivo il tuono; in do; no, no, in UT. (fra sé) Che bestia! Obliò che a due Galli indirizzo il parlar mio. (Canzone francese) CONTESSA DI FOLLEVILLE, CAVALIER BELFIORE Madre del nuovo Enrico, dei Franchi speme e onor ti colmi il cielo amico degli almi suoi favor. Di rari pregi splendi, d età sul fior, e in ogni petto accendi rispetto e amor. CORO E in ogni petto accendi rispetto e amor. BARONE DI TROMBONOK Madama, Don Profondo voi terminar dovete, in elafà coll aria che volete. (Tirolese) MADAMA CORTESE Più vivace e più fecondo l aureo giglio omai risplende, e felice ognuno rende col benefico fulgor. Sacra pianta al ciel diletta, che fedel la patria onora, tu sarai de Franchi ognora la speranza e il dolce amor. DON PROFONDO Un sì giocondo ameno giorno la gioia intorno sol fa regnar. Che lieta sorte! Che bel contento! In petto io sento il cor balzar. BARONE DI TROMBONOK Corinna, or spetta a voi; così compita sarà la festa. GLI ALTRI Ah! sì. LORD SIDNEY (a Corinna) Come trovar un occasion più bella di far sentir i vostri dolci accenti? GLI ALTRI E ver. CORINNA Grande è il cimento, e temo… DON PROFONDO Di che mai? MADAMA CORTESE Che amabile modestia! MELIBEA Ah! non tardate ad appagar i nostri voti. CORINNA Io cedo. Il soggetto scegliete e di farmi avvertir poi degnerete. (si ritira) (Tutti s alzano da tavola. Un servo porta un urna; Don Profondo distribuisce carta e lapis ai diversi personaggi, i quali scrivono il soggetto e rimettono la cartolina al suddetto, che la legge ad alta voce e pone dopo nell urna.) MELIBEA Giovanna D Arco. MADAMA CORTESE Il Cittadino di Reims. CAVALIER BELFIORE Carlo X Re di Francia. CONTE DI LIBENSKOF La battaglia di Tolbiac. DON PROFONDO Clodoveo. DON ALVARO Le tre stirpi reali di Francia. DON PRUDENZIO David e Samuele. BARONE DI TROMBONOK Il Crisma e la Corona. LORD SIDNEY Ugo Capeto. CONTESSA DI FOLLEVILLE San Luigi. BARONE DI TROMBONOK Melibea, di dritto vi spetta estrar dall urna or il biglietto, che all improvviso fornirà il soggetto. (Melibea estrae un biglietto e lo da a Don Profondo) Carlo X, re di Francia (Il Barone e Don Profondo vanno ad avvertire Corinna che viene colla lira in mano, legge il soggetto ad alta voce, si raccoglie, indi improvvisa.) CORINNA All ombra amena - del Giglio D or aura serena - inebria il cor. Di lieti giorni - più dolce aurora sorger la Francia - non vide ancor, e grata applaude, - ammira e adora di tanto bene - l augusto autor Della corona - sostegno e onor, Carlo le dona - novel splendor. Dal maestoso - regal suo viso traspar del core - la nobiltà. Nunzio di gioia - è il bel sorriso, pegno soave - d alma bontà. Se un dì, non lice - il bene oprar, perduto il dice, - di Tito al par. Da poche lune - in trono siede, e ognun già gode - de suoi favor. La gioia intorno - brillar si vede, l etra risuona - d inni d amor. Appiè dell are, - ei chiese al ciel, che secondare - degni il suo zel; non fia deluso - il bel desio, figlio dell almo - suo nobil cor. Sacro il diadema - già rese Iddio, né più del fato - teme il furor. Al soglio accanto, - ch egual non ha; soave incanto - ognun godrà. Cento anni e cento - ognor protetto dall immortale - divin favor, viva felice - il prediletto Carlo, de Franchi - delizia e amor! (Appena finito l improvviso, rischiarati da improvvisa luce, appariscono i ritratti dell augusta famiglia reale e de più celebri Re di Francia con vari emblemi analoghi, palme, corone ecc.) CAVALIER BELFIORE Viva il diletto augusto regnator, ond è l aspetto forier di gioia e onor. (Tutti ripetono la strofa. Ballo.) TUTTI (con religiosa espressione) Sul verde stelo, fiorisca il giglio ognor; lo colmi il cielo degli almi suoi favor. CAVALIER BELFIORE, TUTTI Con sacro zelo da noi serbato ognor, sul verde stelo risplenda il Giglio D or Lo colmi il cielo, degli almi suoi favor. Viva la Francia e il prode regnator. Scena Sedicesima (Don Profondo, la Contessa) CONTESSA DI FOLLEVILLE (trattenendo Don Profondo) Vedeste il cavaliere? DON PROFONDO Il cavalier!… (fra sé) (Che imbroglio!) (a le Contessa) Ei qui poc anzi… CONTESSA DI FOLLEVILLE Solo? DON PROFONDO Non… in compagnia… CONTESSA DI FOLLEVILLE Di chi? DON PROFONDO Dirò… CONTESSA DI FOLLEVILLE Parlate. DON PROFONDO (fra sé) I sapienti non denno dir bugie. CONTESSA DI FOLLEVILLE Rispondete, vi prego… DON PROFONDO (fra sé) Non vorrei compromettermi. CONTESSA DI FOLLEVILLE Ebben! DON PROFONDO Signora mia… Ei qui prendea lezion di poesia. CONTESSA DI FOLLEVILLE (furente) Ho capito… (fra sé) Che rabbia! A quel che pare, ei fa il galante colla poetessa; ma a suo tempo mi voglio vendicare. Scena Diciassettesima (entrano Don Alvaro e Libenskof) DON ALVARO Amici, che si fa? Si parla di partir, e si sta qua. DON PROFONDO Tutto è all ordin. CONTE DI LIBENSKOF Va bene; ma i cavalli? DON PROFONDO Saran certo arrivati. DON ALVARO Se fosse ver, ci avrebbero avvisati. BARONE DI TROMBONOK (entrando rapidamente, con aria trista) Ah! miei signor!… DON PROFONDO Che avete? BARONE DI TROMBONOK Di parlar non ho core… DON ALVARO Cos avvenne? BARONE DI TROMBONOK Una disgrazia orribile! CONTESSA DI FOLLEVILLE Ch è stato? DON ALVARO Incendio? DON PROFONDO Ladri? Morte? BARONE DI TROMBONOK O sventura fatale! o amara sorte! CONTE DI LIBENSKOF Ma parlate… BARONE DI TROMBONOK Il corriere… DON ALVARO E arrivato. BARONE DI TROMBONOK Ah! pur troppo. CONTESSA DI FOLLEVILLE Spiegatevi. BARONE DI TROMBONOK (ad un servo) Ei s appressa. Chiamate i viaggiatori. DON PROFONDO (verso le quinte) Amici, olà? BARONE DI TROMBONOK Che barbaro accidente! Dir vorrei… Ma non posso… Scena Diciottesima (Melibea, Corinna, il Cavaliere, Delia, Zefirino, Lord Sydney, Prudenzio, Modertina) BARONE DI TROMBONOK Ah! Melibea! Milord, Corinna! O ciel! che brutto affare! (vedendo Zefirino) Ma vien chi tutto a voi saprà spiegare. ZEFIRINO Miei signor non v e scampo… Mio malgrado, io vengo a darvi una fatal notizia. Secondo gli ordin vostri, rapido, diligente, di qua, di là ho cercato; ma vane fur le cure; da gran tempo, è tutto ritenuto e riservato; non si trova un cavallo da comprar o affittare, e ognun di voi al nobile progetto di rinunciar pur troppo or fia costretto. TUTTI Ah! A tal colpo inaspettato, palpitando va il mio core… Cruda sorte! Il tuo rigore troppo, oh Dio! penar mi fa. BARONE DI TROMBONOK, DON PROFONDO A tal colpo inaspettato io mancar mi sento il core… O crudel avverso fato! non hai legge, né pietà. MODESTINA, ZEFIRINO Questo colpo inaspettato li ricolma di dolore; il crudel avverso fato non ha legge né pietà. Scena Diciannovesima (entra Madama Cortese) MADAMA CORTESE (accorrendo con una lettera in mano) Signori, ecco una lettera, venuta da Parigi; Prendete, sì leggete, conforto vi darà. GLI ALTRI (a Don Profondo) Prendete, sì leggete, conforto ci darà. (Don Profondo prende la lettera e legge.) «A giorni il Re ritorna gran feste si daranno, rapidi qui verranno stranieri in quantità. Da quello che preparasi a corte ed in città, ben si può giudicare che festa si farà; Spettacol più giocondo, mai visto si sarà; chi a Reims non poté andare qui si consolerà. T abbraccio, o mia dolcissima amabile metà.» (Gli altri personaggi ripetono alternativamente le frasi della lettera.) CONTESSA DI FOLLEVILLE Amici, ah! non tardiamo; Parigi è la mia patria; là v offro alloggio e tavola, e quanto occorrerà. TUTTI Partiamo. - Ah! sì, il desio, che ci divampa in seno, in parte pago almeno alfine si vedrà. Tra dolci e cari palpiti, or torno a respirar; farà un vivace giubilo quest anima brillar. Destino maledetto, non ce la puoi ficcare, e tutti, a tu dispetto, andiamo a giubilar. MADAMA CORTESE Destino maledetto. ZEFIRINO Non gliela puoi ficcare, e tutti, a tuo dispetto andranno a giubilar. BARONE DI TROMBONOK Come partire? CONTESSA DI FOLLEVILLE Nella diligenza, che da Parigi vien regolarmente ogni dì nei contorni. BARONE DI TROMBONOK Ella ha ragione. CAVALIER BELFIORE Dunque dimani? CONTESSA DI FOLLEVILLE Certo. BARONE DI TROMBONOK E questa borsa? DON PROFONDO S ordini per stasera un bel convito, pubblico sia l invito. BARONE DI TROMBONOK E quel che resterà? CAVALIER BELFIORE Per gl indigenti. BARONE DI TROMBONOK E ognun d accordi? TUTTI Sì. BARONE DI TROMBONOK (a Madama Cortese) A voi Madama affido la cura degli inviti. MADAMA CORTESE Oh! è domenica appunto, e tutti ci verran con gran piacere. DON PROFONDO Una cena squisita. MADAMA CORTESE Non mancan provvisioni. (verso le quinte) Ehi, mastro Antonio! Scena Ventesima (I detti, Antonio, Gelsomino) ANTONIO Son qua, cosa comanda? MADAMA CORTESE Una cena, una festa nel giardino, e il più presto possibile. ANTONIO Ho capito, non dubiti, qui avvezzi siamo ai colpi inaspettati, e tutti resteran meravigliati. GELSOMINO Madama, lo sapete, già per l anniversario del ritorno dell augusta famiglia ch ogni anno celebriamo, qui son pronte le cose principali; servir ce ne potremo. MADAMA CORTESE A meraviglia. Tua cura, o Gelsomino, sia di suonar intorno il tamburino. (Antonio e Gelsomino partono.) CONTESSA DI FOLLEVILLE E domani, a Parigi, la capital del mondo. CAVALIER BELFIORE D ogni piacer l asilo il più giocondo. (Tutti partono, eccetto Melibea, Libenskof ed il Barone.) Scena Ventunesima (Melibea, Libenskof ed il Barone) BARONE DI TROMBONOK (a Libenskof) Tutto va ben; ma come a entrambi è noto, fervido amico ognor dell armonia, vorrei vedervi in pace; un lieve nembo sol ne turbò il sereno; voi vi amate, e l un per l altro fatti mi sembrate. CONTE DI LIBENSKOF (al Barone con amarezza) Ella per Don Alvaro… MELIBEA (troncandogli la parola) Il torbi occhio della Gelosia, d Erebo ignobil figlia, solo puote traveder a tal segno. BARONE DI TROMBONOK Oh! non v è dubbio. CONTE DI LIBENSKOF Eppur poc anzi… BARONE DI TROMBONOK Amico, a me credete, siete in error, perdono le chiedete. (parte sorridendo) Scena Ventiduesima (Melibea, Libenskof) CONTE LIBENSKOF Di chi son reo? MELIBEA D un vil sospetto. CONTE DI LIBENSKOF Ah! no… Un eccesso d amore sol colpevol mi rese. MELIBEA D alma grande apprezzar tu non sai il sacro e vivo ardor. CONTE DI LIBENSKOF Ma l apparenza… MELIBEA Nube tenebrosa, del ver celando il volto risplendente, d opaco orror ingombra ognor la mente. CONTE DI LIBENSKOF Qual sublime parlar! confuso io sono… Eccomi ai vostri piè… Pietà! perdono. D alma celeste, oh Dio! ch arde di pura face, turbar osai la pace con insensato ardor. MELIBEA D un puro amor verace, l indol t è ignota ancora; d infedeltà capace sol è un profano cor. CONTE DI LIBENSKOF Pentito io son. MELIBEA Che speri? CONTE DI LIBENSKOF Rendimi il cor. MELIBEA Tu osasti… CONTE DI LIBENSKOF Il barbaro mio stato ti desti almen pietà. MELIBEA Al pentimento, o ingrato! credere il cor non sa. CONTE DI LIBENSKOF (fra sé) Qual barbaro rigore! Dubbioso e incerto io resto… Di speme e di timore palpita in seno il cor. MELIBEA (fra sé) Il mio crudel rigore dubbioso e incerto il rende; di speme e di timore palpita in seno il cor! Già cessa il mio rigore, per lui mi parla amor. (a Conte) Ah! regger non poss io, ecco la desta e il cor. CONTE DI LIBENSKOF O gioia incomparabile! O fortunato ardor! MELIBEA, CONTE DI LIBENSKOF Ah! no, giammai quest anima, più cari e dolci palpiti non ha provato ancor. (partono) Scena Ventitreesima (Giardino illuminato, con tavola imbandita) ANTONIO (mettendo I nomi sulle salviette) Tutto è all ordin. - Va , corri, Gelsomino, a dire a quei signor che son serviti; ma prica ci vuol la riverenza, intendi? GELSOMINO E per chi mai prendi? Ho servito de principi, de conti, de baroni, altezze ed eccellenze in quantità, e so d ogn altro al par quel che si fa. (parte) ANTONIO Oh! guarda che amor proprio! Ma son tutti così; soglion vantarsi assai, e se a lor vi fidate, in grand impiccio spesso vi trovate. Scena Ventiquattresima (Antonio e Maddalena entrano) MADDALENA Madama qui mi manda per sapere da voi se tutto è pronto. ANTONIO Nulla manca, guardate… Gelsomino ho spedito alavvertir la nobil compagnia. MADDALENA Ma bravo mastr Antonio. Far sì presto e si bene! E un miracolo davvero. ANTONIO Mille grazie. MADDALENA Qui certo ancor veduta non si sarà più bella festa. ANTONIO E vero. MADDALENA Ma non sapete un altra novità. ANTONIO Che cosa? MADDALENA Nei contorni, per caso di passaggio v è una truppa ambulante, ed il Barone gran professore, dilettante insigne, a dare qui un concerto l ha invitata, pendente il bel festino. ANTONIO Ottima idea! MADDALENA Canteran, balleranno. ANTONIO (con stupore ed allegria) Balleranno? MADDALENA Sì, v è un corpo di ballo. ANTONIO Tanto meglio; il ballo è sempre stata la mia passione, e adesso ancor… (fa dei moti colle gambe e vacilla) MADDALENA (sostenendolo) Badate Vo ad avvertir Madama, qui aspettate. (parte) ANTONIO Presto verrà la bella comitiva. (guardando fra le quinte) Ma non m inganno, no, ecco che arriva. Scena Venticinquesima (Sul ritornello entra la truppa ambulante, composta di virtuosi di canto e di ballerini; i contadini, le le contadine, le giardiniere; indi tutti i personaggi che siedono a tavola; Maddalena, zefirino) CORO L allegria è un sommo bene, ond a noi fe dono il cielo; sani e freschi ci mantiene nel bel grembo del piacer. Cinti ognor d ameni fiori, fra le adnze, il riso e il gioco, colle grazie e cogli amori non pensiamo che a goder. Presto imbianca il nero crine, qual balen fugge la vita, e a non perdere c invita un istante di piacer. BARONE DI TROMBONOK Ora secondo l uso, i brindisi facciamo. - Ecco la lista che di far m imponeste con decente simmetrica armonia, e spero che ad ognun ben grata sia. (legge la nota) Inno tedesco. - Tocca a me; ma indulgenza vi chiedo; fra i cavalli, le bombe ed i cannoni io la metà lasciai de miei polmoni. (Inno tedesco) Or che regna fra le genti la più placida armonia, dell Europa sempre fia il destin felice appien. Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. CORO Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. BARONE DI TROMBONOK Altro da dir avrei; ma sono straccò; (a Melibea) A voi, bella Marchesa, in stil polacco. (Polacca) MELIBEA Ai prodi guerrieri seguaci di gloria, di cui la vittoria compagna fu ognor, ch ovunque risplendere fer l alto valor, che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. CORO Che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. BARONE DI TROMBONOK Libenskof, tocca a voi, un aria russa, ad libitum; ven sono delle belle… CONTE DI LIBENSKOF Una ne so a memoria che udii cantar un giorno, mentre il monarca a noi facea ritorno. (Inno Russo) Onore, gloria ed alto omaggio d Augusta donna al nobil cor, ch il più magnanimo coraggio del fato oppose al reo furor. Degli infelici al duolo, al pianto ella sollievo offrendo va; e i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. CORO E i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. BARONE DI TROMBONOK (a Don Alvaro) Dal nord al mezzogiorno bella è la transizion. Voi possedete una sonora voce, e dell Iberia gustar i dolci canti or ci farete. (Canzone Spagnola) DON ALVARO Omaggio all augusto duce, che d alma sovrana luce l Iberia fe balenar. Ei spense il civil furore del soglio salvò l onore, da tutti si vide amar. O grande invidiabil gloria! Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? CORO Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? BARONE DI TROMBONOK (a Lord Sidney) Milord, in tuon maggiore… LORD SIDNEY Io musico non sono; non so che una canzone. BARONE DI TROMBONOK «God save the King?» LORD SIDNEY Appunto. BARONE DI TROMBONOK Va benone. (Canzone inglese) LORD SIDNEY Del Grand Enrico il germe amato proteggi o ciel! Propizio il fato ai voti sia del fortunato popol fedel. CORO Del fortunato popol fedel. BARONE DI TROMBONOK Contessa, Cavaliere, a voi la scelta lascia dell aria; ma prescrivo il tuono; in do; no, no, in UT. (fra sé) Che bestia! Obliò che a due Galli indirizzo il parlar mio. (Canzone francese) CONTESSA DI FOLLEVILLE, CAVALIER BELFIORE Madre del nuovo Enrico, dei Franchi speme e onor ti colmi il cielo amico degli almi suoi favor. Di rari pregi splendi, d età sul fior, e in ogni petto accendi rispetto e amor. CORO E in ogni petto accendi rispetto e amor. BARONE DI TROMBONOK Madama, Don Profondo voi terminar dovete, in elafà coll aria che volete. (Tirolese) MADAMA CORTESE Più vivace e più fecondo l aureo giglio omai risplende, e felice ognuno rende col benefico fulgor. Sacra pianta al ciel diletta, che fedel la patria onora, tu sarai de Franchi ognora la speranza e il dolce amor. DON PROFONDO Un sì giocondo ameno giorno la gioia intorno sol fa regnar. Che lieta sorte! Che bel contento! In petto io sento il cor balzar. BARONE DI TROMBONOK Corinna, or spetta a voi; così compita sarà la festa. GLI ALTRI Ah! sì. LORD SIDNEY (a Corinna) Come trovar un occasion più bella di far sentir i vostri dolci accenti? GLI ALTRI E ver. CORINNA Grande è il cimento, e temo… DON PROFONDO Di che mai? MADAMA CORTESE Che amabile modestia! MELIBEA Ah! non tardate ad appagar i nostri voti. CORINNA Io cedo. Il soggetto scegliete e di farmi avvertir poi degnerete. (si ritira) (Tutti s alzano da tavola. Un servo porta un urna; Don Profondo distribuisce carta e lapis ai diversi personaggi, i quali scrivono il soggetto e rimettono la cartolina al suddetto, che la legge ad alta voce e pone dopo nell urna.) MELIBEA Giovanna D Arco. MADAMA CORTESE Il Cittadino di Reims. CAVALIER BELFIORE Carlo X Re di Francia. CONTE DI LIBENSKOF La battaglia di Tolbiac. DON PROFONDO Clodoveo. DON ALVARO Le tre stirpi reali di Francia. DON PRUDENZIO David e Samuele. BARONE DI TROMBONOK Il Crisma e la Corona. LORD SIDNEY Ugo Capeto. CONTESSA DI FOLLEVILLE San Luigi. BARONE DI TROMBONOK Melibea, di dritto vi spetta estrar dall urna or il biglietto, che all improvviso fornirà il soggetto. (Melibea estrae un biglietto e lo da a Don Profondo) Carlo X, re di Francia (Il Barone e Don Profondo vanno ad avvertire Corinna che viene colla lira in mano, legge il soggetto ad alta voce, si raccoglie, indi improvvisa.) CORINNA All ombra amena - del Giglio D or aura serena - inebria il cor. Di lieti giorni - più dolce aurora sorger la Francia - non vide ancor, e grata applaude, - ammira e adora di tanto bene - l augusto autor Della corona - sostegno e onor, Carlo le dona - novel splendor. Dal maestoso - regal suo viso traspar del core - la nobiltà. Nunzio di gioia - è il bel sorriso, pegno soave - d alma bontà. Se un dì, non lice - il bene oprar, perduto il dice, - di Tito al par. Da poche lune - in trono siede, e ognun già gode - de suoi favor. La gioia intorno - brillar si vede, l etra risuona - d inni d amor. Appiè dell are, - ei chiese al ciel, che secondare - degni il suo zel; non fia deluso - il bel desio, figlio dell almo - suo nobil cor. Sacro il diadema - già rese Iddio, né più del fato - teme il furor. Al soglio accanto, - ch egual non ha; soave incanto - ognun godrà. Cento anni e cento - ognor protetto dall immortale - divin favor, viva felice - il prediletto Carlo, de Franchi - delizia e amor! (Appena finito l improvviso, rischiarati da improvvisa luce, appariscono i ritratti dell augusta famiglia reale e de più celebri Re di Francia con vari emblemi analoghi, palme, corone ecc.) CAVALIER BELFIORE Viva il diletto augusto regnator, ond è l aspetto forier di gioia e onor. (Tutti ripetono la strofa. Ballo.) TUTTI (con religiosa espressione) Sul verde stelo, fiorisca il giglio ognor; lo colmi il cielo degli almi suoi favor. CAVALIER BELFIORE, TUTTI Con sacro zelo da noi serbato ognor, sul verde stelo risplenda il Giglio D or Lo colmi il cielo, degli almi suoi favor. Viva la Francia e il prode regnator. Rossini,Gioachino/Il viaggio a Reims
https://w.atwiki.jp/hakohosibroad/pages/13.html
星団諸勢力 星団の勢力を分けるとすれば、バリアント条約機構、星団集団安全保障条約の二つである。前者は結成から間もないが、大国グレート・レブラカーンの存在は無視することのできないものである。後者は内部抗争を抱えており、分裂の危機に瀕している。抗争は収まりを見せず、動向次第では崩壊が予想される。また勢力として形を成してはいないが、ランド・プラント、都市フィオーレは協力体制にあり、プラネットリシドもこちら側に近いだろう。
https://w.atwiki.jp/oper/pages/3457.html
このテンプレはポリウト方式で作成されています。 こちらの役名一覧に和訳を記載して管理人までお知らせください。 ATTO SECONDO Escena Prima (Appartamenti. Entrano Elisabetta e Guglielmo) ▼ELISABETTA▲ Dov’è Matilde? ▼GUGLIELMO▲ (Accennando ad un degl’ingressi) Attende colà i tuoi cenni. ▼ELISABETTA▲ A me si guidi e poi venga Leicester. ▼GUGLIELMO▲ Di pietà potresti? Ah! si, pietade è in te… ▼ELISABETTA▲ Vanne intendesti? (Guglielmo entra dov’è Matilde. Matilde entra con guardie. Al cenno d’Elisabetta le guardie si ritirano) T’inoltra. In me tu vedi il tuo giudice, o donna. ▼MATILDE▲ Ho un cor bastante per ascoltare, intrepida, il mio fato. ▼ELISABETTA▲ Vuole ragion di stato, che tu, nemica mia, che il tuo germano, che un vassallo sleale sopra palco ferale d’un’odiosa trama la pena abbiate. Ma pietà favella d’Elisabetta in sen. Scrivi. Rinunzia ad ogni diritto tuo di Leicester sul cor. Così da morte vi potrete sottrar… (Matilde freme) Cedi alla sorte. ▼MATILDE▲ Ah! più d’ogni supplizio è questa tua pietade. ▼ELISABETTA▲ Non cimentar la tolleranza mia. Siedi, scrivi, rinunzia. ▼MATILDE▲ Invan… ▼ELISABETTA▲ Custodi… ▼MATILDE▲ Ah! senti… ▼ELISABETTA▲ Scrivi. ▼MATILDE▲ Sfoga sol contro me tutti gli sdegni tuoi; ma il consorte, il germano… ▼ELISABETTA▲ Scriver non vuoi? Pensa che sol per poco sospendo l’ira mia; quanto pių tardi fia, pių fiera scoppierà. ▼MATILDE▲ Salva il germano, lo sposo, s’è ver che giusta sei; puo’ troncar i giorni miei te’l chiedo per pietà. ▼ELISABETTA▲ Resisti ancora? ▼MATILDE▲ Oh Dio! ▼ELISABETTA▲ Rinunzia! ▼MATILDE▲ Invan! ferma! oh Dio! Ti mova il pianto mio. ▼ELISABETTA▲ Non bastan quelle lagrime a impietosirmi il cor. ▼MATILDE▲ Vorrei stemprarti in lagrime, mio desolato cor. (Elisabetta con gesto imperioso accenna a Matilde di sedere al tavolino e di scrivere. Matilde tremante si accosta, siede, pensa e si alza per retrocedere; Elisabetta è in atto di chiamare le guardie; Matilde la trattiene, e si pone a scrivere; in questo comparisce sull’ingresso Leicester non veduto dalle due donne) ▼LEICESTER▲ (Fra sè) Misero me!… La sposa dolente ed affannosa! (Forte) Che mai sarà quel foglio? S’accresce il mio penar. ▼MATILDE▲ (Fra sè) Qual è il dolor che uccide, s’io reggo al mio dolor? (Elisabetta vede Leicester) ▼ELISABETTA▲ Debitor le sei di vita; leggi, o duce, e poi l’imita. Dell’error, del tradimento pentimento io voglio in te. ▼MATILDE▲ (Fra sè, mentre Leicester va al tavolino e legge) Tremo. ▼LEICESTER▲ Oh ciel! ▼A TRE▲ (Fra sè) L’avverso mio destino si fiero io non credei. Quanto crudel tu sei! Quanto mi costi amor! ▼LEICESTER▲ (A Matilde) Sconsigliata, che facesti! (Ad Elisabetta) Ah! comprendo in lei sapesti violentar l’amor, la fè. Ma t’inganni… ▼MATILDE▲ Odi… ▼LEICESTER▲ No! ▼ELISABETTA▲ Rifletti… ▼LEICESTER▲ No! A tal prezzo non voglio… ▼ELISABETTA▲ Trema… ▼LEICESTER▲ …conservare il viver mio. ▼MATILDE▲ Costanza! ▼LEICESTER▲ Serbo un cor che vil non è. (Lacera il foglio) ▼ELISABETTA▲ (Alle guardia) Olà! Ah! Fra poco, in faccia a morte cesserà cotanto orgoglio, ed allor quell’alma forte fia costretta a vacillar. ▼LEICESTER▲ Quell’ardir che in faccia a morte ti difese e vita e soglio, serberà quest’alma forte, non avvezza a vacillar. ▼MATILDE▲ Ah! s’affretti pur la morte, affrontarla io deggio e voglio; non sarà quest’alma forte più ridotta a vacillar. (Leicester e Matilde partono, scortati dalle guardie) Recitativo ▼GUGLIELMO▲ Chiede Norfolk a te l’accesso. ▼ELISABETTA▲ Oh indegno! Va’, digli che al suo labbro debbo gli affanni miei; digli che in premio di sua finta amistade verso d’un infelice, ancorche infido, disgombri al nuovo sol da questo lido. (Parte) ▼GUGLIELMO▲ Oh giusto cielo! Alfine il vero non trovo inciampo onde giungere al trono è alfin palese quel doppio cor, d’iniquità ricetto… Il regio cenno ad eseguir m’affretto. (Parte) Scena Seconda (Atrio contiguo al carcere) ▼POPOLO▲ Qui soffermiamo il piè… Il tetro asil quest’è dove un barbaro fato condannó chi la patria salvó da fiera sorte. ▼SOLDATI▲ Miseri noi! chi sa se involarsi potrà il nostro duce amato a tant’orror? Forse colpa d’amor lo spinge a morte. ▼TUTTI▲ Qui soffermiamo il piè, ecc. (Il popolo ed i soldati si avvicinano al’'ingresso delle carceri. Entra Norfolk) ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Che intesi!… Oh annunzio!… Questa è la merce’ ch’io merto?… Anche fra lacci mi nuocerà costui!… Norfolk, che pensi? L’ingiusto esilio sopportar potrai? Come a tanto rosso resisterai? ▼SOLDATI▲ Oh nostro duce amato! ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Duce!… Ah! comprendo appien… ▼POPOLO▲ Barbaro fato! ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Qui si compiange il mio nemico, tutto congiura a’ danni miei… Che risolvo?… Oh vendetta, col manto di pietà ti copri. All’arte! (Forte) Amici, io vengo a parte d’un coì giusto affanno. E sarà vero che il prode salvatore della patria perir debba cosi? Lo soffrirem? ▼CORO▲ Non mai. ▼NORFOLK▲ Ebben, m’udite. Assai può giovarvi Norfolk. Già cade il sole al prigionier men vo. Se non poss’io sottrarlo a’ ceppi suoi fra brev’istanti, del carcere l’accesso vi schiuderete, amici, colla forza e il valor. ▼CORO▲ Signor, che dici! Mancar di fede al trono saria cotanto ardir. ▼NORFOLK▲ Ah! troppo ignora del duce sventurato Elisabetta il cor; lo crede reo di lesa maestà, mentre quel core colpevole non è lo scusa amore. Deh! Troncate i ceppi suoi; deh! serbate a Elisa, al regno il pių grande fra gli eroi, il pių degno di pietà. ▼CORO▲ Or ci guida. Ogni alma fida pronta aita lui a darà. ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Vendicar saprò l’offesa; di furor questa alma accesa quell’ingrata punirà. ▼CORO▲ Or ci guida, ecc. ▼NORFOLK▲ Non ha core chi non sente la possanza d’amistà. ▼CORO▲ Non ha core, ecc. (Il popolo ed i soldati partono seguendo Norfolk) Scena Terza (Interno di un ampio carcere a volte, rischiarato in parte da un lampione; scala a sinistra, che conduce ad una chiusa porta nell'alto; altra piccola porta murata in fondo, che a suo tempo vien diroccata; ingresso comune da un lato) Aria ▼LEICESTER▲ Della cieca fortuna un triste esempio, lasso! in me trovo. In questo giorno il sole, testimonio di gloria, sorgeva a rischiarar la mia vittoria. Tramonta appena il sole, e in lutto per me si cangia il tutto. (Siede) Ma d’uopo han di conforto dopo lungo vegliar, le stanche membra, e, mio malgrado, al sonno sento che gli occhi miei regger non ponno. (Si addormenta e parla in sogno) Sposa amata… respira… Cessan gli affanni nostri… E il ciel placato… Tergi quel pianto ormai… Idolo del mio cor… penammo assai… Deh! sposa… ascolta… non fuggir… T’arresta. (Si sveglia e si alza ad un tratto) Ohimè!… dove son io?… larva fu questa. Fallace fu il contento, certa è la mia sciagura. Immerso, oh Dio! mi sento nel primo affanno il cor. Saziati, o sorte irata Apriti o terra, e invola quest’alma desolata a tanto suo dolor. E l’adorata sposa, e l’innocente Enrico per sopportar si fiera perir dovranno!… Oh Dio! immagine d’orrore, converria di macigno avere il core. Recitativo e Duetto (Norfolk entra con due guastatori) ▼NORFOLK▲ Amico… ▼LEICESTER▲ Ciel!… ti scosta. ▼NORFOLK▲ Così m’accogli! ▼LEICESTER▲ Pria di venire al mio sen, dimmi, non deggio il presente mio stato al tradimento tuo? ▼NORFOLK▲ Che parli? Ingrato! Mi conosci sì poco? Eccoti il ferro Vibralo in me, se vuoi, ma l’onor mio così non oltraggiar. ▼LEICESTER▲ Ma Elisabetta… ▼NORFOLK▲ Scoperse il ver, nè so dir come. A lei diressi i preghi miei. Che non feci e non dissi onde quel core impietosir per te? Vana speranza! Voglio salvarti, felice io voglio farti e ad ogni costo. ▼LEICESTER▲ Come? ▼NORFOLK▲ Odi… Ma pria mira colà. Matilde e il suo german divide da te quel chiuso varco. ▼LEICESTER▲ Oh ciel! ▼NORFOLK▲ (A' guastatori, che si accingono ad atterrare il muro della piccola porta nel fondo) Quanto vi dissi, s'eseguisca. (A Leicester) Fra poco stringerli al sen potrai. ▼LEICESTER▲ Oh generoso! Oh degno… ▼NORFOLK▲ Del tradimento mio sia questo un segno. ▼LEICESTER▲ Deh! scusa i trasporti d’un misero oppresso; errai, lo confesso; pentito son già. ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Costui di vendetta mi schiude la via; poi vittima sia; estinto cadrà. ▼LEICESTER▲ Non parli? ▼NORFOLK▲ L’offesa a te perdona quest’anima accesa di pura amistà. ▼A DUE▲ Ritorna al mio seno, confortati/confortami appieno; felice ti/mi renda la mia/tua fedeltà. ▼NORFOLK▲ Unita alle schiere, la plebe dolente, attorno fremente scorrendo sen va. ▼LEICESTER▲ Che narri!… E pretende? ▼NORFOLK▲ Troncar tue ritorte. Suo duce ti attende… ▼LEICESTER▲ Che ascolto! ▼NORFOLK▲ La sorte per te cangerà. ▼LEICESTER▲ Non sia! Va… ▼NORFOLK▲ Ma senti… ▼LEICESTER▲ Ribelle del soglio!… ▼NORFOLK▲ Soccorso a momenti… ▼LEICESTER▲ Nol curo, nol voglio Orrore mi fa! ▼NORFOLK▲ Al fato crudele soccombi, infelice, se troppo fedele quell’alma sarà. ▼LEICESTER▲ Il fato crudele può farmi infelice ma sempre fedele quest’alma sarà. (I due guastatori, avendo diroccato il muro della porta, s’inoltrano nella medesima, indi escono e si ritirano in dove son venuti. Nell’atto che Norfolk vuol far premure a Leicester, si sentono stridere i cardini dell’altra porta nella sommità della scala, da cui discende Elisabetta, preceduta da una guardia che reca una face. Norfolk, scorgendo la regina, timoroso a tal vista, è in atto di partire, ma, cangiando pensiero, si cela dietro ad un pilastro in corta distanza dell’ingresso aperto poco prima, sul cui limitare si mostrano Enrico e Matilde. L’oscurità nel luogo del fondo non fa distinguerli da Norfolk nè dagli altri. Leicester, meravigliato in vedere la sovrana, rimane confuso mentre ella scende. La guardia, dopo aver posato la face, si ritira al cenno d’Elisabetta) Recitativo, Aria e Rondo finale ▼LEICESTER▲ (Prostrandosi) Tu, regina!… deh! come… ▼ELISABETTA▲ Taci. ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Io tremo… Che mai sarà. ▼MATILDE▲ (Sotto voce ad Enrico) Cielo! Ella stessa! ▼ENRICO▲ (Come sopra a Matilde) Il piede non inoltrar. ▼MATILDE▲ (Come sopra, vedendo Norfolk) Costui perchè celato? ▼ENRICO▲ Udiam; t’accheta omai. ▼ELISABETTA▲ (Giunta al basso) Misero ascolta. Ecco l’ultima volta che ti è dato di vedermi. A’ danni tuoi favellaron le leggi, e i grandi a morte ti condannaron già. La tua regina approva la sentenza Elisabetta far non lo potria. (Accennando la scala) Per quella ignota via ella t’offre uno scampo; va’, t’affretta; la regina or non v’è, ma Elisabetta. ▼LEICESTER▲ Oh eccelsa donna!… Amore mi fece reo, ma non ribelle al trono. S’io m’involassi alla mia pena, il mondo tale mi crederia. Lascia ch’io pera. Mostrati generosa a Enrico, alla mia sposa; li salva; altro non bramo. ▼ELISABETTA▲ Un impossibil chiedi. L’empio Norfolk che ti accusò… ▼LEICESTER▲ Che dici! Norfolk! ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Oh ciel! ▼ELISABETTA▲ Matilde e suo germano al cospetto de’ grandi, nomò complici tuoi contro lo stato. ▼LEICESTER▲ Norfolk! ▼ELISABETTA▲ Scellerato tardi il conobbi; ognuno tacea. Punirlo volli di sua finta amistade, e ognuno di qual tempra è quel cor mi fe’ palese. ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Ohimè! ▼LEICESTER▲ Che mai tanta perfidia intese! Ah! Regina, al riparo. Il traditore qui poc’anzi sen venne; a me fingea fida amistà; volea farmi capo della plebe. ▼ELISABETTA▲ Oh Dio! ▼NORFOLK▲ (Fra sè) Ah! perduto son io! ▼LEICESTER▲ Deh! Corri! ▼MATILDE▲ (Ad Enrico accennando Norfolk) Mira! ▼ENRICO▲ (Vedendolo posar la mano sull'elsa della spada) Ei stringe il brando. ▼ELISABETTA▲ (Dopo aver pensato) L’empio si preverrà. (In atto di scendere la scala) ▼NORFOLK▲ (Avventandosi colla spada ad Elisabetta) Ma pria la morte avrai. ▼ELISABETTA▲ Cielo!… ▼ENRICO, MATILDE▲ Fermati!… ▼NORFOLK▲ Ohimè!… ▼LEICESTER▲ Mostro! che fai! (Enrico e Matilde disarmano Norfolk; Enrico gli pone al petto la punta della spada, afferrandogli il braccio destro; Matilde gli afferra il braccio sinistro; Leicester si para d’innanzi ad Elisabetta) ▼ELISABETTA▲ Olà, Guglielmo!… ▼LEICESTER▲ Guardie!… (Guglielmo e guardie entrano con faci, dalla scala) ▼GUGLIELMO▲ Mia sovrana… ▼ENRICO, MATILDE▲ Vivi, o regina! ▼LEICESTER▲ Vivi, e vivi al regno. ▼NORFOLK▲ Oh destin! ▼ENRICO, MATILDE▲ Traditor! ▼LEICESTER▲ Barbaro! ▼ELISABETTA▲ Indegno! Fellon la pena avrai dovuta a tanto eccesso. Dove s’intese mai pių scellerato cor! S’aggravi di ritorte; vada l’iniquo a morte; terribil fia lo scempio d’un empio traditor. (Norfolk è condotto dalle guardie nel fondo del carcere) ▼ENRICO, MATILDE▲ Deh! calmati. ▼LEICESTER, GUGLIELMO▲ Respira. ▼A QUATTRO▲ E il ciel pietoso ammira de’ regi difensor. ▼ELISABETTA▲ Bell’alme generose, a questo sen venite. Vivete, omai gioite; siate felici ognor. (Dopo aver abbracciato Matilde ed Enrico, li fa avvicinare a Leicester) ▼A QUATTRO▲ (Ad Elisabetta) Oh grande! ▼CORO▲ (Di dentro) Leicester! ▼A CINQUE▲ Quai grida! ▼CORO▲ (Di dentro) Vederlo vogliamo morire al suo piè. (Vedonsi spalancare le porte del carcere. Entra il coro, di soldati e popolo) ▼LEICESTER▲ Audaci! rispetto, frenate… ▼ELISABETTA▲ (Alle guardie che vogliono opporsi alla moltitudine) Fermate… Sė tenero affetto punibil non è. ▼CORO▲ (Prostrandosi) La regina!… A’ piedi tuoi imploriam pietà, perdono… ▼ELISABETTA▲ Ecco il duce il rendo a voi, rendo al trono il difensore. ▼CORO▲ Viva Elisabetta! L’eroina, lo splendor di nostra età. ▼ELISABETTA▲ (Fra sè) Fuggi amor da questo seno, non turbar pių il viver mio. Altri affetti non vogl’io che la gloria e la pietà. ▼CORO▲ Viva Elisabetta, ecc. ATTO SECONDO Escena Prima (Appartamenti. Entrano Elisabetta e Guglielmo) ELISABETTA Dov’è Matilde? GUGLIELMO (Accennando ad un degl’ingressi) Attende colà i tuoi cenni. ELISABETTA A me si guidi e poi venga Leicester. GUGLIELMO Di pietà potresti? Ah! si, pietade è in te… ELISABETTA Vanne intendesti? (Guglielmo entra dov’è Matilde. Matilde entra con guardie. Al cenno d’Elisabetta le guardie si ritirano) T’inoltra. In me tu vedi il tuo giudice, o donna. MATILDE Ho un cor bastante per ascoltare, intrepida, il mio fato. ELISABETTA Vuole ragion di stato, che tu, nemica mia, che il tuo germano, che un vassallo sleale sopra palco ferale d’un’odiosa trama la pena abbiate. Ma pietà favella d’Elisabetta in sen. Scrivi. Rinunzia ad ogni diritto tuo di Leicester sul cor. Così da morte vi potrete sottrar… (Matilde freme) Cedi alla sorte. MATILDE Ah! più d’ogni supplizio è questa tua pietade. ELISABETTA Non cimentar la tolleranza mia. Siedi, scrivi, rinunzia. MATILDE Invan… ELISABETTA Custodi… MATILDE Ah! senti… ELISABETTA Scrivi. MATILDE Sfoga sol contro me tutti gli sdegni tuoi; ma il consorte, il germano… ELISABETTA Scriver non vuoi? Pensa che sol per poco sospendo l’ira mia; quanto pių tardi fia, pių fiera scoppierà. MATILDE Salva il germano, lo sposo, s’è ver che giusta sei; puo’ troncar i giorni miei te’l chiedo per pietà. ELISABETTA Resisti ancora? MATILDE Oh Dio! ELISABETTA Rinunzia! MATILDE Invan! ferma! oh Dio! Ti mova il pianto mio. ELISABETTA Non bastan quelle lagrime a impietosirmi il cor. MATILDE Vorrei stemprarti in lagrime, mio desolato cor. (Elisabetta con gesto imperioso accenna a Matilde di sedere al tavolino e di scrivere. Matilde tremante si accosta, siede, pensa e si alza per retrocedere; Elisabetta è in atto di chiamare le guardie; Matilde la trattiene, e si pone a scrivere; in questo comparisce sull’ingresso Leicester non veduto dalle due donne) LEICESTER (Fra sè) Misero me!… La sposa dolente ed affannosa! (Forte) Che mai sarà quel foglio? S’accresce il mio penar. MATILDE (Fra sè) Qual è il dolor che uccide, s’io reggo al mio dolor? (Elisabetta vede Leicester) ELISABETTA Debitor le sei di vita; leggi, o duce, e poi l’imita. Dell’error, del tradimento pentimento io voglio in te. MATILDE (Fra sè, mentre Leicester va al tavolino e legge) Tremo. LEICESTER Oh ciel! A TRE (Fra sè) L’avverso mio destino si fiero io non credei. Quanto crudel tu sei! Quanto mi costi amor! LEICESTER (A Matilde) Sconsigliata, che facesti! (Ad Elisabetta) Ah! comprendo in lei sapesti violentar l’amor, la fè. Ma t’inganni… MATILDE Odi… LEICESTER No! ELISABETTA Rifletti… LEICESTER No! A tal prezzo non voglio… ELISABETTA Trema… LEICESTER …conservare il viver mio. MATILDE Costanza! LEICESTER Serbo un cor che vil non è. (Lacera il foglio) ELISABETTA (Alle guardia) Olà! Ah! Fra poco, in faccia a morte cesserà cotanto orgoglio, ed allor quell’alma forte fia costretta a vacillar. LEICESTER Quell’ardir che in faccia a morte ti difese e vita e soglio, serberà quest’alma forte, non avvezza a vacillar. MATILDE Ah! s’affretti pur la morte, affrontarla io deggio e voglio; non sarà quest’alma forte più ridotta a vacillar. (Leicester e Matilde partono, scortati dalle guardie) Recitativo GUGLIELMO Chiede Norfolk a te l’accesso. ELISABETTA Oh indegno! Va’, digli che al suo labbro debbo gli affanni miei; digli che in premio di sua finta amistade verso d’un infelice, ancorche infido, disgombri al nuovo sol da questo lido. (Parte) GUGLIELMO Oh giusto cielo! Alfine il vero non trovo inciampo onde giungere al trono è alfin palese quel doppio cor, d’iniquità ricetto… Il regio cenno ad eseguir m’affretto. (Parte) Scena Seconda (Atrio contiguo al carcere) POPOLO Qui soffermiamo il piè… Il tetro asil quest’è dove un barbaro fato condannó chi la patria salvó da fiera sorte. SOLDATI Miseri noi! chi sa se involarsi potrà il nostro duce amato a tant’orror? Forse colpa d’amor lo spinge a morte. TUTTI Qui soffermiamo il piè, ecc. (Il popolo ed i soldati si avvicinano al’'ingresso delle carceri. Entra Norfolk) NORFOLK (Fra sè) Che intesi!… Oh annunzio!… Questa è la merce’ ch’io merto?… Anche fra lacci mi nuocerà costui!… Norfolk, che pensi? L’ingiusto esilio sopportar potrai? Come a tanto rosso resisterai? SOLDATI Oh nostro duce amato! NORFOLK (Fra sè) Duce!… Ah! comprendo appien… POPOLO Barbaro fato! NORFOLK (Fra sè) Qui si compiange il mio nemico, tutto congiura a’ danni miei… Che risolvo?… Oh vendetta, col manto di pietà ti copri. All’arte! (Forte) Amici, io vengo a parte d’un coì giusto affanno. E sarà vero che il prode salvatore della patria perir debba cosi? Lo soffrirem? CORO Non mai. NORFOLK Ebben, m’udite. Assai può giovarvi Norfolk. Già cade il sole al prigionier men vo. Se non poss’io sottrarlo a’ ceppi suoi fra brev’istanti, del carcere l’accesso vi schiuderete, amici, colla forza e il valor. CORO Signor, che dici! Mancar di fede al trono saria cotanto ardir. NORFOLK Ah! troppo ignora del duce sventurato Elisabetta il cor; lo crede reo di lesa maestà, mentre quel core colpevole non è lo scusa amore. Deh! Troncate i ceppi suoi; deh! serbate a Elisa, al regno il pių grande fra gli eroi, il pių degno di pietà. CORO Or ci guida. Ogni alma fida pronta aita lui a darà. NORFOLK (Fra sè) Vendicar saprò l’offesa; di furor questa alma accesa quell’ingrata punirà. CORO Or ci guida, ecc. NORFOLK Non ha core chi non sente la possanza d’amistà. CORO Non ha core, ecc. (Il popolo ed i soldati partono seguendo Norfolk) Scena Terza (Interno di un ampio carcere a volte, rischiarato in parte da un lampione; scala a sinistra, che conduce ad una chiusa porta nell'alto; altra piccola porta murata in fondo, che a suo tempo vien diroccata; ingresso comune da un lato) Aria LEICESTER Della cieca fortuna un triste esempio, lasso! in me trovo. In questo giorno il sole, testimonio di gloria, sorgeva a rischiarar la mia vittoria. Tramonta appena il sole, e in lutto per me si cangia il tutto. (Siede) Ma d’uopo han di conforto dopo lungo vegliar, le stanche membra, e, mio malgrado, al sonno sento che gli occhi miei regger non ponno. (Si addormenta e parla in sogno) Sposa amata… respira… Cessan gli affanni nostri… E il ciel placato… Tergi quel pianto ormai… Idolo del mio cor… penammo assai… Deh! sposa… ascolta… non fuggir… T’arresta. (Si sveglia e si alza ad un tratto) Ohimè!… dove son io?… larva fu questa. Fallace fu il contento, certa è la mia sciagura. Immerso, oh Dio! mi sento nel primo affanno il cor. Saziati, o sorte irata Apriti o terra, e invola quest’alma desolata a tanto suo dolor. E l’adorata sposa, e l’innocente Enrico per sopportar si fiera perir dovranno!… Oh Dio! immagine d’orrore, converria di macigno avere il core. Recitativo e Duetto (Norfolk entra con due guastatori) NORFOLK Amico… LEICESTER Ciel!… ti scosta. NORFOLK Così m’accogli! LEICESTER Pria di venire al mio sen, dimmi, non deggio il presente mio stato al tradimento tuo? NORFOLK Che parli? Ingrato! Mi conosci sì poco? Eccoti il ferro Vibralo in me, se vuoi, ma l’onor mio così non oltraggiar. LEICESTER Ma Elisabetta… NORFOLK Scoperse il ver, nè so dir come. A lei diressi i preghi miei. Che non feci e non dissi onde quel core impietosir per te? Vana speranza! Voglio salvarti, felice io voglio farti e ad ogni costo. LEICESTER Come? NORFOLK Odi… Ma pria mira colà. Matilde e il suo german divide da te quel chiuso varco. LEICESTER Oh ciel! NORFOLK (A' guastatori, che si accingono ad atterrare il muro della piccola porta nel fondo) Quanto vi dissi, s'eseguisca. (A Leicester) Fra poco stringerli al sen potrai. LEICESTER Oh generoso! Oh degno… NORFOLK Del tradimento mio sia questo un segno. LEICESTER Deh! scusa i trasporti d’un misero oppresso; errai, lo confesso; pentito son già. NORFOLK (Fra sè) Costui di vendetta mi schiude la via; poi vittima sia; estinto cadrà. LEICESTER Non parli? NORFOLK L’offesa a te perdona quest’anima accesa di pura amistà. A DUE Ritorna al mio seno, confortati/confortami appieno; felice ti/mi renda la mia/tua fedeltà. NORFOLK Unita alle schiere, la plebe dolente, attorno fremente scorrendo sen va. LEICESTER Che narri!… E pretende? NORFOLK Troncar tue ritorte. Suo duce ti attende… LEICESTER Che ascolto! NORFOLK La sorte per te cangerà. LEICESTER Non sia! Va… NORFOLK Ma senti… LEICESTER Ribelle del soglio!… NORFOLK Soccorso a momenti… LEICESTER Nol curo, nol voglio Orrore mi fa! NORFOLK Al fato crudele soccombi, infelice, se troppo fedele quell’alma sarà. LEICESTER Il fato crudele può farmi infelice ma sempre fedele quest’alma sarà. (I due guastatori, avendo diroccato il muro della porta, s’inoltrano nella medesima, indi escono e si ritirano in dove son venuti. Nell’atto che Norfolk vuol far premure a Leicester, si sentono stridere i cardini dell’altra porta nella sommità della scala, da cui discende Elisabetta, preceduta da una guardia che reca una face. Norfolk, scorgendo la regina, timoroso a tal vista, è in atto di partire, ma, cangiando pensiero, si cela dietro ad un pilastro in corta distanza dell’ingresso aperto poco prima, sul cui limitare si mostrano Enrico e Matilde. L’oscurità nel luogo del fondo non fa distinguerli da Norfolk nè dagli altri. Leicester, meravigliato in vedere la sovrana, rimane confuso mentre ella scende. La guardia, dopo aver posato la face, si ritira al cenno d’Elisabetta) Recitativo, Aria e Rondo finale LEICESTER (Prostrandosi) Tu, regina!… deh! come… ELISABETTA Taci. NORFOLK (Fra sè) Io tremo… Che mai sarà. MATILDE (Sotto voce ad Enrico) Cielo! Ella stessa! ENRICO (Come sopra a Matilde) Il piede non inoltrar. MATILDE (Come sopra, vedendo Norfolk) Costui perchè celato? ENRICO Udiam; t’accheta omai. ELISABETTA (Giunta al basso) Misero ascolta. Ecco l’ultima volta che ti è dato di vedermi. A’ danni tuoi favellaron le leggi, e i grandi a morte ti condannaron già. La tua regina approva la sentenza Elisabetta far non lo potria. (Accennando la scala) Per quella ignota via ella t’offre uno scampo; va’, t’affretta; la regina or non v’è, ma Elisabetta. LEICESTER Oh eccelsa donna!… Amore mi fece reo, ma non ribelle al trono. S’io m’involassi alla mia pena, il mondo tale mi crederia. Lascia ch’io pera. Mostrati generosa a Enrico, alla mia sposa; li salva; altro non bramo. ELISABETTA Un impossibil chiedi. L’empio Norfolk che ti accusò… LEICESTER Che dici! Norfolk! NORFOLK (Fra sè) Oh ciel! ELISABETTA Matilde e suo germano al cospetto de’ grandi, nomò complici tuoi contro lo stato. LEICESTER Norfolk! ELISABETTA Scellerato tardi il conobbi; ognuno tacea. Punirlo volli di sua finta amistade, e ognuno di qual tempra è quel cor mi fe’ palese. NORFOLK (Fra sè) Ohimè! LEICESTER Che mai tanta perfidia intese! Ah! Regina, al riparo. Il traditore qui poc’anzi sen venne; a me fingea fida amistà; volea farmi capo della plebe. ELISABETTA Oh Dio! NORFOLK (Fra sè) Ah! perduto son io! LEICESTER Deh! Corri! MATILDE (Ad Enrico accennando Norfolk) Mira! ENRICO (Vedendolo posar la mano sull'elsa della spada) Ei stringe il brando. ELISABETTA (Dopo aver pensato) L’empio si preverrà. (In atto di scendere la scala) NORFOLK (Avventandosi colla spada ad Elisabetta) Ma pria la morte avrai. ELISABETTA Cielo!… ENRICO, MATILDE Fermati!… NORFOLK Ohimè!… LEICESTER Mostro! che fai! (Enrico e Matilde disarmano Norfolk; Enrico gli pone al petto la punta della spada, afferrandogli il braccio destro; Matilde gli afferra il braccio sinistro; Leicester si para d’innanzi ad Elisabetta) ELISABETTA Olà, Guglielmo!… LEICESTER Guardie!… (Guglielmo e guardie entrano con faci, dalla scala) GUGLIELMO Mia sovrana… ENRICO, MATILDE Vivi, o regina! LEICESTER Vivi, e vivi al regno. NORFOLK Oh destin! ENRICO, MATILDE Traditor! LEICESTER Barbaro! ELISABETTA Indegno! Fellon la pena avrai dovuta a tanto eccesso. Dove s’intese mai pių scellerato cor! S’aggravi di ritorte; vada l’iniquo a morte; terribil fia lo scempio d’un empio traditor. (Norfolk è condotto dalle guardie nel fondo del carcere) ENRICO, MATILDE Deh! calmati. LEICESTER, GUGLIELMO Respira. A QUATTRO E il ciel pietoso ammira de’ regi difensor. ELISABETTA Bell’alme generose, a questo sen venite. Vivete, omai gioite; siate felici ognor. (Dopo aver abbracciato Matilde ed Enrico, li fa avvicinare a Leicester) A QUATTRO (Ad Elisabetta) Oh grande! CORO (Di dentro) Leicester! A CINQUE Quai grida! CORO (Di dentro) Vederlo vogliamo morire al suo piè. (Vedonsi spalancare le porte del carcere. Entra il coro, di soldati e popolo) LEICESTER Audaci! rispetto, frenate… ELISABETTA (Alle guardie che vogliono opporsi alla moltitudine) Fermate… Sė tenero affetto punibil non è. CORO (Prostrandosi) La regina!… A’ piedi tuoi imploriam pietà, perdono… ELISABETTA Ecco il duce il rendo a voi, rendo al trono il difensore. CORO Viva Elisabetta! L’eroina, lo splendor di nostra età. ELISABETTA (Fra sè) Fuggi amor da questo seno, non turbar pių il viver mio. Altri affetti non vogl’io che la gloria e la pietà. CORO Viva Elisabetta, ecc. Rossini,Gioachino/Elisabetta/II
https://w.atwiki.jp/arial/pages/57.html
#blognavi 箱よこせーー><!(マテ ということで、がっついてます(マテ 先日、Sタイツが出てうはうはしておりますが、調子に乗って GD2Fも30分の巡回コース。 例によってコレがでると他でないんだよなーとか思ってると、 きました! (どうも、通りかかる前に魔剣がいたらしい。) (今日のGDはトレイン狩り&BOTくんががんばってたので湧きがすごかったのです。) (そのせいかも・・・) わぁ2個目がきてるぅぅぅ。 その後しっかり魔剣に轢かれましたよ_| ̄|○ 自力で取った箱は最近開けるようにしてるんですが、 結果はこれ、このとーり_| ̄|○ これはこれでですぎですよね。後が怖いー。 カテゴリ [RO日記] - trackback- 2005年04月09日 23 25 00 #blognavi
https://w.atwiki.jp/aoeror/pages/39.html
どんな人? 武闘派?(謎 ぁぉぇについて 得意文明:ミノア、弓文明全般 得意兵科:弓兵 得意戦術:? 好んで使うユニット:弓兵 進化:B++ 内政:A 戦闘操作:A 攻撃戦:A 防衛戦:B 意外性:S 弓兵よく使ってる人。 というか意外性No1(ぁ いつの間にか弓兵大量に出してたり、鉄入りして援護に来たり。 引き篭ってて攻撃時期逃してることがあったりなかったり。
https://w.atwiki.jp/osiris/pages/26.html
■ FAM 「OSIRIS」とは ■ MMORPG「ユグドラシル」ミッドガルズ鯖にて活動。 ギルド『OBELISK』を統括する筆頭FAMです。