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Scena Sedicesima (Don Profondo, la Contessa) CONTESSA DI FOLLEVILLE (trattenendo Don Profondo) Vedeste il cavaliere? DON PROFONDO Il cavalier!… (fra sé) (Che imbroglio!) (a le Contessa) Ei qui poc anzi… CONTESSA DI FOLLEVILLE Solo? DON PROFONDO Non… in compagnia… CONTESSA DI FOLLEVILLE Di chi? DON PROFONDO Dirò… CONTESSA DI FOLLEVILLE Parlate. DON PROFONDO (fra sé) I sapienti non denno dir bugie. CONTESSA DI FOLLEVILLE Rispondete, vi prego… DON PROFONDO (fra sé) Non vorrei compromettermi. CONTESSA DI FOLLEVILLE Ebben! DON PROFONDO Signora mia… Ei qui prendea lezion di poesia. CONTESSA DI FOLLEVILLE (furente) Ho capito… (fra sé) Che rabbia! A quel che pare, ei fa il galante colla poetessa; ma a suo tempo mi voglio vendicare. Scena Diciassettesima (entrano Don Alvaro e Libenskof) DON ALVARO Amici, che si fa? Si parla di partir, e si sta qua. DON PROFONDO Tutto è all ordin. CONTE DI LIBENSKOF Va bene; ma i cavalli? DON PROFONDO Saran certo arrivati. DON ALVARO Se fosse ver, ci avrebbero avvisati. BARONE DI TROMBONOK (entrando rapidamente, con aria trista) Ah! miei signor!… DON PROFONDO Che avete? BARONE DI TROMBONOK Di parlar non ho core… DON ALVARO Cos avvenne? BARONE DI TROMBONOK Una disgrazia orribile! CONTESSA DI FOLLEVILLE Ch è stato? DON ALVARO Incendio? DON PROFONDO Ladri? Morte? BARONE DI TROMBONOK O sventura fatale! o amara sorte! CONTE DI LIBENSKOF Ma parlate… BARONE DI TROMBONOK Il corriere… DON ALVARO E arrivato. BARONE DI TROMBONOK Ah! pur troppo. CONTESSA DI FOLLEVILLE Spiegatevi. BARONE DI TROMBONOK (ad un servo) Ei s appressa. Chiamate i viaggiatori. DON PROFONDO (verso le quinte) Amici, olà? BARONE DI TROMBONOK Che barbaro accidente! Dir vorrei… Ma non posso… Scena Diciottesima (Melibea, Corinna, il Cavaliere, Delia, Zefirino, Lord Sydney, Prudenzio, Modertina) BARONE DI TROMBONOK Ah! Melibea! Milord, Corinna! O ciel! che brutto affare! (vedendo Zefirino) Ma vien chi tutto a voi saprà spiegare. ZEFIRINO Miei signor non v e scampo… Mio malgrado, io vengo a darvi una fatal notizia. Secondo gli ordin vostri, rapido, diligente, di qua, di là ho cercato; ma vane fur le cure; da gran tempo, è tutto ritenuto e riservato; non si trova un cavallo da comprar o affittare, e ognun di voi al nobile progetto di rinunciar pur troppo or fia costretto. TUTTI Ah! A tal colpo inaspettato, palpitando va il mio core… Cruda sorte! Il tuo rigore troppo, oh Dio! penar mi fa. BARONE DI TROMBONOK, DON PROFONDO A tal colpo inaspettato io mancar mi sento il core… O crudel avverso fato! non hai legge, né pietà. MODESTINA, ZEFIRINO Questo colpo inaspettato li ricolma di dolore; il crudel avverso fato non ha legge né pietà. Scena Diciannovesima (entra Madama Cortese) MADAMA CORTESE (accorrendo con una lettera in mano) Signori, ecco una lettera, venuta da Parigi; Prendete, sì leggete, conforto vi darà. GLI ALTRI (a Don Profondo) Prendete, sì leggete, conforto ci darà. (Don Profondo prende la lettera e legge.) «A giorni il Re ritorna gran feste si daranno, rapidi qui verranno stranieri in quantità. Da quello che preparasi a corte ed in città, ben si può giudicare che festa si farà; Spettacol più giocondo, mai visto si sarà; chi a Reims non poté andare qui si consolerà. T abbraccio, o mia dolcissima amabile metà.» (Gli altri personaggi ripetono alternativamente le frasi della lettera.) CONTESSA DI FOLLEVILLE Amici, ah! non tardiamo; Parigi è la mia patria; là v offro alloggio e tavola, e quanto occorrerà. TUTTI Partiamo. - Ah! sì, il desio, che ci divampa in seno, in parte pago almeno alfine si vedrà. Tra dolci e cari palpiti, or torno a respirar; farà un vivace giubilo quest anima brillar. Destino maledetto, non ce la puoi ficcare, e tutti, a tu dispetto, andiamo a giubilar. MADAMA CORTESE Destino maledetto. ZEFIRINO Non gliela puoi ficcare, e tutti, a tuo dispetto andranno a giubilar. BARONE DI TROMBONOK Come partire? CONTESSA DI FOLLEVILLE Nella diligenza, che da Parigi vien regolarmente ogni dì nei contorni. BARONE DI TROMBONOK Ella ha ragione. CAVALIER BELFIORE Dunque dimani? CONTESSA DI FOLLEVILLE Certo. BARONE DI TROMBONOK E questa borsa? DON PROFONDO S ordini per stasera un bel convito, pubblico sia l invito. BARONE DI TROMBONOK E quel che resterà? CAVALIER BELFIORE Per gl indigenti. BARONE DI TROMBONOK E ognun d accordi? TUTTI Sì. BARONE DI TROMBONOK (a Madama Cortese) A voi Madama affido la cura degli inviti. MADAMA CORTESE Oh! è domenica appunto, e tutti ci verran con gran piacere. DON PROFONDO Una cena squisita. MADAMA CORTESE Non mancan provvisioni. (verso le quinte) Ehi, mastro Antonio! Scena Ventesima (I detti, Antonio, Gelsomino) ANTONIO Son qua, cosa comanda? MADAMA CORTESE Una cena, una festa nel giardino, e il più presto possibile. ANTONIO Ho capito, non dubiti, qui avvezzi siamo ai colpi inaspettati, e tutti resteran meravigliati. GELSOMINO Madama, lo sapete, già per l anniversario del ritorno dell augusta famiglia ch ogni anno celebriamo, qui son pronte le cose principali; servir ce ne potremo. MADAMA CORTESE A meraviglia. Tua cura, o Gelsomino, sia di suonar intorno il tamburino. (Antonio e Gelsomino partono.) CONTESSA DI FOLLEVILLE E domani, a Parigi, la capital del mondo. CAVALIER BELFIORE D ogni piacer l asilo il più giocondo. (Tutti partono, eccetto Melibea, Libenskof ed il Barone.) Scena Ventunesima (Melibea, Libenskof ed il Barone) BARONE DI TROMBONOK (a Libenskof) Tutto va ben; ma come a entrambi è noto, fervido amico ognor dell armonia, vorrei vedervi in pace; un lieve nembo sol ne turbò il sereno; voi vi amate, e l un per l altro fatti mi sembrate. CONTE DI LIBENSKOF (al Barone con amarezza) Ella per Don Alvaro… MELIBEA (troncandogli la parola) Il torbi occhio della Gelosia, d Erebo ignobil figlia, solo puote traveder a tal segno. BARONE DI TROMBONOK Oh! non v è dubbio. CONTE DI LIBENSKOF Eppur poc anzi… BARONE DI TROMBONOK Amico, a me credete, siete in error, perdono le chiedete. (parte sorridendo) Scena Ventiduesima (Melibea, Libenskof) CONTE LIBENSKOF Di chi son reo? MELIBEA D un vil sospetto. CONTE DI LIBENSKOF Ah! no… Un eccesso d amore sol colpevol mi rese. MELIBEA D alma grande apprezzar tu non sai il sacro e vivo ardor. CONTE DI LIBENSKOF Ma l apparenza… MELIBEA Nube tenebrosa, del ver celando il volto risplendente, d opaco orror ingombra ognor la mente. CONTE DI LIBENSKOF Qual sublime parlar! confuso io sono… Eccomi ai vostri piè… Pietà! perdono. D alma celeste, oh Dio! ch arde di pura face, turbar osai la pace con insensato ardor. MELIBEA D un puro amor verace, l indol t è ignota ancora; d infedeltà capace sol è un profano cor. CONTE DI LIBENSKOF Pentito io son. MELIBEA Che speri? CONTE DI LIBENSKOF Rendimi il cor. MELIBEA Tu osasti… CONTE DI LIBENSKOF Il barbaro mio stato ti desti almen pietà. MELIBEA Al pentimento, o ingrato! credere il cor non sa. CONTE DI LIBENSKOF (fra sé) Qual barbaro rigore! Dubbioso e incerto io resto… Di speme e di timore palpita in seno il cor. MELIBEA (fra sé) Il mio crudel rigore dubbioso e incerto il rende; di speme e di timore palpita in seno il cor! Già cessa il mio rigore, per lui mi parla amor. (a Conte) Ah! regger non poss io, ecco la desta e il cor. CONTE DI LIBENSKOF O gioia incomparabile! O fortunato ardor! MELIBEA, CONTE DI LIBENSKOF Ah! no, giammai quest anima, più cari e dolci palpiti non ha provato ancor. (partono) Scena Ventitreesima (Giardino illuminato, con tavola imbandita) ANTONIO (mettendo I nomi sulle salviette) Tutto è all ordin. - Va , corri, Gelsomino, a dire a quei signor che son serviti; ma prica ci vuol la riverenza, intendi? GELSOMINO E per chi mai prendi? Ho servito de principi, de conti, de baroni, altezze ed eccellenze in quantità, e so d ogn altro al par quel che si fa. (parte) ANTONIO Oh! guarda che amor proprio! Ma son tutti così; soglion vantarsi assai, e se a lor vi fidate, in grand impiccio spesso vi trovate. Scena Ventiquattresima (Antonio e Maddalena entrano) MADDALENA Madama qui mi manda per sapere da voi se tutto è pronto. ANTONIO Nulla manca, guardate… Gelsomino ho spedito alavvertir la nobil compagnia. MADDALENA Ma bravo mastr Antonio. Far sì presto e si bene! E un miracolo davvero. ANTONIO Mille grazie. MADDALENA Qui certo ancor veduta non si sarà più bella festa. ANTONIO E vero. MADDALENA Ma non sapete un altra novità. ANTONIO Che cosa? MADDALENA Nei contorni, per caso di passaggio v è una truppa ambulante, ed il Barone gran professore, dilettante insigne, a dare qui un concerto l ha invitata, pendente il bel festino. ANTONIO Ottima idea! MADDALENA Canteran, balleranno. ANTONIO (con stupore ed allegria) Balleranno? MADDALENA Sì, v è un corpo di ballo. ANTONIO Tanto meglio; il ballo è sempre stata la mia passione, e adesso ancor… (fa dei moti colle gambe e vacilla) MADDALENA (sostenendolo) Badate Vo ad avvertir Madama, qui aspettate. (parte) ANTONIO Presto verrà la bella comitiva. (guardando fra le quinte) Ma non m inganno, no, ecco che arriva. Scena Venticinquesima (Sul ritornello entra la truppa ambulante, composta di virtuosi di canto e di ballerini; i contadini, le le contadine, le giardiniere; indi tutti i personaggi che siedono a tavola; Maddalena, zefirino) CORO L allegria è un sommo bene, ond a noi fe dono il cielo; sani e freschi ci mantiene nel bel grembo del piacer. Cinti ognor d ameni fiori, fra le adnze, il riso e il gioco, colle grazie e cogli amori non pensiamo che a goder. Presto imbianca il nero crine, qual balen fugge la vita, e a non perdere c invita un istante di piacer. BARONE DI TROMBONOK Ora secondo l uso, i brindisi facciamo. - Ecco la lista che di far m imponeste con decente simmetrica armonia, e spero che ad ognun ben grata sia. (legge la nota) Inno tedesco. - Tocca a me; ma indulgenza vi chiedo; fra i cavalli, le bombe ed i cannoni io la metà lasciai de miei polmoni. (Inno tedesco) Or che regna fra le genti la più placida armonia, dell Europa sempre fia il destin felice appien. Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. CORO Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. BARONE DI TROMBONOK Altro da dir avrei; ma sono straccò; (a Melibea) A voi, bella Marchesa, in stil polacco. (Polacca) MELIBEA Ai prodi guerrieri seguaci di gloria, di cui la vittoria compagna fu ognor, ch ovunque risplendere fer l alto valor, che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. CORO Che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. BARONE DI TROMBONOK Libenskof, tocca a voi, un aria russa, ad libitum; ven sono delle belle… CONTE DI LIBENSKOF Una ne so a memoria che udii cantar un giorno, mentre il monarca a noi facea ritorno. (Inno Russo) Onore, gloria ed alto omaggio d Augusta donna al nobil cor, ch il più magnanimo coraggio del fato oppose al reo furor. Degli infelici al duolo, al pianto ella sollievo offrendo va; e i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. CORO E i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. BARONE DI TROMBONOK (a Don Alvaro) Dal nord al mezzogiorno bella è la transizion. Voi possedete una sonora voce, e dell Iberia gustar i dolci canti or ci farete. (Canzone Spagnola) DON ALVARO Omaggio all augusto duce, che d alma sovrana luce l Iberia fe balenar. Ei spense il civil furore del soglio salvò l onore, da tutti si vide amar. O grande invidiabil gloria! Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? CORO Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? BARONE DI TROMBONOK (a Lord Sidney) Milord, in tuon maggiore… LORD SIDNEY Io musico non sono; non so che una canzone. BARONE DI TROMBONOK «God save the King?» LORD SIDNEY Appunto. BARONE DI TROMBONOK Va benone. (Canzone inglese) LORD SIDNEY Del Grand Enrico il germe amato proteggi o ciel! Propizio il fato ai voti sia del fortunato popol fedel. CORO Del fortunato popol fedel. BARONE DI TROMBONOK Contessa, Cavaliere, a voi la scelta lascia dell aria; ma prescrivo il tuono; in do; no, no, in UT. (fra sé) Che bestia! Obliò che a due Galli indirizzo il parlar mio. (Canzone francese) CONTESSA DI FOLLEVILLE, CAVALIER BELFIORE Madre del nuovo Enrico, dei Franchi speme e onor ti colmi il cielo amico degli almi suoi favor. Di rari pregi splendi, d età sul fior, e in ogni petto accendi rispetto e amor. CORO E in ogni petto accendi rispetto e amor. BARONE DI TROMBONOK Madama, Don Profondo voi terminar dovete, in elafà coll aria che volete. (Tirolese) MADAMA CORTESE Più vivace e più fecondo l aureo giglio omai risplende, e felice ognuno rende col benefico fulgor. Sacra pianta al ciel diletta, che fedel la patria onora, tu sarai de Franchi ognora la speranza e il dolce amor. DON PROFONDO Un sì giocondo ameno giorno la gioia intorno sol fa regnar. Che lieta sorte! Che bel contento! In petto io sento il cor balzar. BARONE DI TROMBONOK Corinna, or spetta a voi; così compita sarà la festa. GLI ALTRI Ah! sì. LORD SIDNEY (a Corinna) Come trovar un occasion più bella di far sentir i vostri dolci accenti? GLI ALTRI E ver. CORINNA Grande è il cimento, e temo… DON PROFONDO Di che mai? MADAMA CORTESE Che amabile modestia! MELIBEA Ah! non tardate ad appagar i nostri voti. CORINNA Io cedo. Il soggetto scegliete e di farmi avvertir poi degnerete. (si ritira) (Tutti s alzano da tavola. Un servo porta un urna; Don Profondo distribuisce carta e lapis ai diversi personaggi, i quali scrivono il soggetto e rimettono la cartolina al suddetto, che la legge ad alta voce e pone dopo nell urna.) MELIBEA Giovanna D Arco. MADAMA CORTESE Il Cittadino di Reims. CAVALIER BELFIORE Carlo X Re di Francia. CONTE DI LIBENSKOF La battaglia di Tolbiac. DON PROFONDO Clodoveo. DON ALVARO Le tre stirpi reali di Francia. DON PRUDENZIO David e Samuele. BARONE DI TROMBONOK Il Crisma e la Corona. LORD SIDNEY Ugo Capeto. CONTESSA DI FOLLEVILLE San Luigi. BARONE DI TROMBONOK Melibea, di dritto vi spetta estrar dall urna or il biglietto, che all improvviso fornirà il soggetto. (Melibea estrae un biglietto e lo da a Don Profondo) Carlo X, re di Francia (Il Barone e Don Profondo vanno ad avvertire Corinna che viene colla lira in mano, legge il soggetto ad alta voce, si raccoglie, indi improvvisa.) CORINNA All ombra amena - del Giglio D or aura serena - inebria il cor. Di lieti giorni - più dolce aurora sorger la Francia - non vide ancor, e grata applaude, - ammira e adora di tanto bene - l augusto autor Della corona - sostegno e onor, Carlo le dona - novel splendor. Dal maestoso - regal suo viso traspar del core - la nobiltà. Nunzio di gioia - è il bel sorriso, pegno soave - d alma bontà. Se un dì, non lice - il bene oprar, perduto il dice, - di Tito al par. Da poche lune - in trono siede, e ognun già gode - de suoi favor. La gioia intorno - brillar si vede, l etra risuona - d inni d amor. Appiè dell are, - ei chiese al ciel, che secondare - degni il suo zel; non fia deluso - il bel desio, figlio dell almo - suo nobil cor. Sacro il diadema - già rese Iddio, né più del fato - teme il furor. Al soglio accanto, - ch egual non ha; soave incanto - ognun godrà. Cento anni e cento - ognor protetto dall immortale - divin favor, viva felice - il prediletto Carlo, de Franchi - delizia e amor! (Appena finito l improvviso, rischiarati da improvvisa luce, appariscono i ritratti dell augusta famiglia reale e de più celebri Re di Francia con vari emblemi analoghi, palme, corone ecc.) CAVALIER BELFIORE Viva il diletto augusto regnator, ond è l aspetto forier di gioia e onor. (Tutti ripetono la strofa. Ballo.) TUTTI (con religiosa espressione) Sul verde stelo, fiorisca il giglio ognor; lo colmi il cielo degli almi suoi favor. CAVALIER BELFIORE, TUTTI Con sacro zelo da noi serbato ognor, sul verde stelo risplenda il Giglio D or Lo colmi il cielo, degli almi suoi favor. Viva la Francia e il prode regnator. Scena Sedicesima (Don Profondo, la Contessa) CONTESSA DI FOLLEVILLE (trattenendo Don Profondo) Vedeste il cavaliere? DON PROFONDO Il cavalier!… (fra sé) (Che imbroglio!) (a le Contessa) Ei qui poc anzi… CONTESSA DI FOLLEVILLE Solo? DON PROFONDO Non… in compagnia… CONTESSA DI FOLLEVILLE Di chi? DON PROFONDO Dirò… CONTESSA DI FOLLEVILLE Parlate. DON PROFONDO (fra sé) I sapienti non denno dir bugie. CONTESSA DI FOLLEVILLE Rispondete, vi prego… DON PROFONDO (fra sé) Non vorrei compromettermi. CONTESSA DI FOLLEVILLE Ebben! DON PROFONDO Signora mia… Ei qui prendea lezion di poesia. CONTESSA DI FOLLEVILLE (furente) Ho capito… (fra sé) Che rabbia! A quel che pare, ei fa il galante colla poetessa; ma a suo tempo mi voglio vendicare. Scena Diciassettesima (entrano Don Alvaro e Libenskof) DON ALVARO Amici, che si fa? Si parla di partir, e si sta qua. DON PROFONDO Tutto è all ordin. CONTE DI LIBENSKOF Va bene; ma i cavalli? DON PROFONDO Saran certo arrivati. DON ALVARO Se fosse ver, ci avrebbero avvisati. BARONE DI TROMBONOK (entrando rapidamente, con aria trista) Ah! miei signor!… DON PROFONDO Che avete? BARONE DI TROMBONOK Di parlar non ho core… DON ALVARO Cos avvenne? BARONE DI TROMBONOK Una disgrazia orribile! CONTESSA DI FOLLEVILLE Ch è stato? DON ALVARO Incendio? DON PROFONDO Ladri? Morte? BARONE DI TROMBONOK O sventura fatale! o amara sorte! CONTE DI LIBENSKOF Ma parlate… BARONE DI TROMBONOK Il corriere… DON ALVARO E arrivato. BARONE DI TROMBONOK Ah! pur troppo. CONTESSA DI FOLLEVILLE Spiegatevi. BARONE DI TROMBONOK (ad un servo) Ei s appressa. Chiamate i viaggiatori. DON PROFONDO (verso le quinte) Amici, olà? BARONE DI TROMBONOK Che barbaro accidente! Dir vorrei… Ma non posso… Scena Diciottesima (Melibea, Corinna, il Cavaliere, Delia, Zefirino, Lord Sydney, Prudenzio, Modertina) BARONE DI TROMBONOK Ah! Melibea! Milord, Corinna! O ciel! che brutto affare! (vedendo Zefirino) Ma vien chi tutto a voi saprà spiegare. ZEFIRINO Miei signor non v e scampo… Mio malgrado, io vengo a darvi una fatal notizia. Secondo gli ordin vostri, rapido, diligente, di qua, di là ho cercato; ma vane fur le cure; da gran tempo, è tutto ritenuto e riservato; non si trova un cavallo da comprar o affittare, e ognun di voi al nobile progetto di rinunciar pur troppo or fia costretto. TUTTI Ah! A tal colpo inaspettato, palpitando va il mio core… Cruda sorte! Il tuo rigore troppo, oh Dio! penar mi fa. BARONE DI TROMBONOK, DON PROFONDO A tal colpo inaspettato io mancar mi sento il core… O crudel avverso fato! non hai legge, né pietà. MODESTINA, ZEFIRINO Questo colpo inaspettato li ricolma di dolore; il crudel avverso fato non ha legge né pietà. Scena Diciannovesima (entra Madama Cortese) MADAMA CORTESE (accorrendo con una lettera in mano) Signori, ecco una lettera, venuta da Parigi; Prendete, sì leggete, conforto vi darà. GLI ALTRI (a Don Profondo) Prendete, sì leggete, conforto ci darà. (Don Profondo prende la lettera e legge.) «A giorni il Re ritorna gran feste si daranno, rapidi qui verranno stranieri in quantità. Da quello che preparasi a corte ed in città, ben si può giudicare che festa si farà; Spettacol più giocondo, mai visto si sarà; chi a Reims non poté andare qui si consolerà. T abbraccio, o mia dolcissima amabile metà.» (Gli altri personaggi ripetono alternativamente le frasi della lettera.) CONTESSA DI FOLLEVILLE Amici, ah! non tardiamo; Parigi è la mia patria; là v offro alloggio e tavola, e quanto occorrerà. TUTTI Partiamo. - Ah! sì, il desio, che ci divampa in seno, in parte pago almeno alfine si vedrà. Tra dolci e cari palpiti, or torno a respirar; farà un vivace giubilo quest anima brillar. Destino maledetto, non ce la puoi ficcare, e tutti, a tu dispetto, andiamo a giubilar. MADAMA CORTESE Destino maledetto. ZEFIRINO Non gliela puoi ficcare, e tutti, a tuo dispetto andranno a giubilar. BARONE DI TROMBONOK Come partire? CONTESSA DI FOLLEVILLE Nella diligenza, che da Parigi vien regolarmente ogni dì nei contorni. BARONE DI TROMBONOK Ella ha ragione. CAVALIER BELFIORE Dunque dimani? CONTESSA DI FOLLEVILLE Certo. BARONE DI TROMBONOK E questa borsa? DON PROFONDO S ordini per stasera un bel convito, pubblico sia l invito. BARONE DI TROMBONOK E quel che resterà? CAVALIER BELFIORE Per gl indigenti. BARONE DI TROMBONOK E ognun d accordi? TUTTI Sì. BARONE DI TROMBONOK (a Madama Cortese) A voi Madama affido la cura degli inviti. MADAMA CORTESE Oh! è domenica appunto, e tutti ci verran con gran piacere. DON PROFONDO Una cena squisita. MADAMA CORTESE Non mancan provvisioni. (verso le quinte) Ehi, mastro Antonio! Scena Ventesima (I detti, Antonio, Gelsomino) ANTONIO Son qua, cosa comanda? MADAMA CORTESE Una cena, una festa nel giardino, e il più presto possibile. ANTONIO Ho capito, non dubiti, qui avvezzi siamo ai colpi inaspettati, e tutti resteran meravigliati. GELSOMINO Madama, lo sapete, già per l anniversario del ritorno dell augusta famiglia ch ogni anno celebriamo, qui son pronte le cose principali; servir ce ne potremo. MADAMA CORTESE A meraviglia. Tua cura, o Gelsomino, sia di suonar intorno il tamburino. (Antonio e Gelsomino partono.) CONTESSA DI FOLLEVILLE E domani, a Parigi, la capital del mondo. CAVALIER BELFIORE D ogni piacer l asilo il più giocondo. (Tutti partono, eccetto Melibea, Libenskof ed il Barone.) Scena Ventunesima (Melibea, Libenskof ed il Barone) BARONE DI TROMBONOK (a Libenskof) Tutto va ben; ma come a entrambi è noto, fervido amico ognor dell armonia, vorrei vedervi in pace; un lieve nembo sol ne turbò il sereno; voi vi amate, e l un per l altro fatti mi sembrate. CONTE DI LIBENSKOF (al Barone con amarezza) Ella per Don Alvaro… MELIBEA (troncandogli la parola) Il torbi occhio della Gelosia, d Erebo ignobil figlia, solo puote traveder a tal segno. BARONE DI TROMBONOK Oh! non v è dubbio. CONTE DI LIBENSKOF Eppur poc anzi… BARONE DI TROMBONOK Amico, a me credete, siete in error, perdono le chiedete. (parte sorridendo) Scena Ventiduesima (Melibea, Libenskof) CONTE LIBENSKOF Di chi son reo? MELIBEA D un vil sospetto. CONTE DI LIBENSKOF Ah! no… Un eccesso d amore sol colpevol mi rese. MELIBEA D alma grande apprezzar tu non sai il sacro e vivo ardor. CONTE DI LIBENSKOF Ma l apparenza… MELIBEA Nube tenebrosa, del ver celando il volto risplendente, d opaco orror ingombra ognor la mente. CONTE DI LIBENSKOF Qual sublime parlar! confuso io sono… Eccomi ai vostri piè… Pietà! perdono. D alma celeste, oh Dio! ch arde di pura face, turbar osai la pace con insensato ardor. MELIBEA D un puro amor verace, l indol t è ignota ancora; d infedeltà capace sol è un profano cor. CONTE DI LIBENSKOF Pentito io son. MELIBEA Che speri? CONTE DI LIBENSKOF Rendimi il cor. MELIBEA Tu osasti… CONTE DI LIBENSKOF Il barbaro mio stato ti desti almen pietà. MELIBEA Al pentimento, o ingrato! credere il cor non sa. CONTE DI LIBENSKOF (fra sé) Qual barbaro rigore! Dubbioso e incerto io resto… Di speme e di timore palpita in seno il cor. MELIBEA (fra sé) Il mio crudel rigore dubbioso e incerto il rende; di speme e di timore palpita in seno il cor! Già cessa il mio rigore, per lui mi parla amor. (a Conte) Ah! regger non poss io, ecco la desta e il cor. CONTE DI LIBENSKOF O gioia incomparabile! O fortunato ardor! MELIBEA, CONTE DI LIBENSKOF Ah! no, giammai quest anima, più cari e dolci palpiti non ha provato ancor. (partono) Scena Ventitreesima (Giardino illuminato, con tavola imbandita) ANTONIO (mettendo I nomi sulle salviette) Tutto è all ordin. - Va , corri, Gelsomino, a dire a quei signor che son serviti; ma prica ci vuol la riverenza, intendi? GELSOMINO E per chi mai prendi? Ho servito de principi, de conti, de baroni, altezze ed eccellenze in quantità, e so d ogn altro al par quel che si fa. (parte) ANTONIO Oh! guarda che amor proprio! Ma son tutti così; soglion vantarsi assai, e se a lor vi fidate, in grand impiccio spesso vi trovate. Scena Ventiquattresima (Antonio e Maddalena entrano) MADDALENA Madama qui mi manda per sapere da voi se tutto è pronto. ANTONIO Nulla manca, guardate… Gelsomino ho spedito alavvertir la nobil compagnia. MADDALENA Ma bravo mastr Antonio. Far sì presto e si bene! E un miracolo davvero. ANTONIO Mille grazie. MADDALENA Qui certo ancor veduta non si sarà più bella festa. ANTONIO E vero. MADDALENA Ma non sapete un altra novità. ANTONIO Che cosa? MADDALENA Nei contorni, per caso di passaggio v è una truppa ambulante, ed il Barone gran professore, dilettante insigne, a dare qui un concerto l ha invitata, pendente il bel festino. ANTONIO Ottima idea! MADDALENA Canteran, balleranno. ANTONIO (con stupore ed allegria) Balleranno? MADDALENA Sì, v è un corpo di ballo. ANTONIO Tanto meglio; il ballo è sempre stata la mia passione, e adesso ancor… (fa dei moti colle gambe e vacilla) MADDALENA (sostenendolo) Badate Vo ad avvertir Madama, qui aspettate. (parte) ANTONIO Presto verrà la bella comitiva. (guardando fra le quinte) Ma non m inganno, no, ecco che arriva. Scena Venticinquesima (Sul ritornello entra la truppa ambulante, composta di virtuosi di canto e di ballerini; i contadini, le le contadine, le giardiniere; indi tutti i personaggi che siedono a tavola; Maddalena, zefirino) CORO L allegria è un sommo bene, ond a noi fe dono il cielo; sani e freschi ci mantiene nel bel grembo del piacer. Cinti ognor d ameni fiori, fra le adnze, il riso e il gioco, colle grazie e cogli amori non pensiamo che a goder. Presto imbianca il nero crine, qual balen fugge la vita, e a non perdere c invita un istante di piacer. BARONE DI TROMBONOK Ora secondo l uso, i brindisi facciamo. - Ecco la lista che di far m imponeste con decente simmetrica armonia, e spero che ad ognun ben grata sia. (legge la nota) Inno tedesco. - Tocca a me; ma indulgenza vi chiedo; fra i cavalli, le bombe ed i cannoni io la metà lasciai de miei polmoni. (Inno tedesco) Or che regna fra le genti la più placida armonia, dell Europa sempre fia il destin felice appien. Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. CORO Viva, via l armonia ch è sorgente d ogni ben. BARONE DI TROMBONOK Altro da dir avrei; ma sono straccò; (a Melibea) A voi, bella Marchesa, in stil polacco. (Polacca) MELIBEA Ai prodi guerrieri seguaci di gloria, di cui la vittoria compagna fu ognor, ch ovunque risplendere fer l alto valor, che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. CORO Che pronti ognor sono col brando a difendere la patria ed il trono, la fede e l onor. BARONE DI TROMBONOK Libenskof, tocca a voi, un aria russa, ad libitum; ven sono delle belle… CONTE DI LIBENSKOF Una ne so a memoria che udii cantar un giorno, mentre il monarca a noi facea ritorno. (Inno Russo) Onore, gloria ed alto omaggio d Augusta donna al nobil cor, ch il più magnanimo coraggio del fato oppose al reo furor. Degli infelici al duolo, al pianto ella sollievo offrendo va; e i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. CORO E i più bei vanti, in regio ammanto, brilla sul trono un di farà. BARONE DI TROMBONOK (a Don Alvaro) Dal nord al mezzogiorno bella è la transizion. Voi possedete una sonora voce, e dell Iberia gustar i dolci canti or ci farete. (Canzone Spagnola) DON ALVARO Omaggio all augusto duce, che d alma sovrana luce l Iberia fe balenar. Ei spense il civil furore del soglio salvò l onore, da tutti si vide amar. O grande invidiabil gloria! Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? CORO Ah! dove di tal vittoria l esempio mai ritrovar? BARONE DI TROMBONOK (a Lord Sidney) Milord, in tuon maggiore… LORD SIDNEY Io musico non sono; non so che una canzone. BARONE DI TROMBONOK «God save the King?» LORD SIDNEY Appunto. BARONE DI TROMBONOK Va benone. (Canzone inglese) LORD SIDNEY Del Grand Enrico il germe amato proteggi o ciel! Propizio il fato ai voti sia del fortunato popol fedel. CORO Del fortunato popol fedel. BARONE DI TROMBONOK Contessa, Cavaliere, a voi la scelta lascia dell aria; ma prescrivo il tuono; in do; no, no, in UT. (fra sé) Che bestia! Obliò che a due Galli indirizzo il parlar mio. (Canzone francese) CONTESSA DI FOLLEVILLE, CAVALIER BELFIORE Madre del nuovo Enrico, dei Franchi speme e onor ti colmi il cielo amico degli almi suoi favor. Di rari pregi splendi, d età sul fior, e in ogni petto accendi rispetto e amor. CORO E in ogni petto accendi rispetto e amor. BARONE DI TROMBONOK Madama, Don Profondo voi terminar dovete, in elafà coll aria che volete. (Tirolese) MADAMA CORTESE Più vivace e più fecondo l aureo giglio omai risplende, e felice ognuno rende col benefico fulgor. Sacra pianta al ciel diletta, che fedel la patria onora, tu sarai de Franchi ognora la speranza e il dolce amor. DON PROFONDO Un sì giocondo ameno giorno la gioia intorno sol fa regnar. Che lieta sorte! Che bel contento! In petto io sento il cor balzar. BARONE DI TROMBONOK Corinna, or spetta a voi; così compita sarà la festa. GLI ALTRI Ah! sì. LORD SIDNEY (a Corinna) Come trovar un occasion più bella di far sentir i vostri dolci accenti? GLI ALTRI E ver. CORINNA Grande è il cimento, e temo… DON PROFONDO Di che mai? MADAMA CORTESE Che amabile modestia! MELIBEA Ah! non tardate ad appagar i nostri voti. CORINNA Io cedo. Il soggetto scegliete e di farmi avvertir poi degnerete. (si ritira) (Tutti s alzano da tavola. Un servo porta un urna; Don Profondo distribuisce carta e lapis ai diversi personaggi, i quali scrivono il soggetto e rimettono la cartolina al suddetto, che la legge ad alta voce e pone dopo nell urna.) MELIBEA Giovanna D Arco. MADAMA CORTESE Il Cittadino di Reims. CAVALIER BELFIORE Carlo X Re di Francia. CONTE DI LIBENSKOF La battaglia di Tolbiac. DON PROFONDO Clodoveo. DON ALVARO Le tre stirpi reali di Francia. DON PRUDENZIO David e Samuele. BARONE DI TROMBONOK Il Crisma e la Corona. LORD SIDNEY Ugo Capeto. CONTESSA DI FOLLEVILLE San Luigi. BARONE DI TROMBONOK Melibea, di dritto vi spetta estrar dall urna or il biglietto, che all improvviso fornirà il soggetto. (Melibea estrae un biglietto e lo da a Don Profondo) Carlo X, re di Francia (Il Barone e Don Profondo vanno ad avvertire Corinna che viene colla lira in mano, legge il soggetto ad alta voce, si raccoglie, indi improvvisa.) CORINNA All ombra amena - del Giglio D or aura serena - inebria il cor. Di lieti giorni - più dolce aurora sorger la Francia - non vide ancor, e grata applaude, - ammira e adora di tanto bene - l augusto autor Della corona - sostegno e onor, Carlo le dona - novel splendor. Dal maestoso - regal suo viso traspar del core - la nobiltà. Nunzio di gioia - è il bel sorriso, pegno soave - d alma bontà. Se un dì, non lice - il bene oprar, perduto il dice, - di Tito al par. Da poche lune - in trono siede, e ognun già gode - de suoi favor. La gioia intorno - brillar si vede, l etra risuona - d inni d amor. Appiè dell are, - ei chiese al ciel, che secondare - degni il suo zel; non fia deluso - il bel desio, figlio dell almo - suo nobil cor. Sacro il diadema - già rese Iddio, né più del fato - teme il furor. Al soglio accanto, - ch egual non ha; soave incanto - ognun godrà. Cento anni e cento - ognor protetto dall immortale - divin favor, viva felice - il prediletto Carlo, de Franchi - delizia e amor! (Appena finito l improvviso, rischiarati da improvvisa luce, appariscono i ritratti dell augusta famiglia reale e de più celebri Re di Francia con vari emblemi analoghi, palme, corone ecc.) CAVALIER BELFIORE Viva il diletto augusto regnator, ond è l aspetto forier di gioia e onor. (Tutti ripetono la strofa. Ballo.) TUTTI (con religiosa espressione) Sul verde stelo, fiorisca il giglio ognor; lo colmi il cielo degli almi suoi favor. CAVALIER BELFIORE, TUTTI Con sacro zelo da noi serbato ognor, sul verde stelo risplenda il Giglio D or Lo colmi il cielo, degli almi suoi favor. Viva la Francia e il prode regnator. Rossini,Gioachino/Il viaggio a Reims
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入手方法 詳説・特徴 関連リンク Agnerod North Imperial StaffStavesQuality +20%Physicalダメージ 58.8-176.4クリティカル確率 7.00%攻撃速度 1.15武器攻撃範囲 13DPS 135.2 pDPS 135.2 ステータス要求値:LEVEL66, 158 STR, 113 INT +18% Chance to Block Attack Damage while wielding a Staffスタッフを装備中、アタック攻撃に対するブロック率+18% +2 to Level of all Lightning Spell Skill Gems全てのLightning Spellスキルジェムのレベルを+2 +(80-120) to IntelligenceIntelligenceに+(80-120) (30-50)% increased Lightning DamageLightningダメージが(30-50)%増加 40% increased Strength RequirementStrength要求値が40%増加 15% chance to Shock15%の確率でShockを与える Damage Penetrates 20% Lightning Resistance敵のLightning耐性を20%分貫通 One for each corner of the great Vinktar Square. 入手方法 カード等のドロップ以外の入手方法 アイテム 必要数 備考 The Stormcaller 4 The Tower 6 Atziri s Arsenal 4 Arrogance of the Vaal 8 Jack in the Box 4 詳説・特徴 このアイテムからベンダーレシピ、予言等で変換して得られるアイテム 変換先 変換元 必要数 備考 The Vinktar Square (Metamorph) Agnerod North 1 Agnerod East 1 Agnerod South 1 Agnerod West 1 関連リンク 英wiki https //pathofexile.gamepedia.com/Agnerod_North Unique Staves 一覧
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Osing【osi】 ウシン語 00 Austronesian 01 Malayo-Polynesian 02 Javanese Javanese script【Java】 《現》living language インドネシア【ID】 言語名別称 alternate names Banyuwangi バニュワンギ語 方言名 dialect names 表記法 writing Javanese script【Java?】 参考文献 references WEB ISO 639-3 Registration Authority - SIL International LINGUIST List Ethnologue Wikipedia
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Magnovideo.com Magnovideo.com http //www.magnovideo.com/ Online video sharing and storage - free web space. Easy registration. File upload progressor. Multiple file transfer. Fast download. このサイトのページを開くと、専用のダウンローダのインストールを促すメッセージが表示されるかもしれません。 スクリプトをインストールversion 0.1 2013.12.02 up 修正情報 version 0.1 2013.12.02 up http //sexiz.net (full hd 1080p porn videos online) jav,1080p Porn,HD porn,full HD porn,jav 1080p, 1080p videos, jav online,jav HD, HD jav, jav julia -- full hd 1080p porn videos online (2015-09-19 09 56 14) 名前 コメント
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【登録タグ CD CDD orangeCD オレPCD シグナルPCD 田村ヒロCD】 前作 本作 次作 SIGNALOID BOX DioSignal Prism feat.鏡音リン シグナルP orange もっちりオヤジ Shino オレP 田村ヒロ 即売 同人 発売 2009年5月17日 2009年5月18日 価格 ¥1,000 ¥1,207(税込) サークル twinkledisc CD紹介 ボーマス8にて初頒布されたDios/シグナルPの3rdアルバム。 Dios名義で投稿されていた革命、TABOOを含む全8曲。 ジャッケットイラストは、おなじみ田村ヒロ。 曲目 革命 TABOO ラビリンス エキストラ(シグナルアレンジ) アドレサンス Step and Go! Transmit RealEdition 革命(feat.リン) リンク twinkledisc(作者ホームページ) 作者ブログ D-STAGE メッセサンオー とらのあな コメント シグPーリン大好きだああ!CD買う! -- 名無しさん (2009-05-20 17 30 00) 革命のリンver・・だと?! ちょっと秋葉原のとらのあな逝って来る -- 名無しさん (2009-05-24 19 14 29) 4番の「エキストラ」にハマってしまった(゚Д゚)!!ニコではないよね? -- 名無しさん (2009-07-08 12 32 17) あっ革命のリンver.はいいかも・・・・・夏コミで買おうw -- 名無しさん (2009-08-03 16 59 12) 「エキストラ」の本家(花束P、ミクVer)はsm4629491だよね -- 名無しさん (2013-03-11 00 01 24) リンver革命が素敵すぎる・・・・!!!! -- 名無しさん (2014-11-08 12 54 42) Transmit RealEdition素敵だった。 -- 名無しさん (2016-06-17 23 07 45) 名前 コメント
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作成中 協力者募集中 Osiris New Dawnは、地球外の惑星を舞台にしたサンドボックス型のサバイバルゲーム。 光速に近い”fold engine”の発見により、人類がグリーゼ581系への遠征任務が可能となった2046年。プレイヤーは居住できる可能性を秘めた惑星を研究するため、U.N.E(United Nations of Earth)から送られた第2のコロニー作成チームの一員として、緊急着陸先の惑星でのサバイバルに挑む。 Launch Trailer 最新アップデート ver.1.096 システム要件 最低 OS Windows 7 | 64-bit OS プロセッサー Intel i5 | 3.2GHz メモリー 4 GB RAM グラフィック Nvidia GeForce GTX 680 ストレージ 5 GB 利用可能 推奨 OS Windows 10 | 64-bit OS プロセッサー Intel i7 メモリー 16 GB RAM グラフィック Nvidia GeForce GTX 980 ストレージ 5 GB 利用可能
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【評価】鬱~まぁまぁ 【ブランド】OSMOSIS 【金額】10K 【購入場所】PARCO 【中身】 ○モッズコート かわいいけどライナーとかついてないので今の時期はまだ寒いかも ○半そでカットソー シンプルなので重ね着などで使えそう ×タンクトップワンピ? 白で薄いカットソー素材 変なデザインで着方がわからない △デニムサロペット 悪くないけど自分にははけない ○ロングニットカーデ ベージュのボーダーでかわいい 薄手 ○ストール グレーで使えそう ○リング 葡萄の房みたいなリングで安っぽいけどかわいい ネタバレ見てから買いに行ったがネットのが自分好みだったようですorz こんなものかなとは思うけどこれで10Kは高い気がした 【評価】鬱~まぁまぁ 【ブランド】OSMOSIS 【金額】10K 【購入場所】PARCO 【中身】 ○モッズコート 普通に可愛い ×カーキの五部丈カットソーワンピ ペラペラ 全体に毛玉あり ゴミ箱行き ○ピンクベージュの半袖カットソー ペラペラ カタチは可愛い 着る ○黒色七部丈ワンピ ペラペラ 胸元の切り替えしやデザインがこっていて可愛い △カラースキニーデニム 紫色 最初微妙だと思ったが上の黒ワンピと合わせると可愛い ○モスグリーンのネックウォーマー 普通に可愛い ○カーキのニット帽 可愛い 帽子が欲しかったので良かった ×ベージュのラメ入りソックス 最初から伝線していた ゴミ箱行き 前にオズモのレポした人の言うとおり これで10Kは高い気がした 【評価】普通~欝 【ブランド】osmosis 【金額】 10000円 【購入場所】stylife 【中身】 ○カーキーのモッズコート:絶対入ってるもの 思ったより薄い ×カーキーのカーディガン:でかい、よれよれ、所々糸がほつれてる 部屋着決定 ×すけすけのチュニック?:めっちゃ透けてるネグリジェみたい ただでもいらない ×超幅広い黒のカットソー:ただでもry ○カーキーのミニワンピ:最初好みじゃないと思ったけど、着てみたら可愛かった ○グレーの靴下 ×ピアス:かわいいけど穴あけてないのでいらない ×手袋:すきま風が入りそうなデザイン ただry モッズコートで元は取れてるので文句はいえないにしても、 いらないものが多すぎるorz 【転載可】 -
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このテンプレはポリウト方式で作成されています。 こちらの役名一覧に和訳を記載して管理人までお知らせください。 Atto Primo Addio cielo fatto di onde piene di raggi di luna e di misteri!La Notte abbandona il cielo ; il suo lavoro vivificatore è finito ; uomini e cose hanno riposato e sognato ; essa cede il governo della vita al Giorno.Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa ; è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco, i primi albori che si diffondono rispecchiandosi in scintille adamantine entro a le rugiade sui fiori, sulle erbe ! Nel piccolo giardino di Iris, i fiori, come curiosi bimbi, levano i visi dalle chiomate corolle e guardano ad oriente. La casetta di Iris è ancora chiusa dentro alle sue stuoie colorate e ai suoi battenti di quercia.Il villaggio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti ; e il ruscello che lo divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi penetra, effonde nelle sue acque il riso o la lagrima de cielo.E l’aria si riempie di fulgori !E l’aria passa tra rami e fronde, tra fiori ed erbe, tra piante e case, e palpita !O Luce, anima del Mondo !Leggiere brume erranti fuggono ai venti ; e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell’azzurro, immobili come un gran mare calmo, già balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d’altri infiniti mondi esultanti alla vita ! Or discendono i raggi ; pallidi prima, poi rosei, caldi, vivi… è il Giorno ! L’aurora trionfa, le cose si disegnano rapide !Ecco la scena La allegra casetta di Iris ; il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore ; nettamente ora spiccano i pallidi e sottili bambou nel risalto del villaggio ; il ruscello canta gaio ed azzurro il ritornello che gli viene dalla canzone serena ed azzurra del cielo ; e laggiù, là, nell’estremo fondo, il Fousiyama, alto come la brama degli umani anelanti alla gran pace del silenzio !Il Fousiyama !Ultimo appare egli, fantastica visione ; ma sull’alta sua cervice, immacolata per eternità di neve, reca esso pel primo, alla vallea dove vive Iris, il riflesso del primo raggio del Sole. LA NOTTE I PRIMI ALBORI I FIORI L’AURORA ▼IL SOLE (CORO INVISIBILE)▲ Son Io ! Son Io la Vita ! Son la Beltà infinita, La Luce ed il Calor. Amate, o Cose ! dico Sono il Dio novo e antico, Son l’Amor ! Amate ! Per me gli augeli han canti, I fior profumi e incanti, Profumi i fior, L’albe il color di rose, E palpiti le cose. Per me han profumi E incanti i fior. ▼IL SOLE APPARE▲ Dei Mondi Io la Cagione ; Dei Cieli Io la Ragione ! Uguale Io scendo ai Re, Sì come a te, mousmè !(ecc.) Pietà è l’essenza mia, Eterna Poesia, Amor ! ▼IL GIORNO SPUNTA▲ Calore, Luce, Amor ! Amor ! ▼IRIS▲ (sul limitare della casa) Ho fatto un triste sogno pauroso, Un sogno tutto pieno di draghi, mostri, Volanti chimere E di striscianti cólubri. (Scende lentamente nel piccolo giardino.) S’era malata la mia amica bambola, Ond’io, tutta piangente, L’avea posta in giardino a riposare Entro un cespo di rose. Intorno a lei tacea Tutto il giardino ; Non più canti di gigli, Canzoni di gardenie e porporine Nè voli di libellule ; Avevo detto ai fior “Tacete, o fiori ! Malata è la mia bambola !” Quand’ecco in ciel Vol di bianche cicogne Fuggire spaventate ! Guardo ! Pieno è il giardin di mostri orribili Che la mia bimba insidiano ! Accorro a sua difesa ! Prego ! Lagrimo ! “Lasciatemi l’amica !” Ma una fenice spiega in ruote E in giri fantastici la coda Che come serpe avvinghia la piccina, Allarga l’ali… e fugge ! (alzando le braccia verso il cielo) Ma, Sol, Tu vieni ed il sogno è bugìa… Guarita è la piccina, la piccina ! (Corre entro la casa, vi prende una bambola, poi rapidamente tornando sul limitare della casa, alza verso il sole la sua bambola, e con grazia le agita le manine, a guisa di saluto.) Vieni e saluta il Sole ! ▼IL CIECO▲ (dall’interno) Con chi parli ? ▼IRIS▲ (volgendosi verso l’interno) O padre mio, col Sole ! (Depone la bambola su un vaso di fiori ed entra nella casa.)(Già da tempo Osaka e Kyoto si sono veduti spiare il luogo, nascosti dietro il gruppo di bambou. Cautamente si sono avanzati lungo la siepe, finché Osaka ha scorto Iris nel momento in cui essa entra nella casa. Osaka la indica a Kyoto.) ▼OSAKA▲ È lei ! è lei ! ▼KYOTO▲ È la figlia del cieco. ▼OSAKA▲ La voglio ! ▼KYOTO▲ Tu l’avrai ! ▼OSAKA▲ Non farle male ! ▼KYOTO▲ Non sciupo la mia merce ! ▼OSAKA▲ Che se ! Bada ! ▼KYOTO▲ Son noto al Yoshiwara ! Non temere ! ▼OSAKA▲ Sta ben ! ▼KYOTO▲ Soltanto ho d’uopo di tua voce Alla trama ch’io medito sottile, Pieghevol come salce è la tua voce. ▼OSAKA▲ È ver ; ho voce acuta ; Imita il suono, Il bisbigliar d’augelli, Il chiacchierare d’irrequiete fanciulle. La mia voce vibra nell’aria, Desta gli echi ai monti E vola alta nel ciel Come cicogna o falco. ▼KYOTO▲ Essa m’occorre ! ▼OSAKA▲ E la fanciulla ? ▼KYOTO▲ Supponi ch’essa già sia cosa tua. Andiamo a prepararci un viso ! ▼OSAKA▲ Andiamo ! ▼KYOTO▲ Prudenza vuol così ! Ignoti e cáuti ! ▼OSAKA▲ Cáuti ? Ignoti ? ▼KYOTO▲ Sì ! ▼OSAKA▲ Già mi diverto e godo già ! (S’avviano verso il fondo della scena.) ▼OSAKA E KYOTO▲ La vita è così bella. (Passano il ponte e scompaiono.)(Suo limitare della casa appare il Cieco, che la figlia Iris guida amorosamente scendono nel giardino.) ▼IL CIECO▲ Voglio posare ove è più caldo il sole ! ▼IRIS▲ (Fa sedere il padre su di un piccolo sgabello.) Qui, padre. ▼IL CIECO▲ Sì… Oh, il buon raggio ! M’avviva ! Or dammi il mio rosario. Vuò pregare ! ▼IRIS▲ (porgendo al padre il rosario) Ecco il rosario ! ▼IL CIECO▲ E tu hai pregato ? ▼IRIS▲ Sì ! Innaffierò i miei fiori, intanto. (Iris si aggira pel piccolo giardino, innaffiando i fiori ; ammirandone alcuno, coglie un crisantemo e se lo pone fra i capelli.) ▼IL CIECO▲ Io prego. (Il cieco prega silenziosamente, immobile, movendo sola le dita per fare scorrere le grana del rosario.)(Dal villaggio si avanza un gruppo di mousmè ; portano a braccio, o sul capo, delle ceste di giunchi. Sono giovani lavandaje che vengono a lavare nel ruscello bianchi lini e variotinte mussoline.) ▼LE MOUSMÈ▲ (avviandosi al ruscello) Al rio ! Al rio ! È il plenilunio ! Al rio ! (Si dispongono in vari e pittoreschi gruppi per cominciare il lavoro.) L’acqua è limpida e tiepida ! Sciuga il bucato al sole E la lavanda è in fiore ; È il plenilunio ! Fra loti ed iridi, Felci e ninfee E nenufari gelsominee Scorre la rapida onda fuggente ; Carezza il piè delle mousmè, Viene il suo bacio dalla sorgente ! Bacio di rio, bacio di Dio ! (torcendo i lini) Contorci e attorta ! Acqua corrente Da lungi porta cento profumi ; L’odor del muschio colto dall’onde Fra zolle e dumi di cento sponde ! (Le mousmè scendono nel ruscello a lavare.) ▼IRIS▲ (occupandosi dei fiori del suo piccolo giardino) In pure stille, gaie scintille Scende la vita ! L’acqua s’effonde per vie profonde. Bevi la vita, Alga cerulea ! Tu, margherita, leva il candore Della tua chioma ! O cilestrino fiore di mey, Neve odorante, tu, gelsomino ; E tu, olezzante fiore di amoma ! La varia chioma leva, o coriando, Fiore di monte ! ▼IL CIECO▲ Tu mi hai tolto la vista Ma io vedo la Tua Grandezza ; La tua Grandezza io la sento ; Essa parla all’anima mia ! La bellezza della Vita creata da Te Mi penetra col Sole Nella mia vecchia persona ! Tu sei Grande e Buono ! La Vita è pur tuttavia Sempre un cammino faticoso, Ma è aggradevole se io Penso che conduce a Nirvana ! (Le mousmè si raggruppano di nuovo sulla riva.) ▼LE MOUSMÈ▲ …Fra zolle e dumi Di cento sponde. ▼IL CIECO▲ Io cammino anelando alla mèta ! ▼IRIS▲ In pure stille, Vive scintille L’acqua penetra Fra pietra e pietra E all’appassita radice ascosa Dona la forza, dona la vita ! ▼IL CIECO▲ Tu mi hai tolto la vista, Ma mi hai dato quella Degli occhi d’Iris ; Mi hai dato un Genio Buono e gentile ; Non son solo ! Io dico la Tua Grandezza ! ▼LE MOUSMÈ▲ (torcendo ancora i lini) Contorci… ▼IRIS▲ Ristora ! ▼LE MOUSMÈ▲ …e attorta ! ▼IRIS▲ Irrora ! ▼LE MOUSMÈ▲ Ha raggi il sole ; Ha timi il prato, Il lino candido Biancheggia ed ole. ▼IRIS▲ Thea odorosa, fiore divino, Gardenia, rosa, vita bevete ! Bevete, fiore, mente, verbene, E olezzi é balsami pel mio giardino, Fiore, espandete ! O fior ! ▼LE MOUSMÈ▲ Ha raggi il sol ! (Suoni lontani di striduli sàmisen, di gongs e di tamburelli ; Iris e le mousmè guardano con sorpresa verso la strada che conduce al ponte.) ▼IRIS▲ Giù per la via ne viene un gaio suono ! ▼LE MOUSMÈ▲ (ascoltando ansiose) Son sàmisen, tamburi e risonanti Cymbali e gongs ! ▼IL CIECO▲ (ad Iris) Lontano ? ▼IRIS▲ S’avvicina ! ▼IL CIECO▲ Iris, chi son ? Le vedi ? Guarda ! ▼IRIS▲ (Si avvicina alla siepe, guardando verso il fondo.) Guardo ! ▼LE MOUSMÈ▲ Son commedianti ! Sono guèchas ! Vengono ! ▼IRIS▲ Oh, padre… ▼IL CIECO▲ Di’ ! ▼IRIS▲ È il Teatro dei Pupi ! ▼IL CIECO▲ Stammi presso, fanciulla ! ▼IRIS▲ Sto alla siepe ! ▼IL CIECO▲ Sono vagabondi ! ▼IRIS▲ Obbedirò ! (Torna presso il padre e lo rassicura.) ▼LE MOUSMÈ▲ Ritardiamo il ritorno ? (Osaka e Kyoto, entrambi camuffati da istrioni girovaghi, sbucano dal fondo con un codazzo di suonatori, guèchas e samouraïs, al suono di sàmisen, gongs, tamburelli le mousmè corrono incontro curiose, e battono festosamente le mani nel vedere che si tratta d’una rappresentazione di Pupi ; Osaka e Kyoto scendono dal ponte, seguiti dalla loro compagnia ; le mousmè curiose, fanno cerchio ; mentre ad un cenno di Kyoto alcuni degli istrioni piantano il Teatro dei Pupi.) Rimaniamo ! Col bucato più tardi torneremo ! Ecco le guèchas ! Tutte a veli… È numerosa assai la compagnia ! Veh ! quattro guèchas ! Sono due gli attori ! Son quattro i suonatori ! Eccoli ! Vengono ! Eccoli ! Vengono ! ▼IRIS▲ (Attratta dalla curiosità, si pone ad osservare dietro la siepe.) (Dietro alle biancospine mi metto !) ▼KYOTO▲ (rivolto alle mousmè pur tenendo d’occhio Iris che si è avvicinata alla siepe del suo giardino, guardando ansiosamente) Io son Danjuro Il padre dei Fantocci Che nelle mie commedie Faccio sposi alle gentili bambole ! (rivolto ai suonatori) Olà, musica ! Mousmè, tenete pupe da marito ? ▼LE MOUSMÈ▲ Sì che ne abbiamo ; E sono buone e belle ! ▼IRIS▲ (Come la mia, no… Non ve n’ha ; sto certa !) ▼LE MOUSMÈ▲ È un Teatro di lusso ! ▼IL CIECO▲ (chiamando) Iris ! ▼IRIS▲ (al padre) Sto qua ! ▼KYOTO▲ Ora daremo rappresentazione ! Udrete i Pupi miei dir tante cose… Tutte maravigliose e dotte assai ! Parlar udrete Jor, (accentando e sorvegliando sempre Iris) Figlio del Sole e Dhia, (In questo frattempo il Teatro sarà stato montato ; ai suo lati due paraventi.) La bella figlia sventurata, Ma più non voglio dir… Udrete, e basta ! Ehi, musica ! (Ai suonatori, mentre fa cenno alle mousmè di far silenzio, e di far largo. In pari tempo distribuisce i Pupi ad alcuni del suo seguito, e parla sottovoce ad Osaka. Durante gli ultimi preparativi le mousmè seguono gionocchioni, facendo cerchio intorno al Teatrino.) Preparerò la scena ! ▼LE MOUSMÈ▲ Poniamci tutte intorno. ▼KYOTO▲ (Osaka, attento !) ▼OSAKA▲ (Non dei temer !) ▼KYOTO▲ (La parte ?) ▼OSAKA▲ (Io la ricordo, E non ne fallo un ette !) (I suonatori si mettono accosciati a terra davanti al Teatrino.) ▼KYOTO▲ (E la piccina ?) (Mentre continua a parlare con Osaka, colloca dietro i paraventi la guècha cantatrice, e le tre guèchas danzatrici.) ▼OSAKA▲ (Guarda… con occhi larghi Come foglie di loto e di nelumbo ! Sta alla siepe !) ▼KYOTO▲ (Vedrai, ne la trarremo ! Ora l’adesco ! È la curiosità infallibil àmo !) (Osaka e Kyoto si collocano dietro il paravento a destra del Teatrino da dove possono spiare i movimenti d’Iris, pure eseguendo le loro rispettive parti.) ▼LE MOUSMÈ▲ Facciam silenzio ! Già danno principio ! (Rimangono silenziose e attente.)(Si alza il sipario del Teatrino, e Kyoto fa cenno d’introdurre in scena Dhia.) LA RAPPRESENTAZIONE ▼DHIA (UNA GUÈCHA)▲ Misera ! Ognor qui sola ! Unque mai mi consola ! Morte rapì mia madre ! Ridotta è mia famiglia A un collerico padre Che non ama la figlia ! Ho vesti brutte e lacere, Scarne braccia e sottili, Gote pallide e grame ; Son malata ed ho fame E sono le mie lacrime Mie gemme e miei monili ! Chi ascolta i miei dolori ? Non ho amiche né fiore ! ▼OSAKA▲ (sottovoce alla guècha) (Brava !) ▼KYOTO▲ (Attrice valente !) ▼LE MOUSMÈ▲ (Fanno i loro commenti.) Come forza le lacrime, La povera fanciulla ! Davvero fa pietà ! ▼OSAKA▲ (indicando le mousmè) (Vè come stanno attente !) ▼LE MOUSMÈ▲ (chiamando Iris) Iris, vientene qua ; Di là tu vedi nulla ! (Kyoto, imitando la voce rauca di un vecchio catarroso, fa le più strane grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l’idea dell’avvicinarsi del vecchio, iracondo ed inumano genitore.) ▼IRIS▲ (alle mousmè) Vedo ! Qui resto ; grazie ! ▼DHIA▲ Ah, mio padre ! Lo sento ! ▼LE MOUSMÈ▲ Ecco il padre ! (Apparisce sul teatrino il pupo Padre ; le mousmè fanno segni di spavento e di meraviglia.) ▼DHIA▲ Tremo dallo spavento ! ▼LE MOUSMÈ▲ Che ceffo ! Me lo sogno stanotte ! ▼IL PADRE (KYOTO)▲ (con voce terribile) Ah, sciagurata putta ! Sono stanco di mantenermi Questa sciocca vana, Inutil, neghittosa, scioperata ! ▼DHIA▲ Ah, padre mio ! ▼IL PADRE▲ Preparati ! Io ti vendo Al gran mercato di Simonosaky ! ▼DHIA▲ No, padre, no, non vendermi ! ▼IL PADRE▲ Preparati ! ▼OSAKA▲ (La piccina si muove ! Forza al dialogo !) (Iris commuove, e con gesti concitati segue la svolgersi del dramma.) ▼DHIA▲ (Cade ai piede del pupo Padre) Per la luce del sole e delle stelle, Tienmi ancora con te ! Che vuoi ch’io faccia ? ▼OSAKA▲ (indicando Iris) (Ha gli occhi rossi, rossi !) ▼IL CIECO▲ (chiamando la figlia) Iris ! ▼IRIS▲ Sto qua ! ▼IL PADRE▲ Al gran mercato di Simonosaky Tu troverai padrone ! Io sono stanco d’averti qui con me ! Tu mangi troppo e non mi rendi nulla. Ond’io ti vendo ! ▼LE MOUSMÈ▲ (Impressionate da tante crudeltà, sono furenti contro il pupo Padre.) Vecchio lercio ! Furfante ! Musa da vecchia arpia ! ▼DHIA▲ (con grido straziante e disperato) Uccidimi, piuttosto ! ▼IL PADRE▲ Basta ! Ho detto ! (Se ne va.) ▼LE MOUSMÈ▲ È sordo alle sue tante Lacrime disperate ! (urlando, e minacciando coi pugni il padre tiranno, mentre questi se ne va) Pigliamolo a sassate ! Orco ! Vampiro ! Via ! ▼OSAKA▲ (Si scalda il nostro pubblico !) ▼KYOTO▲ (È in furore !) ▼DHIA▲ Morire ! Sì… Finire ! ▼OSAKA▲ (Quasi, quasi t’uccidono Davvero il pupo Padre !) ▼IRIS▲ Oh, la istoria pietosa ! Mi par che dentro al core Mano mi prema e tocchi ! M’offende un gran dolore Che mi rende affannosa ! ▼DHIA▲ Deh, prendimi con te, Genio del Bene ! Portami teco Dove non si soffre ! ▼IRIS▲ Come è triste il suo canto ! Ho volontà di pianto nell’anima… E negli occhi ! ▼KYOTO▲ (ad Osaka) (Or tocca a te ! Dolcissimo !) ▼OSAKA▲ (Dolcissimo !) ▼JOR, FIGLIO DEL SOLE (OSAKA)▲ Apri la tua finestra ! Jor son io Che vengo al tuo chiamar, Povera Dhia ! Apri la tua finestra Al raggio mio ! Apri il tuo cor A mia calda malìa ! Jor ha ascoltata, o Dhia, La tua preghiera ! Apri l’anima tua, Fanciulla, al Sole ! Apri l’anima tua alle mie parole ! Apri il tuo cuore a me, Fanciulla, e spera ! Tu vuoi morir ? Morire io ti farò Ma ti farò morir dal Sol baciata, Poscia al paese eterno ti trarrò… Ove, o fanciulla, Tu sarai amata ! ▼KYOTO▲ (vedendo l’impressione che la voce di Jor ha fatto sull’animo d’Iris) (È questa poesia gran ciurmatrice ! Due motti, due bisticci Ch’uno dice E una fanciulla inconscia come questa… Vi si sdilinque e vi perde la testa.) (Poco a poco una finestra del Teatrino si illumina, poi si apre e si scorge il Pupo d’Jor, figlio del Sole Dhia s’inginocchia innanzi a lui. Iris, quasi affascinata da tale spettacolo, abbandona la siepe del suo giardino e si accosta al Teatro.) ▼IRIS▲ De’ sogni il triste verde Disvanisce e si perde ! Quali i vani bagliori D’erranti, misteriose Lucciole luminose Se ne vanno i dolori ! ▼KYOTO▲ (alle danzatrici) (Or, guèchas, Quando termina il duetto, danzate e Fate… senza dar sospetto !) ▼DHIA▲ Io muoio ! Prendimi ! Tua m’abbandono ! Portami al mondo eterno della Luce ! Salgo a Nirvana ! È Jor che mi conduce ! Jor, son tua ! A te tutta mi dono ! ▼IRIS▲ (a Dhia) No, tu non muori, Dhia ! Tu ascendi alle alte nuvole Di rose e di viole ! Con Jor tu ascendi, o bambola, Al paese del Sole E della Poesia ! ▼JOR▲ Or muori, dunque ! (Dhia cade stecchita, mentre Jor invoca sulla morta pupa le danze celesti.) Danzatrice alate, intorno a lei Che a me ne vien, danzate ! (a Dhia) Ti coprirò di zaffiri e topazi ! Vieni agli amori Degli eterni spazi ! (Con gran stupore del pubblico, Jor avvinghia Dhia, e così abbracciati si vedono i due pupi innalzarsi lentamente per salire al… Nirvana, mentre cala il sipario del Teatriono ; in pari tempo le tre guèchas mascherate si collocano innanzi, pronte alla danza.) LA BELLEZZA LA MORTE IL VAMPIRE (Durante le danze, Kyoto gira intorno, e così riesce scaltramente a distrarre l’attenzione, mentre le tre guèchas danzatrici circondano Iris, la quale rimane ad un tratto isolata dal gruppo delle mousmè al posto più avanti.)(Con vorticosi giri e con voli dei loro veli le tre danzatrici riescono a nascondere Iris, la quale ingenuamente ammira.)(I samouraïs rapidi s’impossessano della fanciulla una mano sulla bocca le strozza un grido !) ▼IRIS▲ Ah ! (Le tre guèchas continuano la danza, avvicinandosi di nuovo al gruppo delle mousmè coi larghi giri dei loro veli impediscono alle spettatrici di vedere i samouraïs che trasportano Iris completamente inanimata verso la città.)(Le guèchas formano un gruppo bizzarro.) ▼KYOTO▲ (che ha tutto sorvegliato, visto il colpo riuscito, si congeda dall’udienza. Intanto, ripiegato il Teatrino, i paraventi, rinchiusi i pupi, la comitiva degli istrioni è pronta ad andarsene.) Grazie, mousmè ! A rivederci ! Musica ! ▼LE MOUSMÈ▲ (Si alzano in piedi per andarsene.) Andiamo ! è tardi ! È tardi ! Andiamo ! (S’avviano verso il villaggio.) ▼KYOTO▲ (ad Osaka, facendogli cenno d’avviarsi colla comitiva verso la città) (Or lascio questo scritto E del denaro al Cieco, E il colpo è fatto !) ▼OSAKA▲ (Il colpo è fatto !) (Partono tutti ripassando il ponte. Kyoto corre entro il giardino d’Iris ; rapidamente depone sulla soglia della casetta un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès, proprio presso al Cieco e con tanta abilità da non risvegliarne il sensibilissimo udito, poi raggiunge correndo la comitiva che si allontana.) ▼IL CIECO▲ Questo dramma è menzogna tutto ! tutto ! Malvagio in testo e talento malvagio ! (credendo Iris sempre presente) Iris, tu che ne dici ? Non rispondi ? Comprendo ; sei commossa ! (Sorride bonariamente, credendo sempre di parlare ad Iris.) No ; non credervi ! Tu sei sì buona che ogni pianto Breccia fa nel tuo cuore ! (stendendo il tremulo braccio) Andiamo ; dammi il braccio ! Perché non credo Ai gemiti di Dhia ? (Sorride ancora.) Ebben… vi credo ! (Stende ancora il braccio.) Vieni ! Dammi il braccio ! Una carezza al vecchio Cieci ! Iris ! Ancora non rispondi ! Iris ! Iris ! Iris ! Mia figlia ! (Si alza barcollante, cerca intorno a se, incespica, cade.) Vita ! Non ci sei più ! (alcuni merciaiuoli ambulanti che passano per andare alla città, udendo le grida strazianti del Cieco, entrano nel giardino, e lo rialzano compassionevoli.) ▼IL CIECO▲ Iris ! Mia Iris ! Iris ! ▼I MERCIAIUOLI▲ Cieco, A che gridi disperatamente ? ▼IL CIECO▲ Iris ! Mia figlia ! In casa ! Là ! Cercatela ! (Alcuni merciaiuoli entrano nella casa, ed appariscono poi alla finestra spalancata.) ▼ALCUNI MERCIAIUOLI▲ (alla finestra) È vuota la tua casa ! Iris non c’è ! ▼IL CIECO▲ Chiamatela a gran gridi ! Per pietà ! ▼ALCUNI MERCIAIUOLI▲ Iris ! (Ascoltano.) Iris ! (Ascoltano ancora.) Neppur l’eco risponde ! ▼IL CIECO▲ La mia Vita ! Pupilla de’ miei occhi ! (Tornano dalla casa ; uno dei merciaiuoli, nell’uscire, vede e raccoglie il foglio e il denaro lasciato da Kyoto sulla soglia.) La figlia mia ! Così buona ! ▼UN MERCIAIUOLO▲ Tu la piangi ? Non piangerla ! ▼IL CIECO▲ Che dici ? Ohimè, che dici ? ▼IL MERCIAIUOLO▲ Qui sulla soglia T’ha lasciato un foglio (mostrando foglio e denaro ai compagni) E del denaro ! ▼IL CIECO▲ Iris ? ▼ALCUNI MERCIAIUOLI▲ È al Yoshiwara ! (Il Cieco tocca e ritocca, uscendo in gridi soffocati, il foglio e il denaro.)(L’ira, il dolore, rendono il Cieco come pazzo, ed allontanando con violenza alcuni fra i merciaiuoli che gli stanno vicini vorrebbe correre da solo verso la città ; ma incespica e cade. I merciaiuoli si affrettano a rialzare il Cieco, il quale prorompe in dirotto pianto.) ▼IL CIECO▲ (Piangendo, si rivolge ai merciaiuoli, che sono invasi da un gran senso di pietà.) La casa ! Il mio giardino ! Quel che tengo a chi di voi Mi guida al Yoshiwara ! Or voglio là… Là schiaffeggiarla! Voglio sputarle in volto, voglio… E maledirla ! Iris ! Mia vita ! (Le lagrime gli troncano le parole ; quasi vergognoso di quell’affetto che gli trabocca dall’anima, esclama minaccioso) E poscia… e poscia… e poscia… (Pietosamente i merciaiuoli lo sorreggono e lo accompagnano barcollante, inebetito, quasi fantasma, verso la città.) Atto Primo Addio cielo fatto di onde piene di raggi di luna e di misteri!La Notte abbandona il cielo ; il suo lavoro vivificatore è finito ; uomini e cose hanno riposato e sognato ; essa cede il governo della vita al Giorno.Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa ; è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco, i primi albori che si diffondono rispecchiandosi in scintille adamantine entro a le rugiade sui fiori, sulle erbe! Nel piccolo giardino di Iris, i fiori, come curiosi bimbi, levano i visi dalle chiomate corolle e guardano ad oriente. La casetta di Iris è ancora chiusa dentro alle sue stuoie colorate e ai suoi battenti di quercia.Il villaggio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti ; e il ruscello che lo divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi penetra, effonde nelle sue acque il riso o la lagrima de cielo.E l’aria si riempie di fulgori!E l’aria passa tra rami e fronde, tra fiori ed erbe, tra piante e case, e palpita!O Luce, anima del Mondo!Leggiere brume erranti fuggono ai venti ; e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell’azzurro, immobili come un gran mare calmo, già balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d’altri infiniti mondi esultanti alla vita! Or discendono i raggi ; pallidi prima, poi rosei, caldi, vivi… è il Giorno! L’aurora trionfa, le cose si disegnano rapide!Ecco la scena La allegra casetta di Iris ; il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore ; nettamente ora spiccano i pallidi e sottili bambou nel risalto del villaggio ; il ruscello canta gaio ed azzurro il ritornello che gli viene dalla canzone serena ed azzurra del cielo ; e laggiù, là, nell’estremo fondo, il Fousiyama, alto come la brama degli umani anelanti alla gran pace del silenzio!Il Fousiyama!Ultimo appare egli, fantastica visione ; ma sull’alta sua cervice, immacolata per eternità di neve, reca esso pel primo, alla vallea dove vive Iris, il riflesso del primo raggio del Sole. LA NOTTE I PRIMI ALBORI I FIORI L’AURORA IL SOLE (CORO INVISIBILE) Son Io! Son Io la Vita! Son la Beltà infinita, La Luce ed il Calor. Amate, o Cose! dico Sono il Dio novo e antico, Son l’Amor! Amate! Per me gli augeli han canti, I fior profumi e incanti, Profumi i fior, L’albe il color di rose, E palpiti le cose. Per me han profumi E incanti i fior. IL SOLE APPARE Dei Mondi Io la Cagione ; Dei Cieli Io la Ragione! Uguale Io scendo ai Re, Sì come a te, mousmè! ecc. Pietà è l’essenza mia, Eterna Poesia, Amor! IL GIORNO SPUNTA Calore, Luce, Amor! Amor! IRIS (sul limitare della casa) Ho fatto un triste sogno pauroso, Un sogno tutto pieno di draghi, mostri, Volanti chimere E di striscianti cólubri. (Scende lentamente nel piccolo giardino.) S’era malata la mia amica bambola, Ond’io, tutta piangente, L’avea posta in giardino a riposare Entro un cespo di rose. Intorno a lei tacea Tutto il giardino ; Non più canti di gigli, Canzoni di gardenie e porporine Nè voli di libellule ; Avevo detto ai fior “Tacete, o fiori! Malata è la mia bambola!” Quand’ecco in ciel Vol di bianche cicogne Fuggire spaventate! Guardo! Pieno è il giardin di mostri orribili Che la mia bimba insidiano! Accorro a sua difesa! Prego! Lagrimo! “Lasciatemi l’amica!” Ma una fenice spiega in ruote E in giri fantastici la coda Che come serpe avvinghia la piccina, Allarga l’ali… e fugge! (alzando le braccia verso il cielo) Ma, Sol, Tu vieni ed il sogno è bugìa… Guarita è la piccina, la piccina! (Corre entro la casa, vi prende una bambola, poi rapidamente tornando sul limitare della casa, alza verso il sole la sua bambola, e con grazia le agita le manine, a guisa di saluto.) Vieni e saluta il Sole! IL CIECO (dall’interno) Con chi parli? IRIS (volgendosi verso l’interno) O padre mio, col Sole! (Depone la bambola su un vaso di fiori ed entra nella casa.)(Già da tempo Osaka e Kyoto si sono veduti spiare il luogo, nascosti dietro il gruppo di bambou. Cautamente si sono avanzati lungo la siepe, finché Osaka ha scorto Iris nel momento in cui essa entra nella casa. Osaka la indica a Kyoto.) OSAKA È lei! è lei! KYOTO È la figlia del cieco. OSAKA La voglio! KYOTO Tu l’avrai! OSAKA Non farle male! KYOTO Non sciupo la mia merce! OSAKA Che se! Bada! KYOTO Son noto al Yoshiwara! Non temere! OSAKA Sta ben! KYOTO Soltanto ho d’uopo di tua voce Alla trama ch’io medito sottile, Pieghevol come salce è la tua voce. OSAKA È ver ; ho voce acuta ; Imita il suono, Il bisbigliar d’augelli, Il chiacchierare d’irrequiete fanciulle. La mia voce vibra nell’aria, Desta gli echi ai monti E vola alta nel ciel Come cicogna o falco. KYOTO Essa m’occorre! OSAKA E la fanciulla? KYOTO Supponi ch’essa già sia cosa tua. Andiamo a prepararci un viso! OSAKA Andiamo! KYOTO Prudenza vuol così! Ignoti e cáuti! OSAKA Cáuti? Ignoti? KYOTO Sì! OSAKA Già mi diverto e godo già! (S’avviano verso il fondo della scena.) OSAKA E KYOTO La vita è così bella. (Passano il ponte e scompaiono.)(Suo limitare della casa appare il Cieco, che la figlia Iris guida amorosamente scendono nel giardino.) IL CIECO Voglio posare ove è più caldo il sole! IRIS (Fa sedere il padre su di un piccolo sgabello.) Qui, padre. IL CIECO Sì… Oh, il buon raggio! M’avviva! Or dammi il mio rosario. Vuò pregare! IRIS (porgendo al padre il rosario) Ecco il rosario! IL CIECO E tu hai pregato? IRIS Sì! Innaffierò i miei fiori, intanto. (Iris si aggira pel piccolo giardino, innaffiando i fiori ; ammirandone alcuno, coglie un crisantemo e se lo pone fra i capelli.) IL CIECO Io prego. (Il cieco prega silenziosamente, immobile, movendo sola le dita per fare scorrere le grana del rosario.)(Dal villaggio si avanza un gruppo di mousmè ; portano a braccio, o sul capo, delle ceste di giunchi. Sono giovani lavandaje che vengono a lavare nel ruscello bianchi lini e variotinte mussoline.) LE MOUSMÈ (avviandosi al ruscello) Al rio! Al rio! È il plenilunio! Al rio! (Si dispongono in vari e pittoreschi gruppi per cominciare il lavoro.) L’acqua è limpida e tiepida! Sciuga il bucato al sole E la lavanda è in fiore ; È il plenilunio! Fra loti ed iridi, Felci e ninfee E nenufari gelsominee Scorre la rapida onda fuggente ; Carezza il piè delle mousmè, Viene il suo bacio dalla sorgente! Bacio di rio, bacio di Dio! (torcendo i lini) Contorci e attorta! Acqua corrente Da lungi porta cento profumi ; L’odor del muschio colto dall’onde Fra zolle e dumi di cento sponde! (Le mousmè scendono nel ruscello a lavare.) IRIS (occupandosi dei fiori del suo piccolo giardino) In pure stille, gaie scintille Scende la vita! L’acqua s’effonde per vie profonde. Bevi la vita, Alga cerulea! Tu, margherita, leva il candore Della tua chioma! O cilestrino fiore di mey, Neve odorante, tu, gelsomino ; E tu, olezzante fiore di amoma! La varia chioma leva, o coriando, Fiore di monte! IL CIECO Tu mi hai tolto la vista Ma io vedo la Tua Grandezza ; La tua Grandezza io la sento ; Essa parla all’anima mia! La bellezza della Vita creata da Te Mi penetra col Sole Nella mia vecchia persona! Tu sei Grande e Buono! La Vita è pur tuttavia Sempre un cammino faticoso, Ma è aggradevole se io Penso che conduce a Nirvana! (Le mousmè si raggruppano di nuovo sulla riva.) LE MOUSMÈ …Fra zolle e dumi Di cento sponde. IL CIECO Io cammino anelando alla mèta! IRIS In pure stille, Vive scintille L’acqua penetra Fra pietra e pietra E all’appassita radice ascosa Dona la forza, dona la vita! IL CIECO Tu mi hai tolto la vista, Ma mi hai dato quella Degli occhi d’Iris ; Mi hai dato un Genio Buono e gentile ; Non son solo! Io dico la Tua Grandezza! LE MOUSMÈ (torcendo ancora i lini) Contorci… IRIS Ristora! LE MOUSMÈ …e attorta! IRIS Irrora! LE MOUSMÈ Ha raggi il sole ; Ha timi il prato, Il lino candido Biancheggia ed ole. IRIS Thea odorosa, fiore divino, Gardenia, rosa, vita bevete! Bevete, fiore, mente, verbene, E olezzi é balsami pel mio giardino, Fiore, espandete! O fior! LE MOUSMÈ Ha raggi il sol! (Suoni lontani di striduli sàmisen, di gongs e di tamburelli ; Iris e le mousmè guardano con sorpresa verso la strada che conduce al ponte.) IRIS Giù per la via ne viene un gaio suono! LE MOUSMÈ (ascoltando ansiose) Son sàmisen, tamburi e risonanti Cymbali e gongs! IL CIECO (ad Iris) Lontano? IRIS S’avvicina! IL CIECO Iris, chi son? Le vedi? Guarda! IRIS (Si avvicina alla siepe, guardando verso il fondo.) Guardo! LE MOUSMÈ Son commedianti! Sono guèchas! Vengono! IRIS Oh, padre… IL CIECO Di’! IRIS È il Teatro dei Pupi! IL CIECO Stammi presso, fanciulla! IRIS Sto alla siepe! IL CIECO Sono vagabondi! IRIS Obbedirò! (Torna presso il padre e lo rassicura.) LE MOUSMÈ Ritardiamo il ritorno? (Osaka e Kyoto, entrambi camuffati da istrioni girovaghi, sbucano dal fondo con un codazzo di suonatori, guèchas e samouraïs, al suono di sàmisen, gongs, tamburelli le mousmè corrono incontro curiose, e battono festosamente le mani nel vedere che si tratta d’una rappresentazione di Pupi ; Osaka e Kyoto scendono dal ponte, seguiti dalla loro compagnia ; le mousmè curiose, fanno cerchio ; mentre ad un cenno di Kyoto alcuni degli istrioni piantano il Teatro dei Pupi.) Rimaniamo! Col bucato più tardi torneremo! Ecco le guèchas! Tutte a veli… È numerosa assai la compagnia! Veh! quattro guèchas! Sono due gli attori! Son quattro i suonatori! Eccoli! Vengono! Eccoli! Vengono! IRIS (Attratta dalla curiosità, si pone ad osservare dietro la siepe.) (Dietro alle biancospine mi metto!) KYOTO (rivolto alle mousmè pur tenendo d’occhio Iris che si è avvicinata alla siepe del suo giardino, guardando ansiosamente) Io son Danjuro Il padre dei Fantocci Che nelle mie commedie Faccio sposi alle gentili bambole! (rivolto ai suonatori) Olà, musica! Mousmè, tenete pupe da marito? LE MOUSMÈ Sì che ne abbiamo ; E sono buone e belle! IRIS (Come la mia, no… Non ve n’ha ; sto certa!) LE MOUSMÈ È un Teatro di lusso! IL CIECO (chiamando) Iris! IRIS (al padre) Sto qua! KYOTO Ora daremo rappresentazione! Udrete i Pupi miei dir tante cose… Tutte maravigliose e dotte assai! Parlar udrete Jor, (accentando e sorvegliando sempre Iris) Figlio del Sole e Dhia, (In questo frattempo il Teatro sarà stato montato ; ai suo lati due paraventi.) La bella figlia sventurata, Ma più non voglio dir… Udrete, e basta! Ehi, musica! (Ai suonatori, mentre fa cenno alle mousmè di far silenzio, e di far largo. In pari tempo distribuisce i Pupi ad alcuni del suo seguito, e parla sottovoce ad Osaka. Durante gli ultimi preparativi le mousmè seguono gionocchioni, facendo cerchio intorno al Teatrino.) Preparerò la scena! LE MOUSMÈ Poniamci tutte intorno. KYOTO (Osaka, attento!) OSAKA (Non dei temer!) KYOTO (La parte?) OSAKA (Io la ricordo, E non ne fallo un ette!) (I suonatori si mettono accosciati a terra davanti al Teatrino.) KYOTO (E la piccina?) (Mentre continua a parlare con Osaka, colloca dietro i paraventi la guècha cantatrice, e le tre guèchas danzatrici.) OSAKA (Guarda… con occhi larghi Come foglie di loto e di nelumbo! Sta alla siepe!) KYOTO (Vedrai, ne la trarremo! Ora l’adesco! È la curiosità infallibil àmo!) (Osaka e Kyoto si collocano dietro il paravento a destra del Teatrino da dove possono spiare i movimenti d’Iris, pure eseguendo le loro rispettive parti.) LE MOUSMÈ Facciam silenzio! Già danno principio! (Rimangono silenziose e attente.)(Si alza il sipario del Teatrino, e Kyoto fa cenno d’introdurre in scena Dhia.) LA RAPPRESENTAZIONE DHIA (UNA GUÈCHA) Misera! Ognor qui sola! Unque mai mi consola! Morte rapì mia madre! Ridotta è mia famiglia A un collerico padre Che non ama la figlia! Ho vesti brutte e lacere, Scarne braccia e sottili, Gote pallide e grame ; Son malata ed ho fame E sono le mie lacrime Mie gemme e miei monili! Chi ascolta i miei dolori? Non ho amiche né fiore! OSAKA (sottovoce alla guècha) (Brava!) KYOTO (Attrice valente!) LE MOUSMÈ (Fanno i loro commenti.) Come forza le lacrime, La povera fanciulla! Davvero fa pietà! OSAKA (indicando le mousmè) (Vè come stanno attente!) LE MOUSMÈ (chiamando Iris) Iris, vientene qua ; Di là tu vedi nulla! (Kyoto, imitando la voce rauca di un vecchio catarroso, fa le più strane grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l’idea dell’avvicinarsi del vecchio, iracondo ed inumano genitore.) IRIS (alle mousmè) Vedo! Qui resto ; grazie! DHIA Ah, mio padre! Lo sento! LE MOUSMÈ Ecco il padre! (Apparisce sul teatrino il pupo Padre ; le mousmè fanno segni di spavento e di meraviglia.) DHIA Tremo dallo spavento! LE MOUSMÈ Che ceffo! Me lo sogno stanotte! IL PADRE (KYOTO) (con voce terribile) Ah, sciagurata putta! Sono stanco di mantenermi Questa sciocca vana, Inutil, neghittosa, scioperata! DHIA Ah, padre mio! IL PADRE Preparati! Io ti vendo Al gran mercato di Simonosaky! DHIA No, padre, no, non vendermi! IL PADRE Preparati! OSAKA (La piccina si muove! Forza al dialogo!) (Iris commuove, e con gesti concitati segue la svolgersi del dramma.) DHIA (Cade ai piede del pupo Padre) Per la luce del sole e delle stelle, Tienmi ancora con te! Che vuoi ch’io faccia? OSAKA (indicando Iris) (Ha gli occhi rossi, rossi!) IL CIECO (chiamando la figlia) Iris! IRIS Sto qua! IL PADRE Al gran mercato di Simonosaky Tu troverai padrone! Io sono stanco d’averti qui con me! Tu mangi troppo e non mi rendi nulla. Ond’io ti vendo! LE MOUSMÈ (Impressionate da tante crudeltà, sono furenti contro il pupo Padre.) Vecchio lercio! Furfante! Musa da vecchia arpia! DHIA (con grido straziante e disperato) Uccidimi, piuttosto! IL PADRE Basta! Ho detto! (Se ne va.) LE MOUSMÈ È sordo alle sue tante Lacrime disperate! (urlando, e minacciando coi pugni il padre tiranno, mentre questi se ne va) Pigliamolo a sassate! Orco! Vampiro! Via! OSAKA (Si scalda il nostro pubblico!) KYOTO (È in furore!) DHIA Morire! Sì… Finire! OSAKA (Quasi, quasi t’uccidono Davvero il pupo Padre!) IRIS Oh, la istoria pietosa! Mi par che dentro al core Mano mi prema e tocchi! M’offende un gran dolore Che mi rende affannosa! DHIA Deh, prendimi con te, Genio del Bene! Portami teco Dove non si soffre! IRIS Come è triste il suo canto! Ho volontà di pianto nell’anima… E negli occhi! KYOTO (ad Osaka) (Or tocca a te! Dolcissimo!) OSAKA (Dolcissimo!) JOR, FIGLIO DEL SOLE (OSAKA) Apri la tua finestra! Jor son io Che vengo al tuo chiamar, Povera Dhia! Apri la tua finestra Al raggio mio! Apri il tuo cor A mia calda malìa! Jor ha ascoltata, o Dhia, La tua preghiera! Apri l’anima tua, Fanciulla, al Sole! Apri l’anima tua alle mie parole! Apri il tuo cuore a me, Fanciulla, e spera! Tu vuoi morir? Morire io ti farò Ma ti farò morir dal Sol baciata, Poscia al paese eterno ti trarrò… Ove, o fanciulla, Tu sarai amata! KYOTO (vedendo l’impressione che la voce di Jor ha fatto sull’animo d’Iris) (È questa poesia gran ciurmatrice! Due motti, due bisticci Ch’uno dice E una fanciulla inconscia come questa… Vi si sdilinque e vi perde la testa.) (Poco a poco una finestra del Teatrino si illumina, poi si apre e si scorge il Pupo d’Jor, figlio del Sole Dhia s’inginocchia innanzi a lui. Iris, quasi affascinata da tale spettacolo, abbandona la siepe del suo giardino e si accosta al Teatro.) IRIS De’ sogni il triste verde Disvanisce e si perde! Quali i vani bagliori D’erranti, misteriose Lucciole luminose Se ne vanno i dolori! KYOTO (alle danzatrici) (Or, guèchas, Quando termina il duetto, danzate e Fate… senza dar sospetto!) DHIA Io muoio! Prendimi! Tua m’abbandono! Portami al mondo eterno della Luce! Salgo a Nirvana! È Jor che mi conduce! Jor, son tua! A te tutta mi dono! IRIS (a Dhia) No, tu non muori, Dhia! Tu ascendi alle alte nuvole Di rose e di viole! Con Jor tu ascendi, o bambola, Al paese del Sole E della Poesia! JOR Or muori, dunque! (Dhia cade stecchita, mentre Jor invoca sulla morta pupa le danze celesti.) Danzatrice alate, intorno a lei Che a me ne vien, danzate! (a Dhia) Ti coprirò di zaffiri e topazi! Vieni agli amori Degli eterni spazi! (Con gran stupore del pubblico, Jor avvinghia Dhia, e così abbracciati si vedono i due pupi innalzarsi lentamente per salire al… Nirvana, mentre cala il sipario del Teatriono ; in pari tempo le tre guèchas mascherate si collocano innanzi, pronte alla danza.) LA BELLEZZA LA MORTE IL VAMPIRE (Durante le danze, Kyoto gira intorno, e così riesce scaltramente a distrarre l’attenzione, mentre le tre guèchas danzatrici circondano Iris, la quale rimane ad un tratto isolata dal gruppo delle mousmè al posto più avanti.)(Con vorticosi giri e con voli dei loro veli le tre danzatrici riescono a nascondere Iris, la quale ingenuamente ammira.)(I samouraïs rapidi s’impossessano della fanciulla una mano sulla bocca le strozza un grido!) IRIS Ah! (Le tre guèchas continuano la danza, avvicinandosi di nuovo al gruppo delle mousmè coi larghi giri dei loro veli impediscono alle spettatrici di vedere i samouraïs che trasportano Iris completamente inanimata verso la città.)(Le guèchas formano un gruppo bizzarro.) KYOTO (che ha tutto sorvegliato, visto il colpo riuscito, si congeda dall’udienza. Intanto, ripiegato il Teatrino, i paraventi, rinchiusi i pupi, la comitiva degli istrioni è pronta ad andarsene.) Grazie, mousmè! A rivederci! Musica! LE MOUSMÈ (Si alzano in piedi per andarsene.) Andiamo! è tardi! È tardi! Andiamo! (S’avviano verso il villaggio.) KYOTO (ad Osaka, facendogli cenno d’avviarsi colla comitiva verso la città) (Or lascio questo scritto E del denaro al Cieco, E il colpo è fatto!) OSAKA (Il colpo è fatto!) (Partono tutti ripassando il ponte. Kyoto corre entro il giardino d’Iris ; rapidamente depone sulla soglia della casetta un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès, proprio presso al Cieco e con tanta abilità da non risvegliarne il sensibilissimo udito, poi raggiunge correndo la comitiva che si allontana.) IL CIECO Questo dramma è menzogna tutto! tutto! Malvagio in testo e talento malvagio! (credendo Iris sempre presente) Iris, tu che ne dici? Non rispondi? Comprendo ; sei commossa! (Sorride bonariamente, credendo sempre di parlare ad Iris.) No ; non credervi! Tu sei sì buona che ogni pianto Breccia fa nel tuo cuore! (stendendo il tremulo braccio) Andiamo ; dammi il braccio! Perché non credo Ai gemiti di Dhia? (Sorride ancora.) Ebben… vi credo! (Stende ancora il braccio.) Vieni! Dammi il braccio! Una carezza al vecchio Cieci! Iris! Ancora non rispondi! Iris! Iris! Iris! Mia figlia! (Si alza barcollante, cerca intorno a se, incespica, cade.) Vita! Non ci sei più! (alcuni merciaiuoli ambulanti che passano per andare alla città, udendo le grida strazianti del Cieco, entrano nel giardino, e lo rialzano compassionevoli.) IL CIECO Iris! Mia Iris! Iris! I MERCIAIUOLI Cieco, A che gridi disperatamente? IL CIECO Iris! Mia figlia! In casa! Là! Cercatela! (Alcuni merciaiuoli entrano nella casa, ed appariscono poi alla finestra spalancata.) ALCUNI MERCIAIUOLI (alla finestra) È vuota la tua casa! Iris non c’è! IL CIECO Chiamatela a gran gridi! Per pietà! ALCUNI MERCIAIUOLI Iris! (Ascoltano.) Iris! (Ascoltano ancora.) Neppur l’eco risponde! IL CIECO La mia Vita! Pupilla de’ miei occhi! (Tornano dalla casa ; uno dei merciaiuoli, nell’uscire, vede e raccoglie il foglio e il denaro lasciato da Kyoto sulla soglia.) La figlia mia! Così buona! UN MERCIAIUOLO Tu la piangi? Non piangerla! IL CIECO Che dici? Ohimè, che dici? IL MERCIAIUOLO Qui sulla soglia T’ha lasciato un foglio (mostrando foglio e denaro ai compagni) E del denaro! IL CIECO Iris? ALCUNI MERCIAIUOLI È al Yoshiwara! (Il Cieco tocca e ritocca, uscendo in gridi soffocati, il foglio e il denaro.)(L’ira, il dolore, rendono il Cieco come pazzo, ed allontanando con violenza alcuni fra i merciaiuoli che gli stanno vicini vorrebbe correre da solo verso la città ; ma incespica e cade. I merciaiuoli si affrettano a rialzare il Cieco, il quale prorompe in dirotto pianto.) IL CIECO (Piangendo, si rivolge ai merciaiuoli, che sono invasi da un gran senso di pietà.) La casa! Il mio giardino! Quel che tengo a chi di voi Mi guida al Yoshiwara! Or voglio là… Là schiaffeggiarla! Voglio sputarle in volto, voglio… E maledirla! Iris! Mia vita! (Le lagrime gli troncano le parole ; quasi vergognoso di quell’affetto che gli trabocca dall’anima, esclama minaccioso) E poscia… e poscia… e poscia… (Pietosamente i merciaiuoli lo sorreggono e lo accompagnano barcollante, inebetito, quasi fantasma, verso la città.) Mascagni,Pietro/Iris/II
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RhoB null mice have retarded vascular development in the retina. SOS1-/- mice impair placental development. The interaction between DOC and CSW is needed for normal eye development. Gab1 and Gab2 are phosphorylated by EPO signal. Overexpression of Gab1 in kidney epithelial cells of a mouce results in constitutive and ligand-independent cell scattering and branching morphogenesis. RhoB null mice have retarded vascular development in the retina. 1 Genes Dev. 2003 Nov 1;17(21) 2721-32. RhoB controls Akt trafficking and stage-specific survival of endothelial cells during vascular development. Adini I, Rabinovitz I, Sun JF, Prendergast GC, Benjamin LE. Beth Israel Deaconess Medical Center, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts 02215, USA. Blood vessel formation is a complex morphological process that is only beginning to be understood at the molecular level. In this study, we demonstrate a novel and critical role for the small GTPase, RhoB, in vascular development. RhoB null mice have retarded vascular development in the retina characterized by altered sprout morphology. Moreover, pharmaceutical means to deplete RhoB in neonatal rats is associated with apoptosis in the sprouting endothelial cells of newly forming vessels. Similarly, acute depletion of RhoB by antisense or dominant-negative strategies in primary endothelial cell culture models led to apoptosis and failures in tube formation. We identified a novel link between RhoB and the Akt survival signaling pathway to explain these changes. Confocal microscopy revealed that RhoB is highly localized to the nuclear margin with a small percentage found inside the nucleus. Similarly, total Akt is throughout the cell but has increased accumulation at the nuclear margin, and active phosphorylated Akt is found primarily inside the nucleoplasm, where it partially colocalizes with the RhoB therein. We show that this colocalization is functionally relevant, because when RhoB was depleted, Akt was excluded from the nucleus and total cellular Akt protein was decreased in a proteosome-dependent manner. Because the function of RhoB in vivo appears to only be rate limiting for endothelial cell sprouting, we propose that RhoB has a novel stage-specific function to regulate endothelial cell survival during vascular development. RhoB may offer a therapeutic target in diseases such as cancer, diabetic retinopathy, and macular degeneration, where the disruption of sprouting angiogenesis would be desirable. Publication Types Research Support, Non-U.S. Gov t Research Support, U.S. Gov t, P.H.S. PMID 14597666 [PubMed - indexed for MEDLINE] SOS1-/- mice impair placental development. 1 EMBO J. 2000 Feb 15;19(4) 642-54. The Sos1 and Sos2 Ras-specific exchange factors differences in placental expression and signaling properties. Qian X, Esteban L, Vass WC, Upadhyaya C, Papageorge AG, Yienger K, Ward JM, Lowy DR, Santos E. Laboratory of, National Cancer Institute, Bethesda, MD 20892, USA. Targeted disruption of both alleles of mouse sos1, which encodes a Ras-specific exchange factor, conferred mid-gestational embryonic lethality that was secondary to impaired placental development and was associated with very low placental ERK activity. The trophoblastic layers of sos1(-/-) embryos were poorly developed, correlating with high sos1 expression in wild-type trophoblasts. A sos1(-/-) cell line, which expressed readily detectable levels of the closely related Sos2 protein, formed complexes between Sos2, epidermal growth factor receptor (EGFR) and Shc efficiently, gave normal Ras.GTP and ERK responses when treated with EGF for or =10 min and was transformed readily by activated Ras. However, the sos1(-/-) cells were resistant to transformation by v-Src or by overexpressed EGFR and continuous EGF treatment, unlike sos1(+/-) or wild-type cells. This correlated with Sos2 binding less efficiently than Sos1 to EGFR and Shc in cells treated with EGF for or =90 min or to v-Src and Shc in v-Src-expressing cells, and with less ERK activity. We conclude that Sos1 participates in both short- and long-term signaling, while Sos2-dependent signals are predominantly short-term. PMID 10675333 [PubMed - indexed for MEDLINE] The interaction between DOC and CSW is needed for normal eye development. 1 EMBO J. 1999 Dec 15;18(24) 6950-61. Recruitment of the protein tyrosine phosphatase CSW by DOS is an essential step during signaling by the sevenless receptor tyrosine kinase. Herbst R, Zhang X, Qin J, Simon MA. Department of Biological Sciences, Stanford University, Stanford, CA 94305-5020, USA. The pleckstrin homology (PH) domain-containing protein Daughter of Sevenless (DOS) is an essential component of the Sevenless receptor tyrosine kinase (SEV) signaling cascade, which specifies R7 photoreceptor development in the Drosophila eye. Previous results have suggested that DOS becomes tyrosine phosphorylated during SEV signaling and collaborates with the protein tyrosine phosphatase CSW. We have investigated this possibility by identifying tyrosine residues 801 and 854 of DOS as the phosphorylated binding sites for the CSW SH2 domains. We show that these sites become phosphorylated in response to SEV activation and that phosphorylation of both sites is required to allow CSW to bind DOS. Mutant DOS proteins in which either Y801 or Y854 of DOS has been changed to phenylalanine are unable to function during signaling by SEV and other receptor tyrosine kinases. In contrast, we find that a mutant DOS protein in which all tyrosine phosphorylation sites except Y801 and Y854 have been removed is able effectively to provide DOS function during SEV signaling and to rescue the lethality associated with dos loss-of-function mutations. These results indicate that a primary role for DOS during signaling by SEV and other receptor tyrosine kinases is to become phosphorylated at Y801 and Y854 and then recruit CSW. PMID 10601017 [PubMed - indexed for MEDLINE] Gab1 and Gab2 are phosphorylated by EPO signal. 1 Blood. 2004 Jun 15;103(12) 4457-65. Epub 2004 Feb 24. Tyrosine kinase receptor RON functions downstream of the erythropoietin receptor to induce expansion of erythroid progenitors. van den Akker E, van Dijk T, Parren-van Amelsvoort M, Grossmann KS, Schaeper U, Toney-Earley K, Waltz SE, Lowenberg B, von Lindern M. Department of Hematology, Erasmus MC, PO Box 1738, 3000 DR Rotterdam, the Netherlands. Erythropoietin (EPO) is required for cell survival during differentiation and for progenitor expansion during stress erythropoiesis. Although signaling pathways may couple directly to docking sites on the EPO receptor (EpoR), additional docking molecules expand the signaling platform of the receptor. We studied the roles of the docking molecules Grb2-associated binder-1 (Gab1) and Gab2 in EPO-induced signal transduction and erythropoiesis. Inhibitors of phosphatidylinositide 3-kinase and Src kinases suppressed EPO-dependent phosphorylation of Gab2. In contrast, Gab1 activation depends on recruitment and phosphorylation by the tyrosine kinase receptor RON, with which it is constitutively associated. RON activation induces the phosphorylation of Gab1, mitogen-activated protein kinase (MAPK), and protein kinase B (PKB) but not of signal transducer and activator of transcription 5 (Stat5). RON activation was sufficient to replace EPO in progenitor expansion but not in differentiation. In conclusion, we elucidated a novel mechanism specifically involved in the expansion of erythroblasts involving RON as a downstream target of the EpoR. PMID 14982882 [PubMed - indexed for MEDLINE] Overexpression of Gab1 in kidney epithelial cells of a mouce results in constitutive and ligand-independent cell scattering and branching morphogenesis. 1 Nature. 1996 Nov 14;384(6605) 173-6. Interaction between Gab1 and the c-Met receptor tyrosine kinase is responsible for epithelial morphogenesis. Weidner KM, Di Cesare S, Sachs M, Brinkmann V, Behrens J, Birchmeier W. Max Delbruck Center for Molecular Medicine, Berlin, Germany. The proteins Gab1 and the related DOS (for daughter of sevenless ) each bind to substrates of tyrosine kinases like Grb2 or Corkscrew, and act in signalling pathways downstream of tyrosine kinase receptors. Here we show that Gab1 interacts directly with the c-met-encoded receptor tyrosine kinase but not with a number of other tyrosine kinases from different subfamilies. A newly identified proline-rich domain of Gab1 is responsible for the binding of this protein to the tyrosine-phosphorylated bidentate docking site in c-Met. Expression of Gab1 in epithelial cells is sufficient to induce the c-Met-specific activities, including branching morphogenesis. Thus we have discovered a new phosphotyrosine interaction domain in Gab1 and shown that Gab1 is the substrate of the c-Met receptor tyrosine kinase that mediates epithelial morphogenesis. PMID 8906793 [PubMed - indexed for MEDLINE]
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Campagnolo 商品名 年式 前輪 後輪 合計 メモ BORA ULTRA 35 (TU) 2014 525g 734g 1259g QR,スペーサー無し シマノフリー BORA 2003 810g 9sHGにて現行より50g重い BULLET ULTRA CULT 50mm (シマノ用) 2012 730g 950g 1680g QR無し ZONDA(シマノ用) 06 07 12 15 15 720g 727g 672g 665g 657g 950g 958g 915g 894g 921g 1670g 1685g 1587g 1559g 1578g QR無し QR無し QR無し QR、スペーサー無し WO用 ZONDA(カンパ用) 08 10 730g 655g 935g 885g 1665g 1540g QR無し QR無し EURUS 06 08 680g 665g 650g 908g 915g 902g 1588g 1580g 1552g QR無し シマノ WO用 QR無し HG10S専用 EURUS 2-WAY FIT 10 633g 872g 1505g HG8/9/10S ニュートロン 2004 695g 970g 1665g QR無し、ミシュランリムフラップ付き プロトン 2003 706g 1013g 1719g シマノ用QR無し シロッコ 835g 1025g 1860g カンパ用QR無し カムシン 850g 1100g 1950g カンパ用QR無し KHAMSINゴールド 866g 1059g 1925g カンパ用QR無し SHAMAL ULTRA(WO) 07 08 08 08 608g 622g 607g 625g 822g 842g 822g 826g 1430g 1464g 1429g 1451g カンパ用QR無ゴールドカラー HG10S専用 HG10S専用 カンパ用QR無グレーカラー SHAMAL ULTRA 2-WAY FIT 09 09 10 10 10 11 636g 629g 618g 625g 641g 624g 888g 833g 837g 866g 876g 893g 1524g 1462g 1455g 1491g 1517g 1517g HG 8/9/10 QRなし カンパ用QRなし HG10S用アルミフリー HG8-10QR無TLバルブ付 HG8-10QR無TLバルブ付 HG8-10QR無TLバルブ付 SHAMAL ULTRA(TU) 12 619g 831g 1450g カンパ専用 Vento Reaction 09 855g 1050g 1905g カンパ用QRなし。後輪がカタログより100g以上重い HYPERON ONE (クリンチャー) 11 587g 755g 1342g HG10S専用 CULT換装 リムテープ無 QR無