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Atto Secondo Dov’è ora l’umile casetta tua così modesta e semplice colle sue stuoie colorate e i battenti di quercia, o piccola Iris ? La bianca siepe di biancospine fiorite ? Il sentiero coverto dal fiore delle scabbiose che conduce al rio ?Dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la solenne maestà del Fousiyama ? Dove l’aria purissima ? Dove la luce libera ?Tu ora giaci nel cuore affannoso della città gaudente ove più accelerato batte il palpito delle esistenze nelle diverse febbri che agitano le genti, quella della gloria, quella del piacere, quella del denaro. La più appariscente delle Case Verdi è ora la tua abitazione ; tu vi riposi sul rialzo di lacca ed oro di un fton ricchissimo, abbandonata la fragile persona alla stanchezza che ti ha affranto, e ti covre un velario trasparente come aria !Tu sei nel Yoshiwara !Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia ! qui, nella misteriosa ora del cignale, non la luna scenderà a posarsi con te !Qui, ricche stuoie a tessiture fantasiose impediscono alla luce di penetrarvi.No, il Sole non penetra nelle Case Verdi ! Qui tutto è riflesso di metallo che scoppia a vivi e rapidi sfavilli dalle profumiere cesellate dove brucia esalando l’olio di camelia odorosa, dai vasi smaltati, dalle grandi chimere e mostri di smalto e cobalto che adornano la stanza.Là, in un angolo, un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.Non la luce, non l’armonia del Sole ! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l’affannoso moto della vita cittadina, le strida dei merciaioli, le minacce dei samouraïs, le ansanti cadenze dei djin, i diversi idiomi dei dragomanni, la bestemmia e la risata. Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas.(Una guècha accosciata sussurra un “Anakomitasani” accompagnandosi al suono del sàmisen.) ▼KYOTO▲ (Cogliendo le guèchas in oziosa curiosità, le investe con voce concitata ma trattenuta, per non svegliare Iris.) Là che ci fate Ancora mascherate ? O che siete de’ bonzi ? E… stz ! (impedendo loro di parlare) Tacete ! Silenzio ! Non voglio, appena desta, Ch’abbia ricordi tristi, Ognor dolori ! Tutta una festa, un giorno d’ori, Di bronzi e fiore ! (sorpreso nel vedere aperta una della imposte) Toh ! fuori spalancata è ancora l’impannata ? (Vorrebbe gridare ma si ritiene.) Silenzio, dico ! (fra i denti) Rispondermi volete ? Oh, le sfacciate ! Udite ! Dalla strada salgon Le voci chiocce de la gente, L’andare ed il venire De’ djin correnti ! O che avete gli orecchi fatti in giada ? Con tal baccano o chi può mai dormire ? E chete ! Mogie ! (irritato) Vostre voci acute son vespe, Son cicale, son zanzare ! Mute, Vi voglio mute e, se possibil, Senza respirare ! (Va a chiudere l’imposta ; guardando nella strada vede un elegante norimon entrare nella casa.) Toh ! Vien gente ! È Osaka in palanchino ! Giù tutti col migliore nostro inchino ! (Rapidamente tutti si inchinano quasi toccando colle fronti il suolo.) ▼OSAKA▲ (Entra con inusata vivacità, indirizzandosi a Kyoto.) Ch’io vegga ov’è La mousmè da li occhi Simili a camelie ! ▼KYOTO▲ (calmandolo) La voce tua Modula in suon più grave, Come punta d’agave Va ne li orecchi a chi posa ! (L’astuto taikomati mostra all’annoiato signore Iris addormentata.) Riposa ! (allontanando brutalmente le guèchas, che scompaiono rapide) Donne, vampiri della casa, via ! (Osaka e Kyoto si avvicinano al letto d’Iris.) ▼OSAKA▲ Sollevami il velario ! ▼KYOTO▲ Parla piano ! (sollevando il velario) Toh ! guardala ! È perfetta ! Non ti pare ? ▼OSAKA▲ Spande l’odor del loto, La piccina ! ▼KYOTO▲ Sogguarda a quella bocca porporina ! ▼OSAKA▲ È ciliegia da cogliere e mangiare ! (Contempla Iris, poi si scosta insieme a Kyoto.) ▼KYOTO▲ Vedi che braccio ! E vedi un po’ che mano ! ▼OSAKA▲ (con grande entusiasmo) Créa in quegli occhi Il lampo d’un desio, Vibri in quegli occhi Il senso, l’uman dio, Una scintilla, un fuoco, una favilla Che di piacer ne incendi la pupilla E dimmi, come lei ne sai tu alcuna ? ▼KYOTO▲ Nessuna, (con finta convinzione) In fede mia, nessuna ! ▼OSAKA▲ In questa noia matta Ogni dì soddisfatta E insoddisfatta, costei nel cuor M’ha cacciata una spina di brama Che m’affana ! Non è mousmè leziosa di città, Ordigno fatto per la voluttà ; Qui c’è l’anima ! (Torna presso il letto a guardare e lascia ricadere il velario sulla fanciulla addormentata, poi trae con sé lontano in disparte Kyoto onde il loro chiacchierio non risvegli Iris.) Lunga lotta m’annoia ; A ritrosie io mal m’adatto ; S’ella resistesse ? ▼KYOTO▲ Abbi denaro e il Paradiso è ovunque ! Comprendi tu ? ▼OSAKA▲ Parla un linguaggio chiaro ! ▼KYOTO▲ Son fior le frasi, Le parole foglie, Ma il frutto è l’or Che satolla le voglie. Comprendi tu ? ▼OSAKA▲ Abborro tai proverbi ! ▼KYOTO▲ Regali ! Doni appariscenti ! Ricchi ! Vistosi ! Mi comprendi ? Larga mano ! Aperto borsellino ! Mi comprendi ? Vesti ! Fiori ! Gioielli ! Mi comprendi ? ▼OSAKA▲ Oh, fauce ingorda ! Oh, fauce sazia mai ! ▼KYOTO▲ Dapprima già ci vuol qualche moìna Per rasciugar gli occhietti Da le lacrime, poi… Una nuora poi… diventa suocera ! ▼OSAKA▲ E aggiungi, in oltre, Il più fantasioso E armonico linguaggio figurato… ▼KYOTO▲ (che ha osservato Iris, fa cenno ad Osaka di tacere) Stz ! Desta è la piccina ! Vieni via ! Va a prepararti un romanzesco viso ! Porta gemme… regali ! Mi comprendi ? (Escono cautamente.) ▼IRIS▲ (Si sveglia e guarda intorno a sè sorpresa.) Ognora sogni, Sogni e sogni… Oh, il bel velario ! Oh, il lieve drappo Tutto sparso d’iridi… Or la mia veste è un velo E ha trasparenze d’onda e di nube ! Or io cosi ho vergogna ! Non più le mie pianelle In lacca nera ; (alzandosi e camminando) Ho sandali dorati, E il piè vi posa Così morbidamente Che mi pare di camminar Sopra un prato di piume ! (Ed ecco svolgersi nella mente trasognata dell’ingenua fanciulla le scene del teatrino, la danza delle guèchas e… il rapimento.) Ecco ! Or ricordo ! Sì, Il Teatro ! Dhia ! La danza delle guèchas ! Il nero manto m’avvolge del Vampiro ! Ove son io ? Morta son dunque Sì, sono una morta ! (Guardando intorno più attentamente, mormora fra l’angoscia e la gioia.) E questa casa bella È il Paradiso ? (Si ode un dolcissimo suono di sàmisen interno Iris ascolta. Un sàmisen attira i suoi sguardi.) Chi è morto tutto sa ! Diceva il bonzo ! (Prende il sàmisen.) Mi voglio accompagnar l’Uta di Nániva ! “Sorge dal mar la Luna… (tentando di accompagnarsi col sàmisen, ma dalle sue dita esce il più discordante e pazzo suono) È luna piena… Una giunca laggiù mi mena ; Io vo coll’onda che mi porta.” (interrompendo) La voce canta Ma il suon non l’accompagna ! (Getta indispettita l’istroment o, mentre riprende il suono interno dei sàmisen.) Dicon di gran bugie Nel mondo ai vivi ! Che da vivo non sa, Non sa da morto. (Si aggira curiosa e meravigliata ammirando i ricchi paraventi ed i preziosi dipinti. Vede pennelli e colori su di una tavola. Essa vi si accosta ed attratta dal mistero dei colori siede preso la tavola tentando di pingere. Vuole dipingere un fiore, ma invece n’esce un angue ; Iris getta indispettita il foglio di carta. Ed ora vorrebbe dipingere un cielo azzurro, ma le inesperte mani non riescono che a tracciare una macchia grigiastra. Sfiduciata, lascia cadere i pennelli.) Io pingo… pingo, Ma il mio pennello invano stendo, Intingo ! Va la mia mano invano ! Invano, invano va la mia mano ! Io penso a un fiore, E n’esce invece un’angue tutto terrore, Tutto un rosso di sangue ! Se voglio un cielo, Azzurro in mio pensiero, È un fosco velo, Un velo tinto in nero ! La fantasia con sé m’invola E porta di casa mia a la picciola porta ; Là la pupilla d’un cieco Finalmente ha una scintilla, Una favilla d’una luce rovente Che fulge e brilla, Ma il lucer d’una lacrima Che lentamente stilla ! (Accasciata, nasconde il viso tra le mani.) In paradiso (han detto) non si piange ! Ed io di lacrime… ho i miei occhi pieni ! (Una cortina si solleva lentamente e Kyoto introduce Osaka. I due uomini si soffermano sul limitare della porta e guardando la fanciulla seduta davanti al tavolino dei colori.) ▼OSAKA▲ (parlando sottovoce a Kyoto) A un cenno mio manda Le vesti e i doni. ▼KYOTO▲ Sì, manderò ! ▼OSAKA▲ Or quanto a te, Inutil qui… va via ! ▼KYOTO▲ A meraviglia ! Vo ! (Il taikomati scompare dietro la cortina, lasciando soli il giovane signore voluttuoso e l’ingenua mousmè.)(Alle parole di Osaka Iris si volge sorpresa, gitta un grido e si ritrae paurosa. Osaka la arresta d’un gesto ammirativo.) ▼OSAKA▲ Oh, come al tuo sottile corpo s’aggira E s’informa di te la flessuosa Notturna vesta ! Senza posa lo sguardo ti rimira Da capo a piè E l’anima s’appaga nella sorpresa vaga, Nel portento gentile di tua beltà Che, in festa alta, trionfa in te. (Osaka si avvicina sempre più ad Iris. Questa si ritrae ancor più, sorpresa e impaurita.) ▼IRIS▲ (Conosco questa voce ! Io già l’udii ! In ogni sua parola si rivela È la voce d’Jor ! È Jor ! È Jor !) ▼OSAKA▲ Perché il piede ritraggi Se a te vicin Mi porta il mio desìo ? (Iris si ferma palpitante e Osaka le è vicino.) Dentro a’ tuoi veli lascia lo sguardo mio Disioso penetrare ! Io ne’ tuoi occhi veggo tutti i cieli ! Gli olezzi io bevo in te Di tutti i maggi ! (Osaka accarezza la testa di Iris questa chiude timorosa gli occhi. Al tocco del giovane gli spilloni cadono e disciolgono liberi i lunghi capelli che fluiscono giù per le spalle di Iris, ricoprendola come di un manto.) ▼OSAKA▲ (tuffando con voluttà le mani nei capelli d’Iris) Ah, i tuoi capelli… Son sì lunghi e tanti Da incatenarti intorno… Tutti gli uomini ! Tu m’incatena e per la via, mousmè, D’ogni tua brama, Deh, tu, mi mena ! ▼IRIS▲ (incredula, quasi sorridendo e riannodandosi i capelli) (Da niuno ho udito dirmi tante cosa. Iris tanta bellezza ? Niun lo crede ! M’ha detto un sol finor che son graziosa, Il babbo mio, Ch’è cieco e non mi vede !) ▼OSAKA▲ Il tuo corpo s’ingiglia D’un candore più bianco del Fousiyama ! Bocca sana vermiglia ! Fresca fontana ove zampillan Tutte le dolcezze E tutte le carezze ! Ove il mio sangue vivo si ristora ! (Iris sorride nell’udire le parole entusiastiche di Osaka.) Tu ridi ? Ridi ? Ridi ! Ridi, ancora ! ▼IRIS▲ (con timore e vergognosa) (Ho fatto male a rider, Ma non so se muovermi O star ferma a sue parole, Se fargli reverenza ! Gli dirò “Signor !” No ! “Re !” È poco… “Figliuol del Sole !”) ▼OSAKA▲ Arrossi a mie parole ? Non arrossir ! Lascia arrossire il sole ; Egli ogni dì ha tramonti, tu ? Sali, sali, altissima, A le superbe aurore, Ai superbi orizzonti del mio amore ! ▼IRIS▲ Figlio del Sol ! ▼OSAKA▲ (Dà una stridente risata. Iris si ritrae ancora, impaurita.) Ah tu, fanciulla, ancor mi credi Jor della Commedia ? Or recito la Vita ! T’ho, in vesta d’istrion Per farti mia, rapita. Apri gli occhi, mousmè ! Vedi ed impara la Vita. Il vero nome mio Vuoi tu sapere ? Ebben, mousmè, Io mi chiamo “Il Piacere !” ▼IRIS▲ (ricordando con accento di terror) Un dì (ero piccina), Al tempio vidi un bonzo A un paravento tutto fatto a simboli, Sciorinare il velame d’un mistero… Era una plaga D’un gran mare morto Color del bronzo ; E v’era un cielo Rosso sì come sangue, D’un rosso livido ; E una gran spiaggia, Una gran spiaggia morta Di grigio e nero… Una fanciulla giacèavi adagiata, Scarne le membra, Sparsi i capelli E nella bocca un riso Ch’era uno spasimo… Su dal mar morto Una gran piovra intanto Il capo ergeva… E la fanciulla col grande Occhio falcato fuor guatava ; Questa, domata a quel terror di sguardo, Tutta affisava ! Su dal mar morto I viscidi tentacoli Moveva il mostro, e per le gambe, Pei reni e per le spalle, Poi per le chiome E il fronte e gli occhi E il petto esile ansante, E per le braccia La stringe e allaccia ! La stringe e allaccia in viso ! Essa sorride ognor ! Essa sorride e muor Con un estremo spasimo Che par un riso… essa sorride E muor, e muor ! E il bonzo a voce forte “Quella piovra è il Piacere… Quella piovra è la Morte !” (Iris si lascia cadere ai piedi del giovane, piangendo e rimanendo accasciata dalla paura e dal dolore.) Deh, ch’io torni a mio padre ! ▼OSAKA▲ (con cinismo) Son le fole dei bonzi Spavaldi e ipocriti Che all’alito d’un bacio Si sburgiardano ! (A un cenno di Osaka le koumaro portano e stendono ai piedi di Iris stoffe, gioielli, ventagli, fiori.) ▼OSAKA▲ (sollevando Iris e stringendola a sé poco a poco) Or dammi il braccio tuo, Braccio di neve e avorio ! Intorno al collo così m’anoda ! Scogli i capelli ! (sciogliendole ancora una volta i capelli) La testa bruna sovra il mio petto Tu m’abbandona ! Cogli occhi, gli occhi miei… Tu, ed io, labbra le labbra ! Vi scendo e tocco la dolce bocca ! (Osaka abbandona la sua bocca su quella di Iris quasi svenuta, mormorando e supplicando) È questo il bacio ! (Iris, staccandosi da Osaka, rimane atterrita, poi prorompe in pianto.) ▼OSAKA▲ (guardandola, sorpreso) Piangi ? ▼IRIS▲ Penso a mio padre ! ▼OSAKA▲ Gli darò vesti e denaro ! ▼IRIS▲ Io penso alla mia casa ! ▼OSAKA▲ Palazzi avrai ! ▼IRIS▲ Io penso al mio giardino ! ▼OSAKA▲ Ne avrai d’immensi E a serre ognora in fiore ! ▼IRIS▲ Ma non sono i miei fior ! ▼OSAKA▲ (annoiato e sdegnoso) (È una pupattola !) Nullo desio ti adesca Di codesto splendore, Vesti, ori ? E il bacio è un’esca Cui non morde il tuo cuore ? Chiedi, fanciulla ! Brama ! Tu pur abbi un desio ! ▼IRIS▲ Voglio il giardino mio ! Io voglio il mio giardino, Colla sua siepe intorno, La mia casetta bianca Col mormorante rio, Col suo villaggio a manca, Con la vallata a prati, Col sol che appena è giorno Appar sugli elevati fianchi Del Fousiyama e… Mi chiama, mi chiama ! (Rimane immobile.)(Kyoto accorre.) ▼OSAKA▲ (seccato, rivolgendosi a Kyoto) Da un’ora essa m’attedia ! È pupa da commedia ! Pupa di legno ; or’ io mi sdegno ! Un mio consiglio, accetta ! ▼KYOTO▲ (con finta sottomissione) Ognora Kyoto impara ! ▼OSAKA▲ (imitando Iris) Torni alla sua casetta ! ▼KYOTO▲ È questo il tuo consiglio ? La espongo al Yoshiwara ! ▼OSAKA▲ Fa’ pur ! Ahimè, che noia ! (Se ne va sbadigliando.) Vo ! Sbadiglio ! ▼KYOTO▲ (con astuzia parlando fra sé) Colle piccine gran maestra è natura. O moine o paura ! Osaka è giovin ; vede ratto, E ratto ei vuole il suo desìo Tradotto in fatto. Esperienza e pazienza ! A me ! Vediam ! (Con occhio conoscitore osserva e studia attentamente Iris.) Perfetta ! E in una vesta Ancor più trasparente di codesta, Come se indosso avesse a veste il nulla, Vederete qual trionfo di fanciulla ! (Scegli una veste e fa cenno alle donne di vestirne Iris.) Alla toeletta ! Olà ! (Le donne accorrono ; Iris impaurita vuol fuggire.)(irritato) Con me ritrosa ? (imperioso) Qui s’obbedisce ! Bada ! Per le putte cattive c’è la morte ! (Apre la parete a destra e mostra ad Iris un precipizio oscuro e fondo Iris indietreggia impaurita.) Chiamo il Vampiro E fatta è la tua sorte ! ▼IRIS▲ (implorando) No, non fatemi male ! ▼KYOTO▲ (rabbonito) Non lo voglio ! (insinuante ; prende il pupo che nella commedia rappresentava Jor e lo porge ad Iris) E se obbedisci, guarda ! È tuo ! ▼IRIS▲ (Sorpresa, prende con gioia il pupo.) È Jor ! ▼KYOTO▲ (dietro le suoje, spiando nella via) Annotta ! La gente dotta e ghiotta D’ogni cosa vaga e rara S’accalca e indaga ! Già arrossa di lumiere il Yoshiwara ! Oh, febbre del Piacere ! (Intanto le esperte donne cominciano ad abbigliare Iris, dietro un paravento.) La parete sottile scorre e schiude A uno sciame gentile di donne ignude ! Qualche altro Osaka certo passerà, E in questa onesta rete di giovinezza incapperà ! ▼IRIS▲ (Mentre l’abbigliano, Iris tutta intenta al pupo, si risovviene la dolcissima cantilena del dramma, e mentre la ripete, infantilmente lo fa agire.) Apri la tua finestra ! Io sono il Sole ! Apri l’orecchio a mie dolci parole ! Apri l’anima tua alla fede e spera ! Jor ha ascoltata, o Dhia, La tua preghiera ! Tu vuoi morir ? Morir io ti farò, Ma ti farò morir dal sol baciata, Ed al paese eterno ti trarrò… (Kyoto si allontana dalla veranda, ed osserva Iris completamente abbigliata.) Ove, o fanciulla, tu sarai amata ! ▼KYOTO▲ Vediam ! Così stai bene ! (Strappa ruvidamente il pupo ad Iris, e lo gitta in alto ; una guècha lo afferra a volo.) Ha sonno il piccol Jor ; Poniamolo a dormire ! Or ti conviene Sovra la bocca un vago punto in or ! (Prende un pennello, e disegna un neo d’oro sulle labbra d’Iris.) Così ! Vediam ove posarti… In alto ! Ti voglio qui ! (Colloca Iris sulla veranda.) Superbamente erette Le divine tue forme ! Ed or vediam Se la gente abbocca ! (alle guèchas) Attente, streghe, attente, attente ! (colpo di mano)(gridato) Via le cortine ! (Le guèchas fanno scorrere rapidamente le mobili pareti. Si scorge la strada del Yoshiwara tutta affollata. L’improvvisa apparizione d’Iris attrae subito l’attenzione della folla, che prorompe in entusiasmo.) ▼LA FOLLA▲ Oh, meraviglia delle meraviglie ! (Kyoto, appoggiato alla veranda, osserva soddisfatto.) La vaga figlia ! È rosa thea ! Fior di verbena ! Fior di vaniglia ! Fra le più vaghe figlie O vaga meraviglia ! Giorno di rose e di viole ! Notte serena ! Parla, bella mousmè ! Udiamo l’armonia di tue parole ! Parla ! L’anima di desìa ! Sì, è rosa thea E imbalsama davvero Tutta una giovinezza ! Una carezza di questo fior Darìa vita all’idea D’uno spento pensiero ! Gemma pura di natura ! Parla, bella mousmè ! Parla ! Parla ! Parla ! Ah ! ▼KYOTO▲ (esaltandosi di gioia e fregandosi le mani) Son uomo di talento, sì o no ? (Un norimon si fa largo nella folla ; ne esce Osaka, il quale vedendo Iris, respinge la folla, gridando furente, esaltato.) Ve’ che furore ! Strana è la gente In fregola d’amore. Io ci guadagnerò a staia i riò! ▼OSAKA▲ Datemi il passo ! ▼KYOTO▲ (È Osaka !) ▼OSAKA▲ Indietro ! Indietro ! ▼KYOTO▲ (Eccolo ancor ! È pazzo !) ▼OSAKA▲ Indietro ! ▼KYOTO▲ (Io godo !) ▼OSAKA▲ (Aggrappandosi, sale sulla veranda.) Iris, son io ! Io sono Osaka, Jor… Tutto sarò per te quel che vorrai ! Osaka può donarti gemme ed or Quanto può darti Jor Di luce o rati ! E qui or io M’inchino innanzi a te, Qui giù, qui giù nel fango ! Qui a’ tuoi piedi ! Curvo a’ tuoi piè, Fanciulla, Osaka vedi qui giù ! Qui giù nel fango ! Qui a’ tuoi piè ! Qui la pazzia prosterno Del mio orgoglio Che cieco e vil m’ha Fatto a tue bellezze ! Iris ancor, ancor, Dammi l’immenso ciel Di tue carezze ! (Si slancia verso Iris ; ma Kyoto si frammette fra Osaka e la fanciulla.) ▼KYOTO▲ Osaka, io qui son servo A tutto il pubblico ! ▼OSAKA▲ (impetuosa e minacciando Kyoto) Io primo fui che tal tesoro vidi ! Kyoto, la voglio ancor ! Io son pentito ! Ebben chi gareggiar potrà con me ? Dò tutto quel che chiedi, Ladro, arpìa ! (con espansione) Iris divina, Deh, sii mia ! Iris ! (Appare nella folla il Cieco, accompagnato da due merciaiuoli.) ▼IL CIECO▲ Iris ? Essa è qui dunque ? ▼IRIS▲ (Rimasta fino allora intontita, alla voce del padre sobbalza per la gran gioia.) Sì, son io… (protendendo le braccia verso il padre, mentre la folla sorpresa circonda curiosamente il Cieco) Padre ! Son Iris ! Ah, qui vieni ! Qui ! ▼LA FOLLA▲ Suo padre ? È un cieco ! ▼IL CIECO▲ (implorando i circostanti ; la folla, presa subitamente da un senso di pietà, fa largo intorno al Cieco.) Conducetemi sotto a la finestra… ▼LA FOLLA▲ Fate largo ! Fate largo ! ▼IL CIECO▲ …ove sta la fanciulla svergognata ! ▼LA FOLLA▲ Il passo ! Il passo ! ▼KYOTO▲ (Sorpreso dall’apparizione del Cieco, urla per giustificarsi.) Egli venduto m’ha la figlia sua ! ▼IL CIECO▲ (imperioso) Iris, rispondi ! Ove sei tu ? ▼IRIS▲ Qui, padre ! ▼IL CIECO▲ (Guidato dalla voce della figlia, si avvicina, e raccogliendo manate di fango le scaglia contro la veranda gran movimento di sorpresa nella folla) To’, sul tuo viso ! To’, sovra il tuo fronte ! To’, nella bocca ! To’, ne tuoi occhi fango ! ▼LA FOLLA▲ Ah ! (La maledizione del padre rende Iris pazza di dolore, e respingendo tutti da sè, con improvviso slancio si precipita dalla finestra nell’abisso prima mostratole da Kyoto, prorompendo in un grido terribile.) ▼IRIS▲ Ah ! ▼OSAKA▲ (che non arriva in tempo per salvare Iris, rimane terrorizzato alla finestra, davanti all’abisso) Ah ! ▼KYOTO▲ (le mani nei capelli) Ah ! ▼LA FOLLA▲ Ah ! Atto Secondo Dov’è ora l’umile casetta tua così modesta e semplice colle sue stuoie colorate e i battenti di quercia, o piccola Iris? La bianca siepe di biancospine fiorite? Il sentiero coverto dal fiore delle scabbiose che conduce al rio?Dov’è la pace dei campi intorno e il silenzio ristoratore come il riposo della tua vallea entro all’ampia circolare distesa di monti e, in alto, la solenne maestà del Fousiyama? Dove l’aria purissima? Dove la luce libera?Tu ora giaci nel cuore affannoso della città gaudente ove più accelerato batte il palpito delle esistenze nelle diverse febbri che agitano le genti, quella della gloria, quella del piacere, quella del denaro. La più appariscente delle Case Verdi è ora la tua abitazione ; tu vi riposi sul rialzo di lacca ed oro di un fton ricchissimo, abbandonata la fragile persona alla stanchezza che ti ha affranto, e ti covre un velario trasparente come aria!Tu sei nel Yoshiwara!Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia! qui, nella misteriosa ora del cignale, non la luna scenderà a posarsi con te!Qui, ricche stuoie a tessiture fantasiose impediscono alla luce di penetrarvi.No, il Sole non penetra nelle Case Verdi! Qui tutto è riflesso di metallo che scoppia a vivi e rapidi sfavilli dalle profumiere cesellate dove brucia esalando l’olio di camelia odorosa, dai vasi smaltati, dalle grandi chimere e mostri di smalto e cobalto che adornano la stanza.Là, in un angolo, un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.Non la luce, non l’armonia del Sole! Solo, su dalla tumultuante via, per le stuoie che la dimenticanza delle kamouro ha lasciato semiaperte, entra l’affannoso moto della vita cittadina, le strida dei merciaioli, le minacce dei samouraïs, le ansanti cadenze dei djin, i diversi idiomi dei dragomanni, la bestemmia e la risata. Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas.(Una guècha accosciata sussurra un “Anakomitasani” accompagnandosi al suono del sàmisen.) KYOTO (Cogliendo le guèchas in oziosa curiosità, le investe con voce concitata ma trattenuta, per non svegliare Iris.) Là che ci fate Ancora mascherate? O che siete de’ bonzi? E… stz! (impedendo loro di parlare) Tacete! Silenzio! Non voglio, appena desta, Ch’abbia ricordi tristi, Ognor dolori! Tutta una festa, un giorno d’ori, Di bronzi e fiore! (sorpreso nel vedere aperta una della imposte) Toh! fuori spalancata è ancora l’impannata? (Vorrebbe gridare ma si ritiene.) Silenzio, dico! (fra i denti) Rispondermi volete? Oh, le sfacciate! Udite! Dalla strada salgon Le voci chiocce de la gente, L’andare ed il venire De’ djin correnti! O che avete gli orecchi fatti in giada? Con tal baccano o chi può mai dormire? E chete! Mogie! (irritato) Vostre voci acute son vespe, Son cicale, son zanzare! Mute, Vi voglio mute e, se possibil, Senza respirare! (Va a chiudere l’imposta ; guardando nella strada vede un elegante norimon entrare nella casa.) Toh! Vien gente! È Osaka in palanchino! Giù tutti col migliore nostro inchino! (Rapidamente tutti si inchinano quasi toccando colle fronti il suolo.) OSAKA (Entra con inusata vivacità, indirizzandosi a Kyoto.) Ch’io vegga ov’è La mousmè da li occhi Simili a camelie! KYOTO (calmandolo) La voce tua Modula in suon più grave, Come punta d’agave Va ne li orecchi a chi posa! (L’astuto taikomati mostra all’annoiato signore Iris addormentata.) Riposa! (allontanando brutalmente le guèchas, che scompaiono rapide) Donne, vampiri della casa, via! (Osaka e Kyoto si avvicinano al letto d’Iris.) OSAKA Sollevami il velario! KYOTO Parla piano! (sollevando il velario) Toh! guardala! È perfetta! Non ti pare? OSAKA Spande l’odor del loto, La piccina! KYOTO Sogguarda a quella bocca porporina! OSAKA È ciliegia da cogliere e mangiare! (Contempla Iris, poi si scosta insieme a Kyoto.) KYOTO Vedi che braccio! E vedi un po’ che mano! OSAKA (con grande entusiasmo) Créa in quegli occhi Il lampo d’un desio, Vibri in quegli occhi Il senso, l’uman dio, Una scintilla, un fuoco, una favilla Che di piacer ne incendi la pupilla E dimmi, come lei ne sai tu alcuna? KYOTO Nessuna, (con finta convinzione) In fede mia, nessuna! OSAKA In questa noia matta Ogni dì soddisfatta E insoddisfatta, costei nel cuor M’ha cacciata una spina di brama Che m’affana! Non è mousmè leziosa di città, Ordigno fatto per la voluttà ; Qui c’è l’anima! (Torna presso il letto a guardare e lascia ricadere il velario sulla fanciulla addormentata, poi trae con sé lontano in disparte Kyoto onde il loro chiacchierio non risvegli Iris.) Lunga lotta m’annoia ; A ritrosie io mal m’adatto ; S’ella resistesse? KYOTO Abbi denaro e il Paradiso è ovunque! Comprendi tu? OSAKA Parla un linguaggio chiaro! KYOTO Son fior le frasi, Le parole foglie, Ma il frutto è l’or Che satolla le voglie. Comprendi tu? OSAKA Abborro tai proverbi! KYOTO Regali! Doni appariscenti! Ricchi! Vistosi! Mi comprendi? Larga mano! Aperto borsellino! Mi comprendi? Vesti! Fiori! Gioielli! Mi comprendi? OSAKA Oh, fauce ingorda! Oh, fauce sazia mai! KYOTO Dapprima già ci vuol qualche moìna Per rasciugar gli occhietti Da le lacrime, poi… Una nuora poi… diventa suocera! OSAKA E aggiungi, in oltre, Il più fantasioso E armonico linguaggio figurato… KYOTO (che ha osservato Iris, fa cenno ad Osaka di tacere) Stz! Desta è la piccina! Vieni via! Va a prepararti un romanzesco viso! Porta gemme… regali! Mi comprendi? (Escono cautamente.) IRIS (Si sveglia e guarda intorno a sè sorpresa.) Ognora sogni, Sogni e sogni… Oh, il bel velario! Oh, il lieve drappo Tutto sparso d’iridi… Or la mia veste è un velo E ha trasparenze d’onda e di nube! Or io cosi ho vergogna! Non più le mie pianelle In lacca nera ; (alzandosi e camminando) Ho sandali dorati, E il piè vi posa Così morbidamente Che mi pare di camminar Sopra un prato di piume! (Ed ecco svolgersi nella mente trasognata dell’ingenua fanciulla le scene del teatrino, la danza delle guèchas e… il rapimento.) Ecco! Or ricordo! Sì, Il Teatro! Dhia! La danza delle guèchas! Il nero manto m’avvolge del Vampiro! Ove son io? Morta son dunque Sì, sono una morta! (Guardando intorno più attentamente, mormora fra l’angoscia e la gioia.) E questa casa bella È il Paradiso? (Si ode un dolcissimo suono di sàmisen interno Iris ascolta. Un sàmisen attira i suoi sguardi.) Chi è morto tutto sa! Diceva il bonzo! (Prende il sàmisen.) Mi voglio accompagnar l’Uta di Nániva! “Sorge dal mar la Luna… (tentando di accompagnarsi col sàmisen, ma dalle sue dita esce il più discordante e pazzo suono) È luna piena… Una giunca laggiù mi mena ; Io vo coll’onda che mi porta.” (interrompendo) La voce canta Ma il suon non l’accompagna! (Getta indispettita l’istromento, mentre riprende il suono interno dei sàmisen.) Dicon di gran bugie Nel mondo ai vivi! Che da vivo non sa, Non sa da morto. (Si aggira curiosa e meravigliata ammirando i ricchi paraventi ed i preziosi dipinti. Vede pennelli e colori su di una tavola. Essa vi si accosta ed attratta dal mistero dei colori siede preso la tavola tentando di pingere. Vuole dipingere un fiore, ma invece n’esce un angue ; Iris getta indispettita il foglio di carta. Ed ora vorrebbe dipingere un cielo azzurro, ma le inesperte mani non riescono che a tracciare una macchia grigiastra. Sfiduciata, lascia cadere i pennelli.) Io pingo… pingo, Ma il mio pennello invano stendo, Intingo! Va la mia mano invano! Invano, invano va la mia mano! Io penso a un fiore, E n’esce invece un’angue tutto terrore, Tutto un rosso di sangue! Se voglio un cielo, Azzurro in mio pensiero, È un fosco velo, Un velo tinto in nero! La fantasia con sé m’invola E porta di casa mia a la picciola porta ; Là la pupilla d’un cieco Finalmente ha una scintilla, Una favilla d’una luce rovente Che fulge e brilla, Ma il lucer d’una lacrima Che lentamente stilla! (Accasciata, nasconde il viso tra le mani.) In paradiso (han detto) non si piange! Ed io di lacrime… ho i miei occhi pieni! (Una cortina si solleva lentamente e Kyoto introduce Osaka. I due uomini si soffermano sul limitare della porta e guardando la fanciulla seduta davanti al tavolino dei colori.) OSAKA (parlando sottovoce a Kyoto) A un cenno mio manda Le vesti e i doni. KYOTO Sì, manderò! OSAKA Or quanto a te, Inutil qui… va via! KYOTO A meraviglia! Vo! (Il taikomati scompare dietro la cortina, lasciando soli il giovane signore voluttuoso e l’ingenua mousmè.)(Alle parole di Osaka Iris si volge sorpresa, gitta un grido e si ritrae paurosa. Osaka la arresta d’un gesto ammirativo.) OSAKA Oh, come al tuo sottile corpo s’aggira E s’informa di te la flessuosa Notturna vesta! Senza posa lo sguardo ti rimira Da capo a piè E l’anima s’appaga nella sorpresa vaga, Nel portento gentile di tua beltà Che, in festa alta, trionfa in te. (Osaka si avvicina sempre più ad Iris. Questa si ritrae ancor più, sorpresa e impaurita.) IRIS (Conosco questa voce! Io già l’udii! In ogni sua parola si rivela È la voce d’Jor! È Jor! È Jor!) OSAKA Perché il piede ritraggi Se a te vicin Mi porta il mio desìo? (Iris si ferma palpitante e Osaka le è vicino.) Dentro a’ tuoi veli lascia lo sguardo mio Disioso penetrare! Io ne’ tuoi occhi veggo tutti i cieli! Gli olezzi io bevo in te Di tutti i maggi! (Osaka accarezza la testa di Iris questa chiude timorosa gli occhi. Al tocco del giovane gli spilloni cadono e disciolgono liberi i lunghi capelli che fluiscono giù per le spalle di Iris, ricoprendola come di un manto.) OSAKA (tuffando con voluttà le mani nei capelli d’Iris) Ah, i tuoi capelli… Son sì lunghi e tanti Da incatenarti intorno… Tutti gli uomini! Tu m’incatena e per la via, mousmè, D’ogni tua brama, Deh, tu, mi mena! IRIS (incredula, quasi sorridendo e riannodandosi i capelli) (Da niuno ho udito dirmi tante cosa. Iris tanta bellezza? Niun lo crede! M’ha detto un sol finor che son graziosa, Il babbo mio, Ch’è cieco e non mi vede!) OSAKA Il tuo corpo s’ingiglia D’un candore più bianco del Fousiyama! Bocca sana vermiglia! Fresca fontana ove zampillan Tutte le dolcezze E tutte le carezze! Ove il mio sangue vivo si ristora! (Iris sorride nell’udire le parole entusiastiche di Osaka.) Tu ridi? Ridi? Ridi! Ridi, ancora! IRIS (con timore e vergognosa) (Ho fatto male a rider, Ma non so se muovermi O star ferma a sue parole, Se fargli reverenza! Gli dirò “Signor!” No! “Re!” È poco… “Figliuol del Sole!”) OSAKA Arrossi a mie parole? Non arrossir! Lascia arrossire il sole ; Egli ogni dì ha tramonti, tu? Sali, sali, altissima, A le superbe aurore, Ai superbi orizzonti del mio amore! IRIS Figlio del Sol! OSAKA (Dà una stridente risata. Iris si ritrae ancora, impaurita.) Ah tu, fanciulla, ancor mi credi Jor della Commedia? Or recito la Vita! T’ho, in vesta d’istrion Per farti mia, rapita. Apri gli occhi, mousmè! Vedi ed impara la Vita. Il vero nome mio Vuoi tu sapere? Ebben, mousmè, Io mi chiamo “Il Piacere!” IRIS (ricordando con accento di terror) Un dì (ero piccina), Al tempio vidi un bonzo A un paravento tutto fatto a simboli, Sciorinare il velame d’un mistero… Era una plaga D’un gran mare morto Color del bronzo ; E v’era un cielo Rosso sì come sangue, D’un rosso livido ; E una gran spiaggia, Una gran spiaggia morta Di grigio e nero… Una fanciulla giacèavi adagiata, Scarne le membra, Sparsi i capelli E nella bocca un riso Ch’era uno spasimo… Su dal mar morto Una gran piovra intanto Il capo ergeva… E la fanciulla col grande Occhio falcato fuor guatava ; Questa, domata a quel terror di sguardo, Tutta affisava! Su dal mar morto I viscidi tentacoli Moveva il mostro, e per le gambe, Pei reni e per le spalle, Poi per le chiome E il fronte e gli occhi E il petto esile ansante, E per le braccia La stringe e allaccia! La stringe e allaccia in viso! Essa sorride ognor! Essa sorride e muor Con un estremo spasimo Che par un riso… essa sorride E muor, e muor! E il bonzo a voce forte “Quella piovra è il Piacere… Quella piovra è la Morte!” (Iris si lascia cadere ai piedi del giovane, piangendo e rimanendo accasciata dalla paura e dal dolore.) Deh, ch’io torni a mio padre! OSAKA (con cinismo) Son le fole dei bonzi Spavaldi e ipocriti Che all’alito d’un bacio Si sburgiardano! (A un cenno di Osaka le koumaro portano e stendono ai piedi di Iris stoffe, gioielli, ventagli, fiori.) OSAKA (sollevando Iris e stringendola a sé poco a poco) Or dammi il braccio tuo, Braccio di neve e avorio! Intorno al collo così m’anoda! Scogli i capelli! (sciogliendole ancora una volta i capelli) La testa bruna sovra il mio petto Tu m’abbandona! Cogli occhi, gli occhi miei… Tu, ed io, labbra le labbra! Vi scendo e tocco la dolce bocca! (Osaka abbandona la sua bocca su quella di Iris quasi svenuta, mormorando e supplicando 🙂 È questo il bacio! (Iris, staccandosi da Osaka, rimane atterrita, poi prorompe in pianto.) OSAKA (guardandola, sorpreso) Piangi? IRIS Penso a mio padre! OSAKA Gli darò vesti e denaro! IRIS Io penso alla mia casa! OSAKA Palazzi avrai! IRIS Io penso al mio giardino! OSAKA Ne avrai d’immensi E a serre ognora in fiore! IRIS Ma non sono i miei fior! OSAKA (annoiato e sdegnoso) (È una pupattola!) Nullo desio ti adesca Di codesto splendore, Vesti, ori? E il bacio è un’esca Cui non morde il tuo cuore? Chiedi, fanciulla! Brama! Tu pur abbi un desio! IRIS Voglio il giardino mio! Io voglio il mio giardino, Colla sua siepe intorno, La mia casetta bianca Col mormorante rio, Col suo villaggio a manca, Con la vallata a prati, Col sol che appena è giorno Appar sugli elevati fianchi Del Fousiyama e… Mi chiama, mi chiama! (Rimane immobile.)(Kyoto accorre.) OSAKA (seccato, rivolgendosi a Kyoto) Da un’ora essa m’attedia! È pupa da commedia! Pupa di legno ; or’ io mi sdegno! Un mio consiglio, accetta! KYOTO (con finta sottomissione) Ognora Kyoto impara! OSAKA (imitando Iris) Torni alla sua casetta! KYOTO È questo il tuo consiglio? La espongo al Yoshiwara! OSAKA Fa’ pur! Ahimè, che noia! (Se ne va sbadigliando.) Vo! Sbadiglio! KYOTO (con astuzia parlando fra sé) Colle piccine gran maestra è natura. O moine o paura! Osaka è giovin ; vede ratto, E ratto ei vuole il suo desìo Tradotto in fatto. Esperienza e pazienza! A me! Vediam! (Con occhio conoscitore osserva e studia attentamente Iris.) Perfetta! E in una vesta Ancor più trasparente di codesta, Come se indosso avesse a veste il nulla, Vederete qual trionfo di fanciulla! (Scegli una veste e fa cenno alle donne di vestirne Iris.) Alla toeletta! Olà! (Le donne accorrono ; Iris impaurita vuol fuggire.)(irritato) Con me ritrosa? (imperioso) Qui s’obbedisce! Bada! Per le putte cattive c’è la morte! (Apre la parete a destra e mostra ad Iris un precipizio oscuro e fondo Iris indietreggia impaurita.) Chiamo il Vampiro E fatta è la tua sorte! IRIS (implorando) No, non fatemi male! KYOTO (rabbonito) Non lo voglio! (insinuante ; prende il pupo che nella commedia rappresentava Jor e lo porge ad Iris) E se obbedisci, guarda! È tuo! IRIS (Sorpresa, prende con gioia il pupo.) È Jor! KYOTO (dietro le suoje, spiando nella via) Annotta! La gente dotta e ghiotta D’ogni cosa vaga e rara S’accalca e indaga! Già arrossa di lumiere il Yoshiwara! Oh, febbre del Piacere! (Intanto le esperte donne cominciano ad abbigliare Iris, dietro un paravento.) La parete sottile scorre e schiude A uno sciame gentile di donne ignude! Qualche altro Osaka certo passerà, E in questa onesta rete di giovinezza incapperà! IRIS (Mentre l’abbigliano, Iris tutta intenta al pupo, si risovviene la dolcissima cantilena del dramma, e mentre la ripete, infantilmente lo fa agire.) Apri la tua finestra! Io sono il Sole! Apri l’orecchio a mie dolci parole! Apri l’anima tua alla fede e spera! Jor ha ascoltata, o Dhia, La tua preghiera! Tu vuoi morir? Morir io ti farò, Ma ti farò morir dal sol baciata, Ed al paese eterno ti trarrò… (Kyoto si allontana dalla veranda, ed osserva Iris completamente abbigliata.) Ove, o fanciulla, tu sarai amata! KYOTO Vediam! Così stai bene! (Strappa ruvidamente il pupo ad Iris, e lo gitta in alto ; una guècha lo afferra a volo.) Ha sonno il piccol Jor ; Poniamolo a dormire! Or ti conviene Sovra la bocca un vago punto in or! (Prende un pennello, e disegna un neo d’oro sulle labbra d’Iris.) Così! Vediam ove posarti… In alto! Ti voglio qui! (Colloca Iris sulla veranda.) Superbamente erette Le divine tue forme! Ed or vediam Se la gente abbocca! (alle guèchas) Attente, streghe, attente, attente! (colpo di mano)(gridato) Via le cortine! (Le guèchas fanno scorrere rapidamente le mobili pareti. Si scorge la strada del Yoshiwara tutta affollata. L’improvvisa apparizione d’Iris attrae subito l’attenzione della folla, che prorompe in entusiasmo.) LA FOLLA Oh, meraviglia delle meraviglie! (Kyoto, appoggiato alla veranda, osserva soddisfatto.) La vaga figlia! È rosa thea! Fior di verbena! Fior di vaniglia! Fra le più vaghe figlie O vaga meraviglia! Giorno di rose e di viole! Notte serena! Parla, bella mousmè! Udiamo l’armonia di tue parole! Parla! L’anima di desìa! Sì, è rosa thea E imbalsama davvero Tutta una giovinezza! Una carezza di questo fior Darìa vita all’idea D’uno spento pensiero! Gemma pura di natura! Parla, bella mousmè! Parla! Parla! Parla! Ah! KYOTO (esaltandosi di gioia e fregandosi le mani) Son uomo di talento, sì o no? (Un norimon si fa largo nella folla ; ne esce Osaka, il quale vedendo Iris, respinge la folla, gridando furente, esaltato.) Ve’ che furore! Strana è la gente In fregola d’amore. Io ci guadagnerò a staia i riò! OSAKA Datemi il passo! KYOTO (È Osaka!) OSAKA Indietro! Indietro! KYOTO (Eccolo ancor! È pazzo!) OSAKA Indietro! KYOTO (Io godo!) OSAKA (Aggrappandosi, sale sulla veranda.) Iris, son io! Io sono Osaka, Jor… Tutto sarò per te quel che vorrai! Osaka può donarti gemme ed or Quanto può darti Jor Di luce o rati! E qui or io M’inchino innanzi a te, Qui giù, qui giù nel fango! Qui a’ tuoi piedi! Curvo a’ tuoi piè, Fanciulla, Osaka vedi qui giù! Qui giù nel fango! Qui a’ tuoi piè! Qui la pazzia prosterno Del mio orgoglio Che cieco e vil m’ha Fatto a tue bellezze! Iris ancor, ancor, Dammi l’immenso ciel Di tue carezze! (Si slancia verso Iris ; ma Kyoto si frammette fra Osaka e la fanciulla.) KYOTO Osaka, io qui son servo A tutto il pubblico! OSAKA (impetuosa e minacciando Kyoto) Io primo fui che tal tesoro vidi! Kyoto, la voglio ancor! Io son pentito! Ebben chi gareggiar potrà con me? Dò tutto quel che chiedi, Ladro, arpìa! (con espansione) Iris divina, Deh, sii mia! Iris! (Appare nella folla il Cieco, accompagnato da due merciaiuoli.) IL CIECO Iris? Essa è qui dunque? IRIS (Rimasta fino allora intontita, alla voce del padre sobbalza per la gran gioia.) Sì, son io… (protendendo le braccia verso il padre, mentre la folla sorpresa circonda curiosamente il Cieco) Padre! Son Iris! Ah, qui vieni! Qui! LA FOLLA Suo padre? È un cieco! IL CIECO (implorando i circostanti ; la folla, presa subitamente da un senso di pietà, fa largo intorno al Cieco.) Conducetemi sotto a la finestra… LA FOLLA Fate largo! Fate largo! IL CIECO …ove sta la fanciulla svergognata! LA FOLLA Il passo! Il passo! KYOTO (Sorpreso dall’apparizione del Cieco, urla per giustificarsi.) Egli venduto m’ha la figlia sua! IL CIECO (imperioso) Iris, rispondi! Ove sei tu? IRIS Qui, padre! IL CIECO (Guidato dalla voce della figlia, si avvicina, e raccogliendo manate di fango le scaglia contro la veranda gran movimento di sorpresa nella folla) To’, sul tuo viso! To’, sovra il tuo fronte! To’, nella bocca! To’, ne tuoi occhi fango! LA FOLLA Ah! (La maledizione del padre rende Iris pazza di dolore, e respingendo tutti da sè, con improvviso slancio si precipita dalla finestra nell’abisso prima mostratole da Kyoto, prorompendo in un grido terribile.) IRIS Ah! OSAKA (che non arriva in tempo per salvare Iris, rimane terrorizzato alla finestra, davanti all’abisso) Ah! KYOTO (le mani nei capelli) Ah! LA FOLLA Ah! Mascagni,Pietro/Iris/III
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N. 1 - Sinfonia ATTO PRIMO SCENA PRIMA Galleria. Camerieri e vassalli del Barone. N. 2 - Introduzione CORO Mai non rise un più bel dì Per la Casa di Kelbar. Un sovrano alloggia qui, Due sponsali s han da far … Quante feste, quanti onori! … Quante mance ai servitori! … Che banchetti sontuosi … Che festini strepitosi! … Più bel dì non può brillar Per la Casa di Kelbar. N. 3 - Duettino Entrano il Barone ed il Tesoriere. BARONE Tesoriere garbatissimo, Una perla or tocca a voi Ella è un ramo preziosissimo D un grand albero d eroi; E son certo, a voi sposandola, Che non abbia a tralignar. TESORIERE Sì, Baron; felice e prospero Sarà sempre il nostro innesto, E germogli illustri ed incliti Ne vedrete uscir ben presto, Che le nostre due famiglie Faran chiare in terra e in mar. BARONE Bravo genero! TESORIERE Gran suocero! BARONE Io mi sento a consolar. BARONE e TESORIERE Per sì fausto matrimonio Già ciascun le ciglia inarca Esso avrà per testimonio Di Polonia il buon monarca. CORO Quante feste, quanti onori! ecc. BARONE e TESORIERE E In dorata cartapecora Noi l abbiamo da segnar. N. 4 - Scena e Cavatina Entra Delmonte. DELMONTE Sua Maestà, signori, È alzata, e qui s invia; Ei salutar desia Il nostro albergator. CORO Di così nobil ospite, Risuoni il nome intorno; Quest umil soggiorno Ottien da lui splendor. Entra il Cavaliere. CAVALIERE Non fate cerimonie, Signori, io vi ringrazio Dell etichetta solita Sono annoiato e sazio. Del vostro accoglimento, Barone, io son contento! ... Oggi alla Corte scrivo ... Di voi le parlerò. Ah, se in Polonia arrivo Quel che ho da far saprò! BARONE Sire, che dite mai? lo son premiato assai. TUTTI Sì preziosa visita Assai ci compensò. CAVALIERE da sè (Compagnoni di Parigi, Che si matto mi tenete, Qua venite e decidete Se v è an saggio al par di me. L ufficiaI più dissipato Dell intero reggimento Prese l aria in un momento Di filosofo e di re.) forte Finchè con voi soggiorno, Signori, io vel ridico, Come privato e amico M avete da trattar. Verrà pur troppo il giorno De miei pensier più gravi; Pur troppo in me degli avi Lo scettro ha da pesar. GLI ALTRI Sire, a voi siamo intorno Pieni di meraviglia In quell auguste ciglia L anima bella appar. N. 5 - Recitativo BARONE Al doppio matrimonio Che nel castello si farà domani Assisterete, o Sire? CAVALIERE E le spose chi sono? BARONE Una è mia figlia Col Tesoriere ... mia nipote è l altra. La Marchesa del Poggio ... CAVALIERE Ella ... (Che ascolto!) BARONE La conoscete voi? CAVALIERE Di fama ... e molto! … Or vi prego lasciarmi in libertà. BARONE Leviamo il tedio a Vostra Maestà! Parte col Tesoriere ed il Coro. CAVALIERE Non c è tempo da perdere ... Scriviamo Immantinente a Corte … lo son scoperto Se giunge la Marchesa, Scrive. “La meditata impresa È forse riuscita, ed a quest ora Il vero Stanislao, giunto in Varsavia, Del favor della Dieta è già sicuro. Altezza, io vi scongiuro Di balzarmi dal trono sull istante; Se ancor regnassi perderei l amante." N. 6 - Recitativo, Scena e Duetto Entra Edoardo. EDOARDO Sire, tremante io vengo Al vostro regio piede! CAVALIERE Ebben? … l amante Voi siete della figlia del Barone, E v è rival lo zio … he far poss io, Buon giovane, per voi? EDOARDO Conceder solo Ch io vi segua in Polonia! Ah! permettete Ch io v accompagni ove l onor m invita, E per voi spenda quest inutil vita. Proverò che degno io sono Del favor che vi domando; Proverò per voi pugnando Che un ingrato non sarò. CAVALIERE O guerrier, la patria, il trono Vi daranno eterna lode; In tal guisa un alma prode Sempre il fato disprezzò. EDOARDO Dunque, o Sire, concedete Di far pago il voto mio? CAVALIERE Sì, al mio fianco pugnerete, Se giammai pugnar degg io. EDOARDO prostrandosi Ah! la mia riconoscenza! CAVALIERE alzandolo No, amicizia e confidenza, Mio scudiere infin d adesso State sempre a me d appresso. EDOARDO Come! (Oh gioia!) e qui dovrei Alloggiar, veder colei? CAVALIERE Perchè no? ci vuoi coraggio, Vi dovete rassegnar. EDOARDO Maestà, non ho linguaggio Per potervi ringeaziar. Ricompensi amica sorte Sì magnanimo sovrano, E confonda e renda vano De nemici il congiurar. CAVALIERE (Quando in fumo andrà la corte Non avrà ricorso invano; Per burlar quel vecchio insano Anche un dì saprò regnar.) EDOARDO Infiammato da spirto guerriero Scorrerò della gloria il sentiero Me vedrete contento per voi I perigli di morte sfidar. CAVALIERE Sì!... vicino, mio giovin guerriero, Mi sarete nell aspro sentiero! Le ghirlande serbate agli eroi Fôra bello alle chiome intrecciar. Partono. N. 7 - Scena e Cavatina La Marchesa entra cautamente e guarda al Cavaliere che parte. MARCHESA Ah, non m hanno ingannata! ... È desso! … è desso! Inosservata io giunsi, e qui l arcano Squarciar saprò. La mano Fingasi dare al vecchio comandante … Vedrem se allora si scoprirà l amante … Grave a core innamorato È frenar l ardente affetto! Mal si poote in caldo petto Vero palpito celar. All amore che m ha guidato Perdonar saprà lo zio; È impossibile al cor mio Per un altro sospirar. Se dee cader la vedova Non rada in peggio imbroglio; Io sprezzo il fasto inutile, Viver non so d orgoglio; Io cerco sol amore, Amore e gioventù; Ma s è infedel Belfiore, Amar non vo mai più. SCENA SECONDA Giardino. Contadine e cameriere recano frutti e fiori. Giulietta è seduta mestamente sovra un sedile. N. 8 - Coro e Cavatina CORO Sì festevola mattina È di gaudio ad ogni cor. Aggradite, o signorina, Queste frutta e quest fior. O mortale avventurato Cui fra poro si darà Questo giglio immacolato, Questo incanto di beltà. GIULIETTA alzandosi Care fdanciulle, è grato Al core il vostro affetto! (Non san quant io nel petto Soffra mortal dolor! Vieni, Edoaido amato, O morirò d amor!) CORO Perchè nel volto angelico Sta nube di dolor? GIULIETTA Stupite a tal mestizia? Amiche, io v apro il cor. Non vo quel vecchio, non son sì sciocca; Ben altro palpito il cor mi tocca; Un vago giovine io vo sposar. Oh, venga subito sì bel momento! E ai primi gaudi ritorna amor. CORO Il ciel vi liberi d ogni tormento, E torni in gaudio tanto penar. Le cameriere e contadine partono. N. 9 - Recitativo Entrano il Barone ed il Tesoriere. BARONE Ebben, Giulietta mia, Quand hai da presentarti ad un sovrano, E il tuo sposo è vicino, Ti par tempo d asconderti in giardino? GIULIETTA Papà, voi lo sapete Sono inclinata alla malinconia. TESORIERE Via, bricconcella, via; Sappiam da che proviene la tristezza Di una bella ragazza innocentina; Ma sarete più gaia domattina. Entrano il Cavaliere ed Edoardo. CAVALIERE Avanti, avanti, io stesso Vi presento allo zio. TESORIERE (Chi vedo mai?) GIULIETTA (Edoardo! oh piacere!) CAVALIERE Io volli, o Tesoriere, Una grata sorpresa prepararvi, Presentandovi io stesso nel nipote Il mio primo scudiero. TESORIERE Sire ... vostro scudier! … Nipote, è vero? EDOARDO Signore, il Re si degna D accordarmi un favor così distinto. CAVALIERE Dovunque io lo ritrovo amo il talento. Diffatto estrema io sento Simpatia per voi due … al Barone ed al Tesoriere Tanto vi stimo Che consultar vi bramo intorno a cosa Che vuol discussion molto analitica, Voi molto esperto in guerra, egli in politica. BARONE Sire, vostra bontà … TESORIERE Non fo per dire, Ma in certi affari, o sire, Ho tatto molto fino. CAVALIERE ad Edoardo In quanto a voi, State in disparte; ancor non siete in grado Di penetrar segreti d importanza. Tenete compagnia Alla futura zia. TESORIERE di mal umore (Vicino a lei, Cospetto, io non vorrei ...) CAVALIERE Voi qua sedete. Li fa sedere su di un banco in modo che volgano le spalle a Giulietta. Osservate la carta e decidete. Mentre il Cavaliere spiega una carta topografica, gli altri due stanno intenti ad osservarla. Edoardo e Giulietta parlano fra di loro. Il Cavaliere di tanto in tanto sorride dell imbarazzo del Tesoriere. N. 10 - Sestetto EDOARDO Cara Giulia, alfin ti vedo! Di parlarti è me concesso! GIULIETTA Dolce amico, appena il credo Del mio giubilo all eccesso. BARONE Maestà, la posizione È difesa dal cannone. CAVALIERE osservando gli amanti Baron mio, per quanto miro Il nemico è fuor di tiro. GIULIETTA ad Edoardo Spero assai da mia cugina. TESORIERE (Ahi! che troppo si avvicina.) CAVALIERE Tesorier, voi non badate. TESORIERE Bado, si, non dubitate. EDOARDO a Giulietta Tu mi colmi di speranza. TESORIERE come sopra, smaniando (Traditor! … come si avanza!) CAVALIERE obbligandolo ad osservare la carta Ma cospetto, attento bene. TESORIERE Vedo e sento, Maestà. BARONE sempre intento alla carta II nemico sopravviene … TESORIERE per correre a Edoardo (E sugli occhi ce la fa.) CAVALIERE e BARONE No, cospetto, in questo lato Può spuntar l artiglieria; Il nemico è bersagliato Da quest altra batteria Sbigottito in pochi istanti Alla fuga si darà. TESORIERE Sire, è ver ... (Com è infocato!) Molto può l artiglieria … (Ah! nipote scellerato!) Non vedea la batteria … (Il briccon va sempre avanti … Dell ardir si pentirà.) GIULIETTA ed EDOARDO Questo bene inaspettato Tanto a noi conteso pria, Rassicura il cor turbato, Rende lieta l alma mia; E la fin dei nostri pianti, Idol mio, sperar mi fa. Il Cavaliere si alza, gli amanti si dividono. CAVALIERE Basta per or l impresa Meglio studiar conviene. TESORIERE (Respiro.) Entra un servo. SERVO La Marchesa In questo punto viene. GIULIETTA e BARONE Si corra ad incontrarla. CAVALIERE (Ahimè, vorrei schivarla!) GIULIETTA Eccola è già vicina. CAVALIERE (Non posso più scappar.) Entra la Marchesa. Il Barone e Giulietta corrono ad abbracciarla; il Tesoriere ed Edoardo gentilmente la salutano. Il Cavaliere procura di stare in disparte, e di nascondere il suo imbarazzo. BARONE Nipote! MARCHESA Zio! cugina! Lasciatevi abbracciar. al Barone Mio signor, voi io vedete S io son donna di parola. (Mia Giulietta, per te sola Così presto io venni qua.) BARONE Zitto, zitto, chiacchierona Di Polonia al Re ti prostra. MARCHESA Come! il Re! BARONE Il Re in persona... GIULIETTA Alloggiato in casa nostra. MARCHESA verso il Cavaliere chi si trattiene col Tesoriere e con Edoardo, fingendo indifferenza La mancanza involontaria Perdonate, o Maestà. Non credea d aver presente Così illustre personaggio. CAVALIERE (Sù, coraggio). Non è niente. MARCHESA (Cielo! è inganno o verità? Pur dell amante Quello è l aspetto! Come nel petto Mi batte il cor! Forse l immagine Dell incostante n tutto pingere Gode l amor.) GIULIETTA, EDOARDO, BARONE e TESORIERE (lo non comprendo Il suo stupor.) CAVALIERE (Io ben comprendo Il suo stupor.) Madamine, il mio scudiere Compagnia vi può tenere. Ho bisogno, miei signori, Della vostra abilità. (Se alla meglio n esco fuori È un prodigio in verità.) MARCHESA (Agli accenti, alle maniere È il briccon di Cavaliere; Ma mio zio qual re l onora, Ei da re parlando va. Contenermi io vo per ora, Poi vedrò quel che sarà.) GIULIETTA ed EDOARDO (Il buon Re, senza volere, Ci procura un gran piacere; In tal guisa i nostri amori Favorisce e non lo sa. Senza questi seccatori Parleremo in libertà.) BARONE e TESORIERE D un sovrano consigliere! Qual favore! ... qual piacere! … Ci sorprende, ci confonde Tanto eccesso di bontà … (Ah! noi siam due teste tonde, E gran prova il Re ne dà.) Il Cavaliere parte col Barone e Tesoriere. N. 11 - Recitativo I due amanti vanno sollecitamente intorno alla Marchesa. Ella passeggia su e giù sopra pensieri. GIULIETTA I In te, cugina, io spero. EDOARDO Il mio destino Ripongo in vostra mano. GIULIETTA Ma rispondi una volta! MARCHESA scuotendosi Piano, piano!! Cugina, veramente È quegli Stanislao? GIULIETTA Bella domanda! Ma pensa un poco a me … MARCHESA sbadatamente Ci ho già pensato! GIULIETTA Ah! davvero? Fa dunque Ch io sappia il tuo pensiere. MARCHESA (Ingrato Cavaliere! Quel che soffro non sai.) EDOARDO Pronto son io. A regolarmi come voi bramate. GIULIETTA Ma rispondi, crudel. MARCHESA Eh! mi seccate. Breve silenzio. La Marchesa segue a parla fra sè, i due amanti si guardan mortificati. N. 12 - Terzetto GIULIETTA ed EDOARDO (Bella speranza invero. Un bel sostegno abbiamo. Caro (Cara), perduti siamo Anch essa a noi mancò.) MARCHESA (Non so che cosa io spero, Non posso dir che bramo So che tuttora io l amo, E ch egli m ingannò.) EDOARDO Perdono se abusai Della pazienza vostra. GIULIETTA Che amor per me non hai Il tuo trattar dimostra. per partire MARCHESA ricomponendosi e fermandoli Fermatevi ... scusate … Voi mi mortificate; Ho cosa per la testa Che alquanto mi molesta Ma quel che vi ho promesso, Miei cari, eseguirò. GIULIETTA contenta Ah! ti conosco adesso. EDOARDO Ah! grato a voi sarò. GIULIETTA Pensa che quel vecchione ... MARCHESA Sarà ben corbellato. EDOARDO Se il padre suo s oppone … MARCHESA Sarà capacitato. V affidi appien l intendere Che anch io conosco amor … MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Noi siamo amanti e giovani, Abbiamo spirto e core; Se il fato è a noi contrario È dalla nostra amor Col suo favor combattere Si può col fato ancor. partono. SCENA TERZA Galleria come prima. II Cavaliere ed il Tesoriere. N. 13 - Recitativo CAVALIERE Quanto diceste mostra un gran talento Che dev essere al mondo manifesto. TESORIERE Sire, di mia natura io son modesto; Ma in fatto di finanza Ci pretendo davvero. CAVALIERE Ah! se non foste Col Barone obbligato, io vi direi … Tesoriere, accettate il ministero, La principessa Ineska, e insiem con essa Un gran podere che renderavvi assai. TESORIERE Ah Sire! io corro subito A liberarmi da qualunque impegno. CAVALIERE Siamo intesi. Parte. TESORIERE Ah, degg io tutto all ingegno! Or dunque si ritiri la parola. Cerchiam qualche pretesto col Barone ... Chi sa s ei voglia intender la ragione! Oh! cospetto ... un sovrano ... La principessa Ineska ... le finanze ... Son tutti impegni di tanta conseguenza Ch ei dovrà finalmente aver pazienza. N. 14 - Duetto buffo BARONE entrando con una carta in mano Diletto genero, a voi ne vengo; Contento ed ilare io vi prevengo, Che la minuta del matrimonio Di mia man propria è stesa già; Allegro, o genero, leggete qua. TESORIERE Baron degnissimo ... (ormai ci sono) La vostra Giulia degna è d un trono, Ed io fastoso … esserle sposo Sarei cotanto … che dir non so; Ma d un gran raso v informerò. BARONE Per or da parte lasciamo il caso Presto ponetevi gli occhiali al naso … Ecco gli articoli del matrimonio "Io sottoscritto Gaspare Antonio"… TESORIERE Barone, è inutile, lasciate star. BARONE Certi amminicoli convien sapere ... La dote, eccetera ... il dare e avere, Pria che la cedola s abbia a firmar. TESORIERE Io uno la firmo ... BARONE Rider volete. TESORIERE Parlo sul serio. BARONE Eh! via, prendete. TESORIERE Non prendo niente. BARONE Che? siete matto! TESORIERE Barone, udetemi ... Questo contratto … BARONE Che sofferenza! TESORIERE Non si può fare. BARONE Per qual ragione? TESORIERE Perché ... perché … (Eh! via, sputiamola.) BARONE Sto ad ascoltare. TESORIERE Il prender moglie disdice a me. BARONE Che! La mia figlia voi ricusate? TESORIERE Non la ricuso. BARONE Dunque accettate! TESORIERE Nemmeno questo. BARONE Parlate presto. TESORIERE Ministro e principe mi vuole il Re. BARONE (Che sento? o nobili atavi miei! Sì grave ingiuria soffrir dovrei? Il sangue al cerebro montar mi sento, Le man mi prudono ... lo scanno qua.) TESORIERE Prole magnanima di semidei Siete, o Barone, sì voi che lei; Ma lo stranissimo avvenimento Mi leva d obbligo, scusar mi fa. N. 15 - Finale primo BARONE Tesorier! io creder voglio Che sia questo un qualche gioco minaccioso Altrimenti! ... TESORIERE spaventato (Ahimè, che imbroglio! Come polve ei prende fuoco!) BARONE Rispondete, o giuro a Giove … TESORIERE schivandolo Or non posso; ho impegni altrove. BARONE fermandolo Alto là ... fuori la spada. TESORIERE Tornerò, convien ch io vada. BARONE Mancatore, disgraziato! Uom villano, mal creato, Qui con me ti devi battere O dal sen ti strappo il cor. Lo insegue pet afferarlo. TESORIERE spaventato Ahi, ahi, ahi, soccorso! aiuto! Ah! son morto. Giulietta, la Marchesa, Edoardo e servitori accorrono tutti da varie parti. TUTTI Qual rumor! Che fu mai? Cos è accaduto? D onde nasce un tal furor? TESORIERE Ah! nipote, io son perduto Se non sei mio difensor. BARONE A miei pari un vil rifiuto! Vo amazzarti, o traditor. MARCHESA Ascoltate. GIULIETTA Oh Dio! che fate? EDOARDO Dite almen cos è successo. BARONE Fremerete, se udirete Del briccone il nero eccesso. Ei mi manca di parola … Ei rifiuta mia figliuola … Ti rifiuta, o mia Giulietta! … GIULIETTA con gioia Non mi vuole? BARONE No. Vendetta! MARCHESA La vendetta più sicura E sposarla addirittura Ad un giovine ch io so. GIULIETTA Si, papà, se lo approvate, Il nipote prenderò. EDOARDO Signor mio, non v adirate, lo lo sbaglio emenderò. BARONE No ... che vile a questo segno De Kelbar non è la schiatta Non accetto il cambio indegno; Sangue io voglio … si combatta ... TUTTI Piano piano … Entra il Cavaliere. CAVALIERE sulla porta Olà, fermatevi. TUTTI Il sovrano! CAVALIERE con gravità Che si fa? Tutti restano mortificati. Intanto il Cavaliere si avanza lentamente osservandoli ad uno ad uno. BARONE (In qual punto il Re ci ha colto! Io non oso alzar il volto. Litigare dov è un sovrano È oltraggiar la maestà! TESORIERE (Or che il Re ci mette mano Spero bene d uscirne sano. Per l onor di sua finanza Il Baron disarmerà.) MARCHESA (Quest amica circostanza Vi ricolmi di speranza. Interporre il Re vedrassi La sua regia autorità.) GIULIETTA ed EDOARDO (Quest amica circostanza Ci ricolma di speranza. Interporre il Re vedrassi La sua regia autorità.) CORO (In qual punto il Re ci ha colto, lo non oso alzar il volto.) BARONE e CORO (Litigare dov è un sovrano È oltraggiai la maestà!) CAVALIERE (Questa tiene gli occhi bassi … Quei non osa far due passi. Or capisco il Tesoriere La disdetta dato avrà.) N. 16 CAVALIERE Olà, spiegatemi tosto, o Barone; Di questa disputa chi fu ragione. BARONE Sire, un ingiuria ... TESORIERE Sire, un affronto ... MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Sire, un diverbio di nessun conto … BARONE Una ripulsa … TESORIERE Una minaccia … BARONE Egli m offende … TESORIERE Mena le braccia. MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Interponetevi … Sire, impedite … CAVALIERE con forza Zitti ... calmatevi voi mi stordite. A mente fredda, ad uno ad uno Le sue ragioni dirà ciascuno ... BARONE Sire, la gloria della usia schiatta ... TESORIERE Sire, la disputa così fatta ... BARONE Voglio prontissima soddisfazione ... TESORIERE Vo che il Barone ... CAVALIERE sdegnosamente Tacete là. Freno alla collera, di qua partite; Chiunque attentasi rinnovar lite Pria che l origine sappia del male L ira reale incorrerà. TUTTI GLI ALTRI Deh! perdonateci, o Maestà. TUTTI Affidate (affidiamo) alla mente reale Il giudizio di questa questione, Ella tronchi lo scandalo e il male, Ella dica chi ha torto o ragione, E componga cotanta discordia Come vuole giustizia, equità. Sveglierò (sveglierà) la primiera concordia, Desterò (desterà) la primiera amistà. N. 1 - Sinfonia ATTO PRIMO SCENA PRIMA Galleria. Camerieri e vassalli del Barone. N. 2 - Introduzione CORO Mai non rise un più bel dì Per la Casa di Kelbar. Un sovrano alloggia qui, Due sponsali s han da far … Quante feste, quanti onori! … Quante mance ai servitori! … Che banchetti sontuosi … Che festini strepitosi! … Più bel dì non può brillar Per la Casa di Kelbar. N. 3 - Duettino Entrano il Barone ed il Tesoriere. BARONE Tesoriere garbatissimo, Una perla or tocca a voi Ella è un ramo preziosissimo D un grand albero d eroi; E son certo, a voi sposandola, Che non abbia a tralignar. TESORIERE Sì, Baron; felice e prospero Sarà sempre il nostro innesto, E germogli illustri ed incliti Ne vedrete uscir ben presto, Che le nostre due famiglie Faran chiare in terra e in mar. BARONE Bravo genero! TESORIERE Gran suocero! BARONE Io mi sento a consolar. BARONE e TESORIERE Per sì fausto matrimonio Già ciascun le ciglia inarca Esso avrà per testimonio Di Polonia il buon monarca. CORO Quante feste, quanti onori! ecc. BARONE e TESORIERE E In dorata cartapecora Noi l abbiamo da segnar. N. 4 - Scena e Cavatina Entra Delmonte. DELMONTE Sua Maestà, signori, È alzata, e qui s invia; Ei salutar desia Il nostro albergator. CORO Di così nobil ospite, Risuoni il nome intorno; Quest umil soggiorno Ottien da lui splendor. Entra il Cavaliere. CAVALIERE Non fate cerimonie, Signori, io vi ringrazio Dell etichetta solita Sono annoiato e sazio. Del vostro accoglimento, Barone, io son contento! ... Oggi alla Corte scrivo ... Di voi le parlerò. Ah, se in Polonia arrivo Quel che ho da far saprò! BARONE Sire, che dite mai? lo son premiato assai. TUTTI Sì preziosa visita Assai ci compensò. CAVALIERE da sè (Compagnoni di Parigi, Che si matto mi tenete, Qua venite e decidete Se v è an saggio al par di me. L ufficiaI più dissipato Dell intero reggimento Prese l aria in un momento Di filosofo e di re.) forte Finchè con voi soggiorno, Signori, io vel ridico, Come privato e amico M avete da trattar. Verrà pur troppo il giorno De miei pensier più gravi; Pur troppo in me degli avi Lo scettro ha da pesar. GLI ALTRI Sire, a voi siamo intorno Pieni di meraviglia In quell auguste ciglia L anima bella appar. N. 5 - Recitativo BARONE Al doppio matrimonio Che nel castello si farà domani Assisterete, o Sire? CAVALIERE E le spose chi sono? BARONE Una è mia figlia Col Tesoriere ... mia nipote è l altra. La Marchesa del Poggio ... CAVALIERE Ella ... (Che ascolto!) BARONE La conoscete voi? CAVALIERE Di fama ... e molto! … Or vi prego lasciarmi in libertà. BARONE Leviamo il tedio a Vostra Maestà! Parte col Tesoriere ed il Coro. CAVALIERE Non c è tempo da perdere ... Scriviamo Immantinente a Corte … lo son scoperto Se giunge la Marchesa, Scrive. “La meditata impresa È forse riuscita, ed a quest ora Il vero Stanislao, giunto in Varsavia, Del favor della Dieta è già sicuro. Altezza, io vi scongiuro Di balzarmi dal trono sull istante; Se ancor regnassi perderei l amante." N. 6 - Recitativo, Scena e Duetto Entra Edoardo. EDOARDO Sire, tremante io vengo Al vostro regio piede! CAVALIERE Ebben? … l amante Voi siete della figlia del Barone, E v è rival lo zio … he far poss io, Buon giovane, per voi? EDOARDO Conceder solo Ch io vi segua in Polonia! Ah! permettete Ch io v accompagni ove l onor m invita, E per voi spenda quest inutil vita. Proverò che degno io sono Del favor che vi domando; Proverò per voi pugnando Che un ingrato non sarò. CAVALIERE O guerrier, la patria, il trono Vi daranno eterna lode; In tal guisa un alma prode Sempre il fato disprezzò. EDOARDO Dunque, o Sire, concedete Di far pago il voto mio? CAVALIERE Sì, al mio fianco pugnerete, Se giammai pugnar degg io. EDOARDO prostrandosi Ah! la mia riconoscenza! CAVALIERE alzandolo No, amicizia e confidenza, Mio scudiere infin d adesso State sempre a me d appresso. EDOARDO Come! (Oh gioia!) e qui dovrei Alloggiar, veder colei? CAVALIERE Perchè no? ci vuoi coraggio, Vi dovete rassegnar. EDOARDO Maestà, non ho linguaggio Per potervi ringeaziar. Ricompensi amica sorte Sì magnanimo sovrano, E confonda e renda vano De nemici il congiurar. CAVALIERE (Quando in fumo andrà la corte Non avrà ricorso invano; Per burlar quel vecchio insano Anche un dì saprò regnar.) EDOARDO Infiammato da spirto guerriero Scorrerò della gloria il sentiero Me vedrete contento per voi I perigli di morte sfidar. CAVALIERE Sì!... vicino, mio giovin guerriero, Mi sarete nell aspro sentiero! Le ghirlande serbate agli eroi Fôra bello alle chiome intrecciar. Partono. N. 7 - Scena e Cavatina La Marchesa entra cautamente e guarda al Cavaliere che parte. MARCHESA Ah, non m hanno ingannata! ... È desso! … è desso! Inosservata io giunsi, e qui l arcano Squarciar saprò. La mano Fingasi dare al vecchio comandante … Vedrem se allora si scoprirà l amante … Grave a core innamorato È frenar l ardente affetto! Mal si poote in caldo petto Vero palpito celar. All amore che m ha guidato Perdonar saprà lo zio; È impossibile al cor mio Per un altro sospirar. Se dee cader la vedova Non rada in peggio imbroglio; Io sprezzo il fasto inutile, Viver non so d orgoglio; Io cerco sol amore, Amore e gioventù; Ma s è infedel Belfiore, Amar non vo mai più. SCENA SECONDA Giardino. Contadine e cameriere recano frutti e fiori. Giulietta è seduta mestamente sovra un sedile. N. 8 - Coro e Cavatina CORO Sì festevola mattina È di gaudio ad ogni cor. Aggradite, o signorina, Queste frutta e quest fior. O mortale avventurato Cui fra poro si darà Questo giglio immacolato, Questo incanto di beltà. GIULIETTA alzandosi Care fdanciulle, è grato Al core il vostro affetto! (Non san quant io nel petto Soffra mortal dolor! Vieni, Edoaido amato, O morirò d amor!) CORO Perchè nel volto angelico Sta nube di dolor? GIULIETTA Stupite a tal mestizia? Amiche, io v apro il cor. Non vo quel vecchio, non son sì sciocca; Ben altro palpito il cor mi tocca; Un vago giovine io vo sposar. Oh, venga subito sì bel momento! E ai primi gaudi ritorna amor. CORO Il ciel vi liberi d ogni tormento, E torni in gaudio tanto penar. Le cameriere e contadine partono. N. 9 - Recitativo Entrano il Barone ed il Tesoriere. BARONE Ebben, Giulietta mia, Quand hai da presentarti ad un sovrano, E il tuo sposo è vicino, Ti par tempo d asconderti in giardino? GIULIETTA Papà, voi lo sapete Sono inclinata alla malinconia. TESORIERE Via, bricconcella, via; Sappiam da che proviene la tristezza Di una bella ragazza innocentina; Ma sarete più gaia domattina. Entrano il Cavaliere ed Edoardo. CAVALIERE Avanti, avanti, io stesso Vi presento allo zio. TESORIERE (Chi vedo mai?) GIULIETTA (Edoardo! oh piacere!) CAVALIERE Io volli, o Tesoriere, Una grata sorpresa prepararvi, Presentandovi io stesso nel nipote Il mio primo scudiero. TESORIERE Sire ... vostro scudier! … Nipote, è vero? EDOARDO Signore, il Re si degna D accordarmi un favor così distinto. CAVALIERE Dovunque io lo ritrovo amo il talento. Diffatto estrema io sento Simpatia per voi due … al Barone ed al Tesoriere Tanto vi stimo Che consultar vi bramo intorno a cosa Che vuol discussion molto analitica, Voi molto esperto in guerra, egli in politica. BARONE Sire, vostra bontà … TESORIERE Non fo per dire, Ma in certi affari, o sire, Ho tatto molto fino. CAVALIERE ad Edoardo In quanto a voi, State in disparte; ancor non siete in grado Di penetrar segreti d importanza. Tenete compagnia Alla futura zia. TESORIERE di mal umore (Vicino a lei, Cospetto, io non vorrei ...) CAVALIERE Voi qua sedete. Li fa sedere su di un banco in modo che volgano le spalle a Giulietta. Osservate la carta e decidete. Mentre il Cavaliere spiega una carta topografica, gli altri due stanno intenti ad osservarla. Edoardo e Giulietta parlano fra di loro. Il Cavaliere di tanto in tanto sorride dell imbarazzo del Tesoriere. N. 10 - Sestetto EDOARDO Cara Giulia, alfin ti vedo! Di parlarti è me concesso! GIULIETTA Dolce amico, appena il credo Del mio giubilo all eccesso. BARONE Maestà, la posizione È difesa dal cannone. CAVALIERE osservando gli amanti Baron mio, per quanto miro Il nemico è fuor di tiro. GIULIETTA ad Edoardo Spero assai da mia cugina. TESORIERE (Ahi! che troppo si avvicina.) CAVALIERE Tesorier, voi non badate. TESORIERE Bado, si, non dubitate. EDOARDO a Giulietta Tu mi colmi di speranza. TESORIERE come sopra, smaniando (Traditor! … come si avanza!) CAVALIERE obbligandolo ad osservare la carta Ma cospetto, attento bene. TESORIERE Vedo e sento, Maestà. BARONE sempre intento alla carta II nemico sopravviene … TESORIERE per correre a Edoardo (E sugli occhi ce la fa.) CAVALIERE e BARONE No, cospetto, in questo lato Può spuntar l artiglieria; Il nemico è bersagliato Da quest altra batteria Sbigottito in pochi istanti Alla fuga si darà. TESORIERE Sire, è ver ... (Com è infocato!) Molto può l artiglieria … (Ah! nipote scellerato!) Non vedea la batteria … (Il briccon va sempre avanti … Dell ardir si pentirà.) GIULIETTA ed EDOARDO Questo bene inaspettato Tanto a noi conteso pria, Rassicura il cor turbato, Rende lieta l alma mia; E la fin dei nostri pianti, Idol mio, sperar mi fa. Il Cavaliere si alza, gli amanti si dividono. CAVALIERE Basta per or l impresa Meglio studiar conviene. TESORIERE (Respiro.) Entra un servo. SERVO La Marchesa In questo punto viene. GIULIETTA e BARONE Si corra ad incontrarla. CAVALIERE (Ahimè, vorrei schivarla!) GIULIETTA Eccola è già vicina. CAVALIERE (Non posso più scappar.) Entra la Marchesa. Il Barone e Giulietta corrono ad abbracciarla; il Tesoriere ed Edoardo gentilmente la salutano. Il Cavaliere procura di stare in disparte, e di nascondere il suo imbarazzo. BARONE Nipote! MARCHESA Zio! cugina! Lasciatevi abbracciar. al Barone Mio signor, voi io vedete S io son donna di parola. (Mia Giulietta, per te sola Così presto io venni qua.) BARONE Zitto, zitto, chiacchierona Di Polonia al Re ti prostra. MARCHESA Come! il Re! BARONE Il Re in persona... GIULIETTA Alloggiato in casa nostra. MARCHESA verso il Cavaliere chi si trattiene col Tesoriere e con Edoardo, fingendo indifferenza La mancanza involontaria Perdonate, o Maestà. Non credea d aver presente Così illustre personaggio. CAVALIERE (Sù, coraggio). Non è niente. MARCHESA (Cielo! è inganno o verità? Pur dell amante Quello è l aspetto! Come nel petto Mi batte il cor! Forse l immagine Dell incostante n tutto pingere Gode l amor.) GIULIETTA, EDOARDO, BARONE e TESORIERE (lo non comprendo Il suo stupor.) CAVALIERE (Io ben comprendo Il suo stupor.) Madamine, il mio scudiere Compagnia vi può tenere. Ho bisogno, miei signori, Della vostra abilità. (Se alla meglio n esco fuori È un prodigio in verità.) MARCHESA (Agli accenti, alle maniere È il briccon di Cavaliere; Ma mio zio qual re l onora, Ei da re parlando va. Contenermi io vo per ora, Poi vedrò quel che sarà.) GIULIETTA ed EDOARDO (Il buon Re, senza volere, Ci procura un gran piacere; In tal guisa i nostri amori Favorisce e non lo sa. Senza questi seccatori Parleremo in libertà.) BARONE e TESORIERE D un sovrano consigliere! Qual favore! ... qual piacere! … Ci sorprende, ci confonde Tanto eccesso di bontà … (Ah! noi siam due teste tonde, E gran prova il Re ne dà.) Il Cavaliere parte col Barone e Tesoriere. N. 11 - Recitativo I due amanti vanno sollecitamente intorno alla Marchesa. Ella passeggia su e giù sopra pensieri. GIULIETTA I In te, cugina, io spero. EDOARDO Il mio destino Ripongo in vostra mano. GIULIETTA Ma rispondi una volta! MARCHESA scuotendosi Piano, piano!! Cugina, veramente È quegli Stanislao? GIULIETTA Bella domanda! Ma pensa un poco a me … MARCHESA sbadatamente Ci ho già pensato! GIULIETTA Ah! davvero? Fa dunque Ch io sappia il tuo pensiere. MARCHESA (Ingrato Cavaliere! Quel che soffro non sai.) EDOARDO Pronto son io. A regolarmi come voi bramate. GIULIETTA Ma rispondi, crudel. MARCHESA Eh! mi seccate. Breve silenzio. La Marchesa segue a parla fra sè, i due amanti si guardan mortificati. N. 12 - Terzetto GIULIETTA ed EDOARDO (Bella speranza invero. Un bel sostegno abbiamo. Caro (Cara), perduti siamo Anch essa a noi mancò.) MARCHESA (Non so che cosa io spero, Non posso dir che bramo So che tuttora io l amo, E ch egli m ingannò.) EDOARDO Perdono se abusai Della pazienza vostra. GIULIETTA Che amor per me non hai Il tuo trattar dimostra. per partire MARCHESA ricomponendosi e fermandoli Fermatevi ... scusate … Voi mi mortificate; Ho cosa per la testa Che alquanto mi molesta Ma quel che vi ho promesso, Miei cari, eseguirò. GIULIETTA contenta Ah! ti conosco adesso. EDOARDO Ah! grato a voi sarò. GIULIETTA Pensa che quel vecchione ... MARCHESA Sarà ben corbellato. EDOARDO Se il padre suo s oppone … MARCHESA Sarà capacitato. V affidi appien l intendere Che anch io conosco amor … MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Noi siamo amanti e giovani, Abbiamo spirto e core; Se il fato è a noi contrario È dalla nostra amor Col suo favor combattere Si può col fato ancor. partono. SCENA TERZA Galleria come prima. II Cavaliere ed il Tesoriere. N. 13 - Recitativo CAVALIERE Quanto diceste mostra un gran talento Che dev essere al mondo manifesto. TESORIERE Sire, di mia natura io son modesto; Ma in fatto di finanza Ci pretendo davvero. CAVALIERE Ah! se non foste Col Barone obbligato, io vi direi … Tesoriere, accettate il ministero, La principessa Ineska, e insiem con essa Un gran podere che renderavvi assai. TESORIERE Ah Sire! io corro subito A liberarmi da qualunque impegno. CAVALIERE Siamo intesi. Parte. TESORIERE Ah, degg io tutto all ingegno! Or dunque si ritiri la parola. Cerchiam qualche pretesto col Barone ... Chi sa s ei voglia intender la ragione! Oh! cospetto ... un sovrano ... La principessa Ineska ... le finanze ... Son tutti impegni di tanta conseguenza Ch ei dovrà finalmente aver pazienza. N. 14 - Duetto buffo BARONE entrando con una carta in mano Diletto genero, a voi ne vengo; Contento ed ilare io vi prevengo, Che la minuta del matrimonio Di mia man propria è stesa già; Allegro, o genero, leggete qua. TESORIERE Baron degnissimo ... (ormai ci sono) La vostra Giulia degna è d un trono, Ed io fastoso … esserle sposo Sarei cotanto … che dir non so; Ma d un gran raso v informerò. BARONE Per or da parte lasciamo il caso Presto ponetevi gli occhiali al naso … Ecco gli articoli del matrimonio "Io sottoscritto Gaspare Antonio"… TESORIERE Barone, è inutile, lasciate star. BARONE Certi amminicoli convien sapere ... La dote, eccetera ... il dare e avere, Pria che la cedola s abbia a firmar. TESORIERE Io uno la firmo ... BARONE Rider volete. TESORIERE Parlo sul serio. BARONE Eh! via, prendete. TESORIERE Non prendo niente. BARONE Che? siete matto! TESORIERE Barone, udetemi ... Questo contratto … BARONE Che sofferenza! TESORIERE Non si può fare. BARONE Per qual ragione? TESORIERE Perché ... perché … (Eh! via, sputiamola.) BARONE Sto ad ascoltare. TESORIERE Il prender moglie disdice a me. BARONE Che! La mia figlia voi ricusate? TESORIERE Non la ricuso. BARONE Dunque accettate! TESORIERE Nemmeno questo. BARONE Parlate presto. TESORIERE Ministro e principe mi vuole il Re. BARONE (Che sento? o nobili atavi miei! Sì grave ingiuria soffrir dovrei? Il sangue al cerebro montar mi sento, Le man mi prudono ... lo scanno qua.) TESORIERE Prole magnanima di semidei Siete, o Barone, sì voi che lei; Ma lo stranissimo avvenimento Mi leva d obbligo, scusar mi fa. N. 15 - Finale primo BARONE Tesorier! io creder voglio Che sia questo un qualche gioco minaccioso Altrimenti! ... TESORIERE spaventato (Ahimè, che imbroglio! Come polve ei prende fuoco!) BARONE Rispondete, o giuro a Giove … TESORIERE schivandolo Or non posso; ho impegni altrove. BARONE fermandolo Alto là ... fuori la spada. TESORIERE Tornerò, convien ch io vada. BARONE Mancatore, disgraziato! Uom villano, mal creato, Qui con me ti devi battere O dal sen ti strappo il cor. Lo insegue pet afferarlo. TESORIERE spaventato Ahi, ahi, ahi, soccorso! aiuto! Ah! son morto. Giulietta, la Marchesa, Edoardo e servitori accorrono tutti da varie parti. TUTTI Qual rumor! Che fu mai? Cos è accaduto? D onde nasce un tal furor? TESORIERE Ah! nipote, io son perduto Se non sei mio difensor. BARONE A miei pari un vil rifiuto! Vo amazzarti, o traditor. MARCHESA Ascoltate. GIULIETTA Oh Dio! che fate? EDOARDO Dite almen cos è successo. BARONE Fremerete, se udirete Del briccone il nero eccesso. Ei mi manca di parola … Ei rifiuta mia figliuola … Ti rifiuta, o mia Giulietta! … GIULIETTA con gioia Non mi vuole? BARONE No. Vendetta! MARCHESA La vendetta più sicura E sposarla addirittura Ad un giovine ch io so. GIULIETTA Si, papà, se lo approvate, Il nipote prenderò. EDOARDO Signor mio, non v adirate, lo lo sbaglio emenderò. BARONE No ... che vile a questo segno De Kelbar non è la schiatta Non accetto il cambio indegno; Sangue io voglio … si combatta ... TUTTI Piano piano … Entra il Cavaliere. CAVALIERE sulla porta Olà, fermatevi. TUTTI Il sovrano! CAVALIERE con gravità Che si fa? Tutti restano mortificati. Intanto il Cavaliere si avanza lentamente osservandoli ad uno ad uno. BARONE (In qual punto il Re ci ha colto! Io non oso alzar il volto. Litigare dov è un sovrano È oltraggiar la maestà! TESORIERE (Or che il Re ci mette mano Spero bene d uscirne sano. Per l onor di sua finanza Il Baron disarmerà.) MARCHESA (Quest amica circostanza Vi ricolmi di speranza. Interporre il Re vedrassi La sua regia autorità.) GIULIETTA ed EDOARDO (Quest amica circostanza Ci ricolma di speranza. Interporre il Re vedrassi La sua regia autorità.) CORO (In qual punto il Re ci ha colto, lo non oso alzar il volto.) BARONE e CORO (Litigare dov è un sovrano È oltraggiai la maestà!) CAVALIERE (Questa tiene gli occhi bassi … Quei non osa far due passi. Or capisco il Tesoriere La disdetta dato avrà.) N. 16 CAVALIERE Olà, spiegatemi tosto, o Barone; Di questa disputa chi fu ragione. BARONE Sire, un ingiuria ... TESORIERE Sire, un affronto ... MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Sire, un diverbio di nessun conto … BARONE Una ripulsa … TESORIERE Una minaccia … BARONE Egli m offende … TESORIERE Mena le braccia. MARCHESA, GIULIETTA ed EDOARDO Interponetevi … Sire, impedite … CAVALIERE con forza Zitti ... calmatevi voi mi stordite. A mente fredda, ad uno ad uno Le sue ragioni dirà ciascuno ... BARONE Sire, la gloria della usia schiatta ... TESORIERE Sire, la disputa così fatta ... BARONE Voglio prontissima soddisfazione ... TESORIERE Vo che il Barone ... CAVALIERE sdegnosamente Tacete là. Freno alla collera, di qua partite; Chiunque attentasi rinnovar lite Pria che l origine sappia del male L ira reale incorrerà. TUTTI GLI ALTRI Deh! perdonateci, o Maestà. TUTTI Affidate (affidiamo) alla mente reale Il giudizio di questa questione, Ella tronchi lo scandalo e il male, Ella dica chi ha torto o ragione, E componga cotanta discordia Come vuole giustizia, equità. Sveglierò (sveglierà) la primiera concordia, Desterò (desterà) la primiera amistà. Verdi,Giuseppe/Un giorno di regno/II
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■ OSIRISとは ■ MMORPG「ユグドラシル」ミッドガルズ鯖にて活動。 ギルド『OBELISK』を統括する筆頭FAMです。
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Patient Admissioms Status(受付の患者とステータス) Patient Name(患者の名前) Condition(体調) Health(体力) Happiness(幸福) Diagnosis Progress(診断の進捗状況) Treatment Progress(治療の進捗状況) Status(ステータス) List Shows (一覧) All Patients(すべての患者) Current Patients(現在の患者) Current Patients(現在の患者) Cured Patients(治療した患者) Fatalities(死亡者数) Click column headings to sort the list.(リストを並べ替えるには、列の見出しをクリックします。) Click patient names to locate them in the hospital.(病院で彼らを見つけるには、患者の名前をクリックします。) Click condition names to jump to the Treatment Browser.(手当を観覧するにはコンディション名をクリックします。)
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Metem Psychosis ARTIST Chateau La tour 分類 Album 読み メテムサイコシス 収録曲数 14曲 収録時間 00分00秒 発売日 2000年11月27日 定価 3,150円 発売元 Iraya Label 商品番号 IR-7774 REC MEMBER Vocal Yu~gaGuitar ShujiGuitar kiyoBass AkiDrum Ke-to Information Chateau La tourが唯一残したフルアルバム。 初回限定24Pフルカラーブックレット、トレーディングカード付。 Track 1. Metem Psychosis 2. Smile (Album Ver.) 3. 残骸、残想、残酷な貴方へ... 4. 葬列 5. Solitude 6. Smile (Single Ver.) 7. I Wish 8. Untitles 9. I Truth Lie 10. 奇形ノ君ヘ 11. Schizopherenia 12. Tragedy 13. Primary 14. Reverse Notes Metem Psychosis -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 Smile (Album Ver.) -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 残骸、残想、残酷な貴方へ... -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 葬列 -- -- 【Words Yu~ga / Music Shuji,Yu~ga】 Solitude -- -- 【Words Shuji / Songs Shuji】 Smile (Single Ver.) -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 I Wish -- -- 【Words Yu~ga / Songs Shuji】 Untitles -- -- 【Words Yu~ga,Shuji / Music Shuji】 I Truth Lie -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 奇形ノ君ヘ -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 Schizopherenia -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 Tragedy -- -- 【Words Yu~ga / Music Shuji】 Primary -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 Reverse -- -- 【Words Yu~ga / Songs Yu~ga】 Credit Produced by Shuji&Yu~ga Synthesizer Programmer Yu~ga Artist Director Nobuko Ariga Recording&Mixing Engineer Keizo Hida Sub Recording Engineer Ryo Tamiya Recording&Mixed Studio Sound Shot Mastering Engineer Keizo Hida Exective Producer Shuji Cover Design R&R Design, Shuji, Yu~ga Photo Graph Noko, Masami,Mr m (T s Company co.ltd) Hair Makeup Artist Ai Kusano, Tomoe Arafune Artist Management Takayuki Nagao (Movement), Tomo Fujita Super Visor Masako Sakai (Zenit Music Factory) Total Adviced by Narsis Stuff Live Crew Takayuki Nagao, Shar Youmei Night Event Supported by Hiroki (Ize) Extive Stuff Hisae Tanaka Movement Stuff Haruyasu Suzuki, T,Yamaguti Film Crew Tetsuo Fujita Event Promoters(Special Thanks!) Ps Company, Crow Music, Gas Corporation, Zenit Music, Ommy Promotion Total Coordinate Hatori Tomohiro (Narsis) Special Thanks All Friend&you... Comment 名前 コメント
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【評価】 普通 【ブランド】 オズモーシス 【金額】 10K 【購入場所】 公式 【中身】 ○ 濃いグレーの変形カットソー △ 茶色のバルーン袖ハイウエストワンピース ○ 白のバルーン型チュニック ○ グレーのミリタリー調ショートパンツ × 紫とベージュのストライプのドレープ付ホルターネック ○ カーキのファー付モッズコート ○ 黒のラメ入りニーハイソックス ちょっと変なデザインの服好きなので、まあまあだと思ってます。 モッズコートのファーはアクリルだったから捨ててしまった。 全体的に素材が冬向きじゃないのがちょっとがっかり。 【評価】 普通 【ブランド】オズモーシス 【金額】 10K 【購入場所】公式ネット 【中身】 ◎必ず入るモッズコート 欲しかった黒で思ったより厚みがありすぐ使える。ファー取り外せて良い ◎レーヨンワンピ(黒) 普通に可愛い。ぺらいけどレーヨンだし、オズモらしい可愛い感じで気に入った ◎ハーフパンツ(茶色) 春夏物っぽい薄さ。でも普通に使えるしサイズも良かった △フリル付きタートルカットソー ペラペラだけどなんとかインナーに使える △変な花柄カットソー 柄はおばあちゃんみたいだけどニットのインナーにしたらなんとか。 形自体は可愛いので柄が残念 ×謎のボレロ(黒) 始め、何かわからなかった。スケスケで変すぎる。昭和のドラマのホステスが羽織ってそうなデザインと生地 ×バラのネックレス お子様ランチに付いてきそうなチャチさ。 でも、ワンピとハーパンとモッズを10kで買えたと思えば大満足 【評価】福 【ブランド】osmosis 【金額】10k 【購入場所】stylife 【中身】 ○必ず入るモッズコート(黒) 普通に使える ○黒の変形Tシャツ シンプル ○白の長袖カットソー 裾に太い紐が通してあってなかなか使えそう ○コーデュロイのサスペンダー付パンツ 細部が凝ってて高そう ○ハラコの小銭入れ まあ可愛い ○きらきらしたバッジ 使わないだろうけど変じゃない osmosisは2個頼んだんですが、もう一個のほうは微妙袋でした。 まあモッズコートが必ず入るから納得はできる…かも -