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【登録タグ IA R VOCALOID wellger yabame 曲】 作詞:yabame 作曲:yabame 編曲:yabame 唄:IA(調声 wellger) 曲紹介 孤独の処刑者編第二話 悪魔の膜は破れた。 「貴方のことは絶対に忘れない」と少女が呟く。 終末の時、人々は生を求め宴を行う。 「ずっと貴方を待っています」とまた少女が呟いた。 ユニット・グアニル酸のVOCALOID処女作。 歌詞 (piaproより転載) 日傘 忘却曲線 脳内消シ護謨 神経衰弱 未練ト廃レタ廃墟ニ生ケタ大天人菊 Ride on! 未知ナル蘇生死体ノ感染拡大 螺旋ヲ描イタ血肉ト琴線 漆黒ノ連打纏ツタ劣等生 Ride on! 荒ンダ現状グルグルツテ 壊レタ信号返事ハ無クテ 転ンダ喉頭天使ハ果テテ 綴ツタ開幕薄ツペラクテ 見慣レタ面子ト歪ンダ念動 買ワレタ顰蹙 腐レタ鉄橋 群ガル劣等 視界ハ良好 終末 崖 踊ツテ R Fascia 継承 乱戦 量子実在論争 R Fascia 感傷 形骸 show薬 骸 彌 R Fascia 天下ノ審判 冥界 黄昏候 R Fascia 地獄 時ノ羅 回廊 月面ニ映ル穢レタ血ト 黒ズンデ張リ詰メタ地ベタ 焼キ付イタ身体二沈ンデ往ク 魔ノ彗星ヘ Ah_____ 銀嶺 遊星 傀儡 抜ケバ魂散ル堕天ノ刃 一切合切 χ 再臨界 χ 破壊者 bReak down! 弦ヲ震ワス楽園ノ真実 残響 深淵 帰ラヌ悪魔 雑踏ノ園デ紅蓮ニ燃エテ朽チル天竺牡丹 bReak down! 牙狼ノ咆哮水面ヲ揺ラシ 隻翼ノ鳥モ最後ハ足掻キ 星ヲ呪ッテハ故郷ヲ愛シ 孤高ノ戦士の嘆キト錻 五月雨幻想 停滞現象 暁灯篭 墜落辺獄 紅喧噪 虚構摩天楼 開眼我ト狂ッテ 暗闇ガ照ラス蒼空ニ堕チル 押セヌ暖簾ヲ文殊ハ不能 解ケヌ鎖ヨ賭ケル虎狼ト 掛ケジヤ袖ヲ唯ダ有明ノ 向コウハ向カヌ赫目ト詠唱 R Fascia 欺瞞ト無念ノ交錯ヨ暴威ノ行使ヨ R Fascia 十面相 無垢 猛禽類 噛ムカ 妄 R Fascia 幻影 摩耗 牙ヲ剥ケ視神経 颯爽 R Fascia 響ケ魑 崇高 正解ノ淵ニ楯突ク騎士 禁断ノ果実サエモ熟レタ 鍵付イタ闔ニ佇ンデイル 起死回生ヘ Ah_____ 再生期 晩年ニ 研鑽シ 楽観視 禁令シ 不可算ナ 殺人鬼 不死 創世記 散々ニ 断末魔 窒息死 反教徒 感電シ 発症時 月光 前線ヘ 出向コウゾ 熱帯林 牽制球 老邑楽 火星人 日食ト 深夜 冷徹ヨ 連想銃 偽善者 舞踏会 瞑想シ 統一心 真夜サ 連合 R Fascia… R Fascia… R Fascia… R Fascia… 敬遠ニ溺レル焔ノ人 フラツイテ辿リ着イタ墓場 隠サレタ瞳ニ映ッテイル… R Fascia 一閃 開闢改革 久遠ノ暁闇 R Fascia 紫苑ノ絶倫ナル先見ノ明 R Fascia 東雲 断罪 蒼穹 村雨 転生 R Fascia 蛮勇 白虎ノ破砕ト竜王 慟哭ニ犇メク輪廻ノ火ヨ 雷鳴ハ玲瓏ノ如クサ 軋轢ニ流レル羅刹ノ鎌 舞ノ英雄ヘ 朱ノ灼熱ヘ 彼ノ覚醒ヘ Ah_____ コメント 名前 コメント
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2011/03/11 10 41/ edit this_page tags (JavaScript Webプログラミング) JavaScript LiveScript Netscape Navigator 2.0 (Netscape Communications) 1995 JavaScript 1996 Internet Explorer 3.0に搭載 1997 通信に関する標準を策定する国際団体EcmaインターナショナルによってJavaScriptの中核的な仕様がECMAScriptとして標準化 page top/ edit this page 目次 未分類 プログラミングリファレンス JavaScriptWeb Tools Tutorials実行 実行キュー 関数型プログラミング言語として Scope Closure tmp ひとめぐり サンプル 実装 DOM page top/ edit this page 未分類 Standard ECMA-262 ECMAScript Language Specification 5th edition (December 2009)ECMAScript Language Specification (3rd edition, December 1999) の邦訳 ECMAScript ウィキペディア プログラミング Firefoxの「ツール」→「エラーコンソール」で実行できる。 FirefoxのFirebugの「コンソール」で実行できる。 Aptanaで実行できる。 JavaScriptの()無し関数はやっぱりポインタ(f() → f)。 リファレンス MDN JavaScript Standard ECMA-262 ECMAScript Language Specification 5th edition (December 2009) MDN とほほのJavaScriptリファレンス JavaScriptリファレンス - JavaScriptist 一撃必殺JavaScript日本語リファレンス page top/ edit this page JavaScript EfficientJavaScript - Dev.Opera - 効率的な JavaScript JavaScriptの巧い書き方 JavaScript を学ぶ際に一番重要なのに、誤解されがちな setTimeout 系の概念 JavaScriptの実行キューのお勉強 javascriptは本当にシングルスレッドで実行されているけれど起こるsetTimeout/prompt現象 page top/ edit this page # Web Tools JS Bin JavaScriptオンラインエディタ JSLint The JavaScript Code Quality Tool page top/ edit this page Tutorials jQueryの基礎 実行 DOMの構築が済んだタイミングで実行する(画像の読み込みは終了していない)。 jQuery(document).ready(function(){ // jQuery or JavaScript のコード }); または、 $(document).ready(function(){ // jQuery or JavaScript のコード }); または、 $(function(){ // jQuery or JavaScript のコード }); jQuery関数($関数)は何度書いてもよい。 onLoadと同じタイミング(画像の読み込みを含めて全て終了後)に実行する場合。 $(window).load(function() { // jQuery or JavaScript のコード }); 実行キュー JavaScript を学ぶ際に一番重要なのに、誤解されがちな setTimeout 系の概念 IT戦記 JavaScriptのタイマー処理 setTimeoutとその活用 (function(){})() と function(){}() page top/ edit this page 関数型プログラミング言語として JavaScript の function は lambda かもしれない。 Functional Javascript エレガントな JavaScript を作成するための関数型プログラミングの使用 JavaScriptの巧い書き方 (名前空間) 24 wyas (名前空間) そろそろきっちりJavaScript マイコミジャーナル (関数リテラル/オブジェクト/prototypeチェーン/prototype.jsを読む) page top/ edit this page Scope JavaScript の変数とスコープ JavaScript のスコープに変数を動的に追加する JavaScriptクロージャを完全理解!スコープチェインを知る(前編) JavaScript でブロックスコープを実現する JavaScriptでthisスコープをコントロールする JavaScript のブロックスコープと名前空間 page top/ edit this page Closure JavaScript Closures 101- they're not magic 猿でもわかるクロージャ超入門 まとめ page top/ edit this page tmp prototype.jsを読む(1) Firebugクックブック #1 Firefox 3とFirebugで始めるJavaScript開発 Firebug page top/ edit this page ひとめぐり プログラマのためのJavaScript 初心者でも使えてプログラマでも困惑するJavaScript page top/ edit this page サンプル 新JavaScript例文辞典 JavaScriptテクニックブック page top/ edit this page 実装 JavaScriptは何で動くのか? 各Webブラウザ +SpiderMonkey… What is SpiderMonkey? SpiderMonkey とは何か? SpiderMonkey は Mozilla の C による JavaScript 実装につけられたコードネームである。 +jslib… jslibs (SpiderMonkeyの拡張?) standalone JavaScript development runtime environment with general purpose native libraries +Rhino… Rhino JavaScript for Java Rhino はすべてが Java で記述された JavaScript のオープンソースな実装です。それは一般的には、Java アプリケーション環境へ組み込まれて、エンドユーザーによるスクリプトの記述が可能になります。J2SE 6 ではデフォルトの Java スクリプティングエンジンとして組み込まれています。 もっともお手軽な対話的JavaScript処理系 page top/ edit this page DOM The DOM and JavaScript - MDN JavaScript DOM リファレンス 文書オブジェクトモデル(DOM)第1水準 仕様書 Version 1.0. The DOM and JavaScript DOMから始めるJavaScriptモダン・スクリプティング JavaScriptでDOMを使う――オブジェクト指向入門の入門 page top/ edit this page { 2011/03/11 10 41/ edit this_page tags (JavaScript Webプログラミング)
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* |Niger-Congo languages|Atlantic-Congo languages|Volta-Congo languages|Benue-Congo languages|Plateau languages| 言語類型 現用言語 使用文字 type living language writing system ISO 639-3 【cen】 言語名別称 alternate names Chen 方言名 dialect names 参考文献 references WEB ISO 639-3 Registration Authority - SIL International Ethnologue
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ATTO PRIMO SCENA PRIMA Spiaggia di mare in vicinanza di Caldora. Sul dinanzi della scena si vede un antico Romitorio, ricetto di un Solitario. All alzar del sipario è già cominciata un orrenda tempesta. Vedesi una nave in grave pericolo, sbattuta qua e là dai venti e dai flutti. La riva egli scogli sono pieni di pescatori, che si sforzano di soccorrere i miseri vicini a naufragare. Il Solitario gli incoraggisce. A poco a poco tutto il luogo si copre di popolo. La tempesta è al suo colmo. DONNE Ciel! qual procella orribile Terra sconvolge, e mar! I miseri a salvar Vana è ogni cura. SOLITARIO Non disperate, o figli, Non son perduti ancor V ha un Nume protettor Della sventura. UOMINI Urta la nave... dagli scogli DONNE Ahi! miseri! UOMINI Pere ciascun... DONNE Che orror! SOLITARIO Lassi! preghiam per lor. Preghiamo amici. TUTTI Nume, che imperi ai turbini, Che affreni i venti; il mar, Deh! non abbandonar Quegl infelici. UOMINI Lo schifo, lo schifo. Coraggio! costanza! Al vento resiste... s innoltra, si avanza... Evita gli scogli... contrasta coll onde... Si appressa alle sponde... più rischio non v ha. SOLITARIO e DONNE Al Nume clemente - sien grazie rendute Di loro salute - di tanta bontà! TUTTI Notizia del caso - si rechi a Caldora. Accorra al riparo - la nobil signora. Ospizio conforto - nel proprio castello Ai lassi stranieri - cortese darà. Un giorno felice - estimo sol quello, Che puote dar prova - di nuova pietà. SCENA SECONDA I cori partono frettolosi; intanto vengono dalle rive i naufraghi salvati dai pescatori. Gualtiero sostenuto da Itulbo è in mezzo a loro il Solitario accorre ad essi con sommo interessamento. GUALTIERO Io vivo ancor! A me nemici io trovo Fin gli elementi. SOLITARIO (Oh ciel! qual voce!). ITULBO (Ah! taci; Frenati per pietà... Tradir ti vuoi?). GUALTIERO In qual lido giungemmo? Ove siam noi? SOLITARIO (Ah! è desso!) In seno amico, Sventurato, sei tu. GUALTIERO Quai detti! ITULBO (Io tremo!). SOLITARIO Ah! Gualtiero! GUALTIERO Goffredo! SOLITARIO Al sen ti premo. GUALTIERO Oh! mio secondo padre, Mio saggio istitutor, tu in queste spoglie? In sì povero tetto? SOLITARIO Ah! te perduto, Ogni bene io perdei... qui tristo, e solo A pianger vivo la tua morta fama, La tua vergogna, e la tua casa in fondo. E tu?... GUALTIERO Di mia vendetta ho pieno il mondo... Ma indarno. Il vile Ernesto, Il mio persecutor, vive, ed esulta Dell ingiusto mio bando, e di mie pene... Ma dì... Che fa Imogene? Mi è fida ancora? E d ogni nodo è sciolta? SOLITARIO Lasso! e pur pensi?... GUALTIERO A lei soltanto... Ascolta. Nel furor delle tempeste, Nelle stragi del pirata, Quella immagine adorata Si presenta al mio pensier, Come un angelo celeste, Di virtude consiglier. Piango allora in mezzo all ira, Pace ai vinti allor concedo, E onorato ancor mi credo Capitano e cavalier... Se Imogene non m inspira, Sono un mostro, un masnadier. SOLITARIO Infelice! ed or che speri? GUALTIERO Nulla io spero... Ed amo, e peno. Ma l orror de miei pensieri Questo amor disgombra almeno. Egli è un raggio, che risplende Nelle tenebre del cor. La mia vita omai dipende Da Imogene, dall amor. SCENA TERZA Pescatori, che ritornano, e detti. CORO Del disastro di questi infelici Per noi conscia la nobil signora, Ella stessa ne vien da Caldora Le pietose tue cure a partir. SOLITARIO (Oh! periglio! ti affretta a seguirmi. Sei perduto, se a lei non ti ascondi). GUALTIERO Sì mutato chi mai può scoprirmi? SOLITARIO Ella al certo. GUALTIERO Chi è dessa?... rispondi. SOLITARIO Deh! nol chiedere. GUALTIERO Come? che dici? SOLITARIO Ti fia noto or ti è d uopo fuggir. SOLITARIO, ITULBO Vieni, fuggi... tu sei fra nemici. GUALTIERO Né poss io disfidarli, e morir! Per te di vane lagrime Mi nutro ancor, mio bene Speranza mi fa vivere Di possederti ancor. Se questo avessi a perdere Conforto in tante pene, Ah! non potrei più reggere, Vorrei la morte allor. SOLITARIO, ITULBO Deh! taci, incauto, e frenati; Non dar di te sospetto Mill occhi in te si affissano, Ti svela il tuo furor. CORO in disparte Donde sì cupi gemiti? Perché sì tristo aspetto? Quella, che tanto l agita, È smania, e non dolor. Il Solitario conduce Gualtiero nella sua abitazione. Indi ritorna ad Itulbo. SCENA QUARTA Solitario, Itulbo e Pirati. SOLITARIO Alla pietosa donna Itene incontro voi. Partono i Pescatori. Itulbo ritorna; il Solitario lo prende in disparte. SOLITARIO Grave periglio Vi minaccia, o stranier. Tutti in Caldora Per legge antica aver dovete albergo Un giorno almeno, e di Caldora il Duca È di Gualtiero il più crudel nemico. ITULBO Tutte dell odio antico Mi son palesi assai Le rie ragioni. SOLITARIO Ah! la più ria non sai. Estinto il re Manfredi, E Carlo vincitor, fuggìa proscritto L infelice Gualtier, lasciando in preda Al fiero Ernesto e all Angioine squadre La cara amante, e dell amante il padre. ITULBO Ah! delle sue sventure Fu questa la peggior. SOLITARIO Restò Imogene D ogni soccorso priva, all ire esposta Del signor di Caldora. Ogni sua speme Era posta in Gualtiero, e ai patrii lidi Ella fidava di vederlo un giorno. Ma corse fama intorno Che gloria, onor, dover posti in non cale, Condottier di Pirati Aragonesi Era fatto Gualtier... Deserta allora, Perduta ogni speranza... ITULBO Prosegui... SOLITARIO Ah! la duchessa a noi si avanza. A lei Gualtier si asconda. Io corro a lui... Tu cauto parla, e pensa Che ogni sospetto esser potria funesto. ITULBO In me riposa... (Ah! qual cimento è questo!). Il Solitario rientra nell abitazione. SCENA QUINTA Imogene, Adele, Damigelle e detti. Tutti le vanno incontro. IMOGENE Sorgete è in me dover quella pietade, Che al soccorso m invia degli stranieri, Che qui tragge a posar caso o tempesta Antica legge di Caldora è questa. Chi siete, o sventurati? Donde scioglieste? ITULBO La regal Messina Lasciammo ieri; ed a Palermo volte Eran le nostre vele. IMOGENE A Palermo! Ah! solcaste un mar crudele. Campo di orribil guerra, O stranieri, è quel mar. ITULBO (Cielo!). IMOGENE Vi occorse Di quei Pirati alcun? ITULBO Essi fur vinti, Spersi... distrutti... IMOGENE E il duce lor? ITULBO Il duce? (Qual mai richiesta?) È forse in ceppi, o spento. IMOGENE Spento!... ADELE Ah! che fai? ti frena. Allontanandola dai Pirati. IMOGENE (Oh! mio spavento!). Ad un cenno d’Adele i Pirati si di scostano. Imogene prende Adele in disparte. Lo sognai ferito, esangue, In deserta, ignuda, riva... Tutta intrisa del suo sangue, Da miei gridi il ciel feriva... Né una voce rispondea; L aura istessa, il mar tacea Era sorda la natura Al mio pianto, al mio dolor. ADELE (Cessa... deh!... scacciar procura Queste immagini d orror). CORO (Ella geme ignota cura L infelice affligge ognor). IMOGENE Quando a un tratto il mio consorte Mi si affaccia irato e bieco. Io, mi grida, il trassi a morte, E mi afferra, e tragge seco... Muta, oppressa, sbigottita, Lunge, lunge io son rapita... E mi seguita sui venti Un sospir di lui che muor... Quel sospiro io sento ancor. ADELE Vane larve tu paventi Calma, incauta, il tuo terror. ITULBO (Che intendea con quegli accenti? Qual sospetto io sento in cor!). IMOGENE Questo sogno o mia fedele, Avverato appien comprendo. GUALTIERO Cielo! è dessa! Si presenta dall abitazione del Solitario; ma questi lo ritira e lo astringe a rientrare. IMOGENE Oh Dio! che intendo? Qual mai gemito suonò? ITULBO Egli è un naufrago dolente... Egro, misero, demente... Cui fortuna, e il mar crudele D ogni bene dispogliò... IMOGENE Si soccorra... (Oh cara Adele! Qual tumulto in me destò!). Sventurata, anch io deliro, Tutta assorta in vano affetto Io ti vedo in ogni oggetto, O tormento del mio cor! Ah! sarai, finch io respiro, Al pensiero, al cor presente Ah! cagione eternamente Tu sarai del mio dolor. SOLITARIO, ADELE e CORO Al castel tranquilla riedi; Gli stranieri aita avranno. Tu lo vedi; il loro affanno Troppo affligge il tuo bel cor. Imogene parte col seguito. SCENA SESTA Loggia nel Castello di Caldora, che mette ai Giardini. È notte. Entrano i Pirati bevendo e abbandonandosi alla disordinata loro gioja. Sopraggiunge quindi Itulbo a frenarli. PIRATI Viva! viva!... Chi risponde? Ripetiamo... Viva! viva!... Pongono l orecchio l eco ripete gli evviva. Egli è il vento... il suon dell onde Che si frangon sulla riva... Alla gioja de pirati Prende parte e terra, e mar. Zitto, zitto, sconsigliati, Non ci stiamo a palesar. Ascoltate... alcun s appressa. Egli è Itulbo... prendi... senti... Vanno incontro a lui, e tumultuosamente gli offrono da bere. ITULBO Si avvicina la duchessa; Separatevi, imprudenti. CORO La duchessa. ITULBO Guai se viene Chi noi siamo a sospettar! CORO Guai, sì, guai! tacer conviene Bever tosto, e lungi andar. Versa... tocca... presto... presto... ITULBO Piano amici... CORO Un solo evviva. Chi risponde... Il vento è questo... L onda infranta in sulla riva... Alla gioja de pirati Prende parte e terra, e mar. ITULBO Sconsigliati! CORO Allegri, allegri! La bottiglia ci rintegri Di cotanto faticar. Si ritirano, e a poco a poco le loro voci si perdono in lontananza. SCENA SETTIMA Imogene, e Adele. IMOGENE Ebben? Incontrandola. ADELE Verrà. Lungi da suoi, sepolto In profondi pensieri, io lo rinvenni, E il tuo desir gli esposi. IMOGENE Ed ei ti disse? ADELE Nulla. In me gli occhi affisse Muto, perplesso; indi sull orme mie Mosse tacito sempre, e a passo lento. IMOGENE Vanne, e veglia qui presso ad ogni evento. Adele parte. SCENA OTTAVA Imogene, indi Gualtiero. IMOGENE Perché cotanta io prendo D uno stranier pietà? Mesto sul cuore Tuttor mi suona il gemer suo dolente. Eccolo. - Oh! come io tremo a lui presente! Gualtiero giunge infondo al teatro a passi lenti, e resta ravvolto nel suo mantello senza guardare Imogene. IMOGENE Stranier... la tua tristezza Nella gioja de tuoi, prova mi è certa, Che a te fortuna fu più cruda assai... Parla... Ti avrebbe mai Tutto rapito il mar? Poss io con l oro!... GUALTIERO Nulla... Il mondo per me non ha tesoro. IMOGENE Intendo... Hai tu nell onde Perduto forse un adorato oggetto, Un congiunto, un amico! Ah! non poss io Consolarti, o stranier... Io stessa, io stessa Inconsolabil vivo. GUALTIERO È ver, d ogni conforto il ciel m ha privo Sono orrendi i miei mali... IMOGENE Eppur sollievo Sperar puoi di tua famiglia in seno, Nel patrio suol... GUALTIERO Io!... son deserto in terra Famiglia, e patria empio destin mi ha tolto. IMOGENE (Si accresce il mio terror, se più l ascolto). Poiché d alcuna aita Giovarti non mi lice, addio... Se un giorno Fia che ti tragga degli altari al piede Il tuo dolor prega per me, che sono Più di te sventurata. per partire GUALTIERO appressandosi con violenza Odimi... arresta... Invan ricusi .. a me fuggir non puoi. IMOGENE Fuggirti non poss io?... Chi sei? che vuoi? GUALTIERO Ch io parli ancor? Voce suonava un giorno Che ognun potea scordar senza delitto, Fuor che tu sola... IMOGENE Oh! chi sei tu? favella... Rispondi per pietà... GUALTIERO Può la sventura Mutar di travagliato esule il volto Ad ogni sguardo, non a quel d amante, Nel di cui seno è impresso. Si scopre. IMOGENE Giusto cielo!... GUALTIERO Ah! Imogene! IMOGENE È desso! è desso! Si abbandona tremante nelle sue braccia, indi se ne allontana sbigottita. Tu sciagurato! Ah! fuggi... Questa d Ernesto è Corte. GUALTIERO Lo so... Ma tu distruggi Dubbio peggior di morte. Qui dove impera Ernesto Come sei tu? perché? IMOGENE Nodo fatal, funesto, A me l unisce... GUALTIERO Ah te!! No, non è ver nol credo... No, non mi fosti tolta. IMOGENE Misera me! GUALTIERO Che vedo? Piangi? Oh! furor! IMOGENE Mi ascolta. Il genitor cadente, In ria prigion languente, Perìa se al duca unirmi Io ricusava ancor... GUALTIERO Empia!... così tradirmi! IMOGENE Periva il genitor. A Due GUALTIERO Pietosa al padre! e meco Eri sì cruda intanto! Ed io deluso, e cieco Vivea per te soltanto! Mille soffria tormenti, L onde sfidava, i venti, Sol per vederti in seno Del mio persecutor, Perfida! ha colmo appieno De mali miei l orror. IMOGENE Ah! tu d un padre antico Tu non tremasti accanto Scudo al pugnal nemico Ei non avea che il pianto... I lunghi suoi tormenti Non furo a te presenti, Non lo vedesti pieno D affanno e di squallor... Non maledirmi almeno; Ti basti il mio dolor. Alcun s appressa... Ah! lasciami, Guai se tu fossi udito! GUALTIERO Or che tu m hai tradito, Nessun tremar mi fa. Escono le damigelle di Imogene col figlio suo. Essa lo vede, e grida atterrita. IMOGENE Ah!! figlio mio! GUALTIERO percosso Che ascolto? Scostati... Afferra il fanciullo e ne allontana Imogene. IMOGENE spaventata Oh ciel! GUALTIERO contemplandolo fremente Qual volto! Figlio è d Ernesto... La sua mano si arresta sul pugnale. IMOGENE Ah! è mio... È figlio mio... Pietà! Al grido d Imogene, Gualtiero si arresta perplesso, indi commosso le restituisce il figlio. GUALTIERO Bagnato dalle lagrime D un cor per te straziato, Lo rendo alle tue braccia, Lo dono al tuo dolor. Ti resti per memoria D un nodo sciagurato; Eterno sia rimprovero Del mio tradito amor. IMOGENE Non è la tua bell anima, Non è, Gualtier, cambiata... In queste dolci lagrime Io la ritrovo ancor. Deh! fa che pegno scorrano Ch io moia perdonata... Sian dono amaro ed ultimo D un infelice amor. Gualtiero si scioglie da lei, e rapidamente si allontana. SCENA NONA Imogene e damigelle, indi Adele. IMOGENE Grazie, pietoso ciel! grazie ti rende Il materno mio cor. Abbraccia il fan ciullo, indi lo rende alle damigelle. Ite... vegliate Sull innocente, e non ardisca alcuna, Se pur cara le sono, Rammentar quel che vide. Le damigelle partono col fanciullo odesi musica guerriera. Ahimè! qual suono? Che rechi, Adele? ADELE Inaspettato arriva Il duca vincitor. IMOGENE Egli!... gran Dio! In qual momento ei giunge! ADELE Il popol vola Incontro al suo signor, e di festiva E lieta pompa già Caldora splende. Vieni te sola attende Il nobile corteggio. IMOGENE Andiamo. Ah! questo D ogni fiero mio caso è il più funesto! Partono. SCENA DECIMA Esterno del Palazzo di Caldora illuminato. Marcia militare applauso de cavalieri indi Ernesto. CORO DI GUERRIERI Più temuto, più splendido nome Del possente signor di Caldora Non intese Sicilia finora Della fama sui vanni volar. La fortuna gli porse le chiome, La vittoria seguì le sue vele; Sallo appieno il Pirata crudele, Che la possa ne ardiva sfidar. In un giorno le squadre fur dome, Che dell onde usurpavan l impero; In un giorno fu vinto Gualtiero, In un giorno fu libero il mar. Più temuto, più splendido nome Non si udì per Sicilia echeggiar. ERNESTO Sì, vincemmo, e il pregio io sento Di sì nobile vittoria; Ma che vostra è la mia gloria Cavalieri, io sento ancor. Se divisi nel cimento Fur gli affanni e le fatiche, Dividete in mura amiche La mia gioja, il mio splendor. CORO Come in guerra invitto e audace, Sei cortese e umano in pace; La bontade nel tuo cuore Va del pari col valor. ERNESTO (Nel sangue nemico, Mi tinsi furente, Ma l anima ardente Saziarsi non può. Tu vivi, o Gualtiero, Tu fuggi impunito, Quel sangue abborrito Versato non ho). SCENA UNDICESIMA Imogene, Adele, damigelle, e detti. Ernesto va incontro ad Imogene. ERNESTO Mi abbraccia, o donna... Che vegg io? dimessa, Afflitta tanto troveranno i prodi La consorte del duce? Al mio trionfo Tal prendi parte? IMOGENE Di vederti illeso Mi allegro io solo; altro non lice ad egra Languente donna, ed a qual punto il sai. ERNESTO Tristo è il tuo stato; e mi è palese assai. Ma volto in meglio ei fia, ché a te por mente Quindi io potrò... né più lasciarti io spero. Il traditor Gualtiero Fugge sconfitto, né che più risorga A nuova guerra, e ancor mi sfidi, io temo. IMOGENE (E s ei giungesse? Oh mio terrore estremo!). ERNESTO Ma di qual sei pietosa. Desti a naufraghi asilo? IMOGENE (Oh! ciel!) ERNESTO Contezza Dell esser loro hai certa? IMOGENE Agl infelici Dar pria soccorso, e interrogarli poscia Fu il mio pensier. ERNESTO A me dinanzi io quindi Il duce loro appello, Col Solitario, che dal mar fremente Li ricettò primiero. Eccoli. SCENA DODICESIMA Solitario, Gualtiero, Itulbo, Pirati e detti. Si fermano infondo. IMOGENE (Aita, o cielo!) SOLITARIO piano a Gualtiero (Ardir, Gualtiero). Si avanza. Degli stranieri accolti Nell ospidal tua terra, eccoti innanzi, Signore, il condottier. ERNESTO A me si appressi. E sincero risponda. Gualtiero vorrebbe presentarsi, ed è prevenuto da Itulbo. ITULBO Eccomi. IMOGENE Il suo disegno, o ciel, seconda!). Gualtiero rimane confuso fra i Pirati; Ernesto osserva attentamente Itulbo. ERNESTO All accento, al manto, all armi Tu non sei di questi lidi. GUALTIERO (Oh furor! e ho da frenarmi?). ITULBO In Liguria il giorno io vidi. ERNESTO E tu sei? IMOGENE Di quello Stato Capitano venturier. ERNESTO Quelle terre asilo han dato A un fellóne, al vil Gualtier. GUALTIERO (Vile!!). SOLITARIO (Ah! taci sconsigliato!). ITULBO Là si accoglie ogni stranier. ERNESTO Ma soccorso ei vi rinviene Di navigli e di Corsari... Mi è sospetto ognun, che viene Da quei lidi, e da quei mari... Finché meglio a me dimostro Non è il nome, e l esser vostro, In Caldora resterete Rispettati prigionier. ITULBO (Prigionieri!). IMOGENE (Ahimè!). SOLITARIO (Ti frena). ITULBO Cruda legge, o duca, imponi. Tu che sai la nostra pena, a Imogene Nobil donna, t interponi. IMOGENE Ah! Signor... così inclemente Non ti trovi amica gente. Da fortuna afflitti, oppressi, Infelici assai son essi; Il ritorno ai patri lidi Ai dolenti non negar. GUALTIERO (Traditor!) SOLITARIO (Deh! taci!) ERNESTO dopo aver pensato Il vuoi? Partan dunque al nuovo albore. ITULBO Generosa!... a piedi tuoi Rendiam grazie del favore. Tutti i Pirati si prostrano ad Imogene. Gualtiero con essi. GUALTIERO (Imogene!... un solo accento...). IMOGENE (Sorgi... oh!... Dio!... non ti svelar!). Itulbo, e il Solitario si volgono ad Ernesto egli parla sotto voce ai Cavalieri. Gualtiero sorge fra i Pirati, e parla furtivamente ad Imogene. TUTTI, GUALTIERO (Parlarti ancor per poco, Pria di partir, pretendo... In solitario loco, Qual più tu vuoi, t attendo... Se tu ricusi... trema... Per te, per lui, pel figlio... Notte per tutti estrema Questa, o crudel, sarà). IMOGENE (Scostati... oh! Dio! tel chiedo, L impongo a te piangendo... L ultimo mio congedo Abbi in tal punto orrendo. Non ti ostinar... ti prema Del tuo mortal periglio... Della mia pena estrema, Del mio terror pietà!). ERNESTO Io volgo in cor sospetti, Ch io stesso non comprendo All opre loro, ai detti Giovi vegliar fingendo... CAVALIERI Questi esplorar ci prema Se approdi alcun naviglio Se v ha cagion di tema L acciar li prevarrà. ITULBO e SOLITARIO Osserva... ah! tutto ancora Il mio timor riprendo... Lo sconsigliato ignora Il suo periglio orrendo... ADELE e DAMIGELLE A questa prova estrema Reggiam con fermo ciglio Si asconda altrui la tema, Che palpitar ci fa. GUALTIERO Ebben, cominci, o barbara, si muove furibondo verso d Ernesto La mia vendetta. IMOGENE con un grido Ah!... io moro. S abbandona fra le braccia delle sue damigelle. ERNESTO volgendosi Che avvenne? Accorrendo da lei. ITULBO e SOLITARIO a Gualtiero allontanandolo (Insano! scostati). GUALTIERO (Oh! qual furor divoro!). ERNESTO D onde sì strano e subito Dolore in lei! perché? DAMIGELLA Egra, languente, e debole Più dell usato forse, Tal non dovea l improvvida Al ciel notturno esporse... ERNESTO Alle sue stanze traggasi. DAMIGELLA Vedi ritorna in sé. Imogene si scuote... cerca sbigottita Gualtiero e veggendolo in distanza fra i suoi prorompe in un grido, TUTTI, IMOGENE Ah! partiamo i miei tormenti Sian celati ad ogni sguardo. Tremo, avvampo... gelo ed ardo... Gonfio in sen mi scoppia il cor. ERNESTO Imogene! (Quali accenti!). CAVALIERI Infelice! (Quali accenti!). Qual delirio in lei si desta? Pena, ambascia non è questa, Ma trasporto, ma furor. GUALTIERO Raffrenar mie furie ardenti La ragione invan si attenta; All acciar la man si avventa, Alla strage anela il cor. ITULBO e SOLITARIO Vieni, fuggi, omai cimenti Colla tua la nostra vita... Deh! risparmia la smarrita, Ella more di terror. DAMIGELLE Ah! signor, sì strani accenti Tu condona a donna oppressa... (Per pietade di te stessa Vieni, ascondi il tuo dolor!). Imogene è tratta altrove dalle sue Damigelle. Gualtiero da Itulbo e dal Solitario trascinato fuori. Ernesto, in mezzo ai suoi cavalieri, rimane assorto in gravi pensieri. Cala il sipario. ATTO PRIMO SCENA PRIMA Spiaggia di mare in vicinanza di Caldora. Sul dinanzi della scena si vede un antico Romitorio, ricetto di un Solitario. All alzar del sipario è già cominciata un orrenda tempesta. Vedesi una nave in grave pericolo, sbattuta qua e là dai venti e dai flutti. La riva egli scogli sono pieni di pescatori, che si sforzano di soccorrere i miseri vicini a naufragare. Il Solitario gli incoraggisce. A poco a poco tutto il luogo si copre di popolo. La tempesta è al suo colmo. DONNE Ciel! qual procella orribile Terra sconvolge, e mar! I miseri a salvar Vana è ogni cura. SOLITARIO Non disperate, o figli, Non son perduti ancor V ha un Nume protettor Della sventura. UOMINI Urta la nave... dagli scogli DONNE Ahi! miseri! UOMINI Pere ciascun... DONNE Che orror! SOLITARIO Lassi! preghiam per lor. Preghiamo amici. TUTTI Nume, che imperi ai turbini, Che affreni i venti; il mar, Deh! non abbandonar Quegl infelici. UOMINI Lo schifo, lo schifo. Coraggio! costanza! Al vento resiste... s innoltra, si avanza... Evita gli scogli... contrasta coll onde... Si appressa alle sponde... più rischio non v ha. SOLITARIO e DONNE Al Nume clemente - sien grazie rendute Di loro salute - di tanta bontà! TUTTI Notizia del caso - si rechi a Caldora. Accorra al riparo - la nobil signora. Ospizio conforto - nel proprio castello Ai lassi stranieri - cortese darà. Un giorno felice - estimo sol quello, Che puote dar prova - di nuova pietà. SCENA SECONDA I cori partono frettolosi; intanto vengono dalle rive i naufraghi salvati dai pescatori. Gualtiero sostenuto da Itulbo è in mezzo a loro il Solitario accorre ad essi con sommo interessamento. GUALTIERO Io vivo ancor! A me nemici io trovo Fin gli elementi. SOLITARIO (Oh ciel! qual voce!). ITULBO (Ah! taci; Frenati per pietà... Tradir ti vuoi?). GUALTIERO In qual lido giungemmo? Ove siam noi? SOLITARIO (Ah! è desso!) In seno amico, Sventurato, sei tu. GUALTIERO Quai detti! ITULBO (Io tremo!). SOLITARIO Ah! Gualtiero! GUALTIERO Goffredo! SOLITARIO Al sen ti premo. GUALTIERO Oh! mio secondo padre, Mio saggio istitutor, tu in queste spoglie? In sì povero tetto? SOLITARIO Ah! te perduto, Ogni bene io perdei... qui tristo, e solo A pianger vivo la tua morta fama, La tua vergogna, e la tua casa in fondo. E tu?... GUALTIERO Di mia vendetta ho pieno il mondo... Ma indarno. Il vile Ernesto, Il mio persecutor, vive, ed esulta Dell ingiusto mio bando, e di mie pene... Ma dì... Che fa Imogene? Mi è fida ancora? E d ogni nodo è sciolta? SOLITARIO Lasso! e pur pensi?... GUALTIERO A lei soltanto... Ascolta. Nel furor delle tempeste, Nelle stragi del pirata, Quella immagine adorata Si presenta al mio pensier, Come un angelo celeste, Di virtude consiglier. Piango allora in mezzo all ira, Pace ai vinti allor concedo, E onorato ancor mi credo Capitano e cavalier... Se Imogene non m inspira, Sono un mostro, un masnadier. SOLITARIO Infelice! ed or che speri? GUALTIERO Nulla io spero... Ed amo, e peno. Ma l orror de miei pensieri Questo amor disgombra almeno. Egli è un raggio, che risplende Nelle tenebre del cor. La mia vita omai dipende Da Imogene, dall amor. SCENA TERZA Pescatori, che ritornano, e detti. CORO Del disastro di questi infelici Per noi conscia la nobil signora, Ella stessa ne vien da Caldora Le pietose tue cure a partir. SOLITARIO (Oh! periglio! ti affretta a seguirmi. Sei perduto, se a lei non ti ascondi). GUALTIERO Sì mutato chi mai può scoprirmi? SOLITARIO Ella al certo. GUALTIERO Chi è dessa?... rispondi. SOLITARIO Deh! nol chiedere. GUALTIERO Come? che dici? SOLITARIO Ti fia noto or ti è d uopo fuggir. SOLITARIO, ITULBO Vieni, fuggi... tu sei fra nemici. GUALTIERO Né poss io disfidarli, e morir! Per te di vane lagrime Mi nutro ancor, mio bene Speranza mi fa vivere Di possederti ancor. Se questo avessi a perdere Conforto in tante pene, Ah! non potrei più reggere, Vorrei la morte allor. SOLITARIO, ITULBO Deh! taci, incauto, e frenati; Non dar di te sospetto Mill occhi in te si affissano, Ti svela il tuo furor. CORO in disparte Donde sì cupi gemiti? Perché sì tristo aspetto? Quella, che tanto l agita, È smania, e non dolor. Il Solitario conduce Gualtiero nella sua abitazione. Indi ritorna ad Itulbo. SCENA QUARTA Solitario, Itulbo e Pirati. SOLITARIO Alla pietosa donna Itene incontro voi. Partono i Pescatori. Itulbo ritorna; il Solitario lo prende in disparte. SOLITARIO Grave periglio Vi minaccia, o stranier. Tutti in Caldora Per legge antica aver dovete albergo Un giorno almeno, e di Caldora il Duca È di Gualtiero il più crudel nemico. ITULBO Tutte dell odio antico Mi son palesi assai Le rie ragioni. SOLITARIO Ah! la più ria non sai. Estinto il re Manfredi, E Carlo vincitor, fuggìa proscritto L infelice Gualtier, lasciando in preda Al fiero Ernesto e all Angioine squadre La cara amante, e dell amante il padre. ITULBO Ah! delle sue sventure Fu questa la peggior. SOLITARIO Restò Imogene D ogni soccorso priva, all ire esposta Del signor di Caldora. Ogni sua speme Era posta in Gualtiero, e ai patrii lidi Ella fidava di vederlo un giorno. Ma corse fama intorno Che gloria, onor, dover posti in non cale, Condottier di Pirati Aragonesi Era fatto Gualtier... Deserta allora, Perduta ogni speranza... ITULBO Prosegui... SOLITARIO Ah! la duchessa a noi si avanza. A lei Gualtier si asconda. Io corro a lui... Tu cauto parla, e pensa Che ogni sospetto esser potria funesto. ITULBO In me riposa... (Ah! qual cimento è questo!). Il Solitario rientra nell abitazione. SCENA QUINTA Imogene, Adele, Damigelle e detti. Tutti le vanno incontro. IMOGENE Sorgete è in me dover quella pietade, Che al soccorso m invia degli stranieri, Che qui tragge a posar caso o tempesta Antica legge di Caldora è questa. Chi siete, o sventurati? Donde scioglieste? ITULBO La regal Messina Lasciammo ieri; ed a Palermo volte Eran le nostre vele. IMOGENE A Palermo! Ah! solcaste un mar crudele. Campo di orribil guerra, O stranieri, è quel mar. ITULBO (Cielo!). IMOGENE Vi occorse Di quei Pirati alcun? ITULBO Essi fur vinti, Spersi... distrutti... IMOGENE E il duce lor? ITULBO Il duce? (Qual mai richiesta?) È forse in ceppi, o spento. IMOGENE Spento!... ADELE Ah! che fai? ti frena. Allontanandola dai Pirati. IMOGENE (Oh! mio spavento!). Ad un cenno d’Adele i Pirati si di scostano. Imogene prende Adele in disparte. Lo sognai ferito, esangue, In deserta, ignuda, riva... Tutta intrisa del suo sangue, Da miei gridi il ciel feriva... Né una voce rispondea; L aura istessa, il mar tacea Era sorda la natura Al mio pianto, al mio dolor. ADELE (Cessa... deh!... scacciar procura Queste immagini d orror). CORO (Ella geme ignota cura L infelice affligge ognor). IMOGENE Quando a un tratto il mio consorte Mi si affaccia irato e bieco. Io, mi grida, il trassi a morte, E mi afferra, e tragge seco... Muta, oppressa, sbigottita, Lunge, lunge io son rapita... E mi seguita sui venti Un sospir di lui che muor... Quel sospiro io sento ancor. ADELE Vane larve tu paventi Calma, incauta, il tuo terror. ITULBO (Che intendea con quegli accenti? Qual sospetto io sento in cor!). IMOGENE Questo sogno o mia fedele, Avverato appien comprendo. GUALTIERO Cielo! è dessa! Si presenta dall abitazione del Solitario; ma questi lo ritira e lo astringe a rientrare. IMOGENE Oh Dio! che intendo? Qual mai gemito suonò? ITULBO Egli è un naufrago dolente... Egro, misero, demente... Cui fortuna, e il mar crudele D ogni bene dispogliò... IMOGENE Si soccorra... (Oh cara Adele! Qual tumulto in me destò!). Sventurata, anch io deliro, Tutta assorta in vano affetto Io ti vedo in ogni oggetto, O tormento del mio cor! Ah! sarai, finch io respiro, Al pensiero, al cor presente Ah! cagione eternamente Tu sarai del mio dolor. SOLITARIO, ADELE e CORO Al castel tranquilla riedi; Gli stranieri aita avranno. Tu lo vedi; il loro affanno Troppo affligge il tuo bel cor. Imogene parte col seguito. SCENA SESTA Loggia nel Castello di Caldora, che mette ai Giardini. È notte. Entrano i Pirati bevendo e abbandonandosi alla disordinata loro gioja. Sopraggiunge quindi Itulbo a frenarli. PIRATI Viva! viva!... Chi risponde? Ripetiamo... Viva! viva!... Pongono l orecchio l eco ripete gli evviva. Egli è il vento... il suon dell onde Che si frangon sulla riva... Alla gioja de pirati Prende parte e terra, e mar. Zitto, zitto, sconsigliati, Non ci stiamo a palesar. Ascoltate... alcun s appressa. Egli è Itulbo... prendi... senti... Vanno incontro a lui, e tumultuosamente gli offrono da bere. ITULBO Si avvicina la duchessa; Separatevi, imprudenti. CORO La duchessa. ITULBO Guai se viene Chi noi siamo a sospettar! CORO Guai, sì, guai! tacer conviene Bever tosto, e lungi andar. Versa... tocca... presto... presto... ITULBO Piano amici... CORO Un solo evviva. Chi risponde... Il vento è questo... L onda infranta in sulla riva... Alla gioja de pirati Prende parte e terra, e mar. ITULBO Sconsigliati! CORO Allegri, allegri! La bottiglia ci rintegri Di cotanto faticar. Si ritirano, e a poco a poco le loro voci si perdono in lontananza. SCENA SETTIMA Imogene, e Adele. IMOGENE Ebben? Incontrandola. ADELE Verrà. Lungi da suoi, sepolto In profondi pensieri, io lo rinvenni, E il tuo desir gli esposi. IMOGENE Ed ei ti disse? ADELE Nulla. In me gli occhi affisse Muto, perplesso; indi sull orme mie Mosse tacito sempre, e a passo lento. IMOGENE Vanne, e veglia qui presso ad ogni evento. Adele parte. SCENA OTTAVA Imogene, indi Gualtiero. IMOGENE Perché cotanta io prendo D uno stranier pietà? Mesto sul cuore Tuttor mi suona il gemer suo dolente. Eccolo. - Oh! come io tremo a lui presente! Gualtiero giunge infondo al teatro a passi lenti, e resta ravvolto nel suo mantello senza guardare Imogene. IMOGENE Stranier... la tua tristezza Nella gioja de tuoi, prova mi è certa, Che a te fortuna fu più cruda assai... Parla... Ti avrebbe mai Tutto rapito il mar? Poss io con l oro!... GUALTIERO Nulla... Il mondo per me non ha tesoro. IMOGENE Intendo... Hai tu nell onde Perduto forse un adorato oggetto, Un congiunto, un amico! Ah! non poss io Consolarti, o stranier... Io stessa, io stessa Inconsolabil vivo. GUALTIERO È ver, d ogni conforto il ciel m ha privo Sono orrendi i miei mali... IMOGENE Eppur sollievo Sperar puoi di tua famiglia in seno, Nel patrio suol... GUALTIERO Io!... son deserto in terra Famiglia, e patria empio destin mi ha tolto. IMOGENE (Si accresce il mio terror, se più l ascolto). Poiché d alcuna aita Giovarti non mi lice, addio... Se un giorno Fia che ti tragga degli altari al piede Il tuo dolor prega per me, che sono Più di te sventurata. per partire GUALTIERO appressandosi con violenza Odimi... arresta... Invan ricusi .. a me fuggir non puoi. IMOGENE Fuggirti non poss io?... Chi sei? che vuoi? GUALTIERO Ch io parli ancor? Voce suonava un giorno Che ognun potea scordar senza delitto, Fuor che tu sola... IMOGENE Oh! chi sei tu? favella... Rispondi per pietà... GUALTIERO Può la sventura Mutar di travagliato esule il volto Ad ogni sguardo, non a quel d amante, Nel di cui seno è impresso. Si scopre. IMOGENE Giusto cielo!... GUALTIERO Ah! Imogene! IMOGENE È desso! è desso! Si abbandona tremante nelle sue braccia, indi se ne allontana sbigottita. Tu sciagurato! Ah! fuggi... Questa d Ernesto è Corte. GUALTIERO Lo so... Ma tu distruggi Dubbio peggior di morte. Qui dove impera Ernesto Come sei tu? perché? IMOGENE Nodo fatal, funesto, A me l unisce... GUALTIERO Ah te!! No, non è ver nol credo... No, non mi fosti tolta. IMOGENE Misera me! GUALTIERO Che vedo? Piangi? Oh! furor! IMOGENE Mi ascolta. Il genitor cadente, In ria prigion languente, Perìa se al duca unirmi Io ricusava ancor... GUALTIERO Empia!... così tradirmi! IMOGENE Periva il genitor. A Due GUALTIERO Pietosa al padre! e meco Eri sì cruda intanto! Ed io deluso, e cieco Vivea per te soltanto! Mille soffria tormenti, L onde sfidava, i venti, Sol per vederti in seno Del mio persecutor, Perfida! ha colmo appieno De mali miei l orror. IMOGENE Ah! tu d un padre antico Tu non tremasti accanto Scudo al pugnal nemico Ei non avea che il pianto... I lunghi suoi tormenti Non furo a te presenti, Non lo vedesti pieno D affanno e di squallor... Non maledirmi almeno; Ti basti il mio dolor. Alcun s appressa... Ah! lasciami, Guai se tu fossi udito! GUALTIERO Or che tu m hai tradito, Nessun tremar mi fa. Escono le damigelle di Imogene col figlio suo. Essa lo vede, e grida atterrita. IMOGENE Ah!! figlio mio! GUALTIERO percosso Che ascolto? Scostati... Afferra il fanciullo e ne allontana Imogene. IMOGENE spaventata Oh ciel! GUALTIERO contemplandolo fremente Qual volto! Figlio è d Ernesto... La sua mano si arresta sul pugnale. IMOGENE Ah! è mio... È figlio mio... Pietà! Al grido d Imogene, Gualtiero si arresta perplesso, indi commosso le restituisce il figlio. GUALTIERO Bagnato dalle lagrime D un cor per te straziato, Lo rendo alle tue braccia, Lo dono al tuo dolor. Ti resti per memoria D un nodo sciagurato; Eterno sia rimprovero Del mio tradito amor. IMOGENE Non è la tua bell anima, Non è, Gualtier, cambiata... In queste dolci lagrime Io la ritrovo ancor. Deh! fa che pegno scorrano Ch io moia perdonata... Sian dono amaro ed ultimo D un infelice amor. Gualtiero si scioglie da lei, e rapidamente si allontana. SCENA NONA Imogene e damigelle, indi Adele. IMOGENE Grazie, pietoso ciel! grazie ti rende Il materno mio cor. Abbraccia il fan ciullo, indi lo rende alle damigelle. Ite... vegliate Sull innocente, e non ardisca alcuna, Se pur cara le sono, Rammentar quel che vide. Le damigelle partono col fanciullo odesi musica guerriera. Ahimè! qual suono? Che rechi, Adele? ADELE Inaspettato arriva Il duca vincitor. IMOGENE Egli!... gran Dio! In qual momento ei giunge! ADELE Il popol vola Incontro al suo signor, e di festiva E lieta pompa già Caldora splende. Vieni te sola attende Il nobile corteggio. IMOGENE Andiamo. Ah! questo D ogni fiero mio caso è il più funesto! Partono. SCENA DECIMA Esterno del Palazzo di Caldora illuminato. Marcia militare applauso de cavalieri indi Ernesto. CORO DI GUERRIERI Più temuto, più splendido nome Del possente signor di Caldora Non intese Sicilia finora Della fama sui vanni volar. La fortuna gli porse le chiome, La vittoria seguì le sue vele; Sallo appieno il Pirata crudele, Che la possa ne ardiva sfidar. In un giorno le squadre fur dome, Che dell onde usurpavan l impero; In un giorno fu vinto Gualtiero, In un giorno fu libero il mar. Più temuto, più splendido nome Non si udì per Sicilia echeggiar. ERNESTO Sì, vincemmo, e il pregio io sento Di sì nobile vittoria; Ma che vostra è la mia gloria Cavalieri, io sento ancor. Se divisi nel cimento Fur gli affanni e le fatiche, Dividete in mura amiche La mia gioja, il mio splendor. CORO Come in guerra invitto e audace, Sei cortese e umano in pace; La bontade nel tuo cuore Va del pari col valor. ERNESTO (Nel sangue nemico, Mi tinsi furente, Ma l anima ardente Saziarsi non può. Tu vivi, o Gualtiero, Tu fuggi impunito, Quel sangue abborrito Versato non ho). SCENA UNDICESIMA Imogene, Adele, damigelle, e detti. Ernesto va incontro ad Imogene. ERNESTO Mi abbraccia, o donna... Che vegg io? dimessa, Afflitta tanto troveranno i prodi La consorte del duce? Al mio trionfo Tal prendi parte? IMOGENE Di vederti illeso Mi allegro io solo; altro non lice ad egra Languente donna, ed a qual punto il sai. ERNESTO Tristo è il tuo stato; e mi è palese assai. Ma volto in meglio ei fia, ché a te por mente Quindi io potrò... né più lasciarti io spero. Il traditor Gualtiero Fugge sconfitto, né che più risorga A nuova guerra, e ancor mi sfidi, io temo. IMOGENE (E s ei giungesse? Oh mio terrore estremo!). ERNESTO Ma di qual sei pietosa. Desti a naufraghi asilo? IMOGENE (Oh! ciel!) ERNESTO Contezza Dell esser loro hai certa? IMOGENE Agl infelici Dar pria soccorso, e interrogarli poscia Fu il mio pensier. ERNESTO A me dinanzi io quindi Il duce loro appello, Col Solitario, che dal mar fremente Li ricettò primiero. Eccoli. SCENA DODICESIMA Solitario, Gualtiero, Itulbo, Pirati e detti. Si fermano infondo. IMOGENE (Aita, o cielo!) SOLITARIO piano a Gualtiero (Ardir, Gualtiero). Si avanza. Degli stranieri accolti Nell ospidal tua terra, eccoti innanzi, Signore, il condottier. ERNESTO A me si appressi. E sincero risponda. Gualtiero vorrebbe presentarsi, ed è prevenuto da Itulbo. ITULBO Eccomi. IMOGENE Il suo disegno, o ciel, seconda!). Gualtiero rimane confuso fra i Pirati; Ernesto osserva attentamente Itulbo. ERNESTO All accento, al manto, all armi Tu non sei di questi lidi. GUALTIERO (Oh furor! e ho da frenarmi?). ITULBO In Liguria il giorno io vidi. ERNESTO E tu sei? IMOGENE Di quello Stato Capitano venturier. ERNESTO Quelle terre asilo han dato A un fellóne, al vil Gualtier. GUALTIERO (Vile!!). SOLITARIO (Ah! taci sconsigliato!). ITULBO Là si accoglie ogni stranier. ERNESTO Ma soccorso ei vi rinviene Di navigli e di Corsari... Mi è sospetto ognun, che viene Da quei lidi, e da quei mari... Finché meglio a me dimostro Non è il nome, e l esser vostro, In Caldora resterete Rispettati prigionier. ITULBO (Prigionieri!). IMOGENE (Ahimè!). SOLITARIO (Ti frena). ITULBO Cruda legge, o duca, imponi. Tu che sai la nostra pena, a Imogene Nobil donna, t interponi. IMOGENE Ah! Signor... così inclemente Non ti trovi amica gente. Da fortuna afflitti, oppressi, Infelici assai son essi; Il ritorno ai patri lidi Ai dolenti non negar. GUALTIERO (Traditor!) SOLITARIO (Deh! taci!) ERNESTO dopo aver pensato Il vuoi? Partan dunque al nuovo albore. ITULBO Generosa!... a piedi tuoi Rendiam grazie del favore. Tutti i Pirati si prostrano ad Imogene. Gualtiero con essi. GUALTIERO (Imogene!... un solo accento...). IMOGENE (Sorgi... oh!... Dio!... non ti svelar!). Itulbo, e il Solitario si volgono ad Ernesto egli parla sotto voce ai Cavalieri. Gualtiero sorge fra i Pirati, e parla furtivamente ad Imogene. TUTTI, GUALTIERO (Parlarti ancor per poco, Pria di partir, pretendo... In solitario loco, Qual più tu vuoi, t attendo... Se tu ricusi... trema... Per te, per lui, pel figlio... Notte per tutti estrema Questa, o crudel, sarà). IMOGENE (Scostati... oh! Dio! tel chiedo, L impongo a te piangendo... L ultimo mio congedo Abbi in tal punto orrendo. Non ti ostinar... ti prema Del tuo mortal periglio... Della mia pena estrema, Del mio terror pietà!). ERNESTO Io volgo in cor sospetti, Ch io stesso non comprendo All opre loro, ai detti Giovi vegliar fingendo... CAVALIERI Questi esplorar ci prema Se approdi alcun naviglio Se v ha cagion di tema L acciar li prevarrà. ITULBO e SOLITARIO Osserva... ah! tutto ancora Il mio timor riprendo... Lo sconsigliato ignora Il suo periglio orrendo... ADELE e DAMIGELLE A questa prova estrema Reggiam con fermo ciglio Si asconda altrui la tema, Che palpitar ci fa. GUALTIERO Ebben, cominci, o barbara, si muove furibondo verso d Ernesto La mia vendetta. IMOGENE con un grido Ah!... io moro. S abbandona fra le braccia delle sue damigelle. ERNESTO volgendosi Che avvenne? Accorrendo da lei. ITULBO e SOLITARIO a Gualtiero allontanandolo (Insano! scostati). GUALTIERO (Oh! qual furor divoro!). ERNESTO D onde sì strano e subito Dolore in lei! perché? DAMIGELLA Egra, languente, e debole Più dell usato forse, Tal non dovea l improvvida Al ciel notturno esporse... ERNESTO Alle sue stanze traggasi. DAMIGELLA Vedi ritorna in sé. Imogene si scuote... cerca sbigottita Gualtiero e veggendolo in distanza fra i suoi prorompe in un grido, TUTTI, IMOGENE Ah! partiamo i miei tormenti Sian celati ad ogni sguardo. Tremo, avvampo... gelo ed ardo... Gonfio in sen mi scoppia il cor. ERNESTO Imogene! (Quali accenti!). CAVALIERI Infelice! (Quali accenti!). Qual delirio in lei si desta? Pena, ambascia non è questa, Ma trasporto, ma furor. GUALTIERO Raffrenar mie furie ardenti La ragione invan si attenta; All acciar la man si avventa, Alla strage anela il cor. ITULBO e SOLITARIO Vieni, fuggi, omai cimenti Colla tua la nostra vita... Deh! risparmia la smarrita, Ella more di terror. DAMIGELLE Ah! signor, sì strani accenti Tu condona a donna oppressa... (Per pietade di te stessa Vieni, ascondi il tuo dolor!). Imogene è tratta altrove dalle sue Damigelle. Gualtiero da Itulbo e dal Solitario trascinato fuori. Ernesto, in mezzo ai suoi cavalieri, rimane assorto in gravi pensieri. Cala il sipario. Bellini,Vincenzo/Il pirata/II
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Network関連 1.1 インターフェースの設定 簡単ネットワーク設定コマンド(なぜかDNSの設定が反映されない・・・?) root@pc ~# system-config-network 以下を編集 root@pc ~# vim /etc/sysconfig/network-scripts/ifcfg-eth0 DEVICE=eth0 BOOTPROTO=static ONBOOT=yes IPADDR=192.168.1.1 NETMASK=255.255.255.0 GATEWAY=192.168.1.254 DNS1=192.168.1.254 1.2 DNSの設定 設定ファイル:/etc/resolv.conf のファイルはネットワークサービス起動時に自動で上書きされるので、このファイルからは設定しない。 参考 1.3 デフォルトゲートウェイの設定(上記のGATEWAYで設定しない場合) root@pc ~# vim /etc/sysconfig/network GATEWAY=192.168.1.254 root@pc ~# service network restart 1.4 ホスト名の設定 1.4.1 CentOS6以前 root@pc ~# vim /etc/sysconfig/network HOSTNAME=centos6.linux root@pc ~# reboot 1.4.2 CentOS7以前 root@pc ~# vim /etc/hostname HOSTNAME=centos7.linux root@pc ~# halt --reboot ファイル関連 2.1 データの16進数ダンプ表示 例 text.txtを10バイト分16進数表示 root@pc ~# hexdump text.txt -n 10 -C 2.2 ブロックデバイスのUUID表示 root@pc ~# blkid 認証関連 3.1 ユーザーのroot昇格権制限 例 user1のroot昇格を制限する 設定ファイルの場所:/etc/group, /etc/pam.d root@pc ~# vi /etc/group wheel x 10 root,user1 root@pc ~# vi /etc/pam.d/su 以下のコメントアウトをはずす auth required pam_wheel.so use_uid コンソール関連 4.1 CUI使用時の画面サイズ変更 GUIを利用せず、CUIのみで使用する場合、初期状態ではPCの画面サイズに一致していない。 そのため、適切なサイズを選択する。 例)1280×800のノートPCでCentOSをCUI運用する場合。 設定ファイル:/etc/grub.conf (シンボリックリンク) - /boot/grub/grub.conf 対象の起動メニューに該当する「kernel /vmlinuz-......」の行の最後に「 vga=ask」を追加し、再起動する。 再起動時に以下の様な利用可能な画面コード一覧が表示される。 使用する液晶に該当するサイズ(1280 × 800)は36Aとなることを確認し、36Aを入力して起動する。 起動後に画面サイズに問題なければ、この設定を再度grub.confに「vga=0x36A」(16進数0xに注意!)として変更することで、次回からこの解像度になる。 フリーズ時にSysRqを使った安全なシステム再起動 うちのLinuxが時々フリーズするので、そんな時のために便利な再起動方法 ことわざの頭文字で覚えると便利 ゾウを育てるって、もうとっても退屈 Raising Elephants Is So Utterly Boring BUSIERの逆 Alt+SysRqを押した状態で6つのキーを順番に押す!(少し時間は空けること) root@pc ~# Alt + SysRq + R root@pc ~# Alt + SysRq + E root@pc ~# Alt + SysRq + I root@pc ~# Alt + SysRq + S root@pc ~# Alt + SysRq + U root@pc ~# Alt + SysRq + B LinuxMania キーボードショートカット集(Fedora,Ubuntu,CentOS)
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This page contains spoilers. ED1 We ll Meet Again ( 再会の約束) ・If you give Garry your handkerchief and escape with him, you will reach this ending. ・You will be able to give your handkerchief to Garry if his affinity for you is high enough. ……………Tips on Raising Garry s Affinity…………… ① Examine as much as you can while he is with you. → Reading posters, viewing paintings, examining bookshelves, etc. will trigger dialogue. ② Talk to Garry as much as possible. → You will be able to start a conversation with Garry at 2 points in the story. Try to talk to him about 6 or 7 times. (It s alright if he says the same thing). You should answer Garry when he asks you questions. ③ Refrain from breaking objects as much as possible. → Try not to break objects unless you must (for the sake of advancing the story). If you break too many objects, Garry s mortality rate will rise. Other points to consider... ・Humour Mary when she asks strange questions. ・Do your best to escape the room when collecting the 7th globe of paint. Failing to do so will raise Garry s mortality rate considerably. If you keep the above in mind, you ll be given the chance to choose whether or not you want to hand Garry your handkerchief. Hand him your handkerchief and you re set. ED2 Together Forever ( いつまでも一緒) ・If Garry dies and you escape without burning Mary s portrait, you will reach this ending. ・There will be a slight variation depending on the which of Garry s items Ib has in her possession. ED3 Deep Recesses of Memory ( 片隅の記憶) ・Escaping with Garry, but failing to hand him your handkerchief will lead to this ending. ED4 A Forgotten Portrait ( 忘れられた肖像) ・You will reach this ending if Garry dies and you burn Mary s portrait. ED5 Lonely Ib ( ひとりぼっちのイヴ) ・You will reach this ending if you hesitate or decide to follow anyone who suddenly appears before you jump into the large painting. Translated from the official site.
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最後の高校生活が始まった。 彼女は、樫野先生、というらしい。 社会科の担当。 得意なのは、倫理。 なんて、マニアックな・・ 部活は、写真部の顧問を任されたみたい。 あの日の光景が、脳裏に浮かぶ。 キレイな指してたなぁ・・・ 残念なことに、3年生の授業は 受け持たないということだった。 ということは、、、、、 数日後のお昼休み。 いつものように、屋上でパンをくわえていた。 「のっち!」 「んぁ?」 振り返ると、唯一の親友の姿。 「あ、あ〜ちゃん、どうしたん? そんな慌てて」 「どうしたん?じゃないわ! どういうことなん!?」 「えっ、なにが?」 「写真部にうつったって、ほんまなん!?」 「あぁ、、、、うん、ほんと」 「なんでなん!?」 どうして、か。 別に、あ〜ちゃんならほんとの 理由を話してもいいんだけど 「…なんでって、、、急に写真に興味がわいたから?」 自分でもまだ、整理しきれないキモチがあったから とりあえず、そう答えた。 「・・・・」 「…な、なんなんれすか、その目は?」 「へぇ、、、急に、ねぇ」 「そ、そう。写真らっ!って」 「なんで、そんなに噛みよるん?」 「えっ、んなことは、な、い、、よ」 「・・・・」 あ〜ちゃんの視線が痛い。 しばらく沈黙が続いた。けど 「まぁ、別にいいんだけど、あ〜ちゃんは」 そう言って、のっちの隣に腰をかけて お弁当を広げだす。 「チームメイトの子たち、落胆してたよ」 「…」 「最後の夏だし、今年こそは全国へって 意気込んでたじゃん?みんな」 「…うん」 ほんと、そればかりは申し訳ないと思ってる。 けど・・・・ 「ごめん、どうしても自分のキモチに嘘をつけなくって…」 「そうなんだ…」 あ〜ちゃんはそれ以上、つっこんではこなかった。 ただ、「のっちが決めたことなら、あ〜ちゃんはいいんだよ」って。 いいんだよ、か… ほんとの、理由を話した時にも そのコトバが聞けるかな? 放課後。 写真部の部室に向かった。 時間的に、もう活動は終わってるだろう。 それでも、先生が残っていてくれれば・・・ 「失礼しまぁす」 そっと、扉を開ける。 あ、、、、いた。 先生は、なんかよくわからないけれど いろんな道具を整理していた。 「・・・部員の子、、かな?」 「あ、まぁ、一応…」 「…もう、活動終わっちゃったよ?」 「あぁ・・・」 ふふっ。 窓から差し込む夕日が逆光で 表情はよくわからなかった。 けど、その甘くやわらかな声は あたしの頭ん中を痺れさすには十分、で。 「・・・もしかして、大本さん?」 「えっ?」 「あ、違った?」 「いや、そうです、、、けど・・」 「さっき、部員の子たちが騒いでたから」 「はぁ・・」 「3年生なのに、転部したんだってね」 「まぁ・・」 一歩、二歩。 先生が近づいてくる。 「はじめまして。今年から顧問を任された樫野です」 はじめまして、、、か。 うまく、答えられないでいると 「なんて、、ね。はじめまして、じゃないよね?」 えっ・・ 「この前、桜の木のとこで会った人だよ、ね?」 「…覚えてたん、、、ですか?」 「もちろん」 そう言って、くしゃっと笑った その姿は、あまりに愛しくて あぁ、この人のそばに ずっと、ずっと いたいって そう思ったんだ。 先生? 勘のいいあなただから きっと、このときから、 あたしのキモチに、気付いてたんでしょ。。。
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明後日からは、夏休み。 受験生という立場も忘れて、 わくわくしていたのに・・・ 最悪、、だ・・・信じられん・・・・・ 「失礼しまぁす・・・」 「…どうしたの、見るからに落ち込んでるんだけど?」 「それが、、、、昨日、母親から電話があって」 「うん」 「夏休みに、こっちに来なさいって」 「こっち?」 「ニューヨーク」 「ニューヨーク!?」 「今、二人とも向こうで仕事してて」 「あ、そうなんだ・・」 昨夜の電話の内容は以下の通り。 休みなんだから、こっちに来なさい。 受験生でしょ?一人だったら、あんた絶対に勉強しないでしょ! えっ?ちゃんとする?そんな言葉は信じません! てか、こういうときにしか、一緒に過ごせないんだから! ヤだ?そんなワガママ言うなら、こっちの学校に転校させるわよ!? わけがわからん?こっちがわからないわよ! せっかくの海外で過ごせる機会、親子で過ごせる機会なのに! とにかく、休みになったら、すぐにこっちに来なさい! 以上。 強制送還、決定。 「いいじゃん。お母さんの言うとおり、 海外で暮らす経験なんて、絶対にプラスになるよ?」 「そりゃ、、、そうなんだけど・・」 「なんで、そんなに不満そうなん?」 「だって・・・・・・先生、に会えない、、、もん」 「休みだったら、結局、そんなに会えない、よ?」 「ま、そっかもしれない、、、けど・・・ ニューヨークにおったら、、、それこそ、全く会えん…」 「ふふっ、そうだねぇ、、、残念だねぇ」 わかってたけど 全然、残念そうじゃないのが寂しい。 ちょっと、強気に出てみる。 「よく言うよ。全然、残念じゃないくせに」 がっと、先生の手を掴む。 「そりゃ、のっちが一方的に先生のことが好きなだけだよ?」 ぎゅっと、細い手を握り締める。 「それでも、少しくらい、寂しそうにしてくれても・・」 だってそれくらい、先生にとっては楽勝、でしょ? 「やっぱ、のっちはコドモ、、、だねぇ」 チクっと、胸の奥が締めつけられる。 そりゃ、コドモ、、、、ですよ。 ぎゅっと 先生が手を握り返してくれる。 「・・想いは、一方通行、、なのかな?」 …わかんないよ。 だって、先生のキモチ、聞いたことないもん。 「・・わかんない」 「…うん」 そう言って、先生は うなだれているのっちを、そっと抱きしめた。 「・・・ごめんね、、はっきりと言えないんだ・・ 自分でも、、、よく、わからなくって・・・」 「・・・」 「けど、なんとも想ってなかったら こんなこと、するわけないでしょ?」 「…うん」 信じたいな、そのコトバ。。。 しばらく、そのまま 先生はずっと、あたしのことを抱き締めてくれていた。 先生? この日、あなたのホンネを少し聞けた気がしたんだ。 それは、最初で最後の、ホンネ、、、だったのかな?
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GLL Apex Legends Open 公式サイト ルール Discord GLLが主催するカスタムモードのスクリム 毎試合のランキング発表あり 大会がある日を除いて毎日開催 4つのスクリムに分かれていて、それぞれサーバーと開始時間が異なる。 Global #1 開始時間:日本時間20時 サーバー Singapore 8試合/1日 Global #2 開始時間:日本時間21時 サーバー Tokyo 6試合/1日 Global #2 は以下ツイートのDiscordにて、参加方法やスケジュール・開催可否などの情報共有が行われています。 https //twitter.com/hironeko/status/1222497962594459648?s=20 Global #3 開始時間:日本時間1時 サーバー Frankfurt 8試合/1日 Global #4 開始時間:日本時間9時 サーバー Iowa 8試合/1日
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【登録タグ CD CDE IsletCD 全国配信】 前作 本作 次作 命の肖像 -portrait of the lives- Evanesce - Islet 流通 即売 通販 配信 発売 2019年4月28日 価格 ¥1,000 ¥1,500(税込) CD紹介 —春と夏が綯い混じり、移ろう刹那に物語は始まる— Isletの2ndアルバム。 Illustration Design by c.c.R M3-2019春で頒布。BOOTHで通信販売とダウンロード販売が行われている。 曲目 春愁 Antarc 然れど零に帰す カラードハート Evanesce 残灯 lyricism 群青メモリウム リンク BOOTH 特設サイト DL販売 ストリーミング各種 コメント 名前 コメント