約 3,582,766 件
https://w.atwiki.jp/irregularmetre/pages/10.html
コメントプラグイン @wikiのwikiモードでは #comment() と入力することでコメントフォームを簡単に作成することができます。 詳しくはこちらをご覧ください。 =>http //www1.atwiki.jp/guide/pages/921.html#id_476878da たとえば、#comment() と入力すると以下のように表示されます。 名前 コメント
https://w.atwiki.jp/xbox360score/pages/1323.html
WWE ALLSTARS 総ポイント 1000 難易度 ★☆☆☆☆ (オフライン実績) ※オンラインサーバー停止(MAX810G) 難易度不問。実績解除に2コン使用可能。 オフライン:810 Totally Extreme! Win an Extreme Rules match.エクストリームルールマッチに勝利する。 15 The New Generation Defeat a Legend with a Superstar.スーパースターでレジェンドに勝利する。 10 Mark of Excellence Earn a gold medal in any match type while facing the CPU.どの試合形式でも構わないのでcpu相手にゴールドメダルを獲得する。 20 Five Star Rating Achieve a five star rating in any category while facing the CPU.どのカテゴリーでも構わないのでcpu相手に5starレーティングを獲得する。 20 Showing Them How It s Done Defeat a Superstar with a Legend.レジェンドでスーパースターに勝利する。 10 The Next WWE Superstar Make a created Superstar.新しいスーパースターをクリエイトする。 10 Chain Gang Perform a combo at least 5 moves in length.5moveコンボを達成する。 15 Facing the Deadman Complete the Legends Path of Champions with any Superstar.どのスーパースターを使用してもよいのでthe Legends Path of Championsをクリアする。 20 The Apex Predator Complete the Superstars Path of Champions with any Superstar.どのスーパースターを使用してもよいのでthe Superstars Path of Championsをクリアする。 20 Breaking the Rules Complete the Tag Team Path of Champions with any Superstars.どのスーパースターを使用してもよいのでthe Tag Team Path of Championsをクリアする。 20 Rising Star Complete any Path of Champions with a created Superstar.クリエイトスーパースターでいずれかのPath of Championsをクリアする。 20 Old School Complete all Fantasy Warfare matches as a WWE Legend.WWEレジェンドを使用してFantasy Warfareをクリアする。 15 Legend Killer Complete all Fantasy Warfare matches as a WWE Superstar.WWEスーパースターを使用してFantasy Warfareをクリアする。 15 Reversal of Fortune Perform at least 5 grapple reversals during a match.1試合中に少なくとも5回のグラップルリバーサルを行う。 50 Dominating Win a match against the CPU without losing any health.体力を一切減らすことなくCPUに勝利する。 20 Layeth the Smacketh Down! Win a match in under 2 minutes.2分以下で試合に勝利する。 20 Five Moves of Doom Execute five signature moves in a single match.シングルマッチで5回シグニチャームーブを使う。 20 Running Wild Perform 50 successful finishers in any mode over the course of the game.全てのモードを通して50回フィニッシャーを成功させる。 20 Born to Fly Perform 10 successful regular aerial moves in a single match.シングルマッチでコーナーからの飛び技を10回HITさせる。 20 Punch Drunk Land at least 100 strikes in a single match in any mode.シングルマッチで打撃技を少なくとも100回HITさせる。 20 Make Them Humble Win 25 matches by knockout.KOで25試合勝利する。 25 Man of 1000 Holds Win a match without using any strikes.打撃を一切使わずに試合に勝利する。 25 Slobberknocker Win a match without using any grapples.投げ技を一切使わずに試合に勝利する。 25 Over the Top Win a Steel Cage match.金網試合に勝利する。 15 Last Man Standing Win a Fatal 4 Way Elimination match.4WAYイリミネーションマッチに勝利する。 15 He s Got a Chair! Land at least 10 successful strikes with an object in a single match.シングルマッチで凶器攻撃を少なくとも10回HITさせる。 20 Beating the Odds Win a Handicap match.ハンデキャップマッチに勝利する。 15 The Champ is Here! Complete all three Path of Champions as John Cena.ジョン・シナを使用して3つのPath of Championsをクリアする。 50 The King of Kings Defeat the entire WWE All Stars roster as Triple H.トリプルHを使用して登場する全てのレスラーを倒す。 50 The Ultimate Achievement Defeat the entire Roster and all three Path of Champions as The Ultimate Warrior.アルティメット・ウォリアーを使用して3つのPath of Championsをクリアし、更に全てのレスラーを倒す。 75 The Bottom Line Defeat the entire WWE All Stars roster with a single created Superstar.1人のクリエイトレスラーを使用して、全てのレスラーを倒す。 50 Suck It Win a Tornado Tag Team match as Triple H and Shawn Michaels.トリプルH ショーン・マイケルズのタッグを使用してトルネードタッグマッチに勝利する。 20 Mega Powers Win a Tornado Tag Team match as Hulk Hogan and Randy Savage.ホーガン サベージのタッグを使用してトルネードタッグマッチに勝利する。 20 Comeback of the Year Win a match when your Superstar is at zero health.体力が0の状態から勝利する。 20 I m Your Papi! Defeated Rey Mysterio in a Steel Cage match as Eddie Guerrero. (Secret)エディ・ゲレロを使用して、レイ・ミステリオとの金網マッチに勝利する。 10 The Pride of Scotland Won a Tornado Tag Team match as Roddy Piper and Drew McIntyre. (Secret)パイパー マッキンタイアのタッグを使用してトルネードタッグマッチに勝利する。 10 Booyaka Booyaka Defeated Andre the Giant and Big Show in a Handicap Match as Rey Mysterio. (Secret)レイ・ミステリオを使用して、アンドレ&ビッグ・ショー組とのハンディキャップマッチに勝利する。 10 Attitude Problem Got disqualified in three consecutive matches. (Secret)3試合連続で反則負けを喫する。 10 オンライン:190 In the Spotlight Win an Xbox LIVE match.Xbox LIVEマッチで1勝する。 15 Enhancement Talent Win 10 Xbox LIVE matches.Xbox LIVEマッチで10勝する。 20 Mid Carder Win 25 Xbox LIVE matches.Xbox LIVEマッチで25勝する。 25 Main Eventer Win 50 Xbox LIVE matches.Xbox LIVEマッチで50勝する。 50 You Can t See Me! Win 10 consecutive Xbox LIVE matches.Xbox LIVEマッチで10連勝する。 50 The New Face of Cyberspace Defeat a created Superstar in a Xbox LIVE match with your own created Superstar.Xbox LIVEマッチでクリエイトレスラーをクリエイトレスラーで倒す。 20 Winner by Default Won a Xbox LIVE match due to opponent s disqualification. (Secret)Xbox LIVEマッチで反則勝ちを収める。 10 ※オフラインコンプへの道(一例) 1.Fantasy Warfareをsuperstar側、legend側でそれぞれクリアする。 それにより、ロースターがすべて埋まるので秘密の実績を解除する。 2.ジョン・シナで3つのルートのPath of Championsをクリアする。 3.アルティメット・ウォリアーで3つのルートのPath of Championsをクリアする。 タッグのPath of Championsではパートナーをハルク・ホーガンにしておけば、 通常では登場しないリッキー・スティムボードが対戦相手として登場するので 3つのルートのPath of Championsをクリアするだけで、すべてのロースターを 倒したことになる。 4.クリエイトレスラーでどれでもよいのでPath of Championsをクリアする。 次に、対戦しなかったレスラーをエキシビジョンマッチで倒していく。 コントローラーが3つあるのなら4way、2つなら3wayで試合をこなしていくと 効率が良い。 5.同様にエキシビジョンマッチでトリプルHを使用して全てのロースターを倒す。 6.残っている試合中実績を2コンを使用して解除する。 7.談合相手を見つけてlive実績を解除する。プレイヤーマッチで解除可能。
https://w.atwiki.jp/iwannabethewiki/pages/4461.html
製作者 wow DL先↓ http //www.mediafire.com/file/qb6n2i0m9x5tzm0/i+wanna+clear+one+frame+jump+simulator.rar
https://w.atwiki.jp/irissetlist/pages/131.html
i☆Ris 10th Anniversary Live ~a Live~ 2022年11月7日(月) 東京国際フォーラム ホールA 01 Color 02 幻想曲WONDERLAND 03 5STAR☆(仮) 04 Queens Bluff 05 Spending 06 イチズ 07 鏡のLabyrinth 08 Re Call 09 i☆Doloid 10 Special Kiss 11 ハートビート急上昇 12 Make it! 13 ミラクル☆パラダイス 14 Realize! 15 ドリームパレード 16 ブライトファンタジー 17 Goin'on 18 Ready Smile!! 19 Shining Star 20 Memorial 21 らむねサンセット 22 Endless Notes 23 ありえんほどフィーバー 24 §Rainbow 25 アルティメット☆MAGIC En1 Anniversary En2 Happy New World☆ 9thアニバラ 11thアニバラ Anniversary Live
https://w.atwiki.jp/oper/pages/3178.html
ATTO PRIMO Scena Prima (Sala nel palazzo. Il provveditore Paolo Erisso siede taciturno presso una tavola. Altri capitani gli siedono intorno. Calbo e Condulmiero chiudono il circolo, sedendo l uno incontro all altro) I DUCI Al tuo cenno, Erisso, accolti qui già vedi i tuoi guerrieri. Ma… tu taci, e non ascolti?.. (fra sè) Mille torbidi pensieri gli vegg io scolpiti in fronte. Giusto ciel! di Negroponte il destin qual mai sarà? ERISSO Volgon due lune or già, veneti eroi, che di Bisanzio il vincitor superbo d oste infinita e fera queste mura circonda. Noi noverar co giorni i cimenti e i trionfi ancor possiamo. Ma… l avvenir qual sia? Spento de nostri il più bel fior già cadde; crollan le mura col tempestar de bronzi; il morbo struggitor, la dura fame mietono a gara il popolo innocente; e Maometto minaccia incendio e morte, se schiuse al novo dì non sian le porte. Io veggo in sì rio stato, veggio egual periglio se all onor chieggo o alla pietà consiglio. Risolversi che deggia ognun libero esponga, ed il pensiero del numero maggior per me sia legge. I DUCI Risponda a te primiero il prode Condulmiero, che pari ha nel periglio il braccio ed il consiglio. CONDULMIERO Quando ogni speme è tolta, allor l audacia è stolta, ed il men reo consiglio sta nel minor periglio. Il folle e non il forte va cieco incontro a morte. Cedasi in tal momento. A più feral cimento serbiam le spade e il sangue io primo allor esangue, io primo allor cadrò… CALBO (Sorgendo) Guerriero, che parli? Estremo consiglio del forte è la spada. Non temo il periglio si pugni, si cada nell arduo cimento; e covran mia fosse de barbari a cento le ceneri e l ossa. Impari il superbo che duro, che acerbo è il vincer pugnando contro italo brando. Al nobile esempio, all orrido scempio si accresca con l ire il veneto ardire; e a tanta costanza, depressa, avvilita del barbaro scita sia l empia baldanza. ERISSO A tanta costanza, ai forti suoi detti ribolle ne petti l antica baldanza. CALBO Si pugni, si cada, ruotando la spada nell arduo cimento. Poi covran mia fossa de barbari a cento le ceneri e l ossa. I DUCI A tanta costanza, ai forti suoi detti ribolle ne petti l antica baldanza. CALBO, ERISSO, CONDULMIERO Si pugni, si cada, ruotando la spada nell arduo cimento. Poi covran mia fossa de barbari a cento le ceneri e l ossa. ERISSO Basta, non più. V intesi, o prodi, o veri cittadini e guerrieri. Udir da labbri vostri il generoso consiglio io sol bramava, e tanto ottenni. Dunque giuriam sui brandi per la patria, per l are pugnar fin che di sangue stilla ci avanza in petto; ché nel bivio crudel d infamia o morte, dubbio non è qual via trasceglie il forte. (Snuda la spada e la presenta ai duci, che lo imitano e giurano, toccando colle loro spade quella di Erisso.) TUTTI Sì, giuriam sugl itali brandi, degl infidi nel sangue già tinti, che trafitti, non supplici o vinti, Maometto al suo piè ci vedrà. Sì, giuriamo su veneti brandi. Se non cangia la sorte severa, Negroponte alla veneta schiera monumento e sepolcro sarà. ERISSO Or partite, guerrieri. Al dì novello l ultimo assalto il Musulman minaccia; nuovo vigor quindi a voi porga il sonno. Allo spuntar del giorno pugnerete da forti a me d intorno. E al numero il valor se sia che ceda, e abbandonar l ampia città si debba, ratto allor nella rocca a novello cimento ritraggasi chi ancor non fu qui spento. (Tutti partono, fuorché Calbo trattenuto da Erisso.) Calbo, tu m odi. Il mio dover compiuto di duce e cittadin, dover diverso né men sacro or si compia. Ahimè!.. son padre di tenera, leggiadra unica figlia. Appien tu la conosci, e al par di me tu l ami. Or pensa il suo periglio come tremar, come agghiacciar mi faccia. CALBO Com io pur tremo e agghiaccio. ERISSO Seguimi or dunque. CALBO E che far vuoi? ERISSO Mi segui. Presso alla figlia mia del padre il voto ascolterai qual sia. Scena Seconda (Gabinetto di Anna Erisso; una lampada lo rischiara) ANNA Ah! che invan sul mesto ciglio chiamo il dolce oblio de mali. Non ho pace al rio periglio in cui veggo il genitor. E il timor se tace appena, son d amor gli occulti strali onde ognor di pena in pena palpitante ondeggia il cor. Pietoso ciel! ERISSO Figlia… ANNA Che vegg io! Padre, qual grave cura a me nell alta notte sollecito ti guida? ERISSO Il tuo periglio. ANNA Il mio periglio! ahimè! ERISSO M abbraccia, e ascolta. Or che ad estremo disperato assalto il nemico s appresta, io pe tuoi giorni, Anna, pavento. Io sol finora, io fui di tua virtù, dell innocenza tua il consiglio e lo scudo. Or più non basto io solo, or che un istante, un trar di spada può troncar mia vita. ANNA Misera me! Che dici? ERISSO Addoppiar le difese a te d intorno amor mi suggerisce, e un altro braccio a tuo schermo apprestar, che compier possa teco mie veci, ov io cadessi. ANNA Ahi, padre! ERISSO Il tuo secondo difensor sia Calbo. Egli, gran tempo è già, t ama, e no l disse che al padre tuo. Sposa ti chiede. ANNA (fra sè) Lassa! ERISSO E più degno consorte aver giammai, no, non potresti, o figlia. Or vieni al tempio. Là dove il sacro cenere riposa della spenta tua madre, stringer mi lascia un sì bel nodo, o cara, e il mio timor sia spento appiè dell ara. CALBO (fra sè) Che sento! ANNA (fra sè) Io son perduta. ERISSO A che t arresti? CALBO Anna, tu taci? Alto stupor ti leggo in volto espresso. Il tuo bel cor dischiudi al padre ad all amico; e se pur sia che tal nodo tu abborri, il tuo pensiero libera esponi, e me primiero udrai a tua difesa ragionar. ERISSO Che vegg io! Figlia, tu piangi? Oh, qual crudel sospetto in me tu desti! ANNA No, tacer non deggio più il vero omai. Tradirvi non posso entrambi, nè immolar me stessa. Già d altra fiamma accesa. ERISSO Oh, mio rossor! Prosegui. ANNA Indegno, credi, non è d Erisso l amator mio primo. ERISSO Chi è costui? Favella. ANNA Il Sir di Mitilene, il prode Uberto. ERISSO Uberto! E quando il conoscesti? ANNA Allora che tu in Venezia, per due lune e due, ed oro ed armi a dimandar restavi, me lasciando in Corinto. ERISSO Allor? Che ascolto! CALBO Prosegui… ahimè!.. ERISSO Meco in Venezia Uberto venia sul legno istesso; e vi rimase quando a te fei ritorno. ANNA Misera! il ver tu dici? Chi dunque, ahi! meco il nome volle mentir d Uberto? ERISSO Chi sia non so; ma un mentitor fu certo. ANNA, CALBO, ERISSO (fra sè) Ohimè! qual fulmine per me fu questo! Ahi, qual terribile colpo funesto! ANNA (fra sè) Conquisa l anima dal vile inganno, prorompe in lagrime l interno affanno; e il guardo, ahi, misera nel mio rossore non sò più volgere al genitor. ERISSO (fra sè) Conquisa l anima dal vile inganno, il cor mi squarciano ira ed affanno. Ma pur la misera col suo dolor raffrena gl impeti del mio furor. CALBO (fra sè) Conquisa l anima dal vil inganno, il cor mi squarciano ira ed affanno. Non sa la misera nel suo rossor più il guardo volgere al genitor. ERISSO Dal cor l iniquo affetto sveller t è forza, o figlia tanto l onor consiglia. ANNA Figlia mi chiami ancor? Sì, svellermi dal petto il cor saprò se… (Un lontano colpo di cannone interrompe il colloquio. Tutti restano immobili e sorpresi. Breve silenzio. Un grido di allarme si sente poco dopo. Erisso e Calbo pongono mano alle spade e partono precipitosamente senza far motto. Anna li siegue per pochi passi, indi ritorna indietro agitatissima.) ANNA Che avvenne? Oh Dio! Lo strepito della battaglia ascoltasi. Ahi, forse un tradimento nel notturno cimento… Io gelo. Oh, duol! Nel tempio del ciel si voli ad implorar l aita che salvi almen del padre mio la vita. (Parte precipitosamente.) Scena Terza (La piazza della città di Negroponte. A dritta dello spettatore un tempio in fondo una larga via, che sarà disposta obliquamente in guisa che il principio della medesima si nasconde all occhio dello spettatore sulla sua sinistra. La musica da questo momento, finché non giunge Erisso sulla scena, deve sempre indicare il lontano tumulto della battaglia. Di tratto in tratto si odono de colpi di cannone e delle scariche di moschetti. Alcune Donne accorrono allo strepito, incerte ed atterrite, aggirandosi per la scena) LE DONNE Misere!.. or dove, ahimè! volger l incerto piè? Dell armi il rimbombar, de bronzi il fulminar, tutto tremar ci fa. Che mai… che mai sarà? ANNA (Accorrendo anch essa tremante e sbigottita.) Donne, che sì piangete, che avvenne? Deh, rispondete. LE DONNE Al musulman le porte dischiuse un traditor. Tutto già intorno è orror, incendio e morte. ANNA (Sempre più spaventata, corre ad inginocchiarsi avanti il tempio.) Giusto ciel, in tal periglio più consiglio più speranza, non avanza, che piangendo, che gemendo, implorar la tua pietà. LE DONNE (Inginocchiandosi pur esse.) Giusto ciel, in tal periglio più speranza non avanza che implorar la tua pietà. (Sul finir di questa breve preghiera si sente un tamburo, che si accosta. Incomincia a sfilare una parte della guarnigione, attraversando la scena sollecitamente da dritta a manca. Anna ed il coro, vedendo i soldati, sospendono la loro preghiera, ed accorrono verso di quelli. Erisso e Calbo sopraggiungono con le spade ignude.) ANNA Ahi, padre! ERISSO (fra sè) Oh vista! ANNA Ad abbracciarti io torno. Narra. ERISSO Fuorchè l onor, tutto è perduto. Ogni speranza un traditor invola. Sulle mura è il nemico, e grazie al cielo or io sol porgo, che d occulti inganni temendo Maometto, il corso arresta di sua vittoria e attender vuole il giorno. Or, miei fidi, alla rocca. ANNA Oh, padre mio, fermati… ascolta. ERISSO Udir non posso. Addio. Figlia, mi lascia. Io volo ove il dover m invita. Dal pianto tuo tradita la patria non sarà. ANNA Padre! E in tal periglio e duolo lasciar tu puoi la figlia? Qual nume a te consiglia cotanta crudeltà? Teco venir… ERISSO T arresta, seguir non dei tu il padre. ANNA Qual dura legge è questa! ERISSO Sol le raccolte squadre sull alta rocca andranno a far le prove estreme d intrepido valor. ANNA, LE DONNE E noi qui fuor di speme, dover tiran ci lascia dell onta al nuovo orror? CALBO Mira, signor, quel pianto, e cangia il tuo consiglio. Le invola a tal periglio parli al tuo cor pietà. ANNA Vedrai su quelle mura pur noi pugnar da forti, vibrar pur noi le morti; far siepe i nostri petti a tuoi guerrieri eletti, e in essi il nostro esempio valore accrescerà. Padre, ti muova il pianto a men crudel consiglio. M invola al rio periglio, parli al tuo cor pietà. ERISSO Le voci di natura tutte nel cor già sento; ma in sì crudel momento delitto è la pietà. Ma indarno or voi piangete, donne, al destin cedete. Se i voti vostri ascolta la cieca mia pietà, con voi la fame accolta da miei guerrier sarà. Pietà sì dura e stolta chi a me consiglierà? Partiam, guerrieri… Addio LE DONNE Mira, signor, quel pianto e cangia il tuo consiglio. C invola a tal periglio, parli al tuo cor pietà. ERISSO Invola al rio periglio, parli al tuo cor pietà. ANNA Ahi padre! ah padre mio; de barbari all oltraggio così lasciarmi? ERISSO O cara, prendi il pugnal. Retaggio paterno a te sia questo in giorno sì funesto. Va , corri appiè dell ara, e pria che in te la mano distenda il musulmano… Figlia… ANNA Prosegui… ERISSO Addio. ANNA Dicesti assai. T intendo. Vedrai che appien somiglia al genitor la figlia, e pria che in me la mano distenda il musulmano, questo pugnal da forte nel cor m immergerò. ERISSO (fra sè) In sì crudel tormento squarciarmi a brano a brano, misero, il cor mi sento. O patria, a te qual figlia vittima immolerò! ANNA (fra sè) A sì crudel tormento squarciarmi a brano a brano, Ah Dio! il cor mi sento. Ahi, qual perversa sorte Il ciel mi destinò! CALBO (fra sè) In sì crudel momento squarciarmi a brano a brano in petto il cor mi sento. Misero, ahi, qual consorte il fato m involò! LE DONNE (fra sè) A sì funesta scena attonita, gemente, fra meraviglia e pena mancarmi il cor mi sento. Ahi, per qual empia sorte, dal figlio, dal consorte dividermi dovrò! (La musica ed il canto cesseranno ad un tratto. Erisso ed Anna si abbracciano teneramente. Calbo cade appiè di Anna, che gli porge la mano. Intanto alcune delle donne del coro corrono ad abbracciare taluni fra soldati, in attitudine di madri o di spose. Ricominciando la musica tutti si separeranno, dandosi a vicenda l ultimo doloroso addio. Erisso e Calbo partono per la rocca. Anna, seguita dalle altre donne, si ritira nel tempio) Scena Quarta (Giorno. Una schiera di cavalieri musulmani sopraggiunge entrando dalla dritta dello spettatore; si arresta alquanto per riconoscere qual via debba trascegliere per inseguire i fuggaschi. Indi al segnale del comandante si avvierà per la via grande che mette capo in fondo del teatro. Incominciasi ad ascoltare da lontano il suono delle bande turche. Dopo un istante la schiera di cavalleria ritornerà, girando a sinistra dello spettatore, sulle tracce di Erisso. Sopraggiunge buon numero di soldati turchi, alla rinfusa ed armati di faci) I SOLDATI MUSULMANI Dal ferro, dal foco nel sangue sommersa l avversa città al mondo suo scempio esempio sarà. Che all urto invincibile del nostro valor periglio è resistere con cieco furor. (Verso la fine del coro sopraggiunge Maometto alla testa delle sue truppe, e circondato da tutta la pompa militare ed asiatica. Alcuni de suoi soldati fanno sembiante di volere appiccare il fuoco agli edifizi ed al tempio. Maometto con un cenno gli arresta. Egli pone piede a terra, seguito dal suo visir Selimo e dagli altri generali. Tutti si prostrano, attendendo i suo ordini) MAOMETTO Sorgete, in sì bel giorno, o prodi miei guerrieri, a Maometto intorno venite ad esultar. Duce di tanti eroi crollar farò gl imperi, e volerò con voi del mondo a trionfar. I SOLDATI MUSULMANI Del mondo al vincitor eterno plauso e onor! MAOMETTO Compiuta ancor del tutto la vittoria non è. La tua falange, Acmet, conduci ad assalir la rocca dall oriental pendice, ov è men forte. Con l altre schiere intanto starommi io qui della città nel centro ad ogni uopo ed evento. (Acmet parte con alcuni soldati.) De fuggenti nemici Omar sull orme, per obliqui sentieri, corse già ratto co suoi mille arcieri, ed ampia strage egli faranne al certo. SELIMO Signor! Di Negroponte le vie pur anco a te son note? E come? Il ciel t inspira, o qui stranier non sei? MAOMETTO La conquista di Grecia, è a te ben noto che il mio gran padre ei pur rivolse in mente. Quindi in mentite spoglie ad esplorarne i lidi i più scaltri inviò fra suoi più fidi; e me fra quelli, ed Argo e Negroponte e… Corinto percorsi… ah! SELIMO Tu sospiri! MAOMETTO Sospiro io, sì, nel rammentar Corinto. SELIMO Forse… MAOMETTO Non più. Ma quel tumulto è questo? (Alcuni Guerrieri ritornano in fretta dalla sinistra dello spettatore, e cantano il seguente ) I SOLDATI MUSULMANI Signor, di liete nuove nunzi noi siamo a te. I nemici fuggenti, sorpresi, ed avviliti caddero in parte estinti; e in duri ceppi avvinti or sieno a te guidati i duci invan frementi. Il prode Omar già muove ad incontrarti il piè. MAOMETTO Oh gioia! Alfin vi tengo veneti alteri, audaci e sempre infidi vi tengo alfin. Compiuto è il mio trionfo. Come in Bisanzio, il mio destrier qui ancora nuotar nel sangue cristiano io vidi. Or colle fronti nella polve immerse vedrò pur voi, duci orgogliosi… e vinti. Ciò sia più grato che il mirarvi estinti. I SOLDATI MUSULMANI Il prode Omar già muove ad incontrarti il piè. Scena Quinta (Omar seguìto da suoi soldati, conduce incatenati Calbo ed Erisso, i quali si presentano con dignitoso contegno) MAOMETTO (Con ironia) Appressatevi, o prodi. Ammirarvi d appresso alfin m è dato. Del veneto valor la fama antica per voi s accrebbe, e a queste mura intorno ne fan tacita fede de miei guerrier ben dieci mille uccisi. Compiuto è il dover vostro, il mio comincia. Un esempio tremendo in voi dar voglio a chi, senza sperar soccorso o scampo, ogni patto ricusa per sol diletto di versar del sangue. Atroce, inaudito supplizio sia mercé del vostro ardire. ERISSO Quest ultimo tuo detto m accerta alfin che parla Maometto. Or la risposta ascolterai d Erisso. MAOMETTO Erisso! (fra sè) Oh ciel! (ad Erisso) Sei forse tu l istesso che già duce in Corinto? ERISSO Io son quel desso. Ed in Corinto e in Negroponte, e ovunque il tuo furor ti tragga, infin ch io viva, mi scorgerai tu sempre starti intrepido a fronte colla morte sul brando; e se convien che pera, fra i più fieri tormenti, intrepido del pari a Veneti pur sempre porger di fede e di fortezza esempio. MAOMETTO Sta ben. Ma dimmi, Erisso… Non sei padre? ERISSO (fra sè) Che ascolto! (A Maometto) E come, e donde il sai? MAOMETTO Te l chieggo. ERISSO Cittadin son io, sol cittadino in questo istante. (sottovoce) Ahi, Calbo! Mi ricorda il suo dir l amata figlia. Costanza, o cor. MAOMETTO Benché nemico, Erisso, d assai miglior destino degno tu sei; lo veggo ed io te l offro. Un accento e sei salvo, e teco il prode, che stringi or fra le braccia. Odi e risolvi. Riedi appiè della rocca. Parla a guerrieri, che son chiusi in quella la stoltezza e il periglio d inutile difesa ad essi esponi, e che mi schiudan quelle porte imponi. Tutti sien salvi, il giuro. E se a te piace la patria riveder potrai con essi, e rieder lieto a filiali amplessi. ERISSO (fra sè) Giusto ciel, che strazio è questo! Nel propormi un tradimento sempre i figli a me rammenta. trafiggendomi nel cor. (A Calbo) Ah! in momento sì funesto, Calbo, or, deh, per me rispondi, ed a lui quel pianto ascondi che or tradisce il genitor. CALBO Alla rocca andrem, se il vuoi. Parlerem con quegli eroi, ma direm che presso a morte noi serbiam pur l alma forte. La risposta, intendi, è questa. Se or ti piace, il rogo appresta ed appaga il tuo furor. ERISSO (fra sè) Dolce figlia, ove t aggiri? Ah, chi sa se ancor respiri, se abbracciarti io posso ancor! MAOMETTO Sconsigliato, a che non taci? Frena, o stolto, i detti audaci. Con chi parli non rammenti, e il mio sdegno non paventi? Tu rispondi, Erisso, e trema, questa fu la volta estrema che parlommi al cor pietà. ERISSO Già tacendo a te risposi co suoi detti generosi. CALBO, ERISSO È lo stesso in ogni core il consiglio dell onore; e non v ha che un sol linguaggio per il forte e per il saggio, e tal sempre il mio sarà. MAOMETTO (fra sè) Io mi sento dal dispetto lacerato il cor nel petto. De supplizi al fiero aspetto forse un tanto ardir cadrà. (Ad Erisso) Decidesti? ERISSO Io già risolsi. MAOMETTO Tu m insulti, indegno, e l osi? ERISSO E non v ha che un sol linguaggio per il forte e per il saggio; e tal sempre il mio sarà. CALBO È lo stesso in ogni core il consiglio dell onore; e tal sempre il mio sarà. MAOMETTO (fra sè) De supplizi al fero aspetto forse un tanto ardir cadrà. (in alta voce) Guardie, olà, costor si traggano a supplizio infame, atroce. Obbedite… Scena Sesta (Le Guardie circondano Erisso e Calbo e li trassinano. Anna si precipita dal tempio, su passi loro, dando un grido di dolore. Le altre donne la sieguono) ANNA Ah, no! MAOMETTO Qual voce! ANNA Padre mio! ERISSO Figlia! MAOMETTO Che veggio! ANNA (Accorrendo verso Maometto.) Al tuo piede… oh ciel, vaneggio! MAOMETTO Anna! ANNA Uberto! oh rossor! ERISSO Che colpo è questo! (Tutti rimangono attoniti e muti nell atteggiamento della sorpresa, della vergogna o del dolore, secondo la circostanza di ciascuno.) ANNA (fra sè) Ritrovo l amante nel crudo nemico. Qual barbaro istante! Che penso? che dico? Oh morte, te imploro rimedio, ristoro a tanto dolor. ERISSO (fra sè) Amante la figlia del crudo tiranno! Deh! chi mi consiglia! Qual barbaro affanno! Oh morte, te imploro rimedio, ristoro a tanto dolor! MAOMETTO (fra sè) Risento nel petto all alma sembianza d un tenero affetto l antica possanza. Qual magico incanto quel ciglio, quel pianto, quel muto dolor! CALBO, LE DONNE (fra sè) Il padre fra l ira ondeggia e l affanno, la figlia delira pel barbaro inganno. Oh cielo, te imploro tu porgi ristoro a tanto dolor. SELIMO (fra sè) Quel ciglio, quel pianto e muto dolor, qual magico incanto ha sul vincitor! I SOLDATI MUSULMANI (fra sè) Il duce all aspetto d inerme beltà, risente nel petto la spenta pietà! Qual magico incanto, quel ciglio, quel pianto ha sul vincitor! ANNA (A Maometto) Rendimi il padre, o barbaro. Il mio… fratel, deh rendimi… o ch io saprò trafiggermi con questo ferro il cor. (Cavando fuori il pugnale.) CALBO (fra sè) Fratel mi chiama! oh tenera! Oh dolce amica! ANNA (A Maometto) E tacito ancor tu resti? (Fa cenno di uccidersi.) MAOMETTO Arrestati, arrestati, dilegua il tuo timor. (Scioglie egli stesso le catene d Erisso e di Calbo.) Padre e fratel ti rendo. Comprendi a sì bel dono che un barbaro non sono, ma fido amante ognor. ERISSO Quei ceppi a me rendete, la morte io solo attendo. Pietosi mi togliete a tanto mio rossor. ANNA Padre… ERISSO Da me t invola. ANNA M ascolta… CALBO (Ad Erisso) Ti consola. Misera ella è, non rea. ANNA Chi preveder potea inganno sì crudel! MAOMETTO (Ad Anna) Fra l armi in campo io torno, cara, ma al mio ritorno altera e lieta omai, al fianco mio vivrai, se ancor mi sei fedel. ANNA (fra sè) Dal rimorso, dal duol, dal tormento lacerato mi sento già il cor. Ah! perché fra le spade nemiche a perir disperata non corsi! Or da quanti tormenti e rimorsi straziata quest alma sarà. ERISSO, CALBO (fra sè) Ah perché fra le spade nemiche non mi trassi a perir disperato; trionfando del barbaro fato, involandomi a tanta viltà. MAOMETTO (fra sè) Agitata, confusa, tremante, non risponde. Qual dubbio! qual lampo! Forse infida… Di sdegno già avvampo. Ma svelato l arcano sarà. LE DONNE (fra sè) Agitata, confusa, tremante non risponde. Mirarlo non osa. Fra l amante ed il padre dubbiosa fra l inferno ed il cielo si sta. I SOLDATI MUSULMANI (fra sè) Agitata, confusa, tremante non risponde. Mirarlo non osa. Fra l amante ed il padre dubbiosa all evento improvviso si sta. ATTO PRIMO Scena Prima (Sala nel palazzo. Il provveditore Paolo Erisso siede taciturno presso una tavola. Altri capitani gli siedono intorno. Calbo e Condulmiero chiudono il circolo, sedendo l uno incontro all altro) I DUCI Al tuo cenno, Erisso, accolti qui già vedi i tuoi guerrieri. Ma… tu taci, e non ascolti?.. (fra sè) Mille torbidi pensieri gli vegg io scolpiti in fronte. Giusto ciel! di Negroponte il destin qual mai sarà? ERISSO Volgon due lune or già, veneti eroi, che di Bisanzio il vincitor superbo d oste infinita e fera queste mura circonda. Noi noverar co giorni i cimenti e i trionfi ancor possiamo. Ma… l avvenir qual sia? Spento de nostri il più bel fior già cadde; crollan le mura col tempestar de bronzi; il morbo struggitor, la dura fame mietono a gara il popolo innocente; e Maometto minaccia incendio e morte, se schiuse al novo dì non sian le porte. Io veggo in sì rio stato, veggio egual periglio se all onor chieggo o alla pietà consiglio. Risolversi che deggia ognun libero esponga, ed il pensiero del numero maggior per me sia legge. I DUCI Risponda a te primiero il prode Condulmiero, che pari ha nel periglio il braccio ed il consiglio. CONDULMIERO Quando ogni speme è tolta, allor l audacia è stolta, ed il men reo consiglio sta nel minor periglio. Il folle e non il forte va cieco incontro a morte. Cedasi in tal momento. A più feral cimento serbiam le spade e il sangue io primo allor esangue, io primo allor cadrò… CALBO (Sorgendo) Guerriero, che parli? Estremo consiglio del forte è la spada. Non temo il periglio si pugni, si cada nell arduo cimento; e covran mia fosse de barbari a cento le ceneri e l ossa. Impari il superbo che duro, che acerbo è il vincer pugnando contro italo brando. Al nobile esempio, all orrido scempio si accresca con l ire il veneto ardire; e a tanta costanza, depressa, avvilita del barbaro scita sia l empia baldanza. ERISSO A tanta costanza, ai forti suoi detti ribolle ne petti l antica baldanza. CALBO Si pugni, si cada, ruotando la spada nell arduo cimento. Poi covran mia fossa de barbari a cento le ceneri e l ossa. I DUCI A tanta costanza, ai forti suoi detti ribolle ne petti l antica baldanza. CALBO, ERISSO, CONDULMIERO Si pugni, si cada, ruotando la spada nell arduo cimento. Poi covran mia fossa de barbari a cento le ceneri e l ossa. ERISSO Basta, non più. V intesi, o prodi, o veri cittadini e guerrieri. Udir da labbri vostri il generoso consiglio io sol bramava, e tanto ottenni. Dunque giuriam sui brandi per la patria, per l are pugnar fin che di sangue stilla ci avanza in petto; ché nel bivio crudel d infamia o morte, dubbio non è qual via trasceglie il forte. (Snuda la spada e la presenta ai duci, che lo imitano e giurano, toccando colle loro spade quella di Erisso.) TUTTI Sì, giuriam sugl itali brandi, degl infidi nel sangue già tinti, che trafitti, non supplici o vinti, Maometto al suo piè ci vedrà. Sì, giuriamo su veneti brandi. Se non cangia la sorte severa, Negroponte alla veneta schiera monumento e sepolcro sarà. ERISSO Or partite, guerrieri. Al dì novello l ultimo assalto il Musulman minaccia; nuovo vigor quindi a voi porga il sonno. Allo spuntar del giorno pugnerete da forti a me d intorno. E al numero il valor se sia che ceda, e abbandonar l ampia città si debba, ratto allor nella rocca a novello cimento ritraggasi chi ancor non fu qui spento. (Tutti partono, fuorché Calbo trattenuto da Erisso.) Calbo, tu m odi. Il mio dover compiuto di duce e cittadin, dover diverso né men sacro or si compia. Ahimè!.. son padre di tenera, leggiadra unica figlia. Appien tu la conosci, e al par di me tu l ami. Or pensa il suo periglio come tremar, come agghiacciar mi faccia. CALBO Com io pur tremo e agghiaccio. ERISSO Seguimi or dunque. CALBO E che far vuoi? ERISSO Mi segui. Presso alla figlia mia del padre il voto ascolterai qual sia. Scena Seconda (Gabinetto di Anna Erisso; una lampada lo rischiara) ANNA Ah! che invan sul mesto ciglio chiamo il dolce oblio de mali. Non ho pace al rio periglio in cui veggo il genitor. E il timor se tace appena, son d amor gli occulti strali onde ognor di pena in pena palpitante ondeggia il cor. Pietoso ciel! ERISSO Figlia… ANNA Che vegg io! Padre, qual grave cura a me nell alta notte sollecito ti guida? ERISSO Il tuo periglio. ANNA Il mio periglio! ahimè! ERISSO M abbraccia, e ascolta. Or che ad estremo disperato assalto il nemico s appresta, io pe tuoi giorni, Anna, pavento. Io sol finora, io fui di tua virtù, dell innocenza tua il consiglio e lo scudo. Or più non basto io solo, or che un istante, un trar di spada può troncar mia vita. ANNA Misera me! Che dici? ERISSO Addoppiar le difese a te d intorno amor mi suggerisce, e un altro braccio a tuo schermo apprestar, che compier possa teco mie veci, ov io cadessi. ANNA Ahi, padre! ERISSO Il tuo secondo difensor sia Calbo. Egli, gran tempo è già, t ama, e no l disse che al padre tuo. Sposa ti chiede. ANNA (fra sè) Lassa! ERISSO E più degno consorte aver giammai, no, non potresti, o figlia. Or vieni al tempio. Là dove il sacro cenere riposa della spenta tua madre, stringer mi lascia un sì bel nodo, o cara, e il mio timor sia spento appiè dell ara. CALBO (fra sè) Che sento! ANNA (fra sè) Io son perduta. ERISSO A che t arresti? CALBO Anna, tu taci? Alto stupor ti leggo in volto espresso. Il tuo bel cor dischiudi al padre ad all amico; e se pur sia che tal nodo tu abborri, il tuo pensiero libera esponi, e me primiero udrai a tua difesa ragionar. ERISSO Che vegg io! Figlia, tu piangi? Oh, qual crudel sospetto in me tu desti! ANNA No, tacer non deggio più il vero omai. Tradirvi non posso entrambi, nè immolar me stessa. Già d altra fiamma accesa. ERISSO Oh, mio rossor! Prosegui. ANNA Indegno, credi, non è d Erisso l amator mio primo. ERISSO Chi è costui? Favella. ANNA Il Sir di Mitilene, il prode Uberto. ERISSO Uberto! E quando il conoscesti? ANNA Allora che tu in Venezia, per due lune e due, ed oro ed armi a dimandar restavi, me lasciando in Corinto. ERISSO Allor? Che ascolto! CALBO Prosegui… ahimè!.. ERISSO Meco in Venezia Uberto venia sul legno istesso; e vi rimase quando a te fei ritorno. ANNA Misera! il ver tu dici? Chi dunque, ahi! meco il nome volle mentir d Uberto? ERISSO Chi sia non so; ma un mentitor fu certo. ANNA, CALBO, ERISSO (fra sè) Ohimè! qual fulmine per me fu questo! Ahi, qual terribile colpo funesto! ANNA (fra sè) Conquisa l anima dal vile inganno, prorompe in lagrime l interno affanno; e il guardo, ahi, misera nel mio rossore non sò più volgere al genitor. ERISSO (fra sè) Conquisa l anima dal vile inganno, il cor mi squarciano ira ed affanno. Ma pur la misera col suo dolor raffrena gl impeti del mio furor. CALBO (fra sè) Conquisa l anima dal vil inganno, il cor mi squarciano ira ed affanno. Non sa la misera nel suo rossor più il guardo volgere al genitor. ERISSO Dal cor l iniquo affetto sveller t è forza, o figlia tanto l onor consiglia. ANNA Figlia mi chiami ancor? Sì, svellermi dal petto il cor saprò se… (Un lontano colpo di cannone interrompe il colloquio. Tutti restano immobili e sorpresi. Breve silenzio. Un grido di allarme si sente poco dopo. Erisso e Calbo pongono mano alle spade e partono precipitosamente senza far motto. Anna li siegue per pochi passi, indi ritorna indietro agitatissima.) ANNA Che avvenne? Oh Dio! Lo strepito della battaglia ascoltasi. Ahi, forse un tradimento nel notturno cimento… Io gelo. Oh, duol! Nel tempio del ciel si voli ad implorar l aita che salvi almen del padre mio la vita. (Parte precipitosamente.) Scena Terza (La piazza della città di Negroponte. A dritta dello spettatore un tempio in fondo una larga via, che sarà disposta obliquamente in guisa che il principio della medesima si nasconde all occhio dello spettatore sulla sua sinistra. La musica da questo momento, finché non giunge Erisso sulla scena, deve sempre indicare il lontano tumulto della battaglia. Di tratto in tratto si odono de colpi di cannone e delle scariche di moschetti. Alcune Donne accorrono allo strepito, incerte ed atterrite, aggirandosi per la scena) LE DONNE Misere!.. or dove, ahimè! volger l incerto piè? Dell armi il rimbombar, de bronzi il fulminar, tutto tremar ci fa. Che mai… che mai sarà? ANNA (Accorrendo anch essa tremante e sbigottita.) Donne, che sì piangete, che avvenne? Deh, rispondete. LE DONNE Al musulman le porte dischiuse un traditor. Tutto già intorno è orror, incendio e morte. ANNA (Sempre più spaventata, corre ad inginocchiarsi avanti il tempio.) Giusto ciel, in tal periglio più consiglio più speranza, non avanza, che piangendo, che gemendo, implorar la tua pietà. LE DONNE (Inginocchiandosi pur esse.) Giusto ciel, in tal periglio più speranza non avanza che implorar la tua pietà. (Sul finir di questa breve preghiera si sente un tamburo, che si accosta. Incomincia a sfilare una parte della guarnigione, attraversando la scena sollecitamente da dritta a manca. Anna ed il coro, vedendo i soldati, sospendono la loro preghiera, ed accorrono verso di quelli. Erisso e Calbo sopraggiungono con le spade ignude.) ANNA Ahi, padre! ERISSO (fra sè) Oh vista! ANNA Ad abbracciarti io torno. Narra. ERISSO Fuorchè l onor, tutto è perduto. Ogni speranza un traditor invola. Sulle mura è il nemico, e grazie al cielo or io sol porgo, che d occulti inganni temendo Maometto, il corso arresta di sua vittoria e attender vuole il giorno. Or, miei fidi, alla rocca. ANNA Oh, padre mio, fermati… ascolta. ERISSO Udir non posso. Addio. Figlia, mi lascia. Io volo ove il dover m invita. Dal pianto tuo tradita la patria non sarà. ANNA Padre! E in tal periglio e duolo lasciar tu puoi la figlia? Qual nume a te consiglia cotanta crudeltà? Teco venir… ERISSO T arresta, seguir non dei tu il padre. ANNA Qual dura legge è questa! ERISSO Sol le raccolte squadre sull alta rocca andranno a far le prove estreme d intrepido valor. ANNA, LE DONNE E noi qui fuor di speme, dover tiran ci lascia dell onta al nuovo orror? CALBO Mira, signor, quel pianto, e cangia il tuo consiglio. Le invola a tal periglio parli al tuo cor pietà. ANNA Vedrai su quelle mura pur noi pugnar da forti, vibrar pur noi le morti; far siepe i nostri petti a tuoi guerrieri eletti, e in essi il nostro esempio valore accrescerà. Padre, ti muova il pianto a men crudel consiglio. M invola al rio periglio, parli al tuo cor pietà. ERISSO Le voci di natura tutte nel cor già sento; ma in sì crudel momento delitto è la pietà. Ma indarno or voi piangete, donne, al destin cedete. Se i voti vostri ascolta la cieca mia pietà, con voi la fame accolta da miei guerrier sarà. Pietà sì dura e stolta chi a me consiglierà? Partiam, guerrieri… Addio LE DONNE Mira, signor, quel pianto e cangia il tuo consiglio. C invola a tal periglio, parli al tuo cor pietà. ERISSO Invola al rio periglio, parli al tuo cor pietà. ANNA Ahi padre! ah padre mio; de barbari all oltraggio così lasciarmi? ERISSO O cara, prendi il pugnal. Retaggio paterno a te sia questo in giorno sì funesto. Va , corri appiè dell ara, e pria che in te la mano distenda il musulmano… Figlia… ANNA Prosegui… ERISSO Addio. ANNA Dicesti assai. T intendo. Vedrai che appien somiglia al genitor la figlia, e pria che in me la mano distenda il musulmano, questo pugnal da forte nel cor m immergerò. ERISSO (fra sè) In sì crudel tormento squarciarmi a brano a brano, misero, il cor mi sento. O patria, a te qual figlia vittima immolerò! ANNA (fra sè) A sì crudel tormento squarciarmi a brano a brano, Ah Dio! il cor mi sento. Ahi, qual perversa sorte Il ciel mi destinò! CALBO (fra sè) In sì crudel momento squarciarmi a brano a brano in petto il cor mi sento. Misero, ahi, qual consorte il fato m involò! LE DONNE (fra sè) A sì funesta scena attonita, gemente, fra meraviglia e pena mancarmi il cor mi sento. Ahi, per qual empia sorte, dal figlio, dal consorte dividermi dovrò! (La musica ed il canto cesseranno ad un tratto. Erisso ed Anna si abbracciano teneramente. Calbo cade appiè di Anna, che gli porge la mano. Intanto alcune delle donne del coro corrono ad abbracciare taluni fra soldati, in attitudine di madri o di spose. Ricominciando la musica tutti si separeranno, dandosi a vicenda l ultimo doloroso addio. Erisso e Calbo partono per la rocca. Anna, seguita dalle altre donne, si ritira nel tempio) Scena Quarta (Giorno. Una schiera di cavalieri musulmani sopraggiunge entrando dalla dritta dello spettatore; si arresta alquanto per riconoscere qual via debba trascegliere per inseguire i fuggaschi. Indi al segnale del comandante si avvierà per la via grande che mette capo in fondo del teatro. Incominciasi ad ascoltare da lontano il suono delle bande turche. Dopo un istante la schiera di cavalleria ritornerà, girando a sinistra dello spettatore, sulle tracce di Erisso. Sopraggiunge buon numero di soldati turchi, alla rinfusa ed armati di faci) I SOLDATI MUSULMANI Dal ferro, dal foco nel sangue sommersa l avversa città al mondo suo scempio esempio sarà. Che all urto invincibile del nostro valor periglio è resistere con cieco furor. (Verso la fine del coro sopraggiunge Maometto alla testa delle sue truppe, e circondato da tutta la pompa militare ed asiatica. Alcuni de suoi soldati fanno sembiante di volere appiccare il fuoco agli edifizi ed al tempio. Maometto con un cenno gli arresta. Egli pone piede a terra, seguito dal suo visir Selimo e dagli altri generali. Tutti si prostrano, attendendo i suo ordini) MAOMETTO Sorgete, in sì bel giorno, o prodi miei guerrieri, a Maometto intorno venite ad esultar. Duce di tanti eroi crollar farò gl imperi, e volerò con voi del mondo a trionfar. I SOLDATI MUSULMANI Del mondo al vincitor eterno plauso e onor! MAOMETTO Compiuta ancor del tutto la vittoria non è. La tua falange, Acmet, conduci ad assalir la rocca dall oriental pendice, ov è men forte. Con l altre schiere intanto starommi io qui della città nel centro ad ogni uopo ed evento. (Acmet parte con alcuni soldati.) De fuggenti nemici Omar sull orme, per obliqui sentieri, corse già ratto co suoi mille arcieri, ed ampia strage egli faranne al certo. SELIMO Signor! Di Negroponte le vie pur anco a te son note? E come? Il ciel t inspira, o qui stranier non sei? MAOMETTO La conquista di Grecia, è a te ben noto che il mio gran padre ei pur rivolse in mente. Quindi in mentite spoglie ad esplorarne i lidi i più scaltri inviò fra suoi più fidi; e me fra quelli, ed Argo e Negroponte e… Corinto percorsi… ah! SELIMO Tu sospiri! MAOMETTO Sospiro io, sì, nel rammentar Corinto. SELIMO Forse… MAOMETTO Non più. Ma quel tumulto è questo? (Alcuni Guerrieri ritornano in fretta dalla sinistra dello spettatore, e cantano il seguente ) I SOLDATI MUSULMANI Signor, di liete nuove nunzi noi siamo a te. I nemici fuggenti, sorpresi, ed avviliti caddero in parte estinti; e in duri ceppi avvinti or sieno a te guidati i duci invan frementi. Il prode Omar già muove ad incontrarti il piè. MAOMETTO Oh gioia! Alfin vi tengo veneti alteri, audaci e sempre infidi vi tengo alfin. Compiuto è il mio trionfo. Come in Bisanzio, il mio destrier qui ancora nuotar nel sangue cristiano io vidi. Or colle fronti nella polve immerse vedrò pur voi, duci orgogliosi… e vinti. Ciò sia più grato che il mirarvi estinti. I SOLDATI MUSULMANI Il prode Omar già muove ad incontrarti il piè. Scena Quinta (Omar seguìto da suoi soldati, conduce incatenati Calbo ed Erisso, i quali si presentano con dignitoso contegno) MAOMETTO (Con ironia) Appressatevi, o prodi. Ammirarvi d appresso alfin m è dato. Del veneto valor la fama antica per voi s accrebbe, e a queste mura intorno ne fan tacita fede de miei guerrier ben dieci mille uccisi. Compiuto è il dover vostro, il mio comincia. Un esempio tremendo in voi dar voglio a chi, senza sperar soccorso o scampo, ogni patto ricusa per sol diletto di versar del sangue. Atroce, inaudito supplizio sia mercé del vostro ardire. ERISSO Quest ultimo tuo detto m accerta alfin che parla Maometto. Or la risposta ascolterai d Erisso. MAOMETTO Erisso! (fra sè) Oh ciel! (ad Erisso) Sei forse tu l istesso che già duce in Corinto? ERISSO Io son quel desso. Ed in Corinto e in Negroponte, e ovunque il tuo furor ti tragga, infin ch io viva, mi scorgerai tu sempre starti intrepido a fronte colla morte sul brando; e se convien che pera, fra i più fieri tormenti, intrepido del pari a Veneti pur sempre porger di fede e di fortezza esempio. MAOMETTO Sta ben. Ma dimmi, Erisso… Non sei padre? ERISSO (fra sè) Che ascolto! (A Maometto) E come, e donde il sai? MAOMETTO Te l chieggo. ERISSO Cittadin son io, sol cittadino in questo istante. (sottovoce) Ahi, Calbo! Mi ricorda il suo dir l amata figlia. Costanza, o cor. MAOMETTO Benché nemico, Erisso, d assai miglior destino degno tu sei; lo veggo ed io te l offro. Un accento e sei salvo, e teco il prode, che stringi or fra le braccia. Odi e risolvi. Riedi appiè della rocca. Parla a guerrieri, che son chiusi in quella la stoltezza e il periglio d inutile difesa ad essi esponi, e che mi schiudan quelle porte imponi. Tutti sien salvi, il giuro. E se a te piace la patria riveder potrai con essi, e rieder lieto a filiali amplessi. ERISSO (fra sè) Giusto ciel, che strazio è questo! Nel propormi un tradimento sempre i figli a me rammenta. trafiggendomi nel cor. (A Calbo) Ah! in momento sì funesto, Calbo, or, deh, per me rispondi, ed a lui quel pianto ascondi che or tradisce il genitor. CALBO Alla rocca andrem, se il vuoi. Parlerem con quegli eroi, ma direm che presso a morte noi serbiam pur l alma forte. La risposta, intendi, è questa. Se or ti piace, il rogo appresta ed appaga il tuo furor. ERISSO (fra sè) Dolce figlia, ove t aggiri? Ah, chi sa se ancor respiri, se abbracciarti io posso ancor! MAOMETTO Sconsigliato, a che non taci? Frena, o stolto, i detti audaci. Con chi parli non rammenti, e il mio sdegno non paventi? Tu rispondi, Erisso, e trema, questa fu la volta estrema che parlommi al cor pietà. ERISSO Già tacendo a te risposi co suoi detti generosi. CALBO, ERISSO È lo stesso in ogni core il consiglio dell onore; e non v ha che un sol linguaggio per il forte e per il saggio, e tal sempre il mio sarà. MAOMETTO (fra sè) Io mi sento dal dispetto lacerato il cor nel petto. De supplizi al fiero aspetto forse un tanto ardir cadrà. (Ad Erisso) Decidesti? ERISSO Io già risolsi. MAOMETTO Tu m insulti, indegno, e l osi? ERISSO E non v ha che un sol linguaggio per il forte e per il saggio; e tal sempre il mio sarà. CALBO È lo stesso in ogni core il consiglio dell onore; e tal sempre il mio sarà. MAOMETTO (fra sè) De supplizi al fero aspetto forse un tanto ardir cadrà. (in alta voce) Guardie, olà, costor si traggano a supplizio infame, atroce. Obbedite… Scena Sesta (Le Guardie circondano Erisso e Calbo e li trassinano. Anna si precipita dal tempio, su passi loro, dando un grido di dolore. Le altre donne la sieguono) ANNA Ah, no! MAOMETTO Qual voce! ANNA Padre mio! ERISSO Figlia! MAOMETTO Che veggio! ANNA (Accorrendo verso Maometto.) Al tuo piede… oh ciel, vaneggio! MAOMETTO Anna! ANNA Uberto! oh rossor! ERISSO Che colpo è questo! (Tutti rimangono attoniti e muti nell atteggiamento della sorpresa, della vergogna o del dolore, secondo la circostanza di ciascuno.) ANNA (fra sè) Ritrovo l amante nel crudo nemico. Qual barbaro istante! Che penso? che dico? Oh morte, te imploro rimedio, ristoro a tanto dolor. ERISSO (fra sè) Amante la figlia del crudo tiranno! Deh! chi mi consiglia! Qual barbaro affanno! Oh morte, te imploro rimedio, ristoro a tanto dolor! MAOMETTO (fra sè) Risento nel petto all alma sembianza d un tenero affetto l antica possanza. Qual magico incanto quel ciglio, quel pianto, quel muto dolor! CALBO, LE DONNE (fra sè) Il padre fra l ira ondeggia e l affanno, la figlia delira pel barbaro inganno. Oh cielo, te imploro tu porgi ristoro a tanto dolor. SELIMO (fra sè) Quel ciglio, quel pianto e muto dolor, qual magico incanto ha sul vincitor! I SOLDATI MUSULMANI (fra sè) Il duce all aspetto d inerme beltà, risente nel petto la spenta pietà! Qual magico incanto, quel ciglio, quel pianto ha sul vincitor! ANNA (A Maometto) Rendimi il padre, o barbaro. Il mio… fratel, deh rendimi… o ch io saprò trafiggermi con questo ferro il cor. (Cavando fuori il pugnale.) CALBO (fra sè) Fratel mi chiama! oh tenera! Oh dolce amica! ANNA (A Maometto) E tacito ancor tu resti? (Fa cenno di uccidersi.) MAOMETTO Arrestati, arrestati, dilegua il tuo timor. (Scioglie egli stesso le catene d Erisso e di Calbo.) Padre e fratel ti rendo. Comprendi a sì bel dono che un barbaro non sono, ma fido amante ognor. ERISSO Quei ceppi a me rendete, la morte io solo attendo. Pietosi mi togliete a tanto mio rossor. ANNA Padre… ERISSO Da me t invola. ANNA M ascolta… CALBO (Ad Erisso) Ti consola. Misera ella è, non rea. ANNA Chi preveder potea inganno sì crudel! MAOMETTO (Ad Anna) Fra l armi in campo io torno, cara, ma al mio ritorno altera e lieta omai, al fianco mio vivrai, se ancor mi sei fedel. ANNA (fra sè) Dal rimorso, dal duol, dal tormento lacerato mi sento già il cor. Ah! perché fra le spade nemiche a perir disperata non corsi! Or da quanti tormenti e rimorsi straziata quest alma sarà. ERISSO, CALBO (fra sè) Ah perché fra le spade nemiche non mi trassi a perir disperato; trionfando del barbaro fato, involandomi a tanta viltà. MAOMETTO (fra sè) Agitata, confusa, tremante, non risponde. Qual dubbio! qual lampo! Forse infida… Di sdegno già avvampo. Ma svelato l arcano sarà. LE DONNE (fra sè) Agitata, confusa, tremante non risponde. Mirarlo non osa. Fra l amante ed il padre dubbiosa fra l inferno ed il cielo si sta. I SOLDATI MUSULMANI (fra sè) Agitata, confusa, tremante non risponde. Mirarlo non osa. Fra l amante ed il padre dubbiosa all evento improvviso si sta. Rossini,Gioachino/Maometto secondo/II
https://w.atwiki.jp/irregularmetre/pages/8.html
動画(youtube) @wikiのwikiモードでは #video(動画のURL) と入力することで、動画を貼り付けることが出来ます。 詳しくはこちらをご覧ください。 =>http //www1.atwiki.jp/guide/pages/801.html#id_30dcdc73 また動画のURLはYoutubeのURLをご利用ください。 =>http //www.youtube.com/ たとえば、#video(http //youtube.com/watch?v=kTV1CcS53JQ)と入力すると以下のように表示されます。
https://w.atwiki.jp/oper/pages/2057.html
第1幕 第1場 (男爵の城の中の一階の古い部屋 五つのドアがある 右手に暖炉 鏡の載ったテーブル 花の入ったバスケット そして椅子 クロリンダはシャセのステップを練習している ティスベは花を今は頭 今は胸にと飾っている チェネレントラは火吹きで暖炉に風を送ってコーヒーを沸かそうとしている 後から貧者に身をやつしたアリドーロ それからラミーロの従者たち) 【クロリンダ】 いいえ いいえ いいえ いないわ いないわよね こんな風にダンスのステップを踏める人は こんな軽快なシャセのステップを 【ティスベ】 そう そう そう 似合ってるわ こっちがいい いいえ こっちの方がいい もっと私を目立たせてくれるわ 【クロリンダとティスベ】 この技と この美しさで みんなメロメロよ 【チェネレントラ】 (冷めた様子で) むかし王さまがおりました 一人身でいることに 一人身でいることに飽き飽きして 探して 探して 見つけました でも三人とも結婚したかったのです 王さまはどうしたでしょう? 華やかさや美しさを軽蔑し そして最後にご自分で選ばれたのです 素朴で善良な娘を ラ ラ ラ リ リ リ ラ ラ ラ 【クロリンダとティスベ】 チェネレントラ やめて そのいつもの歌は 【チェネレントラ】 暖炉の火のそばでは 私に歌わせてくださいな むかし王さまがおりました むかし… 【クロリンダ】 こうして二回も三回も 【クロリンダとティスベ】 やめるの やめないの? 黙らないと あたし一発お見舞いするわよ 【チェネレントラ】 むかし… (ノックの音が聞こえる) 【三人で】 誰かしら? (チェネレントラが開けると貧しい身なりのアリドーロが入ってくる) 【アリドーロ】 わずかばかりのお恵みを 【クロリンダとティスベ】 物乞いね!ここから出てってよ 【チェネレントラ】 黙って 黙って:お取りなさい 少しだけど 食べ物を (彼女はコーヒーを注ぎ 姉たちに見えないようにパンをアリドーロに与える) ああ、私は同情せずにはいられないのよ 何て気の毒な運命! 【アリドーロ】 たぶん天国からのご褒美が 夜となる前にあなたに与えられるでしょう 【クロリンダとティスベ】 (自分にうっとりしながら) 甘美な情熱を掻き立てるのは 私以上には誰もできないでしょう 【クロリンダ】 (振り向いてアリドーロを見つけ) 何なのよ!まだそこにいるの! 【ティスベ】 しかもパンを?コーヒーまで? 【クロリンダ】 (チェネレントラに突進して) 食らいなさい 食らいなさい これを食らわせてやるわ 【チェネレントラ】 ああ!誰も私を助けてはくれないのね! 【アリドーロ】 (やむなく分け入って) おやめください お願いです (大きなノックの音 チェネレントラが走って行き開くと 騎士たちが入ってくる) 【騎士たち】 おおドン·マニフィコの愛らしきお嬢さま方 ラミーロ王子がもうすぐお見えです 宮殿にあなた方をお連れしましょう そこで歌い踊り そしてすべての女性のうちで最も美しい方が 王子の最愛の花嫁になるでしょう 【クロリンダ】 それじゃ 王子さまが? 【騎士たち】 すぐにお見えになります 【クロリンダ ティスベ チェネレントラ】 それで 一番の美人が? 【騎士たち】 選ばれるのです 【クロリンダとティスベ】 チェネレントラ こっちにおいで 私の靴を 私の帽子を チェネレントラ こっちにおいで 私の羽根飾りよ 私のネックレスよ 脳みその中は溶鉱炉みたいよ 私美人だし 勝ち目はあるわ この笑顔で この流し目で ドン·ラミーロを堕としてやるわ 【チェネレントラ】 チェネレントラはこっちに チェネレントラはあっちに チェネレントラはここです チェネレントラはあそこです これはとんでもない酷使だわ! 私を死なせるつもりかしら? パーティーに行ける人は お楽しみの人は なのに私はお留守番で ため息つくだけなのね 【アリドーロ】 脳みその中が溶鉱炉になって あいつらの頭をぶっ叩いてイカレさせておるな だがもう破滅の道は開けておる わしは存分に笑ってやるぞ 【騎士たち】 頭の中に溶鉱炉があって このお嬢さま方を弾けさせていますが 試練の時は近づいているのです 勝利への偉大な瞬間は 【クロリンダ】 (チェネレントラに金貨を渡し 去って行く王子の使者たちにそれを与えるように言いつける) あの人たちに半スクード差し上げなさい 感謝致しますわ 王子さまのお考え通りにいたします (物乞いがまだいるのを見て 鼻でせせら笑い) まだここにいたの? 何て悪臭!消えなさい さもなきゃ後悔するわよ 【チェネレントラ】 (アリドーロを伴いながら) 私なら あの半スクードを あなたにあげたのだけれど でも私には半ソルドのお金もないの この心を半分に 私は割って 不幸な人にあげたいくらいよ 【アリドーロ】 (チェネレントラに) たぶん明日にはあなたも幸せになれますよ (アリドーロ退場) 【ティスベ】 チェネレントラ すぐに 用意して リボンとマントを 【クロリンダ】 クリームとポマードもよ 【ティスベ】 私のダイヤモンド 【チェネレントラ】 聞いてください お姉さま方… 【クロリンダ】 (高飛車に) 何がお姉さまよ! そんな風に呼んで私たちを汚さないでよ 【ティスベ】 (脅すように) ひどい目に逢わすわよ そんな口きいたら 【チェネレントラ】 (独白) いつも新しい気まぐれに私は苦しまなくちゃいけないのね (左から退場) 【ティスベ】 ぐずぐずしてはいられないわ 【クロリンダ】 お父さまに このことをお知らせしなければ (お互いに言い争いながら 右に出て行こうとするのを邪魔しあう) 【ティスベ】 私が先に この知らせをお伝えしたいの 【クロリンダ】 まあ!いい加減になさい 私の方が年上よ 【ティスベ】 いやよ 私が言いたいの (二人の間で怒りがこみ上げてくる) 【クロリンダ】 これは私の義務よ お父さまを起こしてきます!ついていらっしゃい 【ティスベ】 ああ!そうはさせないわ 【クロリンダ】 (舞台裏の方を見て) まあ 起きて来ちゃったわよ 第2場 (ドン·マニフィコは不機嫌な顔をして ナイトキャップとガウンを着て出てくる あとからチェネレントラ) 【ドン・マニフィコ】 わが娘たちよ (娘たちが手にキスをしようとするのを撥ね付けて) 勘当だ わしは恥ずかしいぞ! 素晴らしきわが夢を お前たち 邪魔しにきおって (娘たちを見ながら独白 クロリンダとティスベは見られていないときに笑っている) 何と情けないことだ! 男爵家の娘ともあろう者が! さあ 黙ってよく聞け わしの夢はこんなじゃったぞ 夢の中で 闇と光の間に 完璧なロバがおった ロバだ だが荘厳な奴だった と突然 おお何たる奇跡! そいつの背中に 何百という数の 羽根が生え そして空へ ヒューっと 飛んだのだ! それから奴は鐘楼の上に 王座のように鎮座したのだ その下からは聞こえてきた 鐘が鳴り響くのが ディンドン ディンドンと… そこへシーシーシューシューと突然 お前たちがわしの目を覚ましに来たのだ だが 夢は妨げられたが ここでその意味を解釈してみよう 鐘が鳴るのは祝い事だな? 慶事がこの家にあるということだろう あの羽根は?それはお前たちだ あの大きな飛翔は?平民からの別れだな では最後のロバは何だ? あのロバはわしなのだ 誰でも見れば明らかに分かるだろう あのロバは家の主人だと 子だくさんの王妃に 二人ともなるということだな そして 祖父は1ダースもの 孫を抱くことになるのだ この国に小さな王さまが お仕えします お仕えします あの国にも小さな王さまが それがわしの栄光となるのだ (ドン·マニフィコの話をさえぎって) 【クロリンダ】 ご存じですか もうすぐ… 【ティスベ】 プリンス・ラミーロが… 【クロリンダ】 三日前から あそこの素敵な… 【ティスベ】 ここから半マイル先のお屋敷に 滞在されてますけど… 【クロリンダ】 お妃を選ぶために… 【ティスベ】 私たちを招待して… 【クロリンダ】 そしてもう間もなく… 【ティスベ】 私たちを迎えに来るの… 【クロリンダ】 一番の美人をお選びになるんだって… 【ドン・マニフィコ】 (驚きつつも仰々しい態度で) 娘たちよ 何と言った! あの大王子か!わしは存じ上げぬが… お選びになるとな!..お前たちを招待して… お妃を…最も美しい者から! わしは失神しそうだ 言葉が.. 詰まってしまったぞ あの王子の国が この背骨の中で すでにのたうち回っておるぞ 要するに 夢は現実となる ロバが飛ぶのだ (チェネレントラが入ってきてコーヒーを淹れ それをドン・マニフィコの部屋に持って行く) チェネレントラ すぐに コーヒーを持って来い 娘たちよ わが屋敷の半分はすでに崩れ 残りも瀕死の状況だ そこでお前たち ベストを尽くせ 支えの棒を見つけてくるのだ (行ったり来たりして 出て行こうとする娘たちを捕まえて) 娘たちよ 頭を使え 正しい喋り方をするのだぞ 頼むから 服装のことにも気を配れ 大事なのは他でもない お妃になることなのだ (自分の部屋に入る クロリンダとティスベも自分たちの部屋に入る) 第3場 (ドン・ラミーロが従者に変装して あたりを見回しながらゆっくり登場) 【ドン・ラミーロ】 人の気配はないな 誰かいますか? 答えがない この 変装で 美女たちを観察するつもりだったが 誰もいないのか? 私に希望を与えてくれたのだ 賢いアリドーロが ここで賢く愛らしい 私にふさわしい花嫁が見つけられると 結婚するのか…愛もなしで!あの残酷な掟は 私の人生の花の季節に 難しい選択を私に求めるのだな だがともかく見てみよう 確かめよう 第4場 (チェネレントラが歌いながら コーヒーカップと受け皿を手に持って何の気もなく部屋に入って来る) 【チェネレントラ】 むかし王さまが… (ラミーロと顔を合わせ すべてのものを手から落とし 隅に引き下がる) ああっ!やっちゃった 【ドン・ラミーロ】 どうしたのです? 【チェネレントラ】 胸がドキドキして! 【ドン・ラミーロ】 たぶん私が怪物だからだろ! 【チェネレントラ】 (初めはうっかりと だが後から自然に言い直す) ええ…いいえ 違いますわ 【ドン・ラミーロ】 (独白) 何とも分からぬ気品が あの瞳には輝いている! 【チェネレントラ】 (独白) 私は知りたいわ どうしてなのか この胸がこんなにドキドキするなんて? 【ドン・ラミーロ】 話しかけたい…でも勇気がない 【チェネレントラ】 お話ししたいけど 今は黙っていましょう 【チェネレントラとドン・ラミーロ】 優美さが 何かの魅力が あの顔に輝いているように見える! 何て愛しいあの笑顔 魂を震わせ 希望を抱かせる 【ドン・ラミーロ】 (チェネレントラに) 男爵のお嬢さまを探しているのですが どこにいるのです?見つからないのです 【チェネレントラ】 あちらの部屋の中ですわ すぐにやって参ります (独白) 希望よ さよなら 【ドン・ラミーロ】 (興味深そうに) だが 失礼ですが あなたは誰なのですか? 【チェネレントラ】 私が?ああ!実は分からないのです 【ドン・ラミーロ】 ご存じないのですか? 【チェネレントラ】 ほとんど分からないんです あの父は 本当の父ではなくて… (彼に近づいて小声で早口に 間違いを言い直す) ですから二人の姉も… 私の母は未亡人で… でもあの母はあの二人の母でもあり… でもこの父というのがとても尊大で… (独白) 間違いなく私 動揺してるのね? (声を上げて) ああ!ごめんなさい 許してください 私の愚かさを 【ドン・ラミーロ】 心惹かれ 恋してしまう この純真さに 【クロリンダとティスベ】 (自分たちの部屋から交互に そして一緒に) チェネレントラ…来てちょうだい 【ドン・ラミーロ】 何てたくさんの声が!あれは何ですか? 【チェネレントラ】 西へ、東へ、 南へ 北へ 私には心休まる瞬間がないのです すべてが、すべてが私の仕事なのです 【クロリンダとティスベ】 チェネレントラ! 【チェネレントラ】 (片方の扉に それからもう一つの扉に向かって) 参ります 参りますわ さようなら 旦那さま (情熱を持って 独白) ああ 心はここに残ってしまう もうこれは私の心ではないのね 【ドン・ラミーロ】 (独白) あの話し方 あの顔立ち 何か普通の人を超えているぞ 私は一瞬で心奪われた もはや私はもう私の中にはない (心奪われて ずっとチェネレントラを見て) 何と純真な!何て素直な! ああ!私の心は奪われた! もうこれは私の心ではないのだ 【チェネレントラとドン・ラミーロ】 ああ!ここに残るの/ 奪われたのだ この心は もうこれは私の心ではない 【クロリンダとティスベ】 (自分たちの部屋から交互に そして一緒に) チェネレントラ…来てちょうだい (チェネレントラ退場) 第5場 (ラミーロ一人 その後ドン·マニフィコ帽子なしの派手な衣装で登場) 【ドン・ラミーロ】 私にはわからない どうしてあんなに粗末な格好なのか あんなに美しく優しい顔なのに!しかしドン・マニフィコは まだ現れないな?私は告げたいのだが 変装した王子の到着を 素晴らしいアドバイスだったな! この平凡な従者の姿なら 女たちの心根を より良く観察できるだろう ダンディーニが 王子を演じている間に… (ドン・マニフィコが入ってくる) 【ドン・マニフィコ】 千度のお許しを求めますぞ お話しください 皇太子殿下は? 【ドン・ラミーロ】 もうすぐ参ります 【ドン・マニフィコ】 いつですか? 【ドン・ラミーロ】 三分もすれば 【ドン・マニフィコ】 (興奮して) 三分だって!ああ娘たちよ! 急げ 何をしておる? 早くするよう言ってきます 失礼 全くあの 娘どもときたら 一世紀は化粧台の前でかかりおる (娘たちのところに行く) 【ドン・ラミーロ】 何と変な奴だ!しかし私の先生アリドーロは 教えてくれたのだ この屋敷の中には 誰よりも清純な娘がいると! しっかり しっかりと観察しよう 奴の娘たちを すぐ近くに寄れるのだからな なんの騒ぎだ!..間違いない ダンディーニが来たぞ 第6場 (騎士たち ダンディーニと前場の人物 あとからクロリンダとティスベ) 【騎士たち】 花嫁をお選びください 大急ぎで 歳月は飛ぶように過ぎ去って行きます 王家の血筋も 絶えるやも知れません 【ダンディーニ】 一匹のミツバチが四月の日々に 軽やかに戯れつつ飛んで行き ユリに飛びついたり バラに飛んで行ったりと 自分のための甘い花を探し回るように 美しいお嬢さま方の間を飛び歩き 見つめてきました 私はすでに大勢の 大勢の美女を見てきました だが見つけていないのです 思慮分別や美貌において おいしい味わいだと私にとって感じられる人には (クロリンダとティスベは出てきてダンディーニにドン・マニフィコによって紹介される) 【クロリンダ】 王子! 【ティスベ】 殿下… 【クロリンダとティスベ】 何という大変なご厚意を! 【ドン・マニフィコ】 何という大洪水!何という深淵でしょう この名誉は! 【ダンディーニ】 何の 何でもありませんよ (意味ありげに 一人またもう一人と) お美しい 愛らしい! (ラミーロに近づき 小声で) いかがです?父君そっくりでしょ 【ドン・ラミーロ】 (そっと) いいから!気を付けろ!離れてろ あっちに行け 【ダンディーニ】 (情熱をもって彼を見ている二人の姉妹に) お願いです その目を伏せてくださいますか 理性がギャロップで駆け去り その対になった大砲の砲撃で 私の心にはもう大きな穴が開いております お美しい 愛らしい! 父上そっくりなのですね (独白) だが われらの喜劇の終わりには どのような悲劇が生まれることやら 【クロリンダとティスベ】 (それぞれ独白) 私を見てため息つき ぼーっとなってるわ 間違いない カレはもう私の奴隷よ 【ダンディーニ】 どんなもんです? 【ドン・ラミーロ】 いいから! 【ダンディーニ】 どうも 【ドン・ラミーロ】 (チェネレントラが戻ってこないかとずっと注意を払って観察しながら小声で) ああ!どうしてここに来てくれないのだろう あの優しくて素敵なお嬢さんは? 【ドン・マニフィコ】 (もう恋に落ちているように見えるダンディーニを見て独白) もう料理されて 煮られて 齧られておるぞ これでわしも閣下から陛下に格上げだ 【騎士たち】 花嫁をお選びください 大急ぎで 歳月は飛ぶように過ぎ去って行きます 王家の血筋も 絶えるやも知れません 【ダンディーニ】 (クロリンダ、ティスベとドン・マニフィコを見ながら) 何と喜ばしい!何と麗しいお姿! その口元! その目元! あなた方はこの世の第8、第9の奇跡です まさにこの父親にしてこの娘あり ですな 【クロリンダ】 (おじぎして) ありがとうございます! 【ドン・マニフィコ】 (身を屈めて) 殿下の中の殿下! 何とおっしゃいます?恐れ入るあまり気を失いそうです 【ダンディーニ】 まったく エトルリアの彫像のようです! (小声でラミーロに) どんなもんです? 【ドン・ラミーロ】 (小声でダンディーニに) お前の大げさが始まったな 【ダンディーニ】 (小声でラミーロに) 私は大物を演じる 大物なんです 大げさなくらいで丁度いい 【ドン・マニフィコ】 (満足して小声で娘たちに) 素晴らしい王子だぞ! 逃さないように 気を配れよ 【ダンディーニ】 さて お話を続けましょう まだ始めていませんでしたっけ 私が長旅より戻ってくると わが父上はすでに 棺桶に片足突っ込んでいるような状態でした そして虫の息で私に命じたのです 手形の決済と同じように 直ちに結婚せよ さもなくば勘当だ と そこで私は近隣の皆を呼び集め そして品の良いお嬢さんを見つけたなら 私の花嫁にしようというわけです 話は済んだ 話は済んだ さて一息つこう 【ドン・マニフィコ】 (驚いて独白) 何とすぐれた雄弁だ! 【チェネレントラ】 (入ってきて王子の服と 自分を見つめているラミーロを見て) ああ 何てご立派な服装! 私を見てる人もひとりいるわ 【ドン・ラミーロ】 (独白) あの娘だ! 私の胸はドキドキしてるぞ 【ダンディーニ】 美しいお嬢さま方 もしよろしければ その腕を取らせてやってください われらが騎士たちに 馬車の準備はできていますから 【クロリンダ】 参りましょう 【ティスベ】 お父さま 殿下 遅れないでくださいね (クロリンダとティスベは出て行く) 【ドン・マニフィコ】 (チェネレントラに 振り向いて) お前はここで何をしておる? 帽子と杖を用意しろ 【チェネレントラ】 ああ!…旦那さま はい (退場) 【ダンディーニ】 すぐについてきてください 男爵家のおみ足で 壮麗なるわが王家の馬車に (退場) 【ドン・マニフィコ】 では馬車にお乗りください すぐ参ります (チェネレントラが入っていった部屋に入る) 【ドン・ラミーロ】 (独白) もう一度彼女に会いたいものだな 【ドン・マニフィコ】 (中から 怒って) こら 放せ 【ドン・ラミーロ】 (独白) 叱ってるのか? 【チェネレントラ】 (出てきて) お聞きください 【ドン・マニフィコ】 (帽子と杖を持って出てきて チェネレントラにあけすけに) 時間がないのだ 【ドン・ラミーロ】 (独白) 何が言いたいのか? 【ドン・マニフィコ】 (チェネレントラに) わしにつきまとわんでくれ? 【チェネレントラ】 一言だけ 旦那さま 一言だけです 王子さまのお屋敷に 一時間 一時間だけ 踊りに私を連れて行ってください 【ドン・マニフィコ】 ヒ!ヒ!麗しのヴィーナスよ! 美しいのう!華やかじゃのう! 下品だぞ!灰かぶりめ! わしを放せ 行かねばならぬ 【ダンディーニ】 (戻ってきて じっと動かずにいるラミーロを見て) どうしたのです? 銅像にでもおなりですか? 【ドン・ラミーロ】 (そっとダンディーニへ) 静かに 観察していろ 【ダンディーニ】 ですが行かなくては 行かぬのですか? 【ドン・ラミーロ】 心が引き裂かれそうなんだ 【チェネレントラ】 では半時間でも…四分の一時間でも 【ドン・マニフィコ】 (杖を振り上げて脅す) 放せ さもなくばぶちのめすぞ 【ドン・ラミーロとダンディーニ】 (それを止めさせようと駆け寄って) やめなさい 【ドン・マニフィコ】 (驚いて ダンディーニに敬意を表して身を屈め) 殿下! (まずチェネレントラに そしてダンディーニに) さああっちへ行け 殿下! 無知な召使でして! 【ドン・ラミーロとダンディーニ】 (ドン・マニフィコに そしてチェネレントラに) 召使? 【チェネレントラ】 それは… 【ドン・マニフィコ】 (彼女の口の上に手を置いて中断させ) 下劣な 非常に低い身分の出なのですが 気取りたがり 愛らしく 魅力的に繕うのが好きですが その実 ろくな者ではありません (脅しながら引きずって) さあ部屋に行け 部屋に行け 塵でも掃いておれ 【ドン・ラミーロ】 (怒りを抑えながら 独白) 今やもう この怒りを 私は抑えてはいられない 【ダンディーニ】 (堂々として反論する) だが 親愛なるドン・マニフィコ殿 そのようにつらく当たるものではないぞ 【チェネレントラ】 (無邪気に) ああ!いつも灰の中に 私はいなくてはいけないのですか? 旦那さま方 説得しては下さいませんか 私を踊りに連れて行ってくださるように (ドン·マニフィコがチェネレントラから引き離され ダンディーニに引きずられている間に アリドーロが帳簿を持って入ってくる) 【アリドーロ】 ここに戸籍簿がある 未婚者に関する ドン・マニフィコ殿には 三人の姉妹がいるはず (ドン・マニフィコにおごそかに) 今 王子が 花嫁を選ばれることになったゆえ 三番目の娘のことを わしはお尋ねしたい 【ドン・マニフィコ】 (混乱し 動揺して) 三番目の娘が 私に生まれたと? 【アリドーロ】 三番目の妹だ… 【ドン・マニフィコ】 (怯えたように) し…死んだわい… 【アリドーロ】 戸籍ではそうなっておらぬがな 【チェネレントラ】 (独白) ああ!私のことだわ (思わず皆の真ん中に進み出てきて) いいえ 死んではおりません 【ドン・マニフィコ】 (チェネレントラに) そこで止めるんだ 【アリドーロ】 ここを見なさい! 【ドン・マニフィコ】 (飛びかかってチェネレントラを片隅に押しやり) 一息でもついてみろ 喉を掻き切ってやるぞ 【ドン・ラミーロとダンディーニ】 彼女は死んだと? 【ドン・マニフィコ】 (常に不安げに) 殿下 そうです 沈黙の瞬間 【全員】 (互いに顔を見合わせながら) 呆然とした顔が あっちにも こっちにも 混乱が読み取れるぞ 皆の頭の中は 揺れ動き 疑念に満ちて 不確かなままなのだ 【ドン・マニフィコ】 (チェネレントラを引きずってそっと囁く) これ以上喋ったら ほんの一声でもな お前の墓に ここがなるんだぞ 【チェネレントラ】 (情熱を持って) お願いです お助けください お願いです 置いて行かないでください ああ!このみじめな私は いったいどうなるのでしょう? 【アリドーロ】 (さえぎって) まあ 騒がないで お黙りください 何かスキャンダルが あなたに起きるかも知れませんからな 【ドン・ラミーロ】 (ドン·マニフィコから引き離したチェネレントラに) さあ 安心して 閣下 彼女を放してください (独白) すでに私の怒りは 臨界点だ 【ダンディーニ】 (チェネレントラに) 私は王子だぞ キャベツだとでも言うのか? お前を地獄に送ってやるぞ こっちへ来なさい (ドン·マニフィコを引き離し彼を引きずって行く 皆はダンディーニに従って行く チェネレントラは部屋へと駆け込む 真ん中への扉が閉じる) 第7場 このシーンはヤコポ・フェレッティによって書かれ ロッシーニの音楽はバスのジョアッキーノ・モンカダのために書かれたもの(テアトロ・アルゼンティーナ、ローマ) ルカ・アゴリーニの音楽によるオリジナル・シーンを置き換えている (一瞬の沈黙の後 アリドーロが貧しい服と 巡礼のマントの下には哲学者の出で立ちをして戻ってくる そのあとチェネレントラ) 【アリドーロ】 そうだ すべてが変わるのだ あの狂ったプライドは 僅かばかりの塵となり 風が弄ぶだろう そして心優しき嘆きには 笑顔がわき起こるのだ (チェネレントラのいる部屋へ呼びかける) 娘よ…娘よ… 【チェネレントラ】 (驚いて出てきて) 娘と私を呼んで下さるの?ああ これは素晴らしいわ! あの継父の男爵は 私の父親にはなりたくないみたい なのにあなたは…それに あなたのボロ服と私のボロ服を見たら こういう父親の方が私にはふさわしいみたいね 【アリドーロ】 静かに 娘よ わしと一緒に来るのだ 【チェネレントラ】 一緒に どこへですか? 【アリドーロ】 王子の祝宴だ 【チェネレントラ】 でも教えて 巡礼さん 私が少しの食事しかあげなかったから 私をからかおうというつもりなの?さあ行って…出て行って! ドアに鍵をかけたいの… 泥棒が入ってくるかも知れないし そしたら…そしたら… とんでもないことになってしまうわ 【アリドーロ】 違うぞ!望みを高く持ちなさい! すべてが変わるのだ そなたのために! 踏みしめているのは もう泥ではなく宝になろうぞ すべての心をうっとりさせるような 一緒に来なさい 恐れることはない:そなたのために天から 神さまがわしを寄こしたのだ その玉座は揺らぐことはない もしまだ疑うなら 見るが良い わしが何者なのかを! (振り向いた瞬間 アリドーロはマントを放り出す) 天の神秘の深みの向こう あらゆる力を司る玉座より 世界の支配者たる神はご覧になっている その足元では雷が低く唸っている 万物を知り 万物をご覧になり 見過ごされはせぬのだ 苦悩のうちに善き者が滅びることを 灰にまみれ 涙し 息を切らせている そなたを見ているのだ おお純真な娘よ そしてそなたのそのつらい境遇を変えようと 恐怖の中で 罪のない閃光を震わせる 恐れなくとも良い 状況はもう変わったのだ そなたの苦しみはもうすぐ終わる 馬車が近づいてくるのが聞こえる 大きくなってくる車の音が そなたにも聞こえるであろう?.. ああ喜ぶが良い わしの馬車だ あれに乗って勝利へと飛び立つのだ わしを見つめて そなたは当惑しておるようだな… なあ娘よ そなたは答えぬのか? そなたの頭は混乱し あちこちで飛び跳ねておるのだな 大嵐の中の小舟が 上に下にと揺れているように だが黒雲はすでに消え去り 明るい日が輝いておる 運命はすでに変わり 純真さが勝利するのだ (ドアを開けると馬車が見える チェネレントラはそれに飛び乗り アリドーロはドアを閉じ 馬車の出発する音を聞く) 第8場 (ドン・ラミーロの宮殿の一室 ダンディーニが腕を組んでクロリンダ・ティスベと一緒に登場 ドン・マニフィコとドン・ラミーロ) 【ダンディーニ】 本当にブラボー ブラボー ブラボーだ! 親愛なるドン・マニフィコよ!ブドウ畑での 収穫やワインのことについて そなたは講義をしてくれた 私はそなたの才能を称賛しよう (ドン・ラミーロに) この者 よく勉強してるようですな (ドン·マニフィコに) 今すぐにお行きなさい われらのワインの貯蔵庫に もしもしっかりとふらつかずに立っていられるならば 三十回の試飲のあとでも ワイン庫番となる栄誉を授けよう 私は才能やを認め 賢者には報いるのだ 【ドン・マニフィコ】 王子!あなた様の高貴さは 善意の井戸でございます 汲めども汲めども なおまだ多くが湧き出す (小声で娘たちに) 娘たちよ!分かったか? 彼はお前たちの魅力にメロメロだ わしの昇進がその動かぬ証拠だ (声を上げて) クロリンダ ティスベ 王子のご機嫌を取っていてくれ わしは地下室へ行く (退場) 【ドン・ラミーロ】 (ダンディーニに 小声で) 調べ 明らかにし そして誠実に すべて私に報告してくれ 私もまた同じように あの者たちの心を確かめよう 顔の魅力は 年齢とともに衰える だが心は… 【ダンディーニ】 (ラミーロに) あれらの心は 私が思うに メロンの スライスの薄切り 才能はスカスカのティンバッロ 脳みそはどんがらの空き家ですな (小声の会話が続いているように見せかけて声を上げ) わが望みは法と同じ効力があるのだ 急ぎ わが命令を実行せよ (ラミーロに) 聞いておったな? 【ドン・ラミーロ】 聞きました 【ダンディーニ】 忠実なる家臣よ 行け (ドン・ラミーロ退場) 第9場 ダンディーニ、クロリンダとティスベ 【ダンディーニ】 (女たちに) 今こそあなた方のお相手ができます 賭けてもいいが あなた方は同じろくろで作られた そして横目でにらんでいる愛が その回し手なのです 【クロリンダ】 (自分の方にダンディーニを引っ張って) お許しいただければ 年上でもありますので よろしければ 私をお選びくださいませ 【ティスベ】 (同じように) お許しいただけましたら 年下の私は 歳を取るのも遅いですので 【クロリンダ】 ごめんなさい まだ小娘ですので この子 何にも知らないんですのよ 【ティスベ】 失礼 この女 塩の足りない水 味も素っ気もございませんことよ 【クロリンダ】 どうか 私の権利に ご配慮くださいますように 【ティスベ】 よろしければ ご覧ください 私は口紅をつけておりませんの 【クロリンダ】 お聞きください あの子の肌の白さは白粉のため 【ティスベ】 お聞きを… 【クロリンダ】 どうかお願いです… 【ダンディーニ】 (少し怒って身を振りほどき) 美しいお嬢さん方! 私を引き裂くつもりですか? 疑わないでください (クロリンダに) 私には王家の目があります 眼鏡も必要ありません (ティスベに) どうか私を信頼してください 私の愛するお方 (クロリンダに) あなただけのためにこの心臓は胸の中で鼓動しています (退場) 【ティスベ】 私は殿下に頭を下げましょう 【クロリンダ】 いえ あなた様の尊さに (互いに皮肉を言い合う) 【ティスベ】 私は嘆願書を持って参りましょう 【クロリンダ】 読みますわ 【ティスベ】 またお会いできるでしょう 【クロリンダ】 できるかも知れないし できないかも 【ティスベ】 この世の権力者ですものね! 【クロリンダ】 恐れ入りましたわ! 【ティスベ】 ああ!平伏致しますわ! (彼らは正反対に別れて退場) 第10場 (ドン・ラミーロ王子の宮殿の広間 筆記用具のあるテーブル ドン・マニフィコはライダーは銀色のブドウの刺繍のある上着を騎士たちに着せられている 彼らは音楽に合わせて足を鳴らしながらまわりで飛び跳ねている) 【騎士たち】 これまでのところ 三十樽はすでに味わった! そしてすでに三人分を呑んでしまわれましたが それでも足はよろめきませんでした それを陛下はたいそう喜ばれ 酒倉掛に任命されました 酒杯の監察官どのは 絶大な権限を持ち ブドウ収穫の代表者と 酒宴の責任者も兼ねられる それゆえ 皆であなた様の周りを 埋め尽くし 踊っておるのです 【ドン・マニフィコ】 監察官!責任者! 代表者!酒倉掛! ありがとう、ありがとう 何と喜ばしい! わしの心は沸き立っているぞ では書き記してくれ 今から指示することを (テーブルの周りに寄り集まり 書く) 六千部の写しが それから必要なのだ 【騎士たち】 書き込みの準備をして われら皆 ここにおります 【ドン・マニフィコ】 われらドン・マニフィコ家は… (彼らが書くのを観察しながら) それは大文字だ 馬鹿者!大文字で書け よろしい!そうだ われらドン・マニフィコ家は 公爵にして男爵 由緒正しき モンテフィアスコーネの一族なり 偉大なる監察官にして 偉大なる代表者 他の称号も 二十に余る われらの有する 権威で 命令を下す これを読む者に もはや混ぜてはならぬ これより15年もの間 甘美なるワインに 一滴の水さえも 違反者は逮捕され 絞首刑に処す なぜなら かくかく それゆえ しかじか 年度は これこれ 男爵 エトセトラ (筆記する) 【騎士たち】 男爵 エトセトラ できました 【ドン・マニフィコ】 では張り出すのだ 町中に 【騎士たち】 宴会の準備を しに行こう ワインを浴びるほど飲めるぞ 【ドン・マニフィコ】 素晴らしい褒美として 16枚の金貨を 一番マラガ酒を 飲んだ者にやろう (彼らはドン·マニフィコの周りに駆け寄って退場) 最初のフィナーレ 第11場 (ダンディーニとドン・ラミーロ 舞台の前を走り 周りを注意深く見回す) 【ドン・ラミーロ】 (小声で) 黙って 黙って 静かに 静かに 大声を出さず 音も立てず あの二人の 性格はどうだ? 正確に真実を 【ダンディーニ】 声を潜めて 静粛に 極秘で申しますと あの二人は混合物です 傲慢と 気まぐれと虚栄心の 【ドン・ラミーロ】 アリドーロは言っていたが 男爵の娘の一人が… 【ダンディーニ】 ああ!あの先生は石頭ですからな ガチョウとあんまり違いませんよ (独白) あの二人は本物の気まぐれだからな… とぼけておくべきだろう 【ドン・ラミーロ】 (独白) あの二人を嫁にしたい奴があればさせれば良かろう… しばらく芝居を続けよう 第12場 (クロリンダが一方の側から駆け込み もう一方からティスベ) 【クロリンダ】 王子さま どこですか? 【ティスベ】 王子さま どこですか? 【クロリンダとティスベ】 ああ!なぜ私を放って置くのですか? 絶望してしまいますわ 【クロリンダ】 私は結婚したいのです… 【ティスベ】 いえ 私が… 【ダンディーニ】 だがいい加減なことはできますまい 二人の姉妹と結婚を 全く同時にはできません! 一人の妃を… 【クロリンダとティスベ】 (動揺して) では もう一人は?.. 【ダンディーニ】 もう一人は… (ラミーロを指して) あの友人に与えましょう 【クロリンダとティスベ】 いや、いや、いや、いや、いや、 従者でしょ!ダメよ ダメダメ! 【ドン・ラミーロ】 (優しく二人の間に入って) 穏やかに愛情をこめますよ この優しい心で 【クロリンダとティスベ】 (軽蔑したように彼を見て) 従者でしょ!ダメよ あなたじゃ 従者でしょ!問題外よ 【クロリンダ】 平民ふぜいじゃねえ! 【ティスベ】 下賤な振舞いだし! 【ドン・ラミーロ】 穏やかに 愛情込めますよ… 【クロリンダとティスベ】 (気取って) 気分が悪くなりますわ 想像しただけで 【ドン・ラミーロとダンディーニ】 (二人で笑いながら) この芝居は独創的だ 全く面白い 第13場 舞台裏で騎士たちのコーラス、 その後アリドーロ) 【騎士たち】 そのままお進みください 中にお入りください お待ちになる必要はありません (アリドーロが入ってくる) 【ドン・ラミーロとダンディーニ】 賢者アリドーロよ この騒ぎは何なのだ? 【アリドーロ】 正体の分からぬ貴婦人がお越しです 顔をヴェールで覆って 【クロリンダとティスベ】 女が! 【アリドーロ】 殿下 そうです 【クロリンダとティスベ】 でも 誰なのよ? 【アリドーロ】 ご自身で明かしておられませんので 【クロリンダとティスベ】 美人なのかしら? 【アリドーロ】 さて 何とも 【ダンディーニとドン・ラミーロ】 いったい誰なのだ? 【アリドーロ】 分かりません 【クロリンダ】 話してないの? 【アリドーロ】 何も お嬢さま 【ティスベ】 何でここに来るのよ? 【アリドーロ】 誰が知りましょう? 【全員】 一体誰だろう?誰だ?なぜ? 分からない 確かめよう (一瞬の沈黙) 【クロリンダとティスベ】 (小声で) 嫉妬でもう 気が変になりそうだわ もう私の脳みそじゃないみたいよ 【アリドーロ】 (独白) 嫉妬でもう おかしくなっているな もうあの脳みそは使い物にならんだろう 【ドン・ラミーロ】 (独白) 未知の不思議なときめきが 私を苦しめるのはなぜだ? 【ダンディーニ】 (独白) 私は砂糖になったみたいだな どれほどのハエが私のまわりに集まるのか (ダンディーニは女性を紹介するようアリドーロを手招きする) 第14場 (騎士たちは進み出て二列に並びチェネレントラを迎え入れる 彼女は華やかでエレガントなドレスを着て ベールに包まれて現れる) 【騎士たち】 ああ!ヴェールに包まれていても この胸から心は奪われるのに もしもその顔を見せてくれたなら いったいどうなるのだろう? 【チェネレントラ】 この贈り物が素敵だとは思えませんわ 幸運が気まぐれに与えてくれるような 私にお与えください もし妻にと望まれるならば 尊敬を 愛を 善良さを 【ドン・ラミーロ】 (独白) あの声の響きは この心になじみないものとして届くのではない 希望に火が灯ったからだろうか? 自分が一層大きくなったようだ 【ダンディーニ】 美しい瞳が ヴェールの下から 輝かしい光を投げかけている 顔を見せて欲しいものだ ほんの一瞬でも せめて 礼儀としてでも 【クロリンダとティスベ】 (小声で) 見てやりましょうよ 奇跡とやらを このめったにない (チェネレントラがヴェールを脱ぐ 驚きの 認知の ためらいの瞬間) 【全員】 (チェネレントラ以外) ああ! (皆がそれぞれチェネレントラを見る そしてチェネレントラはラミーロを見つめる) 語り…考え…たいのだけれど 語り…考え…ることができない これはインチキよ/魔法だ おお神よ! あの顔に私は打ちのめされた 【アリドーロ】 (独白) 語り…考え…ようとしているが 語り…考え…ることももはやできまい すでに恋に落ちておられるようだな この一撃は大成功だ 第15場 (ドン·マニフィコが駆け込んでくる 前場の人物) 【ドン・マニフィコ】 殿下…殿 テーブルの用意が こっ…こ…これは…一体…何の悪戯だ! こんなにそっくりな者があるというのか! チェネレントラにしか見えんではないか? 【クロリンダとティスベ】 私たちもそう思いましたわ でももう一度良く見てみると… うちのはのろまで不器用だけど こっちは少しばかりマシよ だけどそれでもヴィーナスってほどじゃないから こっちが心配するほどじゃないわ 【ドン・マニフィコ】 あいつは灰をかぶっておるし 服もボロしかないからな 【チェネレントラ】 (独白) 老人は私を見て訝しんでるみたいだわ 【ドン・ラミーロ】 (独白) 彼女は私を見てときめいてるみたいだな 【ダンディーニ】 だが立っていても仕方あるまい 彫像のように 皆待ちきれないであろう さあ食卓まで参ろうではないか その後 皆でタイスを踊り そして最も美しい娘が… 私の花嫁となるであろう 【ダンディーニ以外の全員】 参りましょう 参りましょう テーブルに 喜びへと飛んで行きましょう 【ダンディーニ】 (独白) 今日は王子をやらされてるから 四人前は食ってやるぞ 【全員】 私は夢を見ているようだ 庭の中で 森の中で 小川はささやき 小鳥はさえずる 喜びの海に この魂は漂っている しかし気がかりだ 大地の下に ゆっくりと、ゆっくりと少しずつ 何か炎が大きくなって そして突然 誰も知らぬ間に 地震が引き起こされて 揺り動かし 轟音をとどろかせ 打ち砕き 目茶目茶にして 私はたたき起こされるのではないかと そして私は怖いのだ この夢が 煙となって消えてしまうのではないかと ATTO PRIMO Scena Prima (Antica sala terrena nel castello del Barone, con cinque porte; a destra camino, tavolino con specchio, cestello con fiori, e sedie. Clorinda provando uno sciasse; Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto; Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un cuccumo di caffè; indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro) CLORINDA No, no, no; non v è, non v è chi strisciar sappia così Leggerissimo sciassè. TISBE Sì, sì, sì va bene lì. Meglio lì; no, meglio qui. Risaltar di più mi fa. CLORINDA E TISBE A quest arte, a tal beltà Sdrucciolare ognun dovrà. CENERENTOLA (con tuono flemmatico) Una volta c era un Re,Che a star solo,Che a star solo s annoiò Cerca, cerca, ritrovò; Ma il volean sposare in tre. Cosa fa? Sprezza il fasto e la beltà. E alla fin sceglie per sé L innocenza e la bontà. La, la, la,Li, li, li,La, la, la. CLORINDA E TISBE Cenerentola, finiscila Con la solita canzone. CENERENTOLA Presso al fuoco in un cantone Via lasciatemi cantar. Una volta c era un Re Una volta… CLORINDA E due, e tre. CLORINDA E TISBE La finisci sì o no? Se non taci ti darò. CENERENTOLA Una volta… (S ode picchiare.) A TRE Chi sarà? (Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.) ALIDORO Un tantin di carità. CLORINDA E TISBE Accattoni! Via di qua. CENERENTOLA Zitto, zitto su prendete Questo po di colazione. (Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle) Ah non reggo alla passione,Che crudel fatalità! ALIDORO Forse il Cielo il guiderdone Pria di notte vi darà. CLORINDA E TISBE (pavoneggiandosi) Risvegliar dolce passione Più di me nessuna sa. CLORINDA (volgendosi ad osservare Alidoro) Ma che vedo! Ancora lì! TISBE Anche un pane? anche il caffè? CLORINDA (scagliandosi contro Cenerentola) Prendi, prendi, questo a te. CENERENTOLA Ah! soccorso chi mi dà! ALIDORO (frapponendosi inutilmente) Vi fermate, per pietà. (Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano i cavalieri ) CAVALIERI O figlie amabili di Don Magnifico Ramiro il Principe or or verrà,Al suo palagio vi condurrà. Si canterà si danzerà Poi la bellissima fra l altre femmine Sposa carissima per lui sarà. CLORINDA Ma dunque il Principe? CAVALIERI Or or verrà. CLORINDA, TISBE E CENERENTOLA E la bellissima? CAVALIERI Si sceglierà. CLORINDA E TISBE Cenerentola vien qua. Le mie scarpe, il mio bonne. Cenerentola vien qua. Le mie penne, il mio colliè. Nel cervello ho una fucina; Son più bella e vo trionfar. A un sorriso, a un occhiattina Don Ramiro ha da cascar. CENERENTOLA Cenerentola vien qua. Cenerentola va là. Cenerentola va su. Cenerentola va giù. Questo è proprio uno strapazzo! Mi volete far crepar? Chi alla festa, chi al solazzo Ed io resto qui a soffiar. ALIDORO Nel cervello una fucina Sta le pazze a martellar. Ma già pronta è la ruina. Voglio ridere a schiattar. CAVALIERI Già nel capo una fucina Sta le donne a martellar; Il cimento si avvicina,Il gran punto di trionfar. CLORINDA (dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del Principe, che partono) Date lor mezzo scudo. Grazie. Ai cenni Del Principe noi siamo. (osservando il povero e raggricciando il naso) Ancor qui siete? Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete. CENERENTOLA (accompagnando Alidoro) Io poi quel mezzo scudo A voi l avrei donato; Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo Mi spaccherei per darlo a un infelice. ALIDORO (a Cenerentola) Forse al novello dì sarai felice. (Alidoro parte) TISBE Cenerentola, presto Prepara i nastri, i manti. CLORINDA Gli unguenti, le pomate. TISBE I miei diamanti. CENERENTOLA Uditemi, sorelle… CLORINDA (altera) Che sorelle! Non profanarci con sì fatto nome. TISBE (minacciandola) E guai per te se t uscirà di bocca. CENERENTOLA (fra sè) Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca. (entra a sinistra) TISBE Non v è da perder tempo. CLORINDA Nostro padre Avvisarne convien. (Questionando fra loro, ed opponendosi a vicenda d entrare a destra.) TISBE Esser la prima Voglio a darne la nuova. CLORINDA Oh! mi perdoni. Io sono la maggiore. TISBE No, no, gliel vo dir io. (Crescendo nella rabbia fra loro) CLORINDA È questo il dover mio. Io svegliare lo vuò!. Venite appresso. TISBE Oh! non la vincerai. CLORINDA (osservando fra le scene) Ecco egli stesso. Scena Seconda (Don Magnifico, bieco in volto, esce in berretta da notte e veste da camera, e detti; indi Cenerentola.) DON MAGNIFICO Miei rampolli femminini, (Ricusando di dar loro a baciarsi la mano) Vi ripudio; mi vergogno! Un magnifico mio sogno Mi veniste a sconcertar. (da sé, osservandole; Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.) Come son mortificate! Degne figlie d un Barone! Via silenzio ed attenzione. State il sogno a meditar. Mi sognai fra il fosco e il chiaro Un bellissimo somaro. Un somaro, ma solenne. Quando a un tratto, oh che portento! Su le spalle a cento a cento Gli spuntavano le penne Ed in alto, sen, volò! Ed in cima a un campanile Come in trono si fermò. Si sentiano per di sotto Le campane sdindonar. Din, don, din, don… Col cì cì, ciù ciù di botto Mi faceste risvegliar. Ma d un sogno sì intralciato Ecco il simbolo spiegato. La campana suona a festa? Allegrezza in casa è questa. Quelle penne? Siete voi. Quel gran volo? Plebe addio. Resta l asino di poi? Ma quell asino son io. Chi vi guarda vede chiaro Che il somaro è il genitor. Fertilissima Regina L una e l altra diverrà; Ed il nonno una dozzina Di nepoti abbraccierà. Un Re piccolo di qua. Servo, servo Un Re bambolo di là. E la gloria mia sarà. (Interrompendosi e strappandosi Don Magnifico.) CLORINDA Sappiate che fra poco… TISBE Il Principe Ramiro… CLORINDA Che son tre dì che nella deliziosa… TISBE Vicina mezzo miglio Venuto è ad abitar… CLORINDA Sceglie una sposa… TISBE Ci mandò ad invitar… CLORINDA E fra momenti… TISBE Arriverà per prenderci… CLORINDA E la scelta la più bella sarà… DON MAGNIFICO (in aria di stupore ed importanza) Figlie, che dite! Quel principon! Quantunque io nol conosco… Sceglierà!.. v invitò… Sposa… più bella! Io cado in svenimento. Alla favella.. È venuto il sequestro. Il principato Per la spinal midolla Già mi serpeggia, ed in una parola Il sogno è storia,ed il somaro vola. (Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella camera di Don Magnifico.) Cenerentola, presto. Portami il mio caffè. Viscere mie. Metà del mio palazzo è già crollata,E l altra è in agonia. Fatevi onore. Mettiamoci un puntello. (andando e tornando, e riprendendo le figlie, che stanno per entrare) Figlie state in cervello. Parlate in punto e virgola. Per carità pensate ad abbigliarvi; Si tratta niente men che imprinciparvi. (Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella lor). Scena Terza (Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno e si avanza a poco a poco.) DON RAMIRO Tutto è deserto. Amici? Nessun risponde. In questa Simulata sembianza Le belle osserverò. Né viene alcuno? Eppur mi diè speranza Il sapiente Alidoro,Che qui, saggia e vezzosa,Degna di me trovar saprò la sposa. Sposarsi… e non amar! Legge tiranna,Che nel fior de miei giorni Alla difficile scelta mi condanna. Cerchiam, vediamo. Scena Quarta (Cenerentola cantando fra denti con sottocoppa e tazza da caffè, entra spensierata nella stanza) CENERENTOLA Una volta c era… (e si trova a faccia a faccia con Ramiro; le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo) Ah! è fatta DON RAMIRO Cos è? CENERENTOLA Che batticuore! DON RAMIRO Forse un mostro son io! CENERENTOLA (prima astratta poi correggendosi con naturalezza) Sì… no, signore. DON RAMIRO (Fra sè) Un soave non so che In quegli occhi scintillò! CENERENTOLA (Fra sè) Io vorrei saper perché Il mio cor mi palpitò? DON RAMIRO Le direi… ma non ardisco. CENERENTOLA Parlar voglio, e taccio intanto. CENERENTOLA E DON RAMIRO Una grazia, un certo incanto Par che brilli su quel viso! Quanto caro è quel sorriso. Scende all alma e fa sperar. DON RAMIRO (A Cenerentola) Del Baron le figlie io chiedo Dove son? qui non le vedo. CENERENTOLA Stan di là nell altre stanze. Or verranno. (Fra sè) Addio speranze. DON RAMIRO (con interesse) Ma di grazia, voi chi siete? CENERENTOLA Io chi sono? Eh! non lo so. DON RAMIRO Nol sapete? CENERENTOLA Quasi no. Quel ch è padre, non è padre… (accostandosi a lui sottovoce e rapidissima, correggendosi ed imbrogliandosi) Onde poi le due sorelle… Era vedova mia madre… Ma fu madre ancor di quelle… Questo padre pien d orgoglio… (Fra sè) Sta a vedere che m imbroglio? (Forte) Deh! scusate, perdonate Alla mia semplicità. DON RAMIRO Mi seduce, m innamora Quella sua semplicità. CLORINDA E TISBE (dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) Cenerentola… da me. DON RAMIRO Quante voci! che cos è? CENERENTOLA A ponente ed a levante,A scirocco e a tramontana,Non ho calma un solo istante,Tutto, tutto tocca a me. CLORINDA E TISBE Cenerentola! CENERENTOLA (ora verso una, ora verso l altra delle porte) Vengo, vengo. Addio, signore. (con passione, fra sè) Ah ci lascio proprio il core Questo cor più mio non è. DON RAMIRO (da sé) Quell accento, quel sembiante È una cosa sovrumana. Io mi perdo in quest istante Già più me non trovo in me. (astratto, osservando sempre Cenerentola) Che innocenza! che candore! Ah! m invola proprio il core! Questo cor più mio non è. CENERENTOLA E DON RAMIRO Ah! Ci lascio/m invola proprio il core. Questo cor più mio non è. CLORINDA E TISBE (dalle loro stanze, a vicenda ed insieme) Cenerentola… da me. (Cenerentola parte) Scena Quinta (Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di gala senza cappello.) DON RAMIRO Non so che dir. Come in sì rozze spoglie Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico Non apparisce ancor? Nunziar vorrei del mascherato principe l arrivo Fortunato consiglio! Da semplice scudiero Il core delle femmine Meglio svelar saprò. Dandini intanto Recitando da Principe… (Entra Don Magnifico) DON MAGNIFICO Domando un milion di perdoni. Dica e Sua Altezza il Principe? DON RAMIRO Or ora arriva. DON MAGNIFICO E quando? DON RAMIRO Tra tre minuti. DON MAGNIFICO (in agitazione) Tre minuti! ah figlie! Sbrigatevi che serve? Le vado ad affrettar. Scusi; per queste Ragazze benedette,Un secolo è un momento alla toelette. (entra dalle figlie) DON RAMIRO Che buffone! E Alidoro mio maestro Sostien che in queste mura Sta la bontà più pura! Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie Convien che m avvicini. Qual fragor!.. non m inganno. Ecco Dandini. Scena Sesta (Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e Tisbe.) CAVALIERI Scegli la sposa, affrettati S invola via l età. La principesca linea. Se no s estinguerà. DANDINI Come un ape ne giorni d aprile Va volando leggiera e scherzosa; Corre al giglio, poi salta alla rosa,Dolce un fiore a cercare per sé; Fra le belle m aggiro e rimiro; Ne ho vedute già tante e poi tante Ma non trovo un giudizio, un sembiante,Un boccone squisito per me. (Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da Don Magnifico). CLORINDA Prence! TISBE Sire… CLORINDA E TISBE Ma quanti favori! DON MAGNIFICO Che diluvio! che abisso di onori! DANDINI Nulla, nulla; (con espressione or all una ora all altra) Vezzosa; graziosa! (accostandosi a Ramiro, piano) Dico bene?. Son tutte papà. DON RAMIRO (Piano) Bestia! attento! ti scosta; va là. DANDINI (alle due sorelle che lo guardano con passione) Per pietà, quelle ciglia abbassate. Galoppando sen va la ragione,E fra i colpi d un doppio cannone Spalancato è il mio core di già. Vezzosa; graziosa! Son tutte papà. (da sé) Ma al finir della nostra commedia Che tragedia qui nascer dovrà. CLORINDA E TISBE (ognuna da sé) Ei mi guarda. Sospira, delira Non v è dubbio è mio schiavo di già. DANDINI Dico bene? DON RAMIRO Bestia! DANDINI Grazie DON RAMIRO (sempre osservando con interesse se torna Cenerentola, piano) Ah! perché qui non viene colei,Con quell aria di grazia e bontà? DON MAGNIFICO (da sé, osservando con compiacenza Dandini, che sembra innamorato) E già cotto, stracotto, spolpato L Eccellenza si cangia in Maestà. CAVALIERI Scegli la sposa, affrettati S invola via l età. La principesca linea. Se no s estinguerà. DANDINI (osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico) Allegrissimamente! che bei quadri! Che bocchino! che ciglia! Siete l ottava e nona meraviglia. Già "tali patris, talem filia". CLORINDA (con inchino) Grazie! DON MAGNIFICO (curvandosi) Altezza delle Altezze! Che dice? mi confonde. Debolezze. DANDINI Vere figure etrusche! (piano a Ramiro) Dico bene? DON RAMIRO (piano a Dandini) Cominci a dirle grosse. DANDINI (piano a Ramiro) Io recito da grande,e grande essendo,Grandi le ho da sparar. DON MAGNIFICO (piano alle figlie con compiacenza) Bel principotto! Che non vi fugga attente. DANDINI Or dunque seguitando quel discorso Che non ho cominciato; Dai miei lunghi viaggi ritornato E il mio papà trovato,Che fra i quondam è capitombolato,E spirando ha ordinato Che a vista qual cambiale io sia sposato,O son diseredato,Fatto ho un invito a tutto il vicinato. E trovando un boccone delicato,Per me l ho destinato. Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato. DON MAGNIFICO (sorpreso, fra sè) Che eloquenza norcina! CENERENTOLA (entrando osserva l abito del Principe,e Ramiro che la guarda) Ah, che bell abito! E quell altro mi guarda. DON RAMIRO (Fra sè) Ecco colei! Mi palpita il cor. DANDINI Belle ragazze,Se vi degnate inciambellare il braccio Ai nostri cavalieri, il legno è pronto. CLORINDA Andiamo. TISBE Papà Eccellenza,Non tardate a venir. (Clorinda e Tisbe escono.) DON MAGNIFICO (a Cenerentola voltandosi) Che fai tu qui? Il cappello e il bastone. CENERENTOLA Ah!… Signor sì. (parte) DANDINI Perseguitate presto Con i piè baronali I magnifici miei quarti reali. (parte) DON MAGNIFICO Monti in carrozza, e vengo. (andando nella camera dove è entrata Cenerentola) DON RAMIRO (Fra sè) E pur colei vo riveder. DON MAGNIFICO (di dentro in collera) Ma lasciami. DON RAMIRO (Fra sè) La sgrida? CENERENTOLA (Esce) Sentite. DON MAGNIFICO (esce con cappello e bastone trattenuto con ingenuità da Cenerentola) Il tempo vola. DON RAMIRO (Fra sè) Che vorrà? DON MAGNIFICO (A Cenerentola) Vuoi lasciarmi? CENERENTOLA Una parola. Signore, una parola In casa di quel Principe Un ora, un ora sola Portatemi a ballar. DON MAGNIFICO Ih! Ih! La bella Venere! Vezzosa! Pomposetta! Sguaiata! Covacenere! Lasciami, deggio andar. DANDINI (tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile) Cos è? qui fa la statua? DON RAMIRO (Sottovoce a Dandini) Silenzio, ed osserviamo. DANDINI Ma andiamo o non andiamo? DON RAMIRO Mi sento lacerar. CENERENTOLA Ma una mezz ora… un quarto. DON MAGNIFICO (alzando minaccioso il bastone) Ma lasciami o ti stritolo. DON RAMIRO E DANDINI (accorrendo a trattenerlo) Fermate. DON MAGNIFICO (sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini) Serenissima! (ora a Dandini ora a Cenerentola) Ma vattene. Altezzissima! Servaccia ignorantissima! DON RAMIRO E DANDINI (ora a Don Magnifico ora a Cenerentola) Serva? CENERENTOLA Cioè… DON MAGNIFICO (mettendole una mano sulla bocca e interrompendola) Vilissima D un estrazion bassissima,Vuol far la sufficiente,La cara, l avvenente,E non è buona a niente. (minacciando e trascinando) Va in camera, va in camera La polvere a spazzar. DON RAMIRO (fra sé, con sdegno represso) Or ora la mia collera Non posso più frenar. DANDINI (opponendosi con autorità) Ma caro Don Magnifico Via, non la strapazzar. CENERENTOLA (con tuono d ingenuità) Ah! sempre fra la cenere Sempre dovrò restar? Signori, persuadetelo; Portatemi a ballar. (Nel momento che Don Magnifico staccasi da Cenerentola ed è tratto via da Dandini,entra Alidoro con taccuino aperto.) ALIDORO Qui nel mio codice Delle zitelle Con Don Magnifico Stan tre sorelle. (a Don Magnifico con autorità) Or che va il Principe La sposa a scegliere,La terza figlia Io vi domando. DON MAGNIFICO (confuso ed alterato) Che terza figlia Mi va figliando? ALIDORO Terza sorella… DON MAGNIFICO (atterrito) Ella… morì… ALIDORO Eppur nel codice non è così. CENERENTOLA (Fra sè) Ah! di me parlano. (ponendosi in mezzo con ingenuità) No, non morì. DON MAGNIFICO (A Cenerentola) Sta zitta lì. ALIDORO Guardate qui! DON MAGNIFICO (balzando Cenerentola in un cantone) Se tu respiri,Ti scanno qui. DON RAMIRO E DANDINI Ella morì? DON MAGNIFICO (sempre tremante) Altezza sì. Momento di silenzio. TUTTI (guardandosi scambievolmente) Nel volto estatico Di questo e quello Si legge il vortice Del lor cervello,Che ondeggia e dubita E incerto sta. DON MAGNIFICO (fra denti, trascinando Cenerentola) Se tu più mormori Solo una sillaba Un cimiterio Qui si farà. CENERENTOLA (con passione) Deh soccorretemi,Deh non lasciatemi,Ah! di me, misera Che mai sarà? ALIDORO (frapponendosi) Via meno strepito Fate silenzio. O qualche scandalo Qui nascerà. DON RAMIRO (A Cenerentola, strappandola da Don Magnifico) Via consolatevi. Signor lasciatela. (Fra sè) Già la mia furia Crescendo va. DANDINI (A Cenerentola) Io sono un Principe,O sono un cavolo? Vi mando al diavolo Venite qua. (La strappa da Don Magnifico, e lo conduce via. Tutti seguono Dandini. Cenerentola corre in camera. Si chiude la porta di mezzo) Scena Settima Scena scritta da Jacopo Ferretti e musicata da Rossini per il basso Gioacchino Moncada nel 1821 (Teatro Argentina, Roma). Rimpiazza la scena originale, musicata da Luca Agolini (Dopo qualche momento di silenzio rientra Alidoro vestito con povertà, mantello di pellegrino con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.) ALIDORO Sì, tutto cangerà. Quel folle orgoglio Poca polve sarà, gioco del vento; E al tenero lamento Succederà il sorriso. (chiama verso la camera di Cenerentola) Figlia… Figlia… CENERENTOLA (esce e rimane sorpresa) Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella! Il padrigno Barone Non vuole essermi padre; e voi… Peraltro Guardando i stracci vostri e i stracci miei,Degna d un padre tal figlia sarei. ALIDORO Taci, figlia, e vien meco. CENERENTOLA Teco, e dove? ALIDORO Del Principe al festino. CENERENTOLA Ma dimmi, pellegrino Perché t ho data poca colazione,Tu mi vieni a burlar? Va via… va via! Voglio serrar la porta… Possono entrar de ladri,e allora… e allora… Starei fresca davvero. ALIDORO No! Sublima il pensiero! Tutto cangiò per te! Calpesterai men che fango i tesori,Rapirai tutti i cuori. Vien meco e non temer per te dall Alto M ispira un Nume a cui non crolla il trono. E se dubiti ancor, mira chi sono! (Nel momento che si volge, Alidoro getta il manto.) Là del ciel nell arcano profondo,Del poter sull altissimo Trono Veglia un Nume, signore del mondo,Al cui piè basso mormora il tuono. Tutto sa, tutto vede, e non lascia Nell ambascia perir la bontà. Fra la cenere, il pianto, l affanno,Ei ti vede, o fanciulla innocente,E cangiando il tuo stato tiranno,Fra l orror vibra un lampo innocente. Non temer, si è cambiata la scena La tua pena cangiando già va. S ode avvicinarsi una carrozza. Un crescente mormorio Non ti sembra d ascoltar?.. Ah sta lieta è il cocchio mio Su cui voli a trionfar. Tu mi guardi, ti confondi… Ehi ragazza, non rispondi? Sconcertata è la tua testa E rimbalza qua e là,Come nave in gran tempesta Che di sotto in su sen va. Ma già il nembo è terminato,Scintillò serenità. Il destino s è cangiato,L innocenza brillerà. (Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta, Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza) Scena Ottava (Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro. Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio; Don Magnifico e Don Ramiro.) DANDINI Ma bravo, bravo, bravo! Caro il mio Don Magnifico! Di vigne,Di vendemmie e di vino M avete fatto una dissertazione,Lodo il vostro talento (a Don Ramiro) Si vede che ha studiato. (A Don Magnifico) Si porti sul momento Dove sta il nostro vino conservato E se sta saldo e intrepido Al trigesimo assaggio Lo promovo all onor di cantiniero Io distinguo i talenti e premio il saggio. DON MAGNIFICO Prence! L Altezza Vostra E un pozzo di bontà. Più se ne cava,Più ne resta a cavar. (piano alle figlie) Figlie! Vedete? Non regge al vostro merto; N è la mia promozion indizio certo. (forte) Clorinduccia, Tisbina,Tenete allegro il Re. Vado in cantina. (parte) DON RAMIRO (piano a Dandini) Esamina, disvela, e fedelmente Tutto mi narrerai. Anch io fra poco Il cor ne tenterò. Del volto i vezzi Svaniscon con l età. Ma il core… DANDINI (A Ramiro) Il core Credo che sia un melon tagliato a fette,Un timballo l ingegno,E il cervello una casa spigionata. (forte, come seguendo il discorso fatto sottovoce) Il mio voler ha forza d un editto. Eseguite trottando il cenno mio. (A Ramiro) Udiste? DON RAMIRO Udii. DANDINI Fido vassallo, addio. (Parte Don Ramiro). Scena Nona Dandini, Clorinda e Tisbe. DANDINI (alle donne) Ora sono da voi. Scommetterei Che siete fatte al torno E che il guercietto amore È stato il tornitore. CLORINDA (tirando a sé Dandini) Con permesso La maggiore son io, onde la prego Darmi la preferenza. TISBE (come sopra) Con sua buona licenza La minore son io. M invecchierò più tardi. CLORINDA Scusi. Quella è fanciulla. Proprio non sa di nulla. TISBE Permetta. Quella è un acqua senza sale,Non fa né ben né male. CLORINDA Di grazia. I dritti miei La prego bilanciar. TISBE Perdoni. Veda,Io non tengo rossetto. CLORINDA Ascolti. Quel suo bianco è di bianchetto. TISBE Senta… CLORINDA Mi favorisca… DANDINI (sbarazzandosi con un poco di collera) Anime belle! Mi volete spaccar? Non dubitate. (a Clorinda) Ho due occhi reali E non adopro occhiali (a Tisbe) Fidati pur di me,Mio caro oggetto. (a Clorinda) Per te sola mi batte il core in petto. (parte) TISBE M inchino a Vostra Altezza. CLORINDA Anzi all Altezza Vostra. (Ironicamente fra loro.) TISBE Verrò a portarle qualche memoriale. CLORINDA Lectum. TISBE Ce la vedremo. CLORINDA Forse sì, forse no. TISBE Poter del mondo! CLORINDA Le faccio riverenza! TISBE Oh! mi sprofondo! (Partono da parti opposte) Scena Decima (Salone nel palazzo del Principe Don Ramiro. Tavolo con ricapito da scrivere. Don Magnifico a cui i cavalieri pongono un mantello con ricami in argento di grappoli d uva, e gli saltano intorno battendo i piedi in tempo di musica) CAVALIERI Conciossiacosaché Trenta botti già gustò! E bevuto ha già per tre E finor non barcollò! E piaciuto a Sua Maestà Nominarlo cantinier. Intendente dei bicchier Con estesa autorità. Presidente al vendemmiar. Direttor dell evoè; Onde tutti intorno a te S affolliamo qui a saltar. DON MAGNIFICO Intendente! Direttor! Presidente! Cantinier! Grazie, grazie; che piacer! Che girandola ho nel cor. Si venga a scrivere Quel che dettiamo. (Pongonsi intorno ai tavolini, e scrivono) Sei mila copie Poi ne vogliamo. CAVALIERI Già pronti a scrivere Tutti siam qui. DON MAGNIFICO Noi Don Magnifico… (osservando come scrivono) Questo in maiuscole. Bestie! maiuscole. Bravi! così. Noi Don Magnifico Duca e Barone Dell antichissimo Montefiascone; Grand intendente; Gran presidente,Con gli altri titoli Con venti eccetera,Di nostra propria Autorità,Riceva l ordine Chi leggerà,Di più non mescere Per anni quindici Nel vino amabile D acqua una gocciola. Alias capietur Et stranguletur Perché eccetera Laonde eccetera Nell anno eccetera Barone eccetera. (sottoscrivendosi) CAVALIERI Barone eccetera; È fatto già. DON MAGNIFICO Ora affiggetelo Per la città. CAVALIERI Il pranzo in ordine Andiamo a mettere. Vino a diluvio si beverà. DON MAGNIFICO Premio bellissimo Di piastre sedici A chi più Malaga Si succhierà. (Partono saltando attorno a Don Magnifico) Finale Primo Scena Undicesima (Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti del palco, osservando per ogni parte.) DON RAMIRO (sotto voce) Zitto, zitto, piano, piano; Senza strepito e rumore Delle due qual è l umore? Esattezza e verità. DANDINI Sotto voce a mezzo tuono; In estrema confidenza Sono un misto d insolenza,Di capriccio e vanità. DON RAMIRO E Alidoro mi dicea Che una figlia del Barone… DANDINI Eh! il maestro ha un gran testone. Oca eguale non si dà. (Fra sè) Son due vere banderuole… Mi convien dissimular. DON RAMIRO (Fra sè) Se le sposi pur chi vuole… Seguitiamo a recitar. Scena Dodicesima (Clorinda, accorrendo da una parte, e Tisbe dall altra) CLORINDA Principino dove state? TISBE Principino dove state? CLORINDA E TISBE Ah! perché mi abbandonate? Mi farete disperar. CLORINDA Io vi voglio… TISBE Vi vogl io… DANDINI Ma non diamo in bagattelle. Maritarsi a due sorelle Tutte insieme non si può! Una sposo… CLORINDA E TISBE (con interesse di smania) E l altra?.. DANDINI E l altra… (accennando Ramiro) All amico la darò. CLORINDA E TISBE No, no, no, no, no,Un scudiero! oibò, oibò! DON RAMIRO (ponendosi loro in mezzo con dolcezza) Sarò docile, amoroso,Tenerissimo di cuore. CLORINDA E TISBE (guardandolo con disprezzo) Un scudiero! No signore. Un scudiero! questo no. CLORINDA Con un anima plebea! TISBE Con un aria dozzinale! DON RAMIRO Sarò docile… amoroso CLORINDA E TISBE (con affettazione) Mi fa male, mi fa male Solamente a immaginar. DON RAMIRO E DANDINI (fra loro ridono) La scenetta è originale Veramente da contar. Scena Tredicesima Coro di cavalieri dentro le scene,indi Alidoro) CAVALIERI Venga, inoltri, avanzi il piè. Anticamera non v è. (Entra Alidoro) DON RAMIRO E DANDINI Sapientissimo Alidoro,Questo strepito cos è? ALIDORO Dama incognita qua vien. Sopra il volto un velo tien. CLORINDA E TISBE Una dama! ALIDORO Signor sì . CLORINDA E TISBE Ma chi è? ALIDORO Nol palesò. CLORINDA E TISBE Sarà bella? ALIDORO Sì e no. DANDINI E DON RAMIRO Chi sarà? ALIDORO Ma non si sa. CLORINDA Non parlò? ALIDORO Signora no. TISBE E qui vien? ALIDORO Chi sa perché? TUTTI Chi sarà? chi è? perché? Non si sa. Si vedrà. (Momento di silenzio) CLORINDA E TISBE (Piano) Gelosia già, già mi lacera,Già il cervel più in me non è. ALIDORO (Fra sè) Gelosia già, già le rosica,Più il cervello in lor non è. DON RAMIRO (Fra sè) Un ignoto arcano palpito Ora m agita, perché? DANDINI (Fra sè) Diventato son di zucchero Quante mosche intorno a me. (Dandini fa cenno ad Alidoro d introdurre la dama.) Scena Quattordicesima (Cavalieri che precedono e schieransi in doppia fila per ricevere Cenerentola, che, in abito ricco ed elegante, avanzasi velata.) CAVALIERI Ah! se velata ancor Dal seno il cor ci ha tolto,Se svelerai quel volto Che sarà? CENERENTOLA Sprezzo quei don che versa Fortuna capricciosa. M offra chi mi vuol sposa,Rispetto, amor, bontà. DON RAMIRO (In disparte) Di quella voce il suono Ignoto al cor non scende; Perché la speme accende? Di me maggior mi fa. DANDINI Begli occhi che dal velo Vibrate un raggio acuto,Svelatevi un minuto Almen per civiltà. CLORINDA E TISBE (Piano) Vedremo il gran miracolo Di questa rarità. (Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di riconoscimento, d incertezza.) TUTTI (eccetto Cenerentola) Ah! (Ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Cenerentola sogguardando Ramiro.) Parlar… pensar… vorrei. Parlar … pensar… non so. Questo è un inganno/è un incanto, o dei! Quel volto mi atterrò. ALIDORO (Fra sè) Parlar… pensar… vorrebbe Parlar… pensar… non può. Amar già la dovrebbe,Il colpo non sbagliò. Scena Quindicesima (Don Magnifico accorrendo, e detti.) DON MAGNIFICO Signor… Altezza, è in tavola Che… co… chi… sì… che bestia! Quando si dice i simili! Non sembra Cenerentola? CLORINDA E TISBE Pareva ancora a noi,Ma a riguardarla poi… La nostra è goffa e attratta,Questa è un po più ben fatta; Ma poi non è una Venere Da farci spaventar. DON MAGNIFICO Quella sta nella cenere; Ha stracci sol per abiti. CENERENTOLA (Fra sè) Il vecchio guarda e dubita. DON RAMIRO (Fra sè) Mi guarda, e par che palpiti. DANDINI Ma non facciam le statue. Patisce l individuo Andiamo presto in tavola. Poi balleremo il Taice,E quindi la bellissima… Con me s ha da sposar. TUTTI MENO DANDINI Andiamo, andiamo a tavola. Si voli a giubilar. DANDINI (Fra sè) Oggi che fo da Principe Per quattro io vo mangiar. TUTTI Mi par d essere sognando Fra giardini e fra boschetti; I ruscelli sussurrando,Gorgheggiando gli augelletti,In un mare di delizie Fanno l anima nuotar. Ma ho timor che sotto terra Piano, piano, a poco a poco Si sviluppi un certo foco. E improvviso a tutti ignoto Balzi fuori un terremoto,Che crollando, strepitando Fracassando, sconquassando Poi mi venga a risvegliar. E ho paura che il mio sogno Vada in fumo a dileguar. この日本語テキストは、 クリエイティブ・コモンズ・ライセンス の下でライセンスされています。@ 藤井宏行 Rossini,Gioachino/La Cenerentola/II
https://w.atwiki.jp/rockband/pages/57.html
"Start a band, Rock the world." バンドを立ち上げ世界をまわる2人以上のプレーヤーが必要なオフライン専用モード。 ヴォーカル+ベース又はギターの1人2役で進める事も可能、 全てを終わらせるのに莫大な時間がかかるので、何かと時間がない社会人等がこのモードを進めるにはこのスタイルは必須。 ヴォーカル+ドラムの組み合わせは両パート共オーバードライブを任意のタイミングで発動出来ないリスキーな組み合わせとなるので、ハード以上の難易度でプレイするならお勧めしない。 黄フレット(Yボタン)を押すことで、次の目的地(飛行機などツアーに必要なもの)が案内される。 効率よくツアーを進めることができるが、全実績解除にはすべてまわる必要がある。 Make~と命名されたギグは、任意の曲でプレイ可能。 出来るだけ短い曲を選ぶことで時間短縮にするのも良し、 得意な曲を選ぶことでファンやギャラを稼ぐのも良し。 ギグ開始直前になにやら同意を求められることがあり、 返答とその後のプレイによって獲得ファン数やギャラが変化する。 ホームタウンを何処にするかで内容が変化するかもしれません。 以下ボストンをホームにした場合 Boston ☆190 CHARLES PUB ☆35 -Should I Stay or Should I Go -Maps -Gimme Shelter -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Requests ×2曲 THE ESTABLISHMENT ☆50 -Orange Crush -Upstart Marathon ×4曲 -Wicked Awesome Local Showcase ×3曲 -Make a Setlist ×2曲 HANCOCK THEATER ☆105 -All Town Songs ×4曲 -Mystery Setlist ×3曲 -Jukebox Regulars ×5曲 -Harmonix Marathon ×9曲 Seattle ☆185 JIMMY ASTROS ☆30 -Blitzkrieg Bop -Black Hole Sun -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Open Mic ×2曲 GAS WORKS TAVERN ☆65 -Are You Gonna Be My Girl -Roadie Rock-Off ×3曲 -Showstoppers Set ×4曲 -Make a Setlist ×2曲 -Local Legend Showcase ×3曲 THE SEALTH THEATER ☆90 -All Town Songs ×3曲 -Make a Setlist ×3曲 -Programmer Favorites ×4曲 -Altenative Marathon ×8曲 San Francisco ☆170 ALICE'S FREE LOVE CAFE ☆30 -Celebrity Skin -Wanted Dead or Alive -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Setlist ×2曲 THE QUARTER HOLE ☆50 -Paranoid -Chops Proving Marathon ×4曲 -Crowd Pleasers ×3曲 -Make a Setlist ×2曲 BAY CITY THEATER ☆90 -All Town Songs ×3曲 -Mystert Setlist ×3曲 -Barroom Brawlers ×8曲 -Classic Rock Marathon ×4曲 Los Angeles ☆210 EL OCHO ☆30 -Sabotage -When You Were Young -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Requests ×2曲 THE SNAKE PIT ☆60 -Train Kept A Rollin' -Scenester Set -Mystery Setlist ×2曲 -LA's Brat Pack ×5曲 WILSHIRE FORUM ☆120 -Worldwide Showcase ×3曲 -All Town Songs ×3曲 -Guitar Center Showcase ×3曲 -West Coast Marathon ×12曲 -Radio-Friendly Set ×3曲 Chicago ☆185 THE RAILS ☆35 -Say It Ain't So -In Bloom -I Think I'm Paranoid -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Setlist ×2曲 THE SALT HOUSE ☆40 -Mississippi Queen -Battle of the Vans ×2曲 -Mystery Setlist ×2曲 -Local Artists ×3曲 PALACE HOTEL BALLROOM ☆110 -All Town Songs ×5曲 -Run to the Hills -Mystery Setlise ×3曲 -Regular Rotation Set ×10曲 -Southern Rock Marathon ×3曲 New York ☆255 HEEBIE JEEBIE'S ☆35 -Here It Goes Again -Creep -Wave of Mutilation -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Request Setlist ×2曲 RAMP ARTS ☆65 -LEarn to Fly -Tour Bus Showcase ×3曲 -Mystery Setlist ×2曲 -I Heart Local Artists ×7曲 EMPIRE SQUARE GARDEN ☆155 -All Town Songs ×4曲 -East Coast Marathon ×18曲 -Contemporary Hits ×6曲 -Mystery Setlist ×3曲 London ☆250 THE UNDERGROUND ☆30 -Suffragette City -(Don't Fear)The Reaper -Make a Setlist ×2曲 -Random Favourites ×2曲 SAVILLE ROW ☆95 -Enter Sandman -Make an Ultimate Setlist ×5曲 -Public Relations Party ×5曲 -Mystery Setlist ×2曲 -London's Local Pride ×6曲 PENFOLD DOME ☆125 -All Town Songs ×3曲 -RAWK-AID Festival ×5曲 -Random Royal Requests ×4曲 -Punk Marathon ×4曲 -United Kingdom Marathon ×10曲 Paris ☆160 BIBLIOTHEQUE MORTE ☆30 -Ballroom Blitz -Reptilia -Le Setlist Creation ×2曲 -Mystery Open Mic ×2曲 ROCHE DE PLANETE ☆50 -Next to You -World Famous Marathon ×4曲 -The Unknown Playlist ×2曲 -Boss Showcase ×3曲 LA SALLE DE BAL ROYALE ☆80 -All Town Songs ×3曲 -Random Setlist Revolt ×3曲 -Femmes Fatales Showcase ×6曲 -Audio Team Favorites ×4曲 Amsterdam ☆220 DE MAGISCHE TUIN ☆30 -Dead on Arrival -Electric Version -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Setlist ×2曲 ORION LOUNGE ☆80 -Detroite Rock City -Almost There Marathon ×5曲 -Security Showcase ×4曲 -Random Setlist ×2曲 -Electro-Harmonix Showcase ×4曲 RANSTAD THEATER ☆110 -All Town Songs ×3曲 -Random Requests ×3曲 -Lighter Igniters ×12曲 -QA Favorites ×4曲 Rome ☆185 IL BLUE DIVE ☆30 -Epic -Dani California -Make a Setlist ×2曲 -Requests Only ×2曲 DISCOTECA DI LUCE ☆50 -Cherub Rock -Stage Igniter Marathon ×4曲 -Requests Only ×2曲 -Fender Showcase ×3曲 IL GRANDE TEATRO DELLA ROCCIA ☆105 -All Town Songs ×3曲 -Mystery Requests ×3曲 -Tailgater Favorites ×8曲 -Eclectic Taste Set ×7曲 Reykjavik ☆120 KLAURAGDALSHOLL ☆120 -Highway Star -Penultimate Band Marathon ×6曲 -Chart Toppers Marathon ×13曲 -Heavy Hitters Marathon ×4曲 Rio de Janeiro ☆135 THE ROCKACABANA ☆135 -Flirtin' with Disaster -'70s Marathon ×13曲 -Mystery Setlist Marathon ×8曲 -Vocal Legend ×5曲 Tokyo ☆90 GORILLA DOME ☆90 -Foreplay/Long Time -Ultimate Band Marathon ×6曲 -'80s Marathon ×6曲 -Guitar Legend ×5曲 Sydney ☆105 BENNELONG OPERA HOUSE ☆105 -Green Grass and High Tides -Production Favorites ×4曲 -Bass Legend ×5曲 -'90s MArathon ×11曲 Stockholm ☆190 STOCKHOLM SYNTHDROME ☆30 -The Hand That Feeds -Go with the Flow -Make a Setlist ×2曲 -Mystery Requests ×2曲 MJOLNIR LODGE ☆70 -Vasoline -Headliner Marathon ×4曲 -Audio Pro Showcase ×4曲 -Mystety Setlist ×2曲 -Ludwig Showcase ×3曲 SWEDISPHERE THEATER ☆90 -All Town Songs ×3曲 -Heartfelt Hits ×8曲 -Designer Favorites ×3曲 -Make a Setlist ×4曲 Berlin ☆245 THE WALL ☆30 -Main Offender -Welcome Home -Make das Setlistten ×2曲 -Mystery Setlistten ×2曲 KLUB WEISBROT ☆45 -Tom Sawyer -RAWK-AID Benefit ×3曲 -Mystery Setlistten ×2曲 -Roland Showcase ×3曲 DAS KRAPFENTHEATER ☆170 -All Town Songs ×3曲 -Ultimate Mystery Setlist ×5曲 -Mystery Requests ×4曲 -Make a Setlist ×4曲 -Rock Marathon ×18曲 Moscow ☆360 DYNAMITE PALACE -Won't Get Fooled Again -Drum Legend ×5曲 -Hall of Fame Induction ×8曲 -The Endless Setlist ×58曲
https://w.atwiki.jp/francoise/pages/15.html
Nous étions à l’Étude, quand le Proviseur entra, suivi d’un nouveau habillé en bourgeois et d’un garçon de classe qui portait un grand pupitre. Ceux qui dormaient se réveillèrent, et chacun se leva comme surpris dans son travail. Le Proviseur nous fit signe de nous rasseoir ; puis, se tournant vers le maître d’études – Monsieur Roger, lui dit-il à demi-voix, voici un élève que je vous recommande, il entre en cinquième. Si son travail et sa conduite sont méritoires, il passera dans les grands, où l’appelle son âge. Resté dans l’angle, derrière la porte, si bien qu’on l’apercevait à peine, le nouveau était un gars de la campagne, d’une quinzaine d’années environ, et plus haut de taille qu’aucun de nous tous. Il avait les cheveux coupés droit sur le front, comme un chantre de village, l’air raisonnable et fort embarrassé. Quoiqu’il ne fût pas large des épaules, son habit-veste de drap vert à boutons noirs devait le gêner aux entournures et laissait voir, par la fente des parements, des poignets rouges habitués à être nus. Ses jambes, en bas bleus, sortaient d’un. pantalon jaunâtre très tiré par les bretelles. Il était chaussé de souliers forts, mal cirés, garnis de clous. On commença la récitation des leçons. Il les écouta de toutes ses oreilles, attentif comme au sermon, n’osant même croiser les cuisses, ni s’appuyer sur le coude, et, à deux heures, quand la cloche sonna, le maître d’études fut obligé de l’avertir, pour qu’il se mît avec nous dans les rangs. Nous avions l’habitude, en entrant en classe, de jeter nos casquettes par terre, afin d’avoir ensuite nos mains plus libres ; il fallait, dès le seuil de la porte, les lancer sous le banc, de façon à frapper contre la muraille en faisant beaucoup de poussière ; c’était là le genre. Mais, soit qu’il n’eût pas remarqué cette manœuvre ou qu’il n’eut osé s’y soumettre, la prière était finie que le nouveau tenait encore sa casquette sur ses deux genoux. C’était une de ces coiffures d’ordre composite, où l’on retrouve les éléments du bonnet à poil, du chapska, du chapeau rond, de la casquette de loutre et du bonnet de coton, une de ces pauvres choses, enfin, dont la laideur muette a des profondeurs d’expression comme le visage d’un imbécile. Ovoïde et renflée de baleines, elle commençait par trois boudins circulaires ; puis s’alternaient, séparés par une bande rouge, des losanges de velours et de poils de lapin ; venait ensuite une façon de sac qui se terminait par un polygone cartonné, couvert d’une broderie en soutache compliquée, et d’où pendait, au bout d’un long cordon trop mince, un petit croisillon de fils d’or, en manière de gland. Elle était neuve ; la visière brillait. – Levez-vous, dit le professeur. Il se leva ; sa casquette tomba. Toute la classe se mit à rire. Il se baissa pour la reprendre. Un voisin la fit tomber d’un coup de coude, il la ramassa encore une fois. – Débarrassez-vous donc de votre casque, dit le professeur, qui était un homme d’esprit. Il y eut un rire éclatant des écoliers qui décontenança le pauvre garçon, si bien qu’il ne savait s’il fallait garder sa casquette à la main, la laisser par terre ou la mettre sur sa tête. Il se rassit et la posa sur ses genoux. – Levez-vous, reprit le professeur, et dites-moi votre nom. Le nouveau articula, d’une voix bredouillante, un nom inintelligible. – Répétez ! Le même bredouillement de syllabes se fit entendre, couvert par les huées de la classe. – Plus haut ! cria le maître, plus haut ! Le nouveau, prenant alors une résolution extrême, ouvrit une bouche démesurée et lança à pleins poumons, comme pour appeler quelqu’un, ce mot Charbovari. Ce fut un vacarme qui s’élança d’un bond, monta en crescendo, avec des éclats de voix aigus (on hurlait, on aboyait, on trépignait, on répétait Charbovari ! Charbovari !), puis qui roula en notes isolées, se calmant à grand-peine, et parfois qui reprenait tout à coup sur la ligne d’un banc où saillissait encore çà et là, comme un pétard mal éteint, quelque rire étouffé. Cependant, sous la pluie des pensums, l’ordre peu à peu se rétablit dans la classe, et le professeur, parvenu à saisir le nom de Charles Bovary, se l’étant fait dicter, épeler et relire, commanda tout de suite au pauvre diable d’aller s’asseoir sur le banc de paresse, au pied de la chaire. Il se mit en mouvement, mais, avant de partir, hésita. – Que cherchez-vous ? demanda le professeur. – Ma cas… fit timidement le nouveau, promenant autour de lui des regards inquiets. – Cinq cents vers à toute la classe ! exclamé d’une voix furieuse, arrêta, comme le Quos ego, une bourrasque nouvelle. – Restez donc tranquilles ! continuait le professeur indigné, et s’essuyant le front avec son mouchoir qu’il venait de prendre dans sa toque Quant à vous, le nouveau, vous me copierez vingt fois le verbe ridiculus sum. Puis, d’une voix plus douce – Eh ! vous la retrouverez, votre casquette ; on ne vous l’a pas volée ! Tout reprit son calme. Les têtes se courbèrent sur les cartons, et le nouveau resta pendant deux heures dans une tenue exemplaire, quoiqu’il y eût bien, de temps à autre, quelque boulette de papier lancée d’un bec de plume qui vînt s’éclabousser sur sa figure. Mais il s’essuyait avec la main, et demeurait immobile, les yeux baissés. Le soir, à l’Étude, il tira ses bouts de manches de son pupitre, mit en ordre ses petites affaires, régla soigneusement son papier. Nous le vîmes qui travaillait en conscience, cherchant tous les mots dans le dictionnaire et se donnant beaucoup de mal. Grâce, sans doute, à cette bonne volonté dont il fit preuve, il dut de ne pas descendre dans la classe inférieure ; car, s’il savait passablement ses règles, il n’avait guère d’élégance dans les tournures. C’était le curé de son village qui lui avait commencé le latin, ses parents, par économie, ne l’ayant envoyé au collège que le plus tard possible. Son père, M. Charles-Denis-Bartholomé Bovary, ancien aide-chirurgien-major, compromis, vers 1812, dans des affaires de conscription, et forcé, vers cette époque, de quitter le service, avait alors profité de ses avantages personnels pour saisir au passage une dot de soixante mille francs, qui s’offrait en la fille d’un marchand bonnetier, devenue amoureuse de sa tournure. Bel homme, hâbleur, faisant sonner haut ses éperons, portant des favoris rejoints aux moustaches, les doigts toujours garnis de bagues et habillé de couleurs voyantes, il avait l’aspect d’un brave, avec l’entrain facile d’un commis voyageur. Une fois marié, il vécut deux ou trois ans sur la fortune de sa femme, dînant bien, se levant tard, fumant dans de grandes pipes en porcelaine, ne rentrant le soir qu’après le spectacle et fréquentant les cafés. Le beau-père mourut et laissa peu de chose ; il en fut indigné, se lança dans la fabrique, y perdit quelque argent, puis se retira dans la campagne, où il voulut faire valoir. Mais, comme il ne s’entendait guère plus en culture qu’en indiennes, qu’il montait ses chevaux au lieu de les envoyer au labour, buvait son cidre en bouteilles au lieu de le vendre en barriques, mangeait les plus belles volailles de sa cour et graissait ses souliers de chasse avec le lard de ses cochons, il ne tarda point à s’apercevoir qu’il valait mieux planter là toute spéculation. Moyennant deux cents francs par an, il trouva donc à louer dans un village, sur les confins du pays de Caux et de la Picardie, une sorte de logis moitié ferme, moitié maison de maître ; et, chagrin, rongé de regrets, accusant le ciel, jaloux contre tout le monde, il s’enferma dès l’âge de quarante-cinq ans, dégoûté des hommes, disait-il, et décidé à vivre en paix. Sa femme avait été folle de lui autrefois ; elle l’avait aimé avec mille servilités qui l’avaient détaché d’elle encore davantage. Enjouée jadis, expansive et tout aimante, elle était, en vieillissant, devenue (à la façon du vin éventé qui se tourne en vinaigre) d’humeur difficile, piaillarde, nerveuse. Elle avait tant souffert, sans se plaindre, d’abord, quand elle le voyait courir après toutes les gotons de village et que vingt mauvais lieux le lui renvoyaient le soir, blasé et puant l’ivresse ! Puis l’orgueil s’était révolté. Alors elle s’était tue, avalant sa rage dans un stoïcisme muet, qu’elle garda jusqu’à sa mort. Elle était sans cesse en courses, en affaires. Elle allait chez les avoués, chez le président, se rappelait l’échéance des billets, obtenait des retards ; et, à la maison, repassait, cousait, blanchissait, surveillait les ouvriers, soldait les mémoires, tandis que, sans s’inquiéter de rien, Monsieur, continuellement engourdi dans une somnolence boudeuse dont il ne se réveillait que pour lui dire des choses désobligeantes, restait à fumer au coin du feu, en crachant dans les cendres. Quand elle eut un enfant, il le fallut mettre en nourrice. Rentré chez eux, le marmot fut gâté comme un prince. Sa mère le nourrissait de confitures ; son père le laissait courir sans souliers, et, pour faire le philosophe, disait même qu’il pouvait bien aller tout nu, comme les enfants des bêtes. À l’encontre des tendances maternelles, il avait en tête un certain idéal viril de l’enfance, d’après lequel il tâchait de former son fils, voulant qu’on l’élevât durement, à la spartiate, pour lui faire une bonne constitution. Il l’envoyait se coucher sans feu, lui apprenait à boire de grands coups de rhum et à insulter les processions. Mais, naturellement paisible, le petit répondait mal à ses efforts. Sa mère le traînait toujours après elle ; elle lui découpait des cartons, lui racontait des histoires, s’entretenait avec lui dans des monologues sans fin, pleins de gaietés mélancoliques et de chatteries babillardes. Dans l’isolement de sa vie, elle reporta sur cette tête d’enfant toutes ses vanités éparses, brisées. Elle rêvait de hautes positions, elle le voyait déjà grand, beau, spirituel, établi, dans les ponts et chaussées ou dans la magistrature. Elle lui apprit à lire, et même lui enseigna, sur un vieux piano qu’elle avait, à chanter deux ou trois petites romances. Mais, à tout cela, M. Bovary, peu soucieux des lettres, disait que ce n’était pas la peine ! Auraient-ils jamais de quoi l’entretenir dans les écoles du gouvernement, lui acheter une charge ou un fonds de commerce ? D’ailleurs, avec du toupet, un homme réussit toujours dans le monde. Madame Bovary se mordait les lèvres, et l’enfant vagabondait dans le village. Il suivait les laboureurs, et chassait, à coups de motte de terre, les corbeaux qui s’envolaient. Il mangeait des mûres le long des fossés, gardait les dindons avec une gaule, fanait à la moisson, courait dans le bois, jouait à la marelle sous le porche de l’église les jours de pluie, et, aux grandes fêtes, suppliait le bedeau de lui laisser sonner les cloches, pour se pendre de tout son corps à la grande corde et se sentir emporter par elle dans sa volée. Aussi poussa-t-il comme un chêne. Il acquit de fortes mains, de belles couleurs. À douze ans, sa mère obtint que l’on commençât ses études. On en chargea le curé. Mais les leçons étaient si courtes et si mal suivies, qu’elles ne pouvaient servir à grand-chose. C’était aux moments perdus qu’elles se donnaient, dans la sacristie, debout, à la hâte, entre un baptême et un enterrement ; ou bien le curé envoyait chercher son élève après l’Angélus, quand il n’avait pas à sortir. On montait dans sa chambre, on s’installait les moucherons et les papillons de nuit tournoyaient autour de la chandelle. Il faisait chaud, l’enfant s’endormait ; et le bonhomme, s’assoupissant les mains sur son ventre, ne tardait pas à ronfler, la bouche ouverte. D’autres fois, quand M. le curé, revenant de porter le viatique à quelque malade des environs, apercevait Charles qui polissonnait dans la campagne, il l’appelait, le sermonnait un quart d’heure et profitait de l’occasion pour lui faire conjuguer son verbe au pied d’un arbre. La pluie venait les interrompre, ou une connaissance qui passait. Du reste, il était toujours content de lui, disait même que le jeune homme avait beaucoup de mémoire. Charles ne pouvait en rester là. Madame fut énergique. Honteux, ou fatigué plutôt, Monsieur céda sans résistance, et l’on attendit encore un an que le gamin eût fait sa première communion. Six mois se passèrent encore ; et, l’année d’après, Charles fut définitivement envoyé au collège de Rouen, où son père l’amena lui-même, vers la fin d’octobre, à l’époque de la foire Saint-Romain. Il serait maintenant impossible à aucun de nous de se rien rappeler de lui. C’était un garçon de tempérament modéré, qui jouait aux récréations, travaillait à l’étude, écoutant en classe, dormant bien au dortoir, mangeant bien au réfectoire. Il avait pour correspondant un quincaillier en gros de la rue Ganterie, qui le faisait sortir une fois par mois, le dimanche, après que sa boutique était fermée, l’envoyait se promener sur le port à regarder les bateaux, puis le ramenait au collège dès sept heures, avant le souper. Le soir de chaque jeudi, il écrivait une longue lettre à sa mère, avec de l’encre rouge et trois pains à cacheter ; puis il repassait ses cahiers d’histoire, ou bien lisait un vieux volume d’Anacharsis qui traînait dans l’étude. En promenade, il causait avec le domestique, qui était de la campagne comme lui. À force de s’appliquer, il se maintint toujours vers le milieu de la classe ; une fois même, il gagna un premier accessit d’histoire naturelle. Mais à la fin de sa troisième, ses parents le retirèrent du collège pour lui faire étudier la médecine, persuadés qu’il pourrait se pousser seul jusqu’au baccalauréat. Sa mère lui choisit une chambre, au quatrième, sur l’Eau-de-Robec, chez un teinturier de sa connaissance Elle conclut les arrangements pour sa pension, se procura des meubles, une table et deux chaises, fit venir de chez elle un vieux lit en merisier, et acheta de plus un petit poêle en fonte, avec la provision de bois qui devait chauffer son pauvre enfant. Puis elle partit au bout de la semaine, après mille recommandations de se bien conduire, maintenant qu’il allait être abandonné à lui-même. Le programme des cours, qu’il lut sur l’affiche, lui fit un effet d’étourdissement cours d’anatomie, cours de pathologie, cours de physiologie, cours de pharmacie, cours de chimie, et de botanique, et de clinique, et de thérapeutique, sans compter l’hygiène ni la matière médicale, tous noms dont il ignorait les étymologies et qui étaient comme autant de portes de sanctuaires pleins d’augustes ténèbres. Il n’y comprit rien ; il avait beau écouter, il ne saisissait pas. Il travaillait pourtant, il avait des cahiers reliés, il suivait tous les cours ; il ne perdait pas une seule visite. Il accomplissait sa petite tâche quotidienne à la manière du cheval de manège, qui tourne en place les yeux bandés, ignorant de la besogne qu’il broie. Pour lui épargner de la dépense, sa mère lui envoyait chaque semaine, par le messager, un morceau de veau cuit au four, avec quoi il déjeunait le matin ; quand il était rentré de l’hôpital, tout en battant la semelle contre le mur. Ensuite il fallait courir aux leçons, à l’amphithéâtre, à l’hospice, et revenir chez lui, à travers toutes les rues. Le soir, après le maigre dîner de son propriétaire, il remontait à sa chambre et se remettait au travail, dans ses habits mouillés qui fumaient sur son corps, devant le poêle rougi. Dans les beaux soirs d’été ; à l’heure où les rues tièdes sont vides, quand les servantes, jouent au volant sur le seuil des portes, il ouvrait sa fenêtre et s’accoudait. La rivière, qui fait de ce quartier de Rouen comme une ignoble petite Venise, coulait en bas, sous lui, jaune, violette ou bleue, entre ses ponts et ses grilles. Des ouvriers, accroupis au bord, lavaient leurs bras dans l’eau. Sur des perches partant du haut des greniers, des écheveaux de coton séchaient à l’air. En face, au-delà des toits, le grand ciel pur s’étendait, avec le soleil rouge se couchant. Qu’il devait faire bon là-bas ! Quelle fraîcheur sous la hêtraie ! Et il ouvrait les narines pour aspirer les bonnes odeurs de la campagne, qui ne venaient pas jusqu’à lui. Il maigrit, sa taille s’allongea, et sa figure prit une sorte d’expression dolente qui la rendit presque intéressante. Naturellement, par nonchalance ; il en vint à se délier de toutes les résolutions qu’il s’était faites. Une fois, il manqua la visite, le lendemain son cours, et, savourant la paresse, peu à peu, n’y retourna plus. Il prit l’habitude du cabaret, avec la passion des dominos. S’enfermer chaque soir dans un sale appartement public, pour y taper sur des tables de marbre de petits os de mouton marqués de points noirs, lui semblait un acte précieux de sa liberté, qui le rehaussait d’estime vis-à-vis de lui-même. C’était comme l’initiation au monde, l’accès des plaisirs défendus ; et, en entrant, il posait la main sur le bouton de la porte avec une joie presque sensuelle. Alors, beaucoup de choses comprimées en lui, se dilatèrent ; il apprit par cœur des couplets qu’il chantait aux bienvenues, s’enthousiasma pour Béranger, sut faire du punch et connut enfin l’amour. Grâce à ces travaux préparatoires, il échoua complètement à son examen d’officier de santé. On l’attendait le soir même à la maison pour fêter son succès. Il partit à pied et s’arrêta vers l’entrée du village, où il fit demander sa mère, lui conta tout. Elle l’excusa, rejetant l’échec sur l’injustice des examinateurs, et le raffermit un peu, se chargeant d’arranger les choses. Cinq ans plus tard seulement, M. Bovary connut la vérité ; elle était vieille, il l’accepta, ne pouvant d’ailleurs supposer qu’un homme issu de lui fût un sot. Charles se remit donc au travail et prépara sans discontinuer les matières de son examen, dont il apprit d’avance toutes les questions par cœur. Il fut reçu avec une assez bonne note. Quel beau jour pour sa mère ! On donna un grand dîner. Où irait-il exercer son art ? À Tostes. Il n’y avait là qu’un vieux médecin. Depuis longtemps madame Bovary guettait sa mort, et le bonhomme n’avait point encore plié bagage, que Charles était installé en face, comme son successeur. Mais ce n’était pas tout que d’avoir élevé son fils, de lui avoir fait apprendre la médecine et découvert Tostes pour l’exercer il lui fallait une femme. Elle lui en trouva une la veuve d’un huissier de Dieppe, qui avait quarante-cinq ans et douze cents livres de rente. Quoiqu’elle fût laide, sèche comme un cotret, et bourgeonnée comme un printemps, certes madame Dubuc ne manquait pas de partis à choisir. Pour arriver à ses fins, la mère Bovary fut obligée de les évincer tous, et elle déjoua même fort habilement les intrigues d’un charcutier qui était soutenu par les prêtres. Charles avait entrevu dans le mariage l’avènement d’une condition meilleure, imaginant qu’il serait plus libre et pourrait disposer de sa personne et de son argent. Mais sa femme fut le maître ; il devait devant le monde dire ceci, ne pas dire cela, faire maigre tous les vendredis, s’habiller comme elle l’entendait, harceler par son ordre les clients qui ne payaient pas. Elle décachetait ses lettres, épiait ses démarches, et l’écoutait, à travers la cloison, donner ses consultations dans son cabinet, quand il y avait des femmes. Il lui fallait son chocolat tous les matins, des égards à n’en plus finir. Elle se plaignait sans cesse de ses nerfs, de sa poitrine, de ses humeurs. Le bruit des pas lui faisait mal ; on s’en allait, la solitude lui devenait odieuse ; revenait-on près d’elle, c’était pour la voir mourir, sans doute. Le soir, quand Charles rentrait, elle sortait de dessous ses draps ses longs bras maigres, les lui passait autour du cou, et, l’ayant fait asseoir au bord du lit, se mettait à lui parler de ses chagrins il l’oubliait, il en aimait une autre ! On lui avait bien dit qu’elle serait malheureuse ; et elle finissait en lui demandant quelque sirop pour sa santé et un peu plus d’amour.
https://w.atwiki.jp/murguly/
@wikiへようこそ ウィキはみんなで気軽にホームページ編集できるツールです。 このページは自由に編集することができます。 メールで送られてきたパスワードを用いてログインすることで、各種変更(サイト名、トップページ、メンバー管理、サイドページ、デザイン、ページ管理、等)することができます まずはこちらをご覧ください。 @wikiの基本操作 用途別のオススメ機能紹介 @wikiの設定/管理 分からないことは? @wiki ご利用ガイド よくある質問 無料で会員登録できるSNS内の@wiki助け合いコミュニティ @wiki更新情報 @wikiへのお問合せフォーム 等をご活用ください @wiki助け合いコミュニティの掲示板スレッド一覧 #atfb_bbs_list その他お勧めサービスについて 大容量1G、PHP/CGI、MySQL、FTPが使える無料ホームページは@PAGES 無料ブログ作成は@WORDをご利用ください 2ch型の無料掲示板は@chsをご利用ください フォーラム型の無料掲示板は@bbをご利用ください お絵かき掲示板は@paintをご利用ください その他の無料掲示板は@bbsをご利用ください 無料ソーシャルプロフィールサービス @flabo(アットフラボ) おすすめ機能 気になるニュースをチェック 関連するブログ一覧を表示 その他にもいろいろな機能満載!! @wikiプラグイン @wiki便利ツール @wiki構文 @wikiプラグイン一覧 まとめサイト作成支援ツール バグ・不具合を見つけたら? 要望がある場合は? お手数ですが、お問合せフォームからご連絡ください。